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Autore: Cronos22    14/09/2017    0 recensioni
Erano trascorsi diversi anni dalla sconfitta dell’esercito non-morto comandato da Serienor e la pace era stata finalmente ristabilita in tutto l’universo,il figlio dei due salvatori era nato ed era cresciuto in clima senza guerre sotto le ali protettive dei genitori,fino quando numerose entità cominciarono ad apparire all’interno delle loro vite,distruggendo la pace che con tanta fatica avevano creato e risvegliando una divinità sopita fin dall’inizio del tempo stesso
Sequel de “Le Cronache di una Gemma:Il risveglio degli angeli caduti”
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Pearl/Perla, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di una gemma'
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Un capitano perso nel tempo
 
La nave pirata solcava il cielo azzurro privo di nuvole come fosse un secondo mare per lei,con le vele spiegate che venivano alimentate da una leggera brezza estiva,quasi come se fossero loro a far viaggiare il vascello e non i due propulsori meccanici situati vicino alla base inferiore della nave,dove era situato il timone in legno rinforzato da alcune placche metalliche in parte arrugginite dall’acqua salata del mare,con la bandiera nera che teneva raffigurato su di essa una teschio bianco,che aveva tatuato sulla fronte un drago rosso cremisi stilizzato e con due sciabole incrociate sotto la mandibola e con il resto della nave costruita in parte di legno e rinforzata in acciaio che con tutta la sua maestosità metteva in mostra una polena raffigurante uno scheletro,che con il braccio destro cerca di dare un’artigliata al nemico che avesse la sfortuna di scagliarsi contro di lui,con numerosi pirati sul ponte si occupavano della sua manutenzione,mentre alcuni di loro pulivano o sistemavano le varie corde che tenevano saldi i pennoni alla base,tutti collaboravano affinché la nave rimanesse sempre splendente e pronta ad un assalto o ad un eventuale attacco contro di loro,ogni membro dell’equipaggio lavorava ad eccezione del capitano che rimaneva all’interno della sua cabina,comodamente seduto su di un trono dorato foderato alla base e sullo schienale da una imbottitura di piume d’oca avvolte in un tessuto nero opaco,cucito ed incastonato sullo strumento,tenendo nella sua mano destra un calice di cristallo contenente del vino rosso,sorseggiandolo delicatamente e con uno strano e persistente sorriso sul viso,che sembra non scomparirgli mai,mentre osservava divertito il frammento,ancora chiuso nella teca,che aveva avuto il piacere di rubare dal museo
-Mi dispiace mia cara Perla-posando il bicchiere sopra il tavolo ottocentesco di mogano,rivestito da un telo bianco,con dei piccoli disegni ricamati sopra di esso,rappresentanti alcune creature appartenenti ai miti del passato,leggermente usurato e degradato dal tempo –Ma io sono sempre un passo davanti a te-afferrando il suo bastone situato alla sua destra,alzandosi dal suo luogo di riposo,avvicinandosi lentamente dal manufatto quasi ne fosse attirato come un magnete,quando improvvisamente la sua attenzione dall’oggetto fu distolta dall’apertura della porta della sua cabina,dove entrò una donna dalla carnagione leggermente azzurrina e dai lunghi capelli viola coperti in parte da una lunga bandana a righe rossa e bianca,che indossava un top scollato viola rivestito e sorretto dalle ossa facciali di un defunto,dei polsini bianchi e rossi sui polsi,dei pantaloni del medesimo colore del top,rivestite da delle mandibole ossee e con una grande cintura in pelle,cui erano situate una sciabola affilata ed una pistola antica risalente alla prima epoca della pirateria e dei lunghi stivali in tinta con i pantaloni.
-Mio capitano abbiamo un problema-ridacchiò leggermente,nascondendosi la bocca con la mano destra per evitare di farsi notare dal suo comandante
-Ho sempre odiato il modo in cui tu entri nella mia cabina senza bussare-sospirando pesantemente,portandosi le punte dell’indice e del medio della mano sinistra sulla fronte,chiudendo gli occhi cercando di passare oltre all’atteggiamento derisorio della piratessa nei suoi confronti –Comunque che tipo di problemi ci sarebbero all’interno della mia nave…Risky Boots?-guardandola con espressione truce,che non riuscì nemmeno a spaventare la sua sottoposta,la quale continuò a ridere senza ritegno davanti al suo capitano,zittendosi rapidamente quando quest’ultimo sbatte con forza il bastone sopra il pavimento di legno,facendola leggermente trasalire per lo spavento di quell’atto repentino ed inaspettato
-Riguarda la nostra prigioniera-tossendo leggermente,cercando di mostrare una strana compostezza e rispetto che prima non aveva nei confronti dell’uomo,che stava immobile dinanzi a lei mentre si grattava perplesso il mento –Diciamo che è restìa alle nostre cure-grattandosi nervosamente il retro della testa nel dire quelle parole
-Stiamo pur sempre parlando di una gemma-sistemandosi con delicatezza un ciuffo di capelli che era caduto sopra il suo occhio sinistro –Sono esseri difficili con cui interagire e con cui discutere-camminando lentamente verso l’uscita della sua cabina personale seguito dalla piratessa al suo fianco,mentre si incamminava lentamente verso il lato opposto della nave,dove vi era una piccola scala in legno che conduceva lentamente verso il luogo dove i suoi uomini riposavano –Mi occuperò io personalmente di lei,tu nel frattempo rimani qui fai in modo che nessuno scenda al piano di sotto verso le prigioni-ricevendo un cenno affermativo con il capo da parte di Risky,che rimase ferma davanti alla scalinata,mentre il suo capitano scendeva verso le prigioni,illuminate il più possibile da delle torce che rischiaravano l’oscurità che regnava in quel luogo di tortura,camminando lentamente al centro del corridoio,dove alla sua destra ed alla sua sinistra erano ubicate delle celle vuote e pulite,giungendo successivamente dinanzi ad una porta in legno leggermente usurata e con delle sbarre situate alla stessa altezza del suo viso,estraendo dall’interno della sua giacca un mazzo di chiavi dorate scintillanti,inserendone una dentro la serratura,facendo scattare il meccanismo di apertura della porta,aprendola lentamente e varcandone con passo cauto la soglia,notò la gemma con le gambe incatenate al muro,che non aveva toccato nessuno dei piatti prelibati cucinati dal suo cuoco di bordo,pietanze che variavano dal pollo arrosto a pasta alla carbonare in stile marinara,ma che invece lo guardava con espressione furiosa e rancorosa,alzandosi rapidamente,tentando di correre verso di lui,ma cadendo rapidamente di faccia al suolo a causa delle catene che ne limitava i movimenti
-Non dovresti tentare di attaccarmi-esclamò con pacatezza il capitano pirata sedendosi davanti a lei,staccando nel mentre una coscia di pollo,cominciando mangiare dinanzi alla sua prigioniera,che si rialzò da etrra,sedendosi successivamente davanti a lui senza però guardarlo negli occhi –Devi considerare che non era nei miei programmi avere una prigioniera-afferrando una bottiglia d’acqua vicino alla pietanza presa in precedenza,stappandola con forza cominciando a berne il contenuto e subito dopo posarlo a terra con violenza
-Però mi hai rapita ugualmente–ribatté la gemma digrignando i denti,ricevendo uno sguardo di dissenso dal pirata,che rise divertito dalle parole della sua interlocutrice
-Sei tu che sei saltata all’interno della mia nave per recuperare il frammento che ho rubato con grande maestria-facendo dei mezzi inchini per auto congratularsi della sua precedente opera –Quindi possiamo presumere con tranquillità che sei stata tu stessa a cacciarti in questa spiacevole situazione-evidenziando le catene che la tenevano intrappolata all’interno della nave,poggiando entrambe le mani sotto il mento mentre continuava a guardarla con interesse –Ma non è per parlare della tua incursione contro di me per cui sono sceso a farti visita-lasciandola leggermente confusa dalle sue parole,che sembravano ora leggermente dismesse e stranamente intristite,come se qualcosa dopo quella semplice domanda si fosse rotto all’interno del capitano,che prima era freddo e spavaldo ed ora sembrava come dubitare di qualcosa,che lentamente gli stava corrodendo il suo spirito indomito –Quel ragazzo prima ha cercato di salvarti,incosciente del pericolo a cui stava andando incontro –Togliendosi il cappello da sopra la testa rivelando la sua chioma folta verde menta ed una cicatrice orizzontale sopra la fronte che gli deturpava il candido viso che sembrava riluccicare sopra quei pochi e flebili raggi di sole che passavano dal piccolo oblò alla loro sinistra –Non ha esitato ad affrontarmi anche se non sapeva niente su come combattevo-estraendo una bandana di un bianco perlaceo che avvolse con cura sopra la ferita e su parte dei capelli,riafferrando nuovamente il cappello nero con il teschio,riposizionandolo nuovamente sopra il capo
-Ed io vorrei sapere perché?-con il quarzo che lo fissava con stupore,non capendo come il pirata non facesse a comprendere le reali motivazioni del gesto del giovane Sapher,allungando lentamente una mano verso il petto dell’uomo,il quale non capì inizialmente il gesto che stava eseguendo la gemma dinanzi ai suoi occhi,fino a quando non gli poggiò con delicatezza una mano sopra il torace,nel luogo esatto dove si trovava il suo cuore,sospirando lentamente mentre la gemma con gli occhi chiusi,rimaneva immobile,con solo le punte delle dita che premevano con leggera forza sopra la superficie in seta del vestito,toccando con decisione e dolcezza al tempo stesso il corpo dell’uomo come se non esistesse alcuna barriera a separare la sua mano dalla pelle di lui
-Purtroppo anche se te lo spiegassi non potrai capire-ritirando lentamente il braccio verso di se,con il capitano pirata,che la guardò con leggera rabbia nei suoi occhi fissi,mentre stringeva il pugno sinistro con forza –Perché tu non riesci non riesci a ricordare te stesso-riaprendo gli occhi che questa volta mostravano un piccolo bagliore arancione,che svanì rapidamente non appena la sua mano toccò il suolo –Tu hai dimenticato chi eri e per questa ragione non potrai capire mai cosa ha animato il gesto del ragazzo che ha cercato di attaccarti-guardando il pirata alzarsi rapidamente dal suolo,osservandola con ira sul suo viso dall’alto verso il basso,mostrando i denti bianchi come perle,mettendo in risalto un canino leggermente più aguzzo degli altri
-Io so benissimo chi sono-fulminandola con lo sguardo,non riuscendo però ad incutere timore nell’animo della gemma,che con uno sguardo di compassione e tristezza sul volto,lo guardò girarsi e camminare lentamente fino alla porta d’uscita,aprendola di scatto,ma fermandosi vicino alla soglia,venendo osservata con la coda del suo occhio sinistro,mentre strinse con forza il bastone che teneva sulla mano destra –Sono il capitano Alister Darkness-sbattendo la porta alle sue spalle,allontanandosi sempre più da Skinny,la quale appoggiando con delicatezza la schiena sopra il ruvido legno,fissava come persa nei suoi pensieri il soffitto leggermente incrinato e malconcio,mentre quei pochi raggi del sole che prima entravano all’interno della cella,scomparirono improvvisamente,lasciandola da sola e con la luce artificiale della torce a farle compagnia,rischirando leggermente la sua vista leggermente sfocata dalla stanchezza
-Tu non sei chi dici di essere capitano-lasciandosi sfuggire una piccola lacrima dal viso che si frastagliò violentemente con il pavimento,con il suo debole ma assordante suono che si propagò per tutta la stanza,quasi come un eco dell’anima tormentata del suo carceriere –Tu sei solo il dolce Lance,che cerca di sfuggire dalla sua prigione fatta di menzogne e bugie-chiudendo nuovamente gli occhi e lasciandosi cadere in un improvviso torpore che la costrinse ad addormentarsi e ad abbandonare temporaneamente la realtà tetra che la prigione emanava.
Nel mentre il capitano pirata si allontanava nervoso dopo il suo incontro con la prigioniera,rivelatosi infruttuoso e privo di risposte alle sue domande che ancora continuavano a tormentare la sua mente,con le parole che riecheggiavano con tuoni nella sua mente,facendogli porre ulteriori domande sulla sua esistenza che misero stranamente in dubbio il suo ruolo in quel mondo che lui stesso aveva costruito,salendo con passo pesante la lunga scalinata superando la piratessa dai capelli viola,che rimase visibilmente scossa nel vederlo con un’espressione spenta e priva di vitalità,venendo ignorata dal suo superiore,il quale continuò la sua lenta marcia,incurante che la piratessa lo stesse seguendo fino all’interno della sua cabina di comando,dove si sedette pesantemente sopra il suo trono dorato,aprendo con cautela un piccolo cassetto alla sua sinistra,dal cui interno afferrò un pugnale arrugginito,con la punta mancante e con del sangue secco sopra la lama e sul manico in pelle sgualcito ed usurato in pelle nera,sospirando mentre lo guardava perso nei suoi pensieri,con la piratessa che si la sciò sfuggire un piccolo verso di disappunto,che passò inosservato dinanzi ad Alister,che rimaneva fisso verso quella strana arma che aveva riesumato dopo anni di inutilizzo e di abbandono
-Perché ti ostini a conservare quel pezzo di ferraglia?-gli domandò rabbiosamente Risky,sbattendo con violenza il piede destro sopra il pavimento –Quell’affare ti ha causato solo dolore eppure continui a conservarlo come se fosse la più importante delle tue reliquie-posizionandosi lentamente al suo fianco,poggiandogli con dolcezza la testa sopra la sua,mentre con delicatezza gli massaggiava il dorso della mano,che teneva in pugno il manico di quell’arma maledetta
-La tengo solo perché è l’unica cosa che mi lega ancora al mio passato-chiudendo gli occhi lentamente,lasciandosi nuovamente avvolgere da immagini risalenti ad un pianeta lontano,dove due figure femminili dall’aspetto sconosciuto lo stavano aspettando,ma che lentamente si facevano più lontane e sfocate,fino a sparire dalla sua vista,venendo successivamente catapultato all’interno di un luogo in fiamme dove un'altra figura con in mano lo stesso pugnale che teneva tra le mani,gli causava quella cicatrice sulla fronte,sentendo nel suo animo tutto il dolore e la sofferenza di quel ricordo,spalancando nuovamente gli occhi per la paura di rivivere quell’esperienza,mentre una lacrima gli scendeva dal viso e cadeva sopra il pugnale,lasciato rapidamente andare dal capitano,che si portò una mano sopra la fronte,cercando di rasserenarsi e di ritrovare nuovamente la calma perduta –Purtroppo è l’unico oggetto che mi fa rivivere alcuni momenti del mio passato perduto mia dolce Risky-lasciando la piratessa sorpresa nel sentirsi chiamata in quel modo da Alister –L’unico punto di partenza per riscoprire chi ero-ripensando ancora una volta alle parole della gemma sua prigioniera,con le lacrime che minacciavano nuovamente di scendere dai suoi occhi rossi come il fuoco,quando all’improvviso la piratessa,la avvolse in un abbraccio caloroso,mentre teneva sul viso un’espressione leggermente combattuta per il gesto che stava compiendo,cercando di sorridere mentre lo stringeva a se per tentare con il suo atto di farlo ritornare nuovamente il capitano fiducioso e spavaldo che fino a qualche momento prima era
-Ricorda mio caro Alister-accarezzandogli con dolcezza il viso –Insieme cercheremo di farti capire chi eri-levandogli con la mano il cappello sulla testa,dandogli un bacio sulla fronte coperta dalla bandana –Insieme scopriremo il tuo passato ed il tuo ruolo in questo mondo-separandosi lentamente da lui,riposando con lentezza il pugnale all’interno del cassetto –Però ritorna ad essere nuovamente il solito ed allegro Alister Darkness che tutti noi conosciamo-sorridendo debolmente,ricevendo un piccolo sorriso da parte del capitano,che lentamente si voltò ad ammirare il quadro alle sue spalle,con la piratessa che si allontanava sempre di più da lui,fino a giungere davanti la porta d’ingresso mostrando un sorriso malinconico ed uno sguardo dismesso,mentre con la mano destra afferrava con lentezza il pomello della porta,girandolo lentamente ed uscendo all’esterno,lasciando che i dubbi e le paure di entrambi li consumassero lentamente dall’interno facendoli riflettere sulle azioni che hanno commesso e che li hanno condotti fino ad adesso.
 
Note dell’autore
Alister:Non pensavo che i prigionieri causassero tanti danni
Skinny:Sinceramente io non ho fatto niente
Alister:Non mangiare il buon cibo del mio cuoco già è un danno
Skinny:E che tipo di danno sarebbe?
Alister:Morale
Skinny:Non ha senso lo sai?!
Alister non tutto quello che dico deve avere senso,ma per il resto chiudi il capitolo che sinceramente mi sono seccato di stare qui
Skinny.Lo faccio solo per non sentirti più
Bene cari lettori e care lettrici ci vediamo al prossimo capitolo 
  
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