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Autore: Miwako_chan    14/09/2017    4 recensioni
Naruto e Sasuke vivono al Villaggio dei Pescatori sulle sponde del lago Izuya, in un luogo immerso nella natura incontaminata. Sono migliori amici da sempre, ma quando i sentimenti iniziano a cambiare veloci e incontrollabili, diventa difficile continuare a percorrere la stessa strada.
[Questa fanfiction partecipa alla "Calippo Challenge" indetta dal gruppo Facebook SASUNARU FanFiction Italia]
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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L'altra riva

Ed eccomi qui con un’altra storia, o meglio una breve raccolta di spaccati quotidiani. Non ci sono particolari riferimenti geografici e se ci sono, sono sbagliati. Volevo scrivere di loro due in un contesto piacevole e leggero, spero vi possa piacere! Grazie di cuore a chi leggerà

 















L’altra riva





Le acque del lago Izuya sono rinomate per la loro ricchezza faunistica e colorazione blu, intensa e pura. Sulla sponda a ovest, incastonato tra i monti Futogai, Kyokai e Setegai si affaccia il pittoresco Villaggio dei Pescatori, un luogo in cui la natura si fonde con l’operato del uomo secondo antiche promesse, dando vita a una sinergia d’intenti talvolta solo all’apparenza contrastanti. Gli abitanti, poco più di un centinaio, svolgono un’esistenza semplice e onesta, seguendo i lenti ed estenuanti ritmi dell’acquacoltura, dai cicli di riproduzione dei pesci fino alla cattura nelle reti.
Su modeste terrazze scavate nella montagna, crescono rigogliose le piante di tè. Da lontano il verde sfavillante delle foglie riverbera sotto il sole, accostandosi come in un dipinto al blu del lago disseminato da piccole e lucenti imbarcazioni.

Con le gambe nude allungate sull’erba fresca, si riposano due ragazzi sui quindici anni. I colori del cielo del tardo imbrunire si riflettono sull’acqua placida dell'Izuya. Le prime lucciole fluttuano frementi, emettendo tenui bagliori, era da alcuni anni che non se ne vedevano così tante.

“Cosa c’è di là?”


Lo sguardo può spaziare fino alla striscia di terra oltre il lago, dove le miriadi di luci della capitale si stagliano sulla cornice scura di montagne lontane.

Sasuke si sdraia e cala sugli occhi la visiera del cappello.
“Oi, dormi?” Insiste Naruto.
“Al di là di che?” Sbotta.
“Del lago, sull’altra riva.”
“Tokyo”
“Ehi, l’hai detto come se sembrassi stupido!” Sbraita, scaldandosi per un nonnulla. Tra loro è sempre stata guerra aperta, anche senza volerlo.

“Non lo sembri,” Mormora allungando un sorriso sghembo sulle labbra. “lo sei.”


“Cos… Ripetilo sei hai le palle!”

“Se avessi pensato che fossi stupido ti avrei detto: che diavolo vuoi che ci sia? Tokyo!”
Sasuke si solleva sui gomiti di scatto ritrovandosi a scambiare con Naruto un lungo sguardo in cagnesco.


Alla fine Uzumaki sbuffa rumorosamente e, roteando gli occhi, lascia intendere di voler passare oltre. Almeno per questa volta s’intende.

“Cazzo di permaloso.” Dice a denti stretti Uchiha, incapace di trattenersi.
Naruto sobbalza, aggrottando la fronte. “Che hai detto?”
L’amico s’accomoda nuovamente sdraiato. “Che fai domani?” Replica invece.
Naruto lo fissa, interdetto, stringendo ciuffi d’erba fra le mani. “Non so, devo ancora decidere, te?” Risponde dopo alcuni istanti e Sasuke non capisce se stesse davvero riflettendo su qualcosa in particolare o si fosse semplicemente perso in sciocche fantasie.
“Vado col vecchio a pescare, vuoi venire?”
Assottiglia gli occhi, deluso. “I pesci gatto ancora?”
“Già-“
“Detesto mettere i pesci gatto nelle ceste!” Confessa a voce alta.
“Se sapessi pescare non saresti sfruttato per compiti ingrati.”
“Sono bravo in molte altre cose, però.” Dice con spavalderia, incrociando le braccia al petto.
“Quali?” Chiede d’impulso, senza la volontà di offenderlo.

Naruto si alza in piedi come una molla, indicando col braccio l’albicocco di cui si scorge la punta della chioma al di sotto del dolce declivio.

“Ti sfido a chi arriva primo fino a quell’albero! Stai certo che ti batto.” Afferma con un ghigno obliquo.

“Non scherzare.” Mormora Sasuke, alzandosi a sua volta.

“Mai stato più serio.”
“Poi non piangere.” Continua, pulendosi la maglia dalle sterpaglie.
Naruto ridacchia, poi punta lo sguardo dritto davanti a sé. “Uno! Due! Via!” Vocia, cogliendo l’amico impreparato.
Sasuke scatta in ritardo e si leva il cappello bianco prima che gli voli via, insultando Uzumaki a mezza voce. Il vento gli gonfia la maglia, rivelando a tratti la schiena, e gli spazza i capelli corvini all’indietro. Corre a perdifiato sul terreno sconnesso in discesa con l’impressione che le ginocchia possano cedergli per lo sforzo, ma il suo corpo così allenato non ha alcuna intenzione di abbandonarlo.
Il fiato si fa corto e decide di allungare ulteriormente la falcata, anche a rischio di capitolare a terra. Con la coda dell’occhio può scorgere Naruto cedergli il passo, lasciandosi superare a poco più di duecento metri dall’arrivo.

“Non ne ha più, quello scemo.”
Riflette divertito.


Il grande albero dal tronco nocchiuto e i rami svettanti, è di fronte a lui. Già può pregustarsi il piacere, un po’ asprigno, di una facile vittoria, quando a un tratto si sente braccato. Due forti braccia gli cingono saldamente la vita, sbilanciandolo in avanti e con un urlo rabbioso si ritrova a ruzzolare a terra insieme al suo assalitore.

“Idiota!” Gli abbaia in faccia, divincolandosi. “Che diavolo ti è saltato in mente?”
Non solo è dolorante per la caduta, ma ha pure tutto il peso di Uzumaki addosso e un ginocchio puntato al basso ventre.
“Se avessi vinto non sarei più riuscito a sopportarti.”
“E quindi cerchi di farci ammazzare?”
“Non fare il drammatico, non ti sei fatto niente!”
Sasuke lo spinge via, colpendolo al petto con l’avambraccio, e ribalta le posizioni. “E comunque hai perso lo stesso.” Soffia.
“Ah sì, ho perso?” Ribatte nel tentativo di deriderlo. “Chi lo dice, il campione di pesci in faccia?” Conclude, mentre viene strattonato per la canotta. Sasuke inarca un sopracciglio, annoiato oltre misura dal comportamento dell’amico, e gli tappa la bocca con una mano, con forza.
Naruto non si perde d’animo e caccia fuori la lingua, bagnando di saliva il palmo di Sasuke.
“Falla finita!” Sbraita duramente, perdendo la calma. Lo spintona, buttandolo a terra, ma Naruto continua a prenderlo per i fondelli anche quando si ritrova una mano umida di saliva a pigiargli mezza faccia nell’erba.

“Ehi, guarda.” Biascica all'improvviso, tirandogli la maglia mentre con l’altro braccio cerca di indicare l’orizzonte.

“Cosa dovrei guardare, idiota.” Gli fa, cattivo, vicino all’orecchio.
Naruto se lo leva di dosso, senza troppo impegno, del resto anche Sasuke si è stancato di azzuffarsi nel prato.
“Il panorama. Pazzesco!”
Uchiha osserva Naruto, scettico. “Bello, ma il solito.” Replica poi, dedicando un’occhiata sfuggente al lago.

Le luci della città sono intense e brillanti quasi da sembrare vive, alcune sono bianche, altre di un blu o magenta più violento, probabilmente appartenenti a qualche hotel o insegna commerciale. Come una spinta irrefrenabile seguita da un balzo nel vuoto, la città pare richiamarlo. Proprio in virtù di quella distanza e mistero, il desiderio di raggiungere quei luoghi si moltiplica. Negli occhi chiari di Naruto splende un fulmine di eccitazione.

Sasuke si porta una spiga selvatica bruciata dal sole alle labbra, sovrappensiero.
“È pieno di luci laggiù.” Dice, carico di aspettative. “E loro cosa pensi possano vedere da questa parte?”
“La sagoma del monte” Ribatte Uchiha, fissandolo.

“Come se avessi detto niente. Non è triste?”


Per un attimo Sasuke ci casca, credendo davvero che quella semplice constatazione possa dargli un dispiacere.

Sospira, calzando il cappello, e si accomoda a gambe incrociate. “Non lo è.”
Naruto grugnisce qualcosa, infastidito per essere stato ancora una volta contraddetto e non capito, mentre Sasuke osserva l'Izuya, i bagliori tremanti che si riflettono sulla sua superficie. Sopra le loro teste, il cielo è un’arcata di stelle.

“Ti racconto una cosa,” Inizia, con tono pacato, catturando subito l’interesse di Naruto. “alcuni anni fa, quando la cara nonna si ammalò di polmonite, dovetti accompagnarla a Tokyo assieme a mio fratello, aveva appuntamento da un noto pneumologo per un controllo. Lei sembrava star bene comunque.
Shisui, nostro cugino che vive lì, si offrì di accompagnarmi per un giro della capitale, mentre Itachi rimaneva alla clinica. Prendemmo l’autobus e Shisui guardando fuori dal finestrino vide un falco appollaiato su una grossa insegna pubblicitaria, allora mi confessò che avrebbe preferito essere come uno di quegli uccelli e non avere niente a cui pensare in particolare.”

Sasuke fa una pausa, stropiccia la spiga tra le dita e la tira lontano. 


“Un’idea del genere non mi ha mai sfiorato. Non potrei mai rinunciare a essere una persona e non godere più della bellezza di un falco che si alza in cielo, dei gabbiani che planano sul filo dell’acqua o di qualunque altra creazione della natura. Perdere la consapevolezza, che solo un umano può avere, di ciò che ci circonda, sarebbe terribile. Proprio per questo, anche se forse non te ne rendi conto, essere nati in questo luogo è come essere privilegiati.” Conclude.


Naruto assottiglia le palpebre e si massaggia il collo. In realtà non ha mai creduto di essere un privilegiato, ma tende per natura a non riflettere eccessivamente su certe questioni perché rischierebbero di complicarsi.

Qui però si sta bene, non può dargli torto. Stare accanto al suo migliore amico, poter parlare di qualsiasi cosa, la schiena bagnata di sudore e il venticello in viso, forse tutto questo è da privilegiati.

“Non ricordo affatto di questa tua visita a Tokyo con la nonna, come mai?"
Replica con simulata leggerezza. “E poi onestamente non ho ben capito che vuoi dirmi.”

Sasuke scrolla le spalle e, lui che pare sempre un passo avanti rispetto a tutti, si alza con fare risoluto.
Piantandogli gli occhi in faccia, risponde alla domanda che quell'ottuso di Naruto non è ancora riuscito a formulare.

“Io non ho nessuna intenzione di lasciare questo posto.”


















  
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