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Autore: clarisss95    15/09/2017    0 recensioni
Missing moments sui malec della serie tv.
Il rating è verde, ma può variare nel corso dei capitoli.
1) 2x15 - Dormi insieme a me.
2) 2x20 - Come superare un litigio: a novel by Alec Lightwood.
3) 1x13 - Sentimenti che vanno, sentimenti che vengono.
4) 2x05 - Dolore.
5) 2x12 - Cosa accadde a Tokyo.
6) 2x07 - Occhi di gatto.
7) 2x06 - Il primo appuntamento.
8) 2x10 - Il filo rosso.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dormi insieme a me. 


 
Questo capitolo si svolge durante la 2x15.
Alec è preoccupato per Magnus. Da quando c'è stato quello scambio di corpi con Valentine, il suo stregone è diverso. Alec lo nota, anche se non gli e lo dice. Così, dopo aver lasciato al suo uomo un po' di spazio, si fa avanti affinché si confidi con lui.








Alec Lightwood aprì i suoi occhi verdi, si mosse nel letto e allungò una mano dalla parte opposta per sentire il vuoto. Magnus non c'era. Non aveva dormito con lui? Si mosse immediatamente, stranito, e lo chiamò non ottenendo alcuna risposta. 
Era capitato più volte - specie nell'ultimo periodo - che lo shadowhunter si svegliasse senza trovare affianco il suo stregone. Esattamente, era dalla volta in cui Valentine aveva preso il suo posto. 
Alec gli aveva lasciato i suoi spazi per non fare la parte del fidanzato troppo attaccato, non sapeva bene come gestire la situazione dato che era tutto così nuovo per lui, ma adesso, vedere Magnus di fronte a quello specchio con aria perduta, gli fece male. Magnus non stava bene. 
- Magnus - lo richiamò. 
L'uomo si mosse, e dopo qualche secondo si voltò verso di lui - Buongiorno, Alexander - disse sorridente. 
Peccato che la bocca non coinvolse gli occhi.
- Ti direi lo stesso, ma sembra che tu non abbia dormito - gli fece notare Alec.
Magnus si alzò dalla sedia, e in tono ironico, fece: - Dovrei offendermi?
- No. Amo il tuo viso. Ma sono quattro giorni che mi sveglio da solo nel letto.... - disse lo shadowhunter. Non che contasse i giorni da quando stava con lui, eh. - C'è qualcosa che ti disturba?
- Non c'è niente che mi disturba. Mi sono persino abituato al tuo adorabile russare. 
Alec si mosse poco: - Ehi. Io non russo. 
Magnus imitò Alec che russava, ma il ragazzo più alto lo interrumpe: - Ti conosco abbastanza bene da sapere che qualcosa non va.
- Alexander..sto bene - disse Magnus avvicinandosi per dargli un bacio leggero - Che mi dici di te? Hai deciso cosa segnalerai al Conclave?
Alec sospirò e gli rivelò che non sapeva esattamente come comportarsi con Luke. Avrebbe potuto dire al Conclave cosa aveva fatto, ma non sarebbe stato giusto perchè voleva evitare che i Nascosti non si fidassero di lui, dopotutto cercava di ristabilire una solida alleanza con loro. Ma, se non avesse detto niente, forse il Conclave lo avrebbe scoperto e sarebbe stato considerato un traditore e ciò avrebbe comportato la privazione delle rune......
- Qualsiasi cosa deciderai...io ti sosterrò - gli disse Magnus, accarezzandolo. 
- Sei sicuro di star bene? - domandò Alec, a sua volta toccandogli il braccio. 
- Affermativo - disse Magnus, recandosi in cucina. 
Alec lo guardò sparire e no. Magnus non stava bene. 




Quella mattina cercò di concentrarsi sul fatto che avrebbe dovuto far trasferire immediatamente Valentine, per evitare che potesse nuovamente succedere ciò che era successo con Luke. Alec sapeva quanto Valentine fosse cattivo e pericoloso,  infatti aveva già proposto al Conclave di mandarlo a morte. Zero Valentine, zero problemi. Ma il Clave aveva rifiutato la sua domanda. Era successo un'altra volta, in realtà, quando l'Inquisitrice Herondale aveva deciso di prendere in mano la situazione per ucciderlo con le sue stesse mani, ed Alec preso dal sopravvento l'aveva seguita. Forse perché una parte di lui aveva capito che in quel corpo, sotto quegli strati nei quali si intravedeva il volto di Valentine, in realtà c'era il suo Magnus. 
- La runa del circolo di Valentine è stata rimossa e ho preparato la squadra - la voce di Isabelle lo riportò alla realtà.
- Bene. Starò più trranquillo quando sarà fuori dall'Istituto.
- Hai ingaggiato Magnus per il trasferimento? - domandò Izzy.
- Forse dovremmo prendere in considerazione un altro stregone - disse Alec, con la voce ferma. Ci pensò un po' su - Catarina Loss per esempio...
- Alec. Dobbiamo trasferire il più grande ricercato del Conclave a Idris. Non ci sono molti stregoni con questa autorizzazione, e io voglio il migliore. E Magnus lo è. 
Alec non era sicuro che il suo stregone fosse nel pieno delle proprie energie per farlo, e non voleva vederlo continuare a soffrire. Pensò ad Isabelle, e a quello che aveva fatto per lui, così gli e lo disse: - Magnus non è molto in forma ultimamente. Non dorme.
Izzy lo guardò interessata: - Qualcosa non va?
- Non lo so. Lui dice che non c'è niente che non va ma io so che non sta bene. 
Isabelle si fermò un attimo: - Per alcuni è difficile chiedere aiuto. Se Magnus sta soffrendo non permettergli di respingerti. 
Alec la osservò e deglutì: - Grazie del consiglio. Ma conosco Magnus, ha bisogno dei suoi spazi. Possiamo usare un altro stregone...
Lo notò lo sguardo.
Sua sorella sembrava rimproverarlo. 
Alec ci stava male. Ricordava quando lo stesso Magnus gli aveva detto 'quando le cose si fanno difficili non respingermi' e ovviamente avrebbe lottato con il sangue affinché il suo ragazzo stesse bene. Iniziò ad affannarsi. 
Doveva parlare con lui.



Quando Alec tornò al loft di Magnus - non c'era bisogno di sapere che lo stregone gli aveva regalato una chiave per visitarlo ogni volta che voleva - notò che il suo stregone era seduto in una poltrona e fissava il nulla, con un bicchiere di vino stretto tra le mani. 
Ormai aveva imparato a riconoscere ogni suo sguardo, e quello non era dei migliori che gli aveva visto fare. Stava pensando qualcosa di brutto. 
Così - Magnus? - lo richiamò. Era la seconda volta che lo faceva in quella giornata. 
- Ehi, ciao. - L'uomo si riprese, alzandosi dalla poltrona senza guardarlo - Stavo giusto per prepararmi un drink, ne vuoi uno?
- No - disse Alec, gettando la sua giacca in un divano vicino - Trasferiamo Valentine a Idris - decise di informarlo. Magnus, voltati verso di me. 
Ma Magnus si voltò dopo qualche istante, il volto indossava un sorriso asciutto: - Ecco perché dovresti bere. Potremmo brindare alla tanto attesa dipartita di Valentine.
Lo stregone cominciò ad armeggiare con gli alcolici a sua disposizione, Alec lo osservò: - Ti amo. E so che qualcosa non va - lo shadowhunter notò Magnus paralizzarsi all'istante, e continuò a parlare: - Qualunque cosa, io sono qua per te. 
Magnus finalmente si voltò, ma, senza guardarlo negli occhi disse: - Lo apprezzo. Ma sto bene.
Dannazione, Magnus, non è vero! Pensò Alexander nella sua testa. Perché non ti vuoi confidare con me, amore mio? Ti vergogni? Non c'è niente di cui tu debba farlo. 
- Ti ricordi cosa avevi detto? 'Quando le cose si fanno difficili non respingermi?' 
E Alec notò Magnus crollare. Lo seguì in ogni suo gesto, movimento e parola. Ascoltò tutto e lo guardò  negli occhi. 
Della vita di Magnus non ne sapeva abbastanza, lo stregone era molto riservato e nonostante conoscesse tutto di Alec, lui non aveva fatto cenno delle sue vite passate. E ad Alec importavano tutte, gli sarebbe piaciuto osservare una foto di un Magnus giovane, quando ancora non aveva problemi. Ma, ascoltando ciò che gli disse l'uomo dai tratti orientali si rese conto che era tutto fin troppo difficile per lui. Una madre che non lo accettava e un patrigno che aveva dovuto uccidere. 
Dopo averlo guardato negli occhi Alec gli disse che in lui non c'era niente di sbagliato e l'aveva abbracciato. 
Non mi fai paura, Magnus. Ti amo, Magnus. 



- Alexander - lo richiamò Magnus, qualche minuto dopo. Non si erano ancora staccati da quell'abbraccio - Ho capito quanto mi vuoi bene, ma mi stai per soffocare - disse sorridendo. 
Alec solo allora allentò la presa, ma volle tenere ancora quel corpo tra le sue mani: - Io non ti lascerò mai. 
Sentì Magnus tremare leggermente, e per un attimo era sicuro di averlo sorpreso. Ne fu ancora più sicuro quando sentì il cuore dello stregone battere ad un ritmo incontrollato, quasi capace di esplodere, e sentì le mani della persona che stava pensando sulle sue spalle. Così decide di sciogliere l'abbraccio per guardarlo in quei liquidi neri, circondati ancora dal segno delle lacrime. 
- Cosa...cosa hai detto? - domandò Magnus, tremando. 
Alec sospirò, prima di ripetere le stesse parole: - Io non ti lascerò mai, Magnus. 
Magnus deglutì e si avvicinò a lui per dargli un bacio leggero, che venne trattenuto e allungato da Alec, che aveva fatto unire le loro fronti e respirava così vicino a lui. 
- Non ho fatto altro che pensarti in questi giorni. Non ero...pensavo avessi fatto io qualcosa di sbagliato. 
Magnus sorrise: - Tranquillo, Alexander. E' stata tutta colpa del demone - ci pensò un po' su: - Ma tu l'hai ucciso. E mi hai salvato. 
- Non è vero, è stata Clary...
- Non fare il modesto. Clary avrà anche superato le barriere, ma sei stato tu ad ucciderlo. 
Alec sorrise, tranquillizzato. Non gli sembrava di avere una conversazione con il suo ragazzo da tanto tempo. 
- Vieni a dormire - gli sussurrò, dandogli un bacio sulla guancia. 
- Io...non penso di... - mormorò Magnus, mentre Alec saliva a baciargli l'orecchio. - Non riesco a dormire....gli incubi.
- Ti proteggo io, Magnus - sussurrò ancora Alec - Non farti pregare... - continuò il moro, per poi baciarlo sulle labbra.
- Devo riposare.... - disse Magnus.
Alec annuì sulla sua bocca: - Inoltre, non vorrei che ti sforzassi troppo, ma sono sicuro che tu più di tutti vorresti vedere Valentine attraversare il portale per andare ad Idris. 
Magnus sorrise.




Il giorno dopo, Alec aprì gli occhi, si stiracchiò e con estrema felicità si rese conto che una mano gli accarezzava il suo petto nudo. 
Magnus aveva finalmente dormito. 
Alec sorrise sornione, prendendo la sua mano e baciando ad uno ad uno le dita. Sentì Magnus sbuffare: - Mh...Alexander...se proprio vuoi baciare qualcosa direi di venire qua.... 
E, senza rifletterci troppo, si gettò sulle sue labbra.

   
 
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