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Autore: Zenior    15/09/2017    1 recensioni
Per alcuni la vita universitaria è meravigliosa, piena di esperienze grandiose da ricordare in eterno, per altri è imbarazzante e da dimenticare. Derek Hale non sapeva ancora come classificare la sua.
Di sicuro gli anni che aveva seguito in precedenza erano stati gloriosi, ma la sete di fama l'aveva portato a lasciare in favore di una band che era diventata la sua più grande ragione di vita.
Si sa, però, bisognerebbe stare attenti a quando si esprime un desiderio, perché non si sa mai come si potrebbe avverare e il più grande sogno di Derek si era trasformato in pochi anni in un incubo.
Dopo l'ennesima bruciante delusione aveva deciso di lasciare il suo posto di bassista degli Sterne ed era tornato a condurre una vita tranquilla nella sua cittadina natale, Beacon Hills.
Mai più avrebbe immaginato di incontrare qualcuno che potesse diventare la sua nuova famiglia e che lo convincesse a concludere il suo ultimo anno alla CSU tra confraternite, matricole pazze, strani amori e rivalità insensate...
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Derek Hale, Isaac Lahey, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Gelosia

 

 

Stiles si mostrò particolarmente stupito per la sorpresa di essere stato finalmente ammesso in camera di Derek.

E non aveva nemmeno chiesto il permesso!

"E così..." balbettò mentre gli occhi gli correvano spasmodicamente da una parte all'altra dell'enorme stanza, soffermandosi di tanto in tanto su qualche particolare, che fosse la porta del bagno privato del Senior, la scrivania con il Mac, l'immensa quantità di libri sugli scaffali, l'armadio con appeso un poster di un lupo nero che ululava alla luna o la moltitudine di strumenti musicali... Derek si sarebbe aspettato che continuasse con una banalità alla 'È questo il tuo regno', ma non aveva tenuto conto del fatto che Stilese non era quella che si può definire una persona banale. Per niente. Infatti, dopo essersi concesso dei lunghi momenti per studiare il nuovo ambiente, Stiles finì la frase guardandolo negli occhi con un sorriso "È questo che sei tu".

Derek non era sicuro di aver capito cosa significasse quell'affermazione, ma l'altro sembrava così perso profondamente nei propri pensieri che nemmeno volendo sarebbe riuscito a ottenere una spiegazione sensata.

Stiles si avvicinò al letto e lo guardò, come stupito del fatto che fosse ad una piazza singola quando tutti gli altri in casa ne avevano almeno mezza in più. Si distrasse subito, però, quando notò le foto di Derek sul comodino. Erano due: una delle poche che fosse riuscito a trovare della sua famiglia riunita prima dell'incendio e una scattata nel Maggio dell'anno che correva e che ritraeva lui, i tre cuccioli, Cora, Peter e Jason.

"Il tuo amico, Jess, ..." sussurrò Stiles guardando la foto con attenzione "È il cantante degli Sterne, vero?". Lo chiese senza chiederlo davvero, perché c'era una ferma convinzione nella sua voce.

Derek percepì per la prima volta in presenza di Stiles il gelo avvolgerlo, il respiro farsi corto e la voglia di fuggire, ma non accadde nulla di nulla.

In lontananza le stelle lo bruciavano e sembravano risplendere, avrebbe voluto afferrarle ancora e al tempo stesso scappare. Il dolore per la mancanza degli Sterne era più forte che mai. Si sentiva impotente, come il lupo sul poster della sua stanza di fronte alla maestosità della luna piena.

Eppure, nonostante il turbinio di ciò che lo scuoteva dall'interno fosse così prepotente da suggerirgli un'altra fuga di un giorno, o magari di più questa volta, Derek continuò a stare fermo in camera sua, la porta chiusa, con Stiles che lo guardava in attesa di conferme.

Avrebbe potuto mentire palesemente, dire che ci somigliava soltanto, il suo Jess, a quel Jason Annex, ma sentiva che non avrebbe avuto senso, che sarebbe stato semplicemente un modo di tradire Stiles, Stiles che sapeva, che lo fissava...

Gli occhi di Stiles erano curiosi, ma avevano un che di genuino che riusciva sempre a tranquillizzarlo e anche in quel momento, che per Derek non sarebbe mai dovuto arrivare, lo aiutarono a ritrovare la pace. Annuì e basta, con decisione "E io sono..." Stiles sorrise, interrompendolo "Tu sei Derek, il leader degli OmegaAlpha e questo è il meglio che io potessi sperare" e se non fosse stato sicuro di aver finito tutte le sue lacrime Derek a quelle parole probabilmente avrebbe pianto.

"Non lo dirò a nessuno, se non vuoi". No, Derek non voleva e glielo disse.

Era confortante che Stiles non chiedesse, non volesse saperne di più, ma era anche strano, in un qualche modo spaventoso. Possibile che fosse convinto che Derek non fosse niente di più che il Deich di cui i giornali avevano tanto discusso fino a pochi anni prima? I grandi occhi di Stiles lo continuavano a osservare con una sincerità così spaventosa che Derek non ce la faceva nemmeno a immaginare che le sue paranoie fossero vere. "Vuoi che ti suoni qualcosa?" Stiles sorrise e annuì.

Che quello fosse l'inizio di un'amicizia così profonda da non richiedere spiegazioni di alcun genere? Derek se lo domandò a lungo mentre suonava, ma non riuscì ad afferrare la risposta.

Sperava solamente, pregava, che fosse affermativa.


 


 


 

Quando il giorno dopo Stiles si vantò di essere entrato in camera di Derek e si prodigò nell'elencare ogni singolo titolo dei libri lì presenti, Isaac lo guardò quasi con affetto.

Il più grande ficcanaso del mondo non avrebbe tradito il segreto della casa. Segreto che ogni giorno rimanevano sempre in meno ad ignorare.


 


 


 

"Ci sono davvero solo libri e mobili dal taglio moderno?" gli chiese Allison, beccandolo da solo in palestra ad allenarsi. Derek si lasciò sfuggire quello che aveva l'aria di essere il suo primo vero sorriso da molto tempo. La ragazza non seppe come o perché, ma si lasciò contagiare, sorridendogli a sua volta.

"Ha scoperto chi sono, Allison, e non gli importa" c'era un che di straordinariamente euforico nella sua voce, perché, nonostante Jennifer lo avesse ingannato in passato, Stiles lo aveva guardato e aveva detto che per lui non era altro che il suo amico bibliotecario, che aveva imparato ad apprezzare nelle pause pranzo sotto il loro albero e negli interminabili momenti il biblioteca. Per Stiles lui era il leader degli OmegaAlpha, colui che, per primo tra loro, aveva scelto di chiudere con il passato per iniziare una nuova vita, e non gli interessava cosa quell'Omega stesse finendo, gli interessava solo di far parte di ciò che ci sarebbe stato dopo l'Alpha.

Derek era così felice che quasi non riusciva a crederci mentre lo diceva ad Allison. Gli occhi scuri di lei lo osservavano, gioiosi. Entrambi sentivano come se qualunque cosa avesse dato loro motivo di non parlarsi, di evitarsi quasi, fosse scomparso nei pochi mesi che avevano abitato insieme. Allison rispettava la persona che aveva davanti nonostante i suoi difetti e le sue mancanze del passato e Derek le sorrideva nonostante i suoi occhi fossero gli stessi della donna che aveva rovinato la sua vita.

Jackson li trovò lì, in palestra, a chiacchierare serenamente del più e del meno e di ciò che avevano fatto negli anni in cui non si erano frequentati. Arrivò nel momento in cui Derek le stava chiedendo cosa significasse per lei il Triskelion e lei gli rispondeva che i tre rami altro non erano che le tre attività che amava di più: la ginnastica artistica, il tiro con l'arco e... alla terza arrossì visibilmente, facendo ridere Derek e prendere un colpo a Jackson.


 


 

"Jackson mente o dice il vero?" domandò Stiles il giorno dopo e Derek lo ignorò.

"Eddai, ho bisogno di sapere se tu e Allison siete amici o se ti piace" Derek smise di prestare attenzione a quello che stava facendo e spostò i suoi occhi azzurro-verdi sulla matricola che lo molestava. Stiles arrossì. "Ehm... è per Scott e Isaac, sai, sono gelosi del fatto che vi vedete di nascosto, vi dite cose segrete e tutto... e anche Lydia sembrava stranita. Erica poi... " Derek sbuffò.

"Non mi piace in quel senso, Stiles" asserì con convinzione prima di tornare a compilare moduli al computer. L'altro parve convincersene perché si sentì chiaramente mormorare un "Grazie al cielo".


 


 

Evidentemente però le sue parole avevano convinto solo Stiles.

Isaac si aggirava per la casa come una sorta di fantasma, lo sguardo più ferito che mai e Scott passava gran parte delle giornate in palestra o a esibire goffamente tutti i muscoli -anche quelli che non aveva-.

Lydia lo osservava dubbiosa di tanto in tanto, mormorando così fitto con Erika da sembrare un ronzio e Jackson e Danny lo spiavano palesemente per conto delle due. Derek era arrivato a trovarseli davanti nello spostare dei libri da uno scaffale in biblioteca.

L'unico a cui sembrava non importasse era Boyd, più preoccupato di ottenere il massimo dei voti per dimostrare a Derek di aver fatto un giusto investimento, che altro.

Scott e Isaac, poi, facevano di tutto per evitare che Derek e Allison passassero anche solo un istante insieme, arrivando a pedinarli -anche con l'aiuto degli altri- o a organizzare uscite di gruppo.

Andò avanti così per quasi due settimane fino a quando Scott a cena non si mise palesemente seduto in mezzo a loro, mentre gli altri litigavano furiosamente sugli ultimi dettagli per la festa di Natale.

Derek stava già aprendo la bocca per imporre a tutti di farla finita di parlare di quella stupida festa, ma Allison lo precedette urlando "Per l'ultima volta: non mi piace Derek". Poi si alzò dalla tavola e si diresse a passo di carica in camera sua, lasciando il silenzio dietro a sé.


 


 

"Scott è disperato. Allison quasi non gli rivolge la parola. Credi che potrebbe venire anche lui a pranzo con noi?" "Viene già Allison, non vuole parlare con Scott"

Stiles ammutolì. "Tu non provi niente per lei, vero?" "Stavo con sua zia. Praticamente è una sorella" chiuse il discorso Derek. Eppure gli sembrava di aver già chiarito quel punto in precedenza.


 

...


 

"Scott ora ce l'ha con me perché dice che ti permetto di vedere Allison"

"Scott è un idiota, lascialo parlare" andava avanti così da tutto il pomeriggio, dopo che Allison si era unita a Stiles e Derek per pranzo. Il bibliotecario quasi non aveva parlato, fingendo di non essersi accorto di venire spiato dai cespugli e aveva approfittato di quel raro momento di quiete per osservare Stiles in compagnia di altre persone. Rideva, sproloquiava e si comportava come al solito, ma c'era un che di calmante nel guardarlo e basta. Era pallido, Stiles, più pallido di una persona normale ed era pieno di nei. Non era sicuro di essersene accorto fino a quel momento. Sorrise al pensiero di unire i puntini con un pennarello e vedere che figura ne sarebbe uscita fuori.

Si rese conto di aver sbagliato a studiarlo tutto il pranzo solo quando Stiles si lamentò del fatto che Scott avesse affermato che Derek non avesse tolto gli occhi di dosso da Allison nemmeno per un momento, arrivando addirittura a sorridere nel fissarla.

Derek si limitò a sollevare un sopracciglio con fare sarcastico "Non fare quella faccia, amico, glielo ho detto, io, che non sei capace a sorridere, ma figurati se quello mi ascolta, vede e sente solo quello che vuole, te lo dico io, è accecato dalla gelosia!"

"La gelosia è lo specchio dell'insicurezza" mormorò "Mi pare strano che per una volta che abbiamo parlato tranquillamente sia scoppiato tutto 'sto casino".

Stiles rise, ma i suoi occhi no.












Note: 
Allora... seguendo il consiglio di Larksunset (che ringrazio pubblicamente per essere così gentile da recensire) ho deciso di aggiungere 'Angst' tra i generi della storia. Ciò non significa che torneranno i toni depressi del primo capitolo, anzi, dovrebbero gradualmente andare a diminuire con il procedere delle vicende, più che altro avendo ormai assunto il punto di vista di Derek per la descrizione di tutti i capitoli (non so se in futuro qualcosa cambierà) è difficile, data la sua vita infame, escludere un certo grado di malinconia, rimorsi e tutta una serie di pensieri che portano a un limbo di furia e angoscia.

Detto questo... come mai Stiles ha capito subito chi era Derek? Semplicemente perché è Stiles.
Nella serie TV Stiles ha capito che Scott era stato morso da un lupo mannaro nel giro di un petosecondo e non proseguo ad elencare le sue numerose altre intuizioni solamente perché altrimenti faremmo la settimana prossima... mi sembrava logico e quantomeno un tributo alla reale intelligenza del personaggio.
Questo nuovo risvolto però ha portato a complicarmi non poco la vita nella scrittura dei nuovi capitoli, dato che quel poco di trama che avevo realmente abbozzato è andato a farsi benedire.
Ho già qualcosa del prossimo capitolo comunque, ma non mi convince granché, quindi mi sa che ci metterò parecchio a pubblicarlo.
Un bacio a tutti e grazie di seguire le mie storie,
Z.


 

   
 
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