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Autore: valechan91    16/09/2017    1 recensioni
Oikawa Tooru ha ottenuto il posto in nazionale insieme alla persona che ama da sempre, Iwaizumi Hajime. La stessa persona con la quale fa coppia fissa in campo e nella vita.
L'essere l'alzatore della nazionale giapponese non cambierà i suoi obiettivi.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di ritorno con una nuova IwaOi, stavolta a tema nazionali.
Su, tutti la shippano perché official e tutti sanno che entrambi andranno ai nazionali. Nemmeno è confermato che si separeranno all’università. Volevo pubblicarla in occasione dell’uscita del film, in onore delle scene special dedicate a loro e al loro amore.
Buona lettura!



 

 

Without him now, it is hard to even breathe, let along speak


 

And I hate how much I love you, boy
I can't stand how much I need you
And I hate how much I love you, boy
But I just can't let you go
And I hate that I love you so (ooh)
No one in this world knows me the way you know me
So you'll probably always have a spell on me



 

 

L’odore dello spray, il salonpass. Quello era l’odore delle partite più intense. Ormai, Tooru Oikawa, stella della nazionale giapponese ormai ventunenne, nel suo ultimo anno nella League lo sapeva bene. Sudore, lacrime, fatica. Quanto aveva dato, ma mai da solo.
Sogghignò, ripensando che il destino era stato beffardo con lui.
Il primo anno di università, lui e il suo ragazzo ormai dall’ultimo anno di scuole superiori, Iwaizumi Hajme, erano stati convocati di diritto e a pieno merito, entrambi, in nazionale.
Con la certezza, nel contratto, che se il loro talento fosse migliorato ulteriormente avrebbero scalato le classifiche, ed ottenuto di diritto il passaggio nella vera e propria nazionale giapponese, quella degli adulti. Inutile dire che a Oikawa brillarono gli occhi.
Sorpresa delle sorprese, o quasi, in nazionale con loro c’era il loro nemico di sempre, il muro che avevano battuto (e ancora ci godeva) un’unica volta nella loro carriera anche solo universitaria: Ushijima Wakatoshi, l’eterna barriera, la sua e quella dell’unica persona che volesse accanto.
Più di una volta, sin dal primo anno di medie, sentiva parlare il suo Iwa-chan dei loro obiettivi, e riceveva rimproveri e testate se usava il personale “io”.  Un moto d’orgoglio gli nacque del petto, adesso come allora. Lo sapeva che Hajime lo avrebbe seguito.
Non era la sua ombra, che si eclissava per lasciargli gloria e luce. No. Era la luce quanto lui.
Sapeva meglio di tutti quanto Iwaizumi meritasse quel posto. Per questo aveva deciso che, in caso negativo, avrebbe insistito. Non avrebbe avuto senso da solo.
Continuava però a non capire come potesse uno come Ushijima, bravo solo a pensare a se stesso e a schiacciare una palla, incapace di comunicare con gli altri, meritare quel posto. La cosa più normale era che valeva come macchina da guerra  e niente più. E lui che era abituato agli schemi…
Per fortuna, le cose furono salvate, e Ushijima lo aveva piacevolmente sorpreso. L’ex capitano della Shiratorizawa aveva richiesto in squadra come alzatore di riserva Shirabu Kenjiro, suo vecchio compagno. Oikawa, al saperlo, sogghignò. Il leggero rossore sulle guance dell’enorme ragazzo lo tradivano.
Fu da quel momento che i loro rapporti divennero almeno civili. Oikawa continuava a odiarlo, non reggeva il suo gioco e si divertiva a farlo sforzare, ma in fondo, se lo lasciava in pace potevano stipulare una tregua momentanea. Avrebbe avuto altre occasioni per vederlo inchinarsi a lui.
Non aveva mai dimenticato l’ultima partita delle medie, quella che gli aveva trasformato il semplice astio in puro e semplice odio
Avevano perso, dopo un unico set strappato a fatica.
“Che razza di asso sei?” aveva commentato Ushijima, prima di voltarsi e andare ad allinearsi per i saluti.
Tutto questo, quando il suo Iwa-chan stringeva i pugni, con le ginocchia a terra. Anche Oikawa era crollato al fischio finale, ma a quella frase una furia nacque in lui e guardò con odio il numero  della Shiratorizawa dargli le spalle. Fu in quel momento che si ripromise, costasse qualsiasi cosa, che lo avrebbe battuto.
“ Se il mio inutile orgoglio significa sconfiggere Ushijima Wakatoshi con Iwaizumi Hajime, allora ne sono veramente felice” pensò Oikawa, in seguito. 
Non avrebbe permesso a chiunque, tantomeno ad un energumeno incapace di progettare da solo schemi di gioco ed incapace di ogni sentimento, di decidere cosa fosse meglio per lui.
Che diritto aveva di farlo? Non erano amici, né conoscenti, per lui.
Quando lo avrebbe compreso, quel tipo, si sarebbe congelato l’inferno.

 


 


Fu così, che con l’arrivo di Shirabu in nazionale, si vennero a formare la coppia d’oro e coppia d’argento.  Oikawa era orgoglioso, la sua fiducia con Hajime gli aveva fatto guadagnare il podio più alto questa volta. Soprattutto da quando aveva stabilito, mutuamente, con Iwaizumi una sorta di rito.
Prima di ogni partita, negli spogliatoi ormai vuoti, dedicavano qualche minuto a loro stessi, baciandosi ed accarezzandosi, lasciando fluire i loro sentimenti. Per poi tornare concentrati e con il fuoco negli occhi.
Era ora di iniziare la partita di quel giorno.  Mentre tutti si stavano scaldando, Tooru, prendendo una piccola pausa essendosi già riscaldato, si avvicinò ad Iwaizumi per dargli momentaneamente la sua felpa. Piccolo sbaglio, perché vennero ripresi dalle telecamere della TBS.
Hajime arrossì appena, mentre Tooru, disinteressandosene e guardandolo interrogativo, ancora non soddisfatto, chiese un altro bacio, porgendo le labbra e chiudendo gli occhi.
“Non prima di vincere questa partita” tagliò corto Hajime, facendo sorgere in Oikawa un leggero broncio infantile, che divenne motivazione.
 Tooru si motivò al punto tale che vinsero 2 set a 1, con ben 7 punti di scarto. E tutti di Hajime.
Oikawa era stato eletto capitano e fu intervistato. Quando gli chiesero che rapporto ci fosse con Iwaizumi, Tooru pensò bene che fosse il momento di scoprirsi. Lo guardò per qualche secondo e poi disse semplicemente, con il solito sorriso ammiccante ma con sguardo appena dolce “il mio fidanzato” per poi rivolgersi ad Hajime “dico bene, Iwa-chan?” in tono canzonatorio, facendo il segno della vittoria per poi lanciargli un bacio in una frazione di secondo.
Iwaizumi era una statua.  Si avvicinò velocemente, a testa bassa, e tirò Oikawa lontano dalla telecamera, urlando “SSSSSSSH!” e non prima di avergli assestato un pugno in testa.
Al reporter, però, era chiaro che le parole dell’alzatore fossero del tutto vere.



 

Ci fu, però, una partita che persero. Una sola, in cui Oikawa si sentì morire.
Con Iwaizumi al suo fianco, con le sue parole, riusciva ad andare avanti. Ora che nemmeno lui riusciva a parlare, ora senza di lui, era difficile persino respirare, figurarsi parlare.
Lo sapeva. Senza Iwaizumi Hajime non esisteva Oikawa Tooru. Come era consapevole del resto. Era quello che caratterizzava la loro coppia, il dipendere l’uno dall’altro come l’aria senza però rimanere in stallo.
C’erano sempre l’uno per l’altro, era il pilastro l’uno dell’altro. Come la fonte della vita.
Iwaizumi aveva sempre mirato in alto quanto lui, sebbene non ne facesse parola né ne facesse una questione fondamentale. Ma non voleva dire che avesse meno amore per la pallavolo di lui e meno voglia di vincere e di migliorare.
Si sentì smarrito, come ai vecchi tempi. Non che non lo avesse messo in conto, ma doveva lavorare ancora, e lo sapeva.
Iwaizumi riuscì a tirarlo lentamente negli spogliatoi, ma le parole di Ushijima e Shirabu non servirono a molto, anche se lo smossero di poco.
“ Sarò mai abbastanza bravo?” fece Tooru all’improvviso
“ Vale ancora la pena battere dei talenti e dei geni? Sono all’altezza? Sarò all’altezza? Mi dispiace Iwa-chan… non sono stato all’altezza di essere il tuo alzatore. Non sono stato l’alzatore di cui hai bisogno”
Non seppe come trovò il coraggio di esprimere quelle paure alla sola persona nell’universo che potesse capirlo meglio di se stesso.
I dubbi sparirono quando Iwaizumi gli si avvicinò e cingendogli le spalle con un braccio gli disse “Tu sei il meglio per me, razza di stupido”, la frase che gli aveva detto più volte in passato.
Quel passato, da soli, negli spogliatoi, prima della Kitagawa Daiichi, poi dell’Aoba Johsai. Le squadre che li avevano portati ad essere, con orgoglio, chi erano adesso.  La coppia d’oro della nazionale.
Quella sconfitta, come quelle passate, li avrebbe motivati a migliorare ancora.
Perché l’oro non smette mai di brillare se affinato. Avrebbe dimostrato a tutti che erano qualcosa di eccezionale.
Avrebbe accecato tutti con la loro luce e realizzato il loro sogno.
Sebbene ancora incerto, Tooru ritrovò la motivazione. Sapeva chi era, sapeva cosa erano.
Erano due anime separate per errore, e questo non sarebbe cambiato.
Riprendendosi, ringraziò il suo Iwa-chan, cambiandosi e andando dritto in doccia.
Quella notte sarebbe stata molto lunga.
Per Oikawa, ciò che contava di più era avere accanto la persona che amava e il meritato posto in nazionale.

 


“Talent is something you make bloom; instinct is something you polish”



 

 

Alla prossima IwaOi!

   
 
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