La ragazza caduta dal cielo
La breccia
Kara sorvolò National City con un
sorriso sulle labbra, aveva sventato una rapina quella mattina e, visto che
aveva tempo, era persino andata a far visita ad un ricovero di cani,
lasciandosi fotografare mentre coccolava alcuni di essi, conscia che un po’ di
pubblicità avrebbe giovato a quegli animali soli.
Quando atterrò al DEO era di ottimo
umore e sorrise raggiungendo Winn, al lavoro alla sua
solita postazione.
“Buongiorno.” Gli disse e il ragazzo
si voltò con un sorriso.
“Giorno.” Rispose. Un tonfo fece
voltare entrambi. Mon-El era saltato, poco
elegantemente, sul balcone dell’edificio.
“Dobbiamo lavorare sull’atterraggio.”
Fece notare e lui sorrise, annuendo.
“Potremmo lavorarci questa sera?”
Chiese.
Kara si strinse nelle spalle,
malgrado ci provassero finivano per avere poco tempo assieme, lei aveva delle
ricerche da fare in quanto reporter, oppure delle missioni da portare a termine
come Supergirl e lui lavorava al bar quasi ogni sera.
“Se non succede niente nel frattempo…”
Gli rispose con una piccola smorfia. Il giovane la imitò, non era stato molto
contento quando lei aveva riavuto il lavoro da reporter. Era convinto che gli
impegni di Supergirl erano più che sufficienti a
tenerla occupata e, a suo dire, erano decisamente più importanti.
“Buongiorno.” Alex, nella sua
uniforme nera, le mani sui fianchi, si fece avanti, gettando appena uno sguardo
a Mon-El, se lo sopportava era solo per amore di Kara
e si vedeva. Il fatto che fosse stato la causa dell’invasione daxamite di qualche mese prima non aveva migliorato
l’opinione della maggiore delle Danvers. Kara
sospirò, avrebbe voluto che Alex vedesse il buono che lei vedeva in lui, il
potenziale che possedeva…
“Niente da segnalare?” Chiese, la
maggiore delle Danvers, e Winn
scosse la testa.
“Nulla fuori dalla norma, sono stati
segnalati due incidenti, questa notte, ma se n’è occupata l’unità-alieni della
polizia.”
“Sì, Maggie me l’ha detto questa
mattina.” Rispose la donna osservando i due rapporti che il giovane aveva
mandato sullo schermo davanti a loro.
“Maggie, eh?” Chiese Kara
appoggiandosi al tavolo con un sorriso sornione sulle labbra. Alex arrossì
immediatamente, perdendo in un solo istante la sua aria professionale.
“Ehm… sì… ci siamo viste per
colazione.” Ammise, dopo essersi guardata attorno e aver visto che nessuno
badava a loro.
“Oh!” Esclamò allora Kara, con un
sorriso sempre più ampio sulle labbra. “Quando le dirai che ti piace?” Chiese
poi, ammirando il colorito di Alex virare al rosso pomodoro.
“Non credo proprio…”
“L’hai accettato, l’hai detto a me…
non ti rimane che chiudere la cosa dicendolo a lei. Non vedo l’ora di farti da
testimone di nozze.” La punzecchiò ancora Kara e Alex le diede un piccolo colpo
sul braccio.
“Smettila!” Le impose, facendola ridere.
“Andrà tutto bene.” Disse allora lei,
guardandola con un sorriso dolce. “Sarebbe sciocca a non vedere quanto è
magnifica la mia sorellona.” Alex alzò uno sguardo timido su di lei, le guance
ancora soffuse di rosso.
“Credi davvero che…?”
“Sì e se ti rifiuta faccio come in
quel film con Uma Thurman… in cui l’ex fidanzata era
una super e…”
“Oh, no, meglio di no.” La interruppe
Alex, sgranando gli occhi alla sola idea. Kara ridacchiò, poi alzò la testa
perché un allarme aveva attirato la sua attenzione.
“Cosa succede?” Chiese subito J’onn, comparendo da una sala laterale.
Winn pigiò rapido sulla sua tastiera.
“Una breccia…?” Disse, esitante.
“Dove?” Domandò, incalzante, il
direttore del DEO.
“Su National City.” Rispose lui,
sempre digitando.
“Su National City? Cosa significa?”
Intervenne Kara, perplessa.
Da quando avevano avuto la prova dell’esistenza
di mondi paralleli, grazie a Barry, avevano reso i loro satelliti sensibili al
genere di variazione d’onde che si generava alla creazione delle brecce, ma
questa era la prima volta che ne veniva individuata una.
“Ventimila metri sopra la città.”
“È passato qualcosa?” Domandò Alex, la
mano istintivamente posata sulla pistola al suo fianco.
“Sì, un oggetto non identificato e
sta cadendo sulla città.”
“Vado.” Disse solo la kryptoniana ed era già sparita.
Kara si alzò nel cielo mattutino
della città, usando la sua super-vista per identificare l’oggetto.
“Di cosa si tratta? Un missile? Una bomba?” Domandò nel suo auricolare, Alex, la
voce tesa.
“No…” Sbatté gli occhi e poi capì.
Senza attendere ancora si lanciò verso la piccola massa che stava cadendo al
massimo della velocità, verso la città.
Kara comprese che avevano indugiato
troppo, strinse i pugni che teneva davanti al viso e accelerò ancora,
gettandosi, poi in picchiata, all’inseguimento del corpo in caduta.
“Sta volando velocissima.” Segnalò Winn che controllava i dati sul monitor.
“Eccola!” Mon-El
indicò lo schermo che mostrava il video di una delle telecamere posizionate su
di un palazzo abbastanza lontano da mostrare l’intera scena. “Non ce la farà…”
Disse il giovane e Alex fece una smorfia alla mancanza di fiducia tipica del
giovane.
“Puoi farcela, Supergirl!”
Disse con veemenza, nell’auricolare.
Kara toccò il corpo con la punta
delle dita, mentre sfrecciavano, entrambi, a folle velocità verso il suolo.
Strinse i denti ed esigette dal suo corpo ancora uno sforzo, afferrò il nero
corpo ed eseguì una piroetta posando un piede e un ginocchio a terra e creando
un piccolo cratere attorno a sé.
“È stato epico!”
Urlò Winn nel suo auricolare e lei sorrise. Poi i
suoi occhi si abbassarono sul fagotto che teneva tra le braccia. Lasciò un poco
la presa e vide, per la prima volta, la persona che aveva salvato.
Aveva i capelli neri e la pelle
bianca, le labbra rosse, ma a colpire Kara fu il rivolo di sangue che scendeva
lungo la sua guancia. Con i raggi-X osservò il corpo della donna, mentre con il
super-udito ascoltò il suo cuore: il battito era leggerissimo e i polmoni sembravano
rifiutarsi di riempirsi d’aria.
Con profondo orrore Kara comprese che
stava stringendo tra le braccia una donna morente.
Alex, come tutti alla postazione del
DEO, osservava Kara immobile che stringeva tra le braccia un corpo umano: una
ragazza a giudicare dai lunghi capelli neri. La minore delle Danvers era ancora nella stessa posizione di prima,
sembrava rapita o molto concentrata.
“Supergirl,
rapporto.” Chiese, perché iniziava a preoccuparsi, cos’aveva rubato tutta l’attenzione
di Kara?
“Sta morendo.” Rispose alla sorella e
poi sussultò, reagendo. Con una rapida spinta si lanciò verso il cielo. “Sto
arrivando!” Comunicò, pochi istanti dopo atterrò al DEO e portò il corpo della
donna fino all’infermeria, ancora avvolto in un mantello nero il cui tessuto assomigliava
al suo.
Alex stava già preparando tutta la
strumentazione. Kara posò il corpo sul
lettino per poi torturarsi la mani, agitata. Non riusciva a smettere di
ascoltare quel battito così debole, terrorizzata all’idea che se si fosse
distratta, anche solo per un istante, avrebbe potuto spegnersi.
“Chi è?” Chiese Mon-El
arrivando accanto a lei e mettendole una mano attorno ai fianchi. Kara scosse
la testa, infastidita. Non che non fosse curiosa, ma quello solo era un
dettaglio: la ragazza stava morendo!
Un gruppo di medici arrivò correndo e
Kara si fece da parte, mentre Alex si preparava a monitorare i segni vitali della
giovane. La ragazza scostò il mantello per sistemare gli elettrodi sul petto
della sconosciuta, ma prima di farlo fece un balzo indietro, sorpresa.
“Cosa succede?” Chiese J’onn che seguiva la scena con le braccia incrociate.
Kara sbiancò, Alex aveva portato al
mano alla pistola e osservava pallida il corpo della donna. Vi erano poche cose
che potevano spaventare a quel modo Alex e, di certo, il corpo di una donna in
fin di vita non erano tra queste.
“Lei…” Alex scosse la testa, mentre i
medici, pallidi quanto lei fissavano la sconosciuta con orrore.
J’onn si fece avanti deciso e così Kara.
Sul volto di entrambi apparve lo sconcerto quando infine capirono.
“Abbiamo un codice Black.” Affermò J’onn. Winn sgranò gli occhi e
poi iniziò a digitare sul computer, sigillando la struttura.
Kara la bocca spalancata osservava la
donna sconvolta.
“Bene… almeno ora sappiamo di cosa ha
bisogno.” Affermò infine Alex e con un gesto ai medici tornò ad occuparsi della
ragazza caduta dal cielo.
Note: Una misteriosa ragazza è caduta dal cielo, Kara è riuscita a salvarla prendendola al volo, letteralmente, ma ora sembra che la situazione si sia un poco complicata… cos’è che ha creato tanta sorpresa al DEO, cosa c’è sul petto della giovane di cui ancora non sappiamo il nome?
Nuova storia! Ed è una long bella lunga!
Il mondo non è quello che conosciamo, come dovreste già aver notato o come noterete in seguito, ci sono delle piccole discrepanze e alcune differenze sostanziali, una per tutte: Mon-El non se ne andato dalla Terra dopo l’invasione daxamite. Quindi, se rimarcherete delle piccole difformità rispetto a ciò che è canon nella serie non preoccupatevi, è voluto. ;-)
All’inizio della terza stagione di Supergirl mancano ancora un po’ di giorni, perché non passarli in compagnia di questa storia? Sappiate che è già stata interamente scritta, non vi rimane che commentare per farmi sapere cosa ne pensate e ai 5 commenti io pubblicherò un nuovo capitolo! ;-)