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Autore: ELIOTbynight    16/09/2017    4 recensioni
Non è facile dichiararsi, ma un biscotto può essere d'aiuto.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un pocky tira l’altro


Kageyama iniziò a pensare di non avere più alcun motivo per restare a quella festa da strapazzo, finché non vide Hinata apparire sulla soglia del salone.

Non sapeva nemmeno perché era stato invitato. Tutto ciò che aveva capito era che Oikawa aveva mandato messaggi a caso nella sua rubrica ed aveva finito per invitare tutti gli studenti che conosceva a casa sua, per una festa esclusiva che fosse migliore del noioso raduno di paese che c’era stato nel centro di Miyagi per Capodanno.
Anche alcuni compagni di squadra della Karasuno avevano ricevuto l’invito per puro caso e Kageyama non aveva lasciato la festa solo perché poteva restare in loro compagnia. Quello e per il buffet di dimensioni surreali presso cui si era stanziato in modo permanente.
Kageyama aveva ringraziato il cielo di non aver ancora incontrato Oikawa tra le luci e il baccano della festa e piuttosto si era chiesto come mai Hinata non si fosse fatto vivo, ma quando lo vide entrare e sorridere sollevato a incontrare facce conosciute, dovette deglutire e prendere un lungo respiro per riuscire a guardarlo senza emozionarsi troppo.
Hinata, come quasi tutti i presenti, indossava uno smoking. Nessuno osò chiedergli dove l’avesse preso, viste le sue misure, ma una cosa era certa: era a dir poco un incanto.
E Kageyama si sentì come se si stesse innamorando di lui ancora una volta.

- Ciao, Kageyama!- lo salutò il piccoletto con un gran sorriso. Possibile che fosse sempre felice di vederlo?
- Ma il Grande Re non ti odiava? Come hai fatto a farti invitare?-
Ah, ecco la fregatura.
Kageyama seguì l’istinto e portò una grande mano minacciosa tra i suoi capelli con l’intenzione di tirarglieli: - Vuoi essere spedito fuori a calci??-
Hinata si irrigidì e mise le mani avanti: - Scusa, scusa, mi rimangio tutto!-
Il moretto sospirò e lo lasciò andare, anche se con riluttanza vista l’inaudita morbidezza dei suoi capelli. Che razza di shampoo usava?
- Se proprio vuoi saperlo, è stato Sugawara-san a insistere perché venissi.- spiegò sistemandosi il colletto della camicia.
Quasi come a confermare la sua affermazione, il senpai diede una leggera pacca sulla spalla di entrambi. - Daichi è stato invitato per caso in quanto capitano della squadra, ma non potevamo certo lasciarlo da solo, giusto?-
Alle sue spalle, Ennoshita disse che in realtà le parole di Suga erano state qualcosa come “non possiamo perderci la possibilità di indagare nel covo del nemico”. Hinata ridacchiò insieme a Nishinoya, mentre Kageyama sobbalzò per come Sugawara cercò di tappare la bocca di Ennoshita all’improvviso.

- Stai molto bene, vestito così … - mormorò Hinata poco dopo.
Kageyama sbatté le palpebre nel vuoto e solo quando si voltò verso il suo compagno di squadra capì che quel complimento era proprio destinato a lui. Hinata abbassò subito lo sguardo e lo fece vagare ovunque, pur di evitare il contatto visivo con l’altro, e se Kageyama fosse stato abbastanza attento avrebbe notato il suo rossore sulle guance.
- Oh.- fece il moro, con seri problemi a far funzionare il cervello per elaborare una risposta sensata. - Grazie.-
Hinata accennò un sorriso mentre alzava gli occhi, ma poi scoppiò a ridere.
- Hai una faccia buffissima!- esclamò indicandolo.
Kageyama seppe di essere rimasto a fissarlo a lungo come un ebete e scosse il capo, minacciando di nuovo la sua incolumità, stringendo i pugni.
- Stai zitto, Hinata boge!- ringhiò, ma aveva già perso il suo effetto intimidatorio. Hinata continuava a sogghignare e improvvisamente spalancò occhi e bocca verso qualcosa alle spalle di Kageyama.
- Quante cose da mangiare!-
Il piccoletto si fiondò verso il buffet e il suo compagno si sentì in dovere di seguirlo e ingurgitare quanto più cibo possibile, solo per dimostrare di avere uno stomaco più grande e resistente del suo.
- Aspettami!-

I due restarono presso il buffet a riempirsi le guance e rubarsi salatini a vicenda per un tempo indefinibile. Le persone intorno a loro non facevano che inorridirsi, mentre i loro compagni della Karasuno fingevano di non conoscerli o ridevano come matti.
Il momento critico fu quando Hinata barcollò.
- Stai cedendo!- disse Kageyama con un ghigno compiaciuto in sua direzione.
L’altro prese velocemente un bicchiere d’acqua e si affrettò a smentirlo: - Non è vero!-
- Invece è vero!-
- Ti dico di no! Ho solo bisogno di una pausa … -
Hinata si tolse la giacca dello smoking e a Kageyama andò di traverso l’aranciata che stava bevendo.
- Stasera sei più imbranato del solito!- rise il compagno allontanandosi dal buffet.
L’alzatore gli andò dietro per puro istinto: - E falla finita!-
Si ritrovavano sempre insieme in qualche modo. Era qualcosa a cui nemmeno pensavano più, eppure di cui non potevano fare a meno.

Kageyama capì di aver seguito Hinata fuori sul piccolo terrazzo quando percepì l’aria pungente di gennaio sulla pelle. Si strinse nella giacca e si avvicinò al ragazzo ancor prima di alzare gli occhi verso il cielo notturno, perché ciò che gli interessava di più era la sua espressione.
Infatti Hinata guardava le poche stelle visibili con un sorriso leggero e sereno e l’altro si ricordò perché avesse sviluppato dei sentimenti così intensi e complicati nei suoi confronti.
Si schiarì la gola e osservò il cielo a sua volta.
- Per la cronaca … - esordì, evitando di guardarlo troppo e rischiare di arrossire. - Stai molto bene anche tu, vestito così.-
L’aveva detto con un borbottio molto basso, eppure sapeva che Hinata l’aveva sentito, perché con la coda dell’occhio poté vederlo sobbalzare.
- Davvero? G-Grazie, Kageyama!- rispose con una risatina nervosa.
Che cosa caspita aveva da ridere? Lui stava a dir poco ribollendo d’imbarazzo e quello rideva. Mah.
- Figurati … gli amici si fanno i complimenti, no?-
Kageyama rabbrividì alla sua stessa voce cupa con cui aveva sputato fuori quella frase. E non tanto perché era poco abituato a dire cose carine, ma piuttosto perché in quelle parole non credeva affatto.
Gli amanti si fanno i complimenti, cavolo.

Nei secondi successivi, il silenzio non aiutò il ragazzo a reprimere tutti i pensieri di troppo, ma per fortuna si era innamorato di un chiacchierone.
- L’hai sempre avuto, questo completo?- chiese Hinata curioso.
L’altro si guardò le braccia e le gambe fasciate nell’elegante stoffa nera, come se essa contenesse la risposta a quella domanda. - Era di mio padre, me l’ha prestato e ha detto che potevo tenerlo.-
- Io invece l’ho preso dall’armadio dei miei senza dirlo a nessuno … -
Il tono di Hinata era sornione, ma non impressionò Kageyama, che ribatté ironico:
- Wow, che sprezzo del pericolo.-
- Uffa, sei un guastafeste, Bakageyama!-
- Mai quanto lo sei tu!-
- Cosa, e perché?-
In quel momento Kageyama pensò che non esistesse domanda più difficile. Si sentì mancare il respiro all’idea di rispondere dicendo davvero le cose come stavano … alla fine optò per qualcosa a cui era abituato.
- Tanto per cominciare, mi hai messo i bastoni tra le ruote fin dall’inizio dell’anno.- esordì dopo aver preso fiato. - Sei sempre stato una seccatura, sia a scuola che a pallavolo. Come mi fai saltare i nervi tu, nessun altro al mondo!-
- Ma che cosa ti ho fatto di male, oltre a sfidarti sul campo da pallavolo??- fece Hinata a gran voce, seriamente irritato dal comportamento dell’altro.
Kageyama rispose per puro istinto:
- Anche se litighiamo spesso, tu mi rimani sempre vicino e metti sempre alla prova la mia pazienza. E poi sorridi e parli tantissimo, sei insopportabile! A scuola, in palestra … è sempre stato così e io non so più che farci!-
Hinata lo fissò perplesso. Si aspettava che il compagno elencasse i suoi peggiori difetti, invece aveva parlato di tutt’altro. In effetti gli aveva fatto dei complimenti.
Restò in silenzio, mentre Kageyama sbuffò e si appoggiò alla ringhiera del balcone, guardando altrove e continuando a borbottare:
- A volte mi chiedo come fai. Seriamente, perché ogni volta che ti vedo ho la sensazione di essere stato al sole troppo a lungo? Yachi-san me l’aveva detto tempo fa … penso che abbia ragione.-
Hinata non capiva. Deglutì e si fece appena più vicino, un poco timoroso:
- Kageyama, ma che stai dicendo?-
Il moretto divenne rigido, con lo sguardo basso e le gote arrossate. Strinse il ferro della ringhiera tra le dita e non osò alzare lo sguardo per un lungo momento. Non aveva idea di che espressione avesse in volto, ma dovette fare un certo effetto a Hinata, che arrossì a sua volta.
- Sto dicendo che mi piaci, idiota.-

Il silenzio che seguì fu il più pesante della loro vita.
Non seppero definire per quanto tempo restarono a fissarsi negli occhi. Quegli occhi che avevano imparato a riconoscere nel corso di mesi, anzi no, dal primo momento in cui si erano incontrati avevano scolpito quegli occhi nella loro mente. Eppure era come se si guardassero per la prima volta, l’uno nel cuore dell’altro.
Solo dopo alcuni lunghi istanti si resero conto entrambi che a rompere il silenzio sarebbe dovuto essere Hinata.
- Ehm … -
Ma che cosa mai avrebbe potuto dire ad una tale dichiarazione, così brusca e allo stesso tempo così dolce, come dolce era la sfumatura degli occhi glaciali e tremanti di Kageyama?
- Non … Non so cosa dire … - ammise il piccolo centrale, abbassando lo sguardo smarrito e sentendosi la bocca asciutta.
Era un evento piuttosto eccezionale, che Hinata dicesse la verità su come si sentisse senza esitare. Si sentiva perso, ma in mezzo a tutta quella confusione mentale riusciva ancora a credere nel rapporto complesso che aveva costruito con il suo partner. Si fidava di lui e lo rispettava, quello non era cambiato.
Ma allora perché si sentiva il cuore martellare, le guance bollenti e la testa vuota?

- Hinata … posso fare una cosa?-
La domanda dell’altro, pur detta con voce inaspettatamente bassa e tranquilla, lo fece sobbalzare. Lo guardò con gli occhi sempre grandi e segnati dalla bomba che era appena stata sganciata tra di loro. Ma, ancora una volta, di Kageyama si fidava e dunque annuì.
Il moretto si mosse con una lentezza disarmante, spinto dalla cautela. Lui stesso aveva fatto fatica a fare i conti con un sentimento così immenso, seppur positivo, quindi chissà che effetto stava procurando a Hinata. Gli si mise di fronte e dopo un attimo di esitazione gli sollevò una mano e la mise aperta sul proprio cuore.
- Lo senti?-
Hinata si concentrò: il battito di Kageyama era veloce, velocissimo. D’istinto si portò la mano libera al petto e seppur in confusione i due battiti erano ugualmente impazziti. Non sapeva perché il suo compagno di squadra avesse deciso di farglielo sentire, ma se quello era l’unico modo che aveva per comunicare, per mostrargli i suoi sentimenti … ci stava riuscendo e anche alla grande.
Gli afferrò una mano e ripeté il suo stesso gesto, facendogli sentire il proprio battito accelerato. Il tutto senza dire una parola. Fu il turno degli occhi di Kageyama di farsi enormi dalla sorpresa.
- Lo sento. E lo senti anche tu, vero?- mormorò Hinata. - Credo … credo che anche tu mi piaccia.-
Il rossore sulle loro guance fu troppo intenso perché il buio della sera lo nascondesse. Hinata si torturò le labbra premendole tra di loro, Kageyama fece vagare rapidamente lo sguardo ovunque per come si sentiva travolto da quell’emozione che gli era tornata indietro.

Passarono tanti, troppi secondi di silenzio. Non sapevano se per testardaggine o per timidezza, ma faticarono a parlare dopo quella confessione reciproca.
- Aspetta qui!- esclamò all’improvviso Kageyama, tornando nella sala dove la festa stava continuando.
Era giunto ad una conclusione importante: se entrambi si piacevano, non doveva più avere paura di immaginare di fare certe cose con Hinata, giusto?
Quest’ultimo intanto lo attendeva fuori con le mani nei capelli. Stava sognando? Davvero Kageyama gli era piaciuto per tutto quel tempo ed era persino riuscito a dirglielo, ricambiando la sua dichiarazione? Meglio di quella volta in cui gli aveva alzato la palla per la prima volta, wow.
Kageyama si riaffacciò al piccolo terrazzo con dei pocky al cioccolato tra le dita e Hinata, per fortuna o per sfortuna, era troppo furbo per capire le sue intenzioni.
- F-Facciamo il pocky game!- propose l’alzatore a bruciapelo, seppur ancora con tremendo imbarazzo.
Hinata lo fissò a bocca aperta. - Cos-sul serio?-
Sul momento Kageyama fu deluso da come aveva preso la cosa e il suo entusiasmo – se così si poteva chiamare, perché la sua espressione aveva dell’inquietante – fu subito smorzato.
- Che altro vorresti fare a questo punto?- esclamò, rigido dentro le spalle e con un rossore d’eccezione sul volto.
Hinata si ritrovò senza repliche pronte e si arrese, abbassando lo sguardo timidamente e avvicinandosi all’altro ragazzo, che intanto si era seduto sul gradino alla base della porta semichiusa con i pocky in mano.

Entrambi sapevano molto bene che cosa sarebbe accaduto e al pensiero si sentivano friggere dentro come le bollicine nello champagne. Certo, Kageyama non si era dimostrato molto coraggioso nascondendo il suo intento dietro un giochino stupido, ma Hinata provava per lui un’emozione così grande e piacevole che non lo biasimò, anzi, poteva persino dire che fosse tenero.
Al pensiero sorrise leggermente, ma si curò di non farsi vedere da Kageyama.
- Sei pronto?- chiese l’alzatore afferrando il primo bastoncino di biscotto e infilandolo tra i denti. I suoi occhi brillavano di una luce familiare, quella della sfida. Era rimasta intatta nonostante il loro rapporto avesse appena fatto un salto di qualità.
Hinata ricambiò l’occhiata e fece sì con la testa con forza, posizionandosi in modo da prendere comodamente il pocky tra le labbra. Con i battiti impazziti e la mente annebbiata, i due masticarono il pocky con gli incisivi fino a sfiorarsi la bocca a momenti quasi senza accorgersene. Il bastoncino si spezzò e Kageyama guardò Hinata vittorioso, mandando giù il boccone.
- Non darti arie.- borbottò il piccoletto, aggrottando la fronte e prendendogli un secondo bastoncino per metterlo in bocca.
Il gioco si ripeté in questo modo per alcune volte; come unico risultato non poterono nemmeno dire che le loro labbra si fossero sfiorate. Ogni volta ci mancava poco, davvero poco, ma uno dei due spezzava sempre il pocky accrescendo l’ego dell’altro.
- Ancora uno ed avrò vinto!- sogghignò il più alto, infilando ancora il pocky tra le labbra. Solo dopo aver parlato si accorse che era davvero l’ultimo.
Hinata si imbronciò:
- Questo è da vedere … -

Iniziò l’ultima sfida, ma stavolta morsero il pocky molto più lentamente. Si stavano guardando negli occhi e chiunque avrebbe pensato che fosse da pazzi, siccome si erano appena dichiarati ed era stata la cosa più imbarazzante del mondo.
Ma Hinata e Kageyama non erano due ragazzi qualunque e forse persino loro stessi erano arrivati a capirlo.
Le loro labbra giunsero nuovamente a metà del bastoncino sul punto di sfiorarsi. Ci fu un lungo momento di immobilità, in cui nessuno dei due sapeva bene che cosa fare. Spezzare il pocky e perdere la sfida? Oppure andare ancora avanti? Sarebbe bastato un solo piccolo morsetto in più …
Non fu ben chiaro chi dei due avesse spezzato il pocky, ma quando esso sparì giù per le loro gole, le loro bocche non si erano ancora allontanate. Entrambi erano rimasti fermi con il collo allungato in avanti, in attesa … finché le loro labbra non si incontrarono finalmente a metà strada e le loro palpebre si chiusero piano.

Fu come respirare dopo tanto tempo in cui si erano sentiti soffocare. Il sollievo fu tale che ognuno si sciolse nelle labbra dell’altro, anche se per il momento esse si stavano toccando e basta, premute insieme. Passò un lungo momento e quando tornò lo spazio tra di loro, ne vollero subito ancora e stavolta sì che poté essere considerato un bacio.
Per essere dei completi ignoranti in materia, se la cavarono piuttosto bene. Avevano guardato abbastanza film per sapere più o meno cosa fare, seppur non realizzandolo. A dire il vero, non realizzavano praticamente nulla in quel momento: l’unica cosa a cui riuscivano a pensare era che stavano baciando il ragazzo per cui si erano presi una cotta senza speranza.
Quando ebbero abbastanza sale in zucca per partorire dei pensieri più complessi, erano vicinissimi, l’uno nelle braccia dell’altro, a guardarsi intensamente negli occhi. Le braccia di Hinata erano intorno al collo di Kageyama, mentre quest’ultimo le aveva avvolte intorno alla sua schiena. Le labbra erano gonfie e umide, i respiri pesanti e le teste leggere.

- Hinata … vuoi fare l’amore con me?-

- … CHE COSA?!-




~ Fine ~





L'ennesima uscita schifosamente fluff. Che volete da me, proprio non riesco a smettere. xD
Inizialmente doveva essere l'adattamento di una role che porto avanti da tempo immemore con una mia amica, ma sarebbe stata troppo lunga e quindi mi sono limitata al preludio di una storia d'amore adolescenziale che ci siamo sempre immaginati tutti in tutte le salse. Vi lascio decidere se a questo punto Hinata abbia dato un ceffone incredibile a Kageyama o meno!
Spero che apprezziate comunque questa storiella senza troppe ambizioni, anche perché so che la trama è un pochino piatta, sob. Però tutto fa repertorio, perciò pubblico e chissà!
Un bacio a tutti (e giuro, prima o poi pubblicherò cose diverse, hahaha!)

By Eliot ;D
   
 
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