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Autore: goldsmerlin    17/09/2017    1 recensioni
“È stato qualche anno dopo la tua morte.” Iniziò a spiegare Merlin, “Non riuscii a tornare a Camelot, così mi nascosi in diversi villaggi, continuando a proteggere il regno, che era sotto la supervisione di Gwen. Ancora non so come riuscì a trovarmi, ma gliene sono grato.”
Arthur lo guardò negli occhi, denudandolo di tutte le barriere che si stava costruendo, per non soffrire ancora una volta. Poi prese in mano la lettera, si schiarì la voce, e iniziò a leggere.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Era una giornata piovosa e fredda, prova del fatto che l’inverno era ormai alle porte, e Merlin ne era assolutamente felice, essendo da sempre influenzato dall’atmosfera pre natalizia. 

Il ragazzo dagli occhi azzurri si era rannicchiato in biblioteca, desiderio di trovare quell’incantesimo che aveva rimosso dalla memoria; millecinquecento anni di fatti e persone e vite possono occupare parecchio spazio, pensandoci bene. 

La biblioteca era enorme, contenente libri di qualsiasi genere: diari, lettere, romanzi storici e classici, didattici e didattici non esattamente convenzionali. 

 

Era proprio un testo appartenente all’ultima categoria che stava sfogliando, leggermente annoiato, quando venne raggiunto da un’altra persona. 

“Stai ancora cercando l’incantesimo?” Chiese una voce maschile e profonda, prendendolo di sorpresa.

“No, Arthur, sto aspirando la polvere con il naso.”

L’unica risposta che ottenne fu una risata sommessa, poi un piccolo pizzico all’orecchia destra. 

“Invece di picchiarmi potresti darmi una mano, reale dolore delle mie chiappe. Potrei aver messo la formula all’interno di quel reparto, dove ci sono i diari e le lettere. Da loro un’occhiata.”

 

Non si prese la briga di aspettare una risposta e tornò a sfogliare svogliatamente in libro davanti a lui, prendendo un profondo respiro di auto incoraggiamento. Non alzò la testa neanche quando sentì un tonfo improvviso, provocato sicuramente dai diari pesanti appoggiati sul tavolo dal suo delicato compagno. O fidanzato. O qualsiasi nome che poteva descrivere quello che erano loro al momento. 

Vari libri e sospiri dopo, udì Arthur lasciarsi sfuggire un “Oh!” per poi vederlo avvicinarsi a lui, con gli occhi lucidi e una smorfia malinconica sul viso. 

“Che succede?” chiese, leggermente preoccupato.
“Ho trovato una lettera che Gaius ti scrisse.” Rispose semplicemente, appoggiandola sopra le pagine del volume appena iniziato da Merlin. Lo stregone la riconobbe subito, venendo travolto da un’ondata di tristezza e mancanza. 

 

“È stato qualche anno dopo la tua morte.” Iniziò a spiegare Merlin. “Non riuscii a tornare a Camelot, così mi nascosi in diversi villaggi, continuando a proteggere il regno, che era sotto la supervisione di Gwen. Ancora non so come riuscì a trovarmi, ma gliene sono grato.”

Arthur lo guardò negli occhi, denudandolo di tutte le barriere che si stava costruendo, per non soffrire ancora una volta. Poi prese in mano la lettera, si schiarì la voce, e iniziò a leggere. 

 

"Caro Merlin, 

mi rincresce doverti scrivere tali cose via lettera, ma non posso permettermi di raggiungerti nel piccolo villaggio in cui ti sei rifugiato. Ho deciso di scriverti personalmente riguardo una questione che credo ti renderà felice e spero ti riporterà a Camelot, dove il tuo piatto preferito è ancora ad aspettarti. 

Prima di informarti riguardo la novità voglio provare a convincerti di alcune cose. Sono passati tre anni dal quel terribile  giorno, ma ancora lo ricordo perfettamente. E so di non essere l’unico. Come sono a conoscenza del fatto che ancora ti incolpi,  e probabilmente sempre lo farai, di ciò che è successo al nostro giovane re. Merlin,  figliolo, hai fatto il possibile per salvare la vita di quella che era e sempre sarà l’altra faccia della tua stessa medaglia. La vita di Arthur Pendragon è stata condizionata dal fato e bloccata nel suo circolo, così come la tua. Non rimanere intrappolato nella disperazione e nella tristezza per questa tua terribile perdita, ma, ti supplico, continua a vivere. Trova piccole ragioni ogni giorno per continuare a respirare e ad aprire gli occhi la mattina. Il sole è bellissimo quando sorge, così come quando tramonta e lascia spazio alle stelle, che ci raccontano storie di mondi passati. I fiori profumano anche dopo una tempesta e le api vanno a raccogliere il polline. So che ti sembra di camminare in un tunnel buio, ma c’è sempre una luce che si può trovare o creare. Arthur risorgerà e tu, mio giovane ragazzo, sarai al suo fianco, come sei sempre stato. 

Ti ho scritto tutto questo per informarti che la regina Guinevere ha approvato la magia. Sei un uomo libero, Merlin. Lo siamo tutti. Spero che questa notizia abbia aumentato, o creato, la luce in quel tunnel solitario. 

Sei il mio più grande amico della mia veneranda età e il figlio che non ho mai avuto. Ricordalo sempre. E ricorda anche di guardare la luna piena. Non trovi sia meravigliosa?

Con affetto e speranza, 

Tuo Gaius"

 

“La notizia mi riscaldò il cuore. Non per me, ma per tutte quelle creature magiche che avevo incontrato nel corso della mia vita.” Disse, appena Arthur smise di leggere, la voce tremante e piena di emozione. 

“Non trovai nessuna luce, però, per parecchio tempo. Poco dopo l’arrivo di quella lettera venni a informato della morte di colui che consideravo mio padre. Questo peggiorò la mia depressione. Attraversai periodi di pazzia e periodi in cui semplicemente stavo seduto ad aspettare. Intanto i secoli passavano e le vite si spegnevano. Mi lasciai invecchiare, per poi ringiovanirmi quando avevo superato il punto critico. Ebbi compagni e compagne, ma nessuno rimase a lungo. Non potevo permettermi un’altra perdita.” Quando Merlin finì di parlare era ormai scosso da tremiti incontrollabili. Continuò a piangere anche quando Arthur, il suo Arthur, colui che era tornato dopo millecinquecento anni di attesa, lo abbracciò, stringendolo forte a se. 

 

Rimasero così per parecchio tempo; i libri abbandonati, le lacrime ormai asciutte sulle guance di Merlin, due ragazzi abbracciati. 

Anche se sarebbe più giusto chiamarli come fa la leggenda, da anni, secoli e vite: due lati della stessa, identica, medesima, medaglia.

 

 

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Ho scritto questa one shot in un pomeriggio, presa dalla voglia di raccontare ancora di loro due. Mi dispiace se la lettera che Gaius scrive non rispecchia il suo modo di parlare o le convenzioni del tempo, ma non sono riuscita a fermarmi dal dire determinate cose. Quello che il nostro Gaius scrive al nostro Merlin è ciò che davvero penso. Quando si pensa di non avere più niente, ci si dimentica del mondo che ci circonda. Il mondo è bellissimo, nonostante tante, troppe, brutte cose, il sole è davvero bello, così come le altre stelle. Il profumo della pioggia è delizioso, così come quello dell’erba appena tagliata. Vale la pena di viverlo.

 
   
 
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