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Autore: Manto    18/09/2017    5 recensioni
"Non lo sai? Eri sempre tu a scoprire i lati migliori di me, a insegnarmi come diventare invincibile.
Eri sempre tu, tu sola, a guidarmi verso la nostra vera casa."
Quando a Karakura Town si scatena la tempesta, giungono anche ricordi e malinconia; ed è ancora più difficile trovare la propria pace.
Fic ispirata da eccessivo fangirling, unito a una giornata di diluvio universale.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kurosaki Isshin, Kurosaki Masaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi sotto presentati non mi appartengono.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro
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Se il Nostro Destino è Pioggia




Quando la tempesta si solleva dal mare e il cielo di Karakura Town si fa nero come la pece e loblio, quando i fulmini sibilano tra il manto di nubi e spingono tutti a cercare un riparo,
io giungo.
Non mi unisco al rombo dei tuoni, resto distante dal vento e dalla sua corsa sfrenata, attendo fino a quando tutto si placa e diviene semplice, ininterrotta pioggia; allora e solo allora sento il mio cuore riprendere a battere come se fossi ancora carne e sangue, come in quella lontana sera in cui sono giunta da te, amore mio


Una volta credevo che queste perle dacqua fossero gelide, portatrici di malinconia e perdita; ma da quando le mie lacrime si sono confuse con loro ho compreso che sono bollenti, come sortilegi, come promesse.
Perché mi senti così distante, Isshin?
Perché quando il cielo piange anche il tuo sorriso si incrina, e si rinnova in te l’unica ombra che non riesci a placare? È proprio quello l’istante in cui posso osservarti senza che nessun velo ci separi, e i ricordi sbocciano intorno a noi come timide gemme.
In tal modo, io posso rivedere come le nostre vite si sono intrecciate e salvate a vicenda in mezzo alle tenebre: io non ho avuto paura di affrontare l’Incubo che stava per divorarti, tu hai avuto il coraggio di proteggermi da una maledizione, di non lasciarmi sola.
Mi hai portato via da una strada già scritta, un sentiero che mi avrebbe costretto a dimenticare il significato della felicità; e mi hai dato una nuova vita, con tutti i significati che possano essere attribuiti a questa parola così fragile, e allo stesso tempo profonda.
Quanto è stato difficile fingere, sostenere gli altri senza essere sostenuta a propria volta, guardare il cielo schiarirsi o adombrarsi senza vedere alcuna differenza negli anni che corrodevano la mia anima; nessuna vera luce, nessun amore a riscaldarmi, prima che tu giungessi.
La pioggia ha sempre conosciuto ogni mio singhiozzo o preghiera e ti ha donato a me, quella notte; e ancora oggi mi prende per mano quando raggiunge i tetti della città, così che io possa nuovamente correre, sognare e ridere mentre seguo la traccia dei tuoi passi.
Non lo sai? Eri sempre tu a cancellare la mia tristezza.
Eri sempre tu a permettermi di sperare ancora.



◊●◊



A volte non è che una sensazione, un sussurro che assomiglia a un singhiozzo, una semplice risata; e posso rivederti davanti a me, anche se solo per pochi attimi – troppo esigui per provare a trattenerti.
Non so cosa mi impedisca di gridare il tuo nome, come riesca a soffocare i gemiti; ma in qualche modo consolo le mie ombre, anche se sempre più a fatica, con meno convinzione e voglia.
Chissà, forse guardandomi rideresti di me; ma lo sappiamo bene entrambi, che tra noi due hai vinto sempre tu.
Eri così unica, mia Masaki: travolgente e profonda come le onde che sfiorano la città, trascinavi con te chiunque incappasse sulla tua strada, stravolgendo piani e rompendo limiti, giungendo a illuminare anche gli angoli più neri. E poi ti stupivi così tanto, se ti paragonavo al Sole.
Una volta che si è vissuto tutto questo, che si è potuto stringerlo a sé, è difficile riuscire ad accettarne la perdita; e non importa quanto si sia disposti a perdere e soffrire per cercare di riaverlo o trovare qualcosa che possa tamponare la mancanza di esso, perché la voce smarrita e mutilata continuerà a cantare a vuoto.
Non sono così cieco da non comprendere la bellezza di molte delle donne che incrociano i miei passi, di non sapere che alcune di loro potrebbero darmi anche amore; ma è quello che mi hai dato tu che ha lasciato un solco nel cuore, quindi sei solamente tu che lo potresti riempire nuovamente. [1]
Tutta la nostra strada si è intrecciata nella pioggia, forse la stessa che anche ora lava Karakura; ma io non faccio altro che rimpiangere quando tu eri davvero sotto quest’acqua gelida, al mio fianco, a fissare il cielo per vederlo schiarirsi e rivelare le prime stelle.
E nonostante abbia ormai compreso che non c’è alcun modo di poterti ritrovare, persi come siamo in questo crepuscolo, una parte di me continuerà sempre a sperare che un giorno la tempesta porti via anche me, e che tu giunga ad allontanarla con un sorriso.
Non lo sai? Eri sempre tu a scoprire i lati migliori di me, a insegnarmi come diventare invincibile.
Eri sempre tu, tu sola, a guidarmi verso la nostra vera casa.




[1] Questa frase è ripresa da un verso della poesia “That Love is all there is (Che sia l’Amore tutto ciò che esiste)” di Emily Dickinson.

   
 
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