Disclaimer:
I personaggi sotto presentati non mi appartengono.
Questa
storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
Se il Nostro Destino è Pioggia
Quando
la tempesta si solleva dal mare e il cielo di Karakura Town si fa
nero come la pece e l’oblio,
quando i fulmini sibilano tra il manto di nubi e spingono tutti a
cercare un riparo,
io
giungo.
Non
mi unisco al rombo dei tuoni, resto distante dal vento e dalla sua
corsa sfrenata, attendo fino a quando tutto si placa e diviene
semplice, ininterrotta pioggia; allora e solo allora sento il mio
cuore riprendere a battere come se fossi ancora carne e sangue, come
in quella lontana sera in cui sono giunta da te,
amore mio…
Una
volta credevo che queste perle d’acqua
fossero gelide, portatrici di
malinconia e
perdita;
ma
da quando
le mie lacrime si
sono
confuse con
loro ho
compreso che sono
bollenti, come sortilegi, come
promesse.
Perché
mi senti così distante, Isshin?
Perché
quando il cielo piange anche il tuo sorriso si incrina, e si rinnova
in te l’unica ombra che non riesci a placare? È
proprio quello
l’istante in cui posso osservarti senza che nessun velo ci
separi,
e i ricordi sbocciano intorno a noi come timide gemme.
In
tal modo, io posso rivedere come le nostre vite si sono intrecciate e
salvate a vicenda in mezzo alle tenebre: io non ho avuto paura di
affrontare l’Incubo che stava per divorarti, tu hai avuto il
coraggio di proteggermi da una maledizione, di non lasciarmi
sola.
Mi
hai portato via da una strada già scritta, un sentiero che
mi
avrebbe costretto a dimenticare il significato della
felicità; e mi
hai dato una nuova vita, con tutti i significati che possano essere
attribuiti a questa parola così fragile, e allo stesso tempo
profonda.
Quanto
è stato difficile fingere, sostenere gli altri senza essere
sostenuta a propria volta, guardare il cielo schiarirsi o adombrarsi
senza vedere alcuna differenza negli anni che corrodevano la mia
anima; nessuna vera luce, nessun amore a riscaldarmi, prima che tu
giungessi.
La
pioggia ha sempre conosciuto ogni mio singhiozzo o preghiera e ti ha
donato a me, quella notte; e ancora oggi mi prende per mano quando
raggiunge i tetti della città, così che io possa
nuovamente
correre, sognare e ridere mentre seguo la traccia dei tuoi passi.
Non
lo sai? Eri sempre tu a cancellare la mia tristezza.
Eri
sempre tu a permettermi di sperare ancora.
◊●◊
A
volte non è che una sensazione, un sussurro che assomiglia a
un
singhiozzo, una semplice risata; e posso rivederti davanti a me,
anche se solo per pochi attimi – troppo esigui per
provare a
trattenerti.
Non
so cosa mi impedisca di gridare il tuo nome, come riesca a soffocare
i gemiti; ma in qualche modo consolo le mie ombre, anche se sempre
più a fatica, con meno convinzione e voglia.
Chissà,
forse guardandomi rideresti di me; ma lo sappiamo bene entrambi, che
tra noi due hai vinto sempre tu.
Eri
così unica, mia Masaki: travolgente e profonda come le onde
che
sfiorano la città, trascinavi con te chiunque incappasse
sulla tua
strada, stravolgendo piani e rompendo limiti, giungendo a illuminare
anche gli angoli più neri. E poi ti stupivi così
tanto, se ti
paragonavo al Sole.
Una
volta che si è vissuto tutto questo, che si è
potuto stringerlo a
sé, è difficile riuscire ad accettarne la
perdita; e non importa
quanto si sia disposti a perdere e soffrire per cercare di riaverlo o
trovare qualcosa che possa tamponare la mancanza di esso,
perché la
voce smarrita e mutilata continuerà a cantare a vuoto.
Non
sono così cieco da non comprendere la bellezza di molte
delle donne
che incrociano i miei passi, di non sapere che alcune di loro
potrebbero darmi anche amore; ma è
quello che mi hai dato tu
che ha lasciato un solco nel cuore, quindi sei solamente tu che lo
potresti riempire nuovamente. [1]
Tutta
la nostra strada si è intrecciata nella pioggia, forse la
stessa che
anche ora lava Karakura; ma io non faccio altro che rimpiangere
quando tu eri davvero sotto quest’acqua
gelida, al mio fianco, a fissare il cielo per vederlo
schiarirsi e rivelare le prime stelle.
E
nonostante abbia ormai compreso che non c’è
alcun modo di poterti ritrovare, persi come siamo in questo
crepuscolo, una parte di me continuerà sempre a sperare che
un
giorno la tempesta porti via anche me, e che tu giunga ad
allontanarla con un sorriso.
Non
lo sai? Eri sempre tu a scoprire i
lati migliori di me, a insegnarmi come diventare invincibile.
Eri
sempre tu, tu sola, a guidarmi verso la nostra
vera casa.
[1] Questa frase è ripresa da un verso della poesia “That Love is all there is (Che sia l’Amore tutto ciò che esiste)” di Emily Dickinson.