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Autore: themermaidwriter    18/09/2017    0 recensioni
Nella raccolta che segue fanno parte le più belle opere d'arte, le quali hanno ispirato la sottoscritta a dare propria vita e interpretazione ai personaggi raffigurati.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: L'Ottocento
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"La colazione dei canottieri - Pierre-Auguste Renoir." 
 

Il brunch di ogni Domenica di primavera si svolgeva sempre allo stesso modo: quando il sole si faceva alto sulle sponde del lago ci riuniva con parenti e amici e si godeva della brezza che il vento regalava. Uomini forti guidavano le graziose barche incorniciate da un buffo cordone di tullè rosa salmone mentre le donne se ne stavano lì, ad ammirare il chiarore dell'acqua portando sempre con sé un capellino di paglia, a volte ornato di fiori, oppure un ombrellino anch'esso elegante. Una volta terminato il giro in barca, avvicinandosi alla costa, si poteva scorgere la veranda del Café, dove erano soliti riunirsi, circondata da un immenso colore verde regalato dalle alte piante ai suoi lati. Se si guardava con attenzione si poteva scorgere tra la folta e impersonale radura, un fiore di colore giallo, un fiore a cui nessuno faceva caso, lo stesso che si mischiava alle noiose chiacchiere di una Domenica che da lì a poco sarebbe scivolata in un piatto pomeriggio. Gote rosse su un pallido rosa: il fiore era Emily. Poggiava il braccio destro sulla ringhiera in legno della veranda, con la mano sinistra si reggeva il volto e nemmeno si curava che qualcuno potesse riprenderla mentre sognante guardava una giovane coppia che discuteva al tavolo adiacente: la cugina minore e il suo compagno, attenti a conversare mentre lui le accarezzava la schiena ricoperta da un blu mare. Era chiaro il perché non le importasse di cosa pensassero, il suo sguardo era rivolto verso di loro ma la sua mente era già in una qualche isola orientale ad immaginare i suoni, profumi e colori di una terra lontana. Avrebbe presto messo tutto su carta, non appena il gruppo di nobili pomposi avesse terminato di discutere di affari e inutili ricevimenti. Un ultimo chiacchiericcio riguardo alle ultime pubblicazioni di un qualche autore non ancora ben conosciuto ma inevitabilmente sottovalutato e finalmente si può riprendere la via verso casa. 
Emily abbandonò ben volentieri il miscuglio smeraldo alle sue spalle e quella tenda rosata che si muoveva sul vento appesa alla terrazza. I tavoli era rimasti lì silenziosi, le tovaglie stropicciate e i bicchieri di vino mezzi vuoti, confusi, dopo essere stati travolti da una marea di gustosi aperitivi intervallati a conversazioni sulla bellezza del panorama. Ironicamente la madre di Emily, Clarissa, aveva paragonato la combinazione del brillante colore del cielo e la limpidezza dell'acqua con la da poco sbocciata relazione "amorosa", cosi diceva lei, della figlia e il magnate di risorse naturali, Frank. L'uomo aveva circa un trentina d'anni e aveva fatto successo utilizzando le sostanze presenti accanto alla sua fabbrica, ereditata dalla ricca famiglia, per trarre profitti ed esaltare il suo nome in società. Era un brav'uomo nonostante Emily non lo amasse ma bensì nutrisse per lui un profondo sentimento di amicizia. 
La famiglia Rivière, della quale faceva parte la ragazza, invitò. com'è consuetudine, il giovane Frank nella loro casa proponendosi di trascorrere il pomeriggio con ancora quattro chiacchiere nel salotto ornato di bianco, arricchendo le ore con un thé alla vaniglia. 
Le due sorelle minori di Emily, rispettivamente Marié e Bridget, rimasero ad ascoltare, seppur per l'ennesima volta, i racconti dei magnifici viaggi del padre e mentre Clarissa dava ordini alla servitù, Emily era riuscita a sgattaiolare via per qualche minuto, giusto il tempo per scrivere le quattro righe che le era venute in quella mattina e non far notare la sua assenza. Emily conservava pile e pile di fogli di carta, accuratamente posizionati gli uni su gli altri in ordine cronologico sulla scrivania della sua camera, quella su cui si poggiava il sole. Non era un caso che li lasciasse lì per ore poiché pensava che la luce del sole, proveniente dalle grandi vetrate, potesse in qualche modo influenzare la sua scrittura e renderla ancora più vivace e interessante. Uno sciocco rituale. Il sole viaggiava, vedeva il mondo in ogni sua parte e ne illuminava gli angoli bui, così come il piccolo universo che Emily si era creata all'interno di quei fogli. Sorrise alla finestra e pensò che se avesse mai sposato qualcuno sarebbe stato come il sole, sarebbe stato qualcuno capace di portar con sé quelle stesse qualità. Non era di certo disposta a sposare Frank, l'uomo che aveva appena oltrepassato la porta del suo tempio. Frank voleva solo avvisare Emily che il tempo in cui era stata via iniziava a farsi sentire nel salotto e che da lì a poco la sua famiglia avrebbe cominciato a chiedersi che cosa stava facendo. Questo era il motivo per cui la ragazza considerava Frank un buon amico: tra di loro vigeva un'accordo. Frank era l'unico a conoscere la passione proibita di Emily e non la giudicava, bensì la elogiava e proteggeva. Vivevano in un tempo in cui per le donne scrivere e inventare non erano dei comportamenti appoggiati dalla società, semplicemente non era qualcosa che rientrava nelle loro funzioni. E' per questo che Emily volava a bassa quota e dentro di sé bramava soltanto questo giorno. Il suo unico desiderio era di poter pubblicare un manoscritto, era qualcosa riguardante un viaggio e a un protagonista che incontrava durante il suo cammino uomini e donne provenienti da paesi lontani, tutti con delle storie da raccontare. Le ricordava tantissimo suo nonno, l'uomo che aveva ispirato il padre di Emily a compiere i suoi viaggi, con la differenza che i viaggi di Henry, erano viaggi di piacere, di scoperta. Era un uomo con la voglia di impare le culture altrui e farle proprie. Andava oltre l'etichetta e non aveva paura di confrontarsi con ciò che non conosceva. Il mondo ancora piangeva la sua prematura scomparsa. 
Con un salto al centro della stanza annunciò a Frank che il manoscritto era interamente terminato, non serviva più alcuna revisione e che il giorno in cui poteva finalmente consegnarlo alla casa editrice dell'uomo era arrivato. Questo era il modo in cui l'uomo aiutava Emily in cambio del suo silenzio riguardo al giorno in cui aveva scoperto come aveva perso tutte le sue proprietà al gioco d'azzardo e come la ragazza lo avesse aiutato a risollevarsi e riprendersele senza fare scalpore. 
Felice di sentire la notizia prese con sé il manoscritto e annunciò che le copie sarebbero andate in stampa il giorno successivo. In silenzio poi tornarono nel salone e vennero di nuovo travolti dalle vuote chiacchiere domenicali senza far trasparire l'emozione per ciò che li faceva fremere. 
Non passarono che due giorni quando durante una passeggiata pomeridiana assieme a sua madre, Emily potesse fermarsi dinanzi alla vetrina di una libreria ed esplodere con un urlo poco consono ma pieno di felicità. Clarissa la riprese immediatamente mentre la figlia aveva già stampato il suo naso contro la vetrina e con astuzia borbottare la scusa che lo scrittore fosse uno dei suoi preferiti, per questo tanto entusiasmo. 
Emily sapeva benissimo che non avrebbe mai potuto rivelare quel segreto alla sua famiglia ma soprattutto al mondo. Se la gente avesse saputo che una giovane donna fosse stata l'autrice di un libro che trattava temi poco consoni a una dama di quei tempi non avrebbe mai più guardato la ragazza allo stesso modo, non avrebbe più fatto parte della loro cerchia, ma peggio ancora nessuno avrebbe mai letto il libro con imparzialità, senza lasciarsi influenzare dal sentimento comune che non una donna potesse mai riuscire a scrivere un buon libro alla pari degli autori maschili. 
Emily voleva che la giudicassero alla pari. 
Un altro sguardo veloce prima che la madre la invitasse a proseguire, una rapida occhiata al cielo davanti alla vetrina e poi Emily dovette abbandonare quella incantevole visione: "Germogli" del Dottor Henry Beckett. Per fortuna Emily non temeva di lasciar sole le sue copie. Dopo un sorriso rivolto a se stessa pensò alla possibilità che il suo libro diventasse uno degli argomenti del brunch della Domenica e ne era felice infondo, era convinta che sarebbe successo, dopotutto c'erano i raggi del sole a tener compagnia a quello che sarebbe diventato solo il primo di una lunga serie dei capolavori di Henry Beckett. 


the mermaid's notes: questo è il primo breve racconto parte di una raccolta basata su alcune opere che ho selezionato. Ho inventato tutto di sana pianta e spero di non risultare banale a confronto con l'opera. Spero vi piaccia e anche se non dovesse, lasciate una recensione.
   
 
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