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Autore: MaDeSt    19/09/2017    4 recensioni
Non è necessario leggere il prologo ma è caldamente consigliato.
Sei ragazzini provenienti da un villaggio sperduto, cresciuti in un piccolo paradiso, ignoranti dell'orrore che li circonda, si ritrovano ad avere tra le mani sei uova di drago, di cui poi diventeranno amici... e la loro leggenda ha così inizio.
Dovranno salvare il mondo, ecco ciò che ci si aspetta da loro. Ma ne saranno all'altezza? Riusciranno a capire chi è il loro vero nemico prima che questo li distrugga?
[Pubblicazione interrotta. Non aggiornerò più questa storia su EFP, non aggiornerò i capitoli all'ultima versione, pubblicherò solo in privato per chi realmente è interessato a seguire la storia a causa di plagi e ispirazioni non autorizzate non tutelati a discapito del regolamento apparentemente ferreo. Trattandosi della mia unica storia, a cui lavoro da anni e a cui sono affezionata, non vale la pena rischiare. Chi fosse interessato a capire come seguire la storia troverà tutte le informazioni nelle note all'inizio dell'ultimo capitolo pubblicato. Risponderò comunque alle recensioni qualora dovessi riceverne, ma potrei accorgermene con del ritardo.]
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dargovas'
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Il colore del titolo del capitolo corrisponde al colore della regione in cui la storia al momento si svolge, tenete d'occhio la mappa per sapere dove ci troviamo!

EXHAUSTING HUNT

La mattina seguente Cedric si alzò dal letto con un senso di nausea più insistente del solito, un lieve mal di testa e un generale senso di stordimento che gl’impediva di concentrarsi su un solo pensiero troppo a lungo. Ma sapeva benissimo a cosa fosse dovuto perché ricordava tutto, e non evitò di darsi dello stupido per non essersi reso conto di cosa stesse bevendo prima che fosse troppo tardi. La povera Layla si era ritrovata a dover fare i conti con lui fuori controllo, e ringraziò mentalmente tutti gli dei perché sarebbe potuta andare molto peggio... eppure quello che le aveva detto non gli permise di mettersi l’anima in pace, aveva parlato senza freni e si era comportato come un vero idiota; le avrebbe fatto le più sentite scuse quanto prima, e i due ragazzini l’avrebbero pagata cara.
Raggiunse gli altri al tavolo quando già avevano finito di fare colazione, ma non se ne curò perché aveva lo stomaco chiuso comunque. Stavano parlando animatamente di qualcosa, e dedusse che quel qualcosa dovesse essere lui appena tutti si zittirono vedendolo vicino. Per fortuna se non altro quella mattina Deala non era seduta con loro.
«Ah, eccoti finalmente! Come stai?» lo salutò Jennifer prima che i due ragazzini potessero parlare.
Ma Cedric non si curò di prenderla in considerazione, vedendo come i due più giovani si stessero sforzando di trattenere le risate e di come invece Layla sembrava d’un tratto aver perso la luce negli occhi; se prima stava inveendo aspramente contro Andrew ora se ne stava con lo sguardo basso sul tavolo e le mani giunte tra le gambe.
«Mi dispiace.» le disse quindi, e vide Jennifer assumere un’aria indignata per essere stata tranquillamente ignorata.
Però Layla capì in qualche modo che stava parlando con lei, perché alzò la testa per guardarlo e sbatté rapidamente le palpebre, confusa: «Ti dispiace per cosa?»
«Per... Ah, niente.» tagliò corto, rendendosi conto che non sarebbe stato bene parlarne davanti agli altri.
Mike scoppiò a ridere esclamando: «Sei ancora ubriaco, eh? Poteva essere la serata migliore di sempre!»
«Già. A proposito, voi due.» fece Cedric indicando prima Andrew e poi Mike, che lo guardarono sorpresi «Non vi scriverò i compiti per due settimane.»
«Cosa?!» esclamò Andrew alzandosi dal tavolo preso dal panico «Ma non è giusto! Aspetta, dai era solo uno scherzo per la mia festa! Non puoi fare sul serio! Gli insegnanti ci puniranno!»
E mentre Susan rideva il più grande scosse piano la testa senza abbandonare l’aria severa, mentre Layla sospirò.
«Dai Cedric ti prego, non è giusto!»
«Ben vi sta! Così la prossima volta ci penserete meglio!» esclamò Susan, scatenando un’accesa discussione.
Ma di nuovo Cedric li ignorò e preferì allontanarsi per non doversi sorbire le loro urla, temendo che se gli avesse risposto avrebbe nuovamente perso il controllo per quanto fosse arrabbiato. A dispetto di quanto si aspettasse, Layla non lo seguì e rimase al tavolo per cercare di placare i più giovani che stavano attirando diversi sguardi infastiditi da ogni angolo della sala.
In qualche modo, prima di pranzo Mike riuscì a convincere le tre ragazze e Cedric a rimanere nella scuola per preparare una sorpresa ad Andrew, mentre lui l’avrebbe distratto portandolo a festeggiare il giorno della sua nascita fuori Eunev, coi draghi.
Godendo del bel clima primaverile che man mano prendeva il sopravvento su quello invernale, conclusosi nel mese della Lupa Maerah, dopo pranzo i due ragazzini lasciarono dunque la città da soli come al solito seguiti da occhiate torve dei cittadini. C’era ancora la nebbia talvolta, e quello era uno di quei giorni, ma il tepore del sole arrivava alla loro pelle riscaldando in fretta le vesti nere.
Non erano particolarmente allegri, considerando la piega che aveva preso la situazione solo per uno stupido scherzo, Andrew calciava via tutti i sassolini in cui incappava e una volta rischiò di colpire gli stinchi di un vecchio, che gli gridò di fare attenzione.
«Non è giusto.» mugugnò alla fine il più giovane «Era solo uno scherzo, non doveva prendersela così male! Mi ha rovinato la giornata!»
«Oh beh dai, stiamo andando a trovare i draghi! Vedrai che andrà meglio.» ribatté Mike sperando di risollevargli l’umore.
«Sì, ma intanto non ci scriverà i compiti per due settimane. E se gli insegnanti dovessero punirci con più compiti? Noi non sappiamo scrivere!»
«Non lo farà davvero.» disse Mike sicuro di sé «E se anche fosse ormai le punizioni saranno pratiche, vedrai.»
Appena fuori dalla visuale delle guardie smisero di camminare per correre invece verso il boschetto, giocando nel frattempo a inseguirsi e a scansare i piccoli petali bianchi che cadevano dai rami dei prugnoli selvatici cercando di farsi tornare l’allegria. Diedero per scontato che le loro risa avrebbero allertato i draghetti facendoli uscire dal nascondiglio, ma così non fu.
Smisero di rincorrersi solo quando entrambi ormai ansimavano piuttosto pesantemente, Andrew più di Mike, e cominciarono a chiamare i cuccioli sussurrando, certi che avrebbero sentito.
Eppure ancora i draghetti non si mostrarono.
Andrew si guardò intorno temendo che qualcuno fosse nelle vicinanze, mentre Mike ispezionò la tana e la trovò vuota.
«Forse sono a caccia.» disse il più grande rialzandosi e pulendosi la casacca dal terriccio.
«Forse.» assentì Andrew, quindi propose di andare a cercarli; quello era un giorno importante e Umbreon doveva saperlo. Voleva condividerlo con lui. Non poteva credere che le cose potessero andare peggio di così.
La sera ci mise diverso tempo ad arrivare, ma i draghetti sembravano scomparsi. Vagarono per il bosco chiamandoli per nome, in modo che se per caso avessero incontrato qualche umano sembrasse che stessero chiamando degli amici dai nomi bizzarri, o i loro cani. Provarono persino a cercare le loro menti - Andrew più di Mike perché gli riusciva meglio - ma gli rispose il nulla completo.
Prima che calasse la notte, ormai preoccupatissimi, ritornarono in città di corsa per non rimanere chiusi fuori e si diressero sempre correndo verso la scuola di magia; le guardie della seconda cerchia li lasciarono passare senza fare domande appena riconobbero la divisa scolastica, e il cancello ferrato che precludeva l’ingresso nel distretto grigio si aprì davanti a loro senza che nessuno lo muovesse.
Ansimando per non aver mai rallentato il passo andarono dritti verso le loro stanze comuni spalancando tutte le porte finché trovarono gli altri riuniti nella stanza di Susan.
Appena la porta si aprì Jennifer esclamò: «Auguri Andrew!»
Susan gridò: «Sorpresa!» lanciando le braccia sopra la testa e liberando una pioggia di coriandoli di pergamena colorati avanti e dietro con inchiostri diversi.
E Layla gridò, anche lei alzando le braccia per mostrare il disegno di una crostata: «Buona festa della nascita!»
Cedric fu l’unico a limitarsi a un augurio sussurrato davanti alle facce incredule di Andrew e Mike, rimasti letteralmente a bocca aperta, e Susan lo guardò con aria truce tirandogli un colpetto di rimprovero dietro la nuca perché non si era attenuto alla decisione che tutte e tre avevano preso - lui avrebbe dovuto come minimo fingersi allegro e gridare gli auguri, non sussurrarli. Ma Cedric si sentiva ancora stordito; le grida già gli davano fastidio, non aveva alcuna intenzione di alzare la voce lui stesso.
Dopodiché Jennifer corse incontro al ragazzino per abbracciarlo e Susan la seguì, ma all’ultimo Andrew la scansò. Le due ragazze lo guardarono con aria confusa, notando che la sua espressione pareva incredula ma in modo negativo, come se Andrew non capisse cosa ci fosse di bello da festeggiare.
«Qualcosa non va?» gli chiese Jennifer preoccupata.
E Mike parlò per lui: «I draghi sono spariti.»
Layla sgranò gli occhi, corse a trascinarli tutti dentro la camera e chiudere la porta, quindi Andrew si avviò a passo lento verso il letto e si sedette, seguito e imitato da Susan, mentre Jennifer non smise di fissare Mike con occhi vuoti.
«Spiegatevi.» disse Cedric in tono severo appoggiando la schiena a una parete.
Così i due ragazzini si alternarono per raccontare come avessero passato il pomeriggio nel bosco alla ricerca dei draghetti, di come si fossero spinti decisamente troppo lontani perché non avessero potuto in qualche modo sentire le loro voci, e di come al contrario i cuccioli non si erano mai mostrati.
«Non abbiamo percepito nemmeno le loro menti!» concluse Andrew, ripercorrere ciò che era successo l’aveva messo di nuovo in agitazione.
«Non abbiamo avuto il tempo di esplorare tutto il bosco, è vero.» disse Mike «Ma sono certo che le loro menti le avremmo percepite da qualsiasi punto lì dentro!»
«Pensate i soldati li abbiano trovati?» domandò Susan torcendosi le mani preoccupata.
«No.» rispose subito Cedric, e tutti lo guardarono.
«Io sì. Perché tu no?» fece Jennifer.
«Non sappiamo da quanto manchino, ma sono piuttosto certo che non si lascerebbero prendere facilmente.» rispose tenendo un atteggiamento tranquillo, poi si rivolse a Mike e Andrew: «C’erano segni di lotta nel bosco?»
«No...» tentennò Andrew, cominciando a credere che potesse avere ragione.
«E in città ancora non si è sentito niente, o in qualche modo l’avremmo saputo. Una notizia del genere non potrebbe mai passare inosservata.» continuò il più grande.
«A meno che i soldati non siano riusciti a tenerla nascosta.» puntualizzò Layla contrariata «Dopotutto si trovavano abbastanza lontani da Eunev, se non si sono avvicinati coi draghi al seguito nessuno li avrà visti.»
«Ma non è possibile catturare sei draghi!» protestò Susan.
«A meno che non fossero cento soldati, ma a quel punto avrebbero attirato l’attenzione.» convenne Andrew.
«Ma domani cominciano le lezioni! Non potremo cercarli tutti insieme! Chi è libero domani?» esclamò Jennifer preoccupata.
Le rispose Cedric: «Domani mattina solo Andrew, Mike e Susan. Il pomeriggio io, te, Layla e Susan.»
«Noi oggi avremmo potuto passare la notte fuori a cercarli, allora.» disse Mike affranto.
«Ora presentiamoci a cena e cerchiamo di far finta di nulla.» disse Cedric, che davvero riusciva a mascherare molto bene se stesse effettivamente provando qualcosa; aveva la sua solita espressione fredda e insofferente.
«Tu non sei proprio in ansia, eh?» lo accusò Jennifer guardandolo storto.
E lui scosse la testa tranquillo, avendo bene in mente l’immagine del piccolissimo Smeryld che uccideva un grosso orso a morsi e poi Jorel... quasi. Per catturare sei draghi di quelle dimensioni sarebbero serviti ben più di dieci soldati, che difficilmente sarebbero passati inosservati.
Andarono quindi a cena che ormai i vassoi erano già sui tavoli e non trovarono sei posti vicini. Cercarono di far credere a chiunque li guardasse che la loro ansia fosse dovuta all’inizio delle lezioni il giorno seguente.
Finito di cenare Cedric si separò dal gruppo per leggere da solo in stanza, mentre gli altri cinque si riunirono in camera di Andrew e studiarono i propri orari per vedere quando sarebbero potuti uscire da Eunev per cercare i sei draghetti.

La mattina seguente quindi Layla augurò buona fortuna ai tre più giovani che subito dopo colazione lasciarono la scuola, mentre lei e Jennifer sarebbero rimaste insieme a Cedric per la loro prima lezione di Alchimia.
I due ragazzini mostrarono a Susan tutti i luoghi del bosco che avevano controllato il giorno prima, dovettero fare tutto molto più rapidamente perché avrebbero dovuto ripresentarsi a scuola per pranzo e quindi non ebbero il tempo di esplorare zone nuove.
Naturalmente a pranzo davanti ad altri studenti non ne parlarono, e nemmeno a lezione di Evocazione mentre le tre ragazze andarono fuori Eunev accompagnate questa volta da Cedric.
Susan, essendo già stata nel bosco la mattina, riuscì a ricordare più o meno dove gli altri ragazzini l’avevano già portata e guidò i tre compagni in zone nuove, mentre il ragazzo teneva d’occhio il terreno in cerca di tracce che indicassero il passaggio recente di draghi o altre creature.
Ma di nuovo non trovarono niente, né tracce né indizi di cosa potesse essere successo, e a cena Deala Ovittalia e Leudren si unirono a loro dandogli occasione di distrarsi un attimo dall’ansia sempre più opprimente.

I seguenti due giorni proseguirono identici, tra notti quasi insonni, ansie, paure e fallimenti a lezione dovuti sia alla stanchezza che alla scarsa concentrazione. Cedric e Layla erano gli unici che sembravano riuscire a tenere il passo con le materie pur unendosi alle ricerche nel bosco appena avevano una mattina o un pomeriggio libero. Soprattutto il ragazzo però, che in quei tre giorni - dopo la lezione di Alchimia del primo giorno - ebbe solo una lezione di Telepatia e una di Astronomia, e quindi gli toccò impegnarsi anche per tutti gli altri ancora più del solito, per compensare le loro distrazioni; normalmente erano loro a dettargli cosa lasciare scritto nei compiti, ma i recenti avvenimenti li avevano stravolti al punto che dovette pensare a tutto lui. E tuttavia mantenne la parola data, non scrivendo alcunché per Andrew o Mike, i quali comunque sembravano troppo presi dalle ricerche per curarsene.

Una svolta avvenne il quarto giorno di ricerche, quando toccò ai tre ragazzi da soli esplorare il bosco mentre le tre ragazze rimanevano costrette a scuola per frequentare Guarigione.
Cedric era piuttosto provato, oltre che dalle ricerche, sia dalla lezione di Astronomia avvenuta la notte prima che dagli studi più faticosi del solito. Sulla Via Maestra comunque riuscì a ottenere da un corriere un volantino con su scritte le notizie dell’ultimo periodo: era stato acciuffato un criminale; un tale affermava di aver trovato la ricetta per trasformare un metallo in oro tramite una pozione; cinque persone erano state assassinate all’interno delle mura; uno dei più ricchi uomini della città era stato derubato inspiegabilmente di un oggetto di valore dentro casa propria; tre uomini sostenevano di aver assistito all’uso della magia in un vicolo, dove il loro quarto membro era morto; una donna e un bambino avevano scampato la morte grazie a una creatura che aveva ucciso un Krun.
A quella notizia si fermò e rimase a fissare le parole scritte sulla pergamena, lesse tre volte per essere sicuro di non essersi sbagliato e al momento non provò nulla; fu una sensazione surreale, il tempo gli parve rallentato e non si accorse di un uomo alla guida di un carro che gli gridava dietro perché gli bloccava il passaggio.
Mike lo riportò violentemente alla realtà prendendolo per un braccio e spostandolo dalla traiettoria del mezzo di trasporto: «Ehi! Non rispondevi! Che fai?»
Cedric non riuscì a dire quello che aveva in mente, tantomeno davanti a tutta quella gente; qualcuno li fissava in modo strano perché erano fermi in mezzo al traffico oltre a indossare le vesti da maghi. Fece loro cenno di seguirlo e corse via nelle strade meno affollate, e i due più piccoli gli andarono dietro per non perdersi.
«Che ti è preso?» gli domandò Andrew preoccupato faticando a tenere il passo così rapido; facile per Cedric, pensò infastidito, con le gambe lunghe che si ritrovava poteva semplicemente camminare veloce mentre lui era costretto a una lenta corsa.
«Una notizia preoccupante.» tagliò corto l’altro facendogli segno che avrebbe dato spiegazioni più tardi; in realtà le notizie preoccupanti erano due, dal momento che era certo che quei tre uomini della penultima erano stati gli aggressori di Layla, ma l’ultimo articolo era decisamente peggiore.
E solo quando furono davanti casa sua, al sicuro nel poco trafficato distretto del Corvo, passò la pergamena delle notizie a Mike, il quale si mise d’impegno per leggere mentre Cedric attendeva impazientemente che finisse. Ma a metà lettura Mike gli restituì il foglio arrendendosi, e Andrew incitò il più grande a parlare. Il quale riportò la notizia esattamente com’era scritta, facendoli sbiancare.
«La donna non ha detto molto.» riprese Cedric dopo una pausa tornando a leggere «Ha dichiarato che una creatura che non aveva mai visto le ha salvato la vita. A lei e al figlio. Potrebbe non voler dire nulla e potrebbe voler dire tutto.»
«Non è detto che fosse un drago. E non è detto che sia successo vicino a Eunev. Non sappiamo nemmeno quando.» disse Mike speranzoso «Potrebbe essere successo vicino alla Foresta, e lì di creature strane ce ne sono parecchie.»
«Anche perché cosa ci farebbe un Krun qui? È estremamente raro trovarli fuori dalla Foresta.» continuò Cedric «Non lo so... ma leggerlo su questo foglio mi ha messo agitazione.»
«Era ora.» commentò Andrew.
Ma l’altro non se la prese a male e si limitò a commentare: «Peccato che non abbia con me le chiavi, altrimenti prenderei l’arco.»
Ai due ragazzini parve che avesse più che altro pensato ad alta voce, e subito dopo Cedric fece in modo di far passare la pergamena delle notizie sotto la porta, per non doversela portare in giro, poi si allontanò e gli altri lo seguirono a ruota guardandosi preoccupati; di sicuro se davvero ci fossero stati dei Krun vicini a Eunev avrebbero preferito che il ragazzo girasse armato, ma non sembrava aver voglia di perdere tempo per tornare a scuola a prendere le chiavi di casa sua.
Come al solito non ebbero problemi a uscire e rimasero nel bosco a cercare i draghi quasi fino all’ora di pranzo, senza mai allontanarsi gli uni dagli altri: se la creatura aveva ucciso un Krun, e se fosse successo proprio in quel bosco, preferivano non dover eventualmente affrontare altri di quei mezzi lupi da soli.
Ma in quelle poche ore non trovarono nulla, né i draghi né segni del passaggio di Krun, e tornarono a scuola dalle ragazze appena in tempo per pranzare e non destare sospetti. Tuttavia decisero unanimemente di non raccontare loro di quella notizia, per il momento, evitando di allarmarle forse inutilmente.
Andrew e Mike vennero trattenuti da Kir a fine lezione quel pomeriggio, perché non avevano presentato alcun foglio di pergamena come era stato richiesto.
L’insegnante li guardò severamente chiedendo loro il perché, e i due ragazzini, dopo aver squadrato male Cedric e Susan che lasciavano l’aula senza di loro, abbassarono lo sguardo pensando a quale scusa inventarsi.
«Noi... siamo stati molto occupati a pensare alla pratica.» cominciò Andrew.
«Sì, non vediamo l’ora di cominciare e ci siamo dimenticati di scrivere.» annuì Mike immediatamente dopo guardando ora la donna.
Lei assunse un’aria se possibile più scura: «La pratica di questa materia è una cosa estremamente complessa. Non potete sperare di potercela fare senza avere una buona base di teoria.»
«Ma la base ce l’abbiamo, studiamo con attenzione dai libri!» esclamò Andrew in sua difesa.
«Questo lo vedremo la prossima lezione.» ribatté Kir, invitandoli poi a lasciare l’aula.
I due ragazzini si guardarono sorpresi ma non esitarono a obbedire, concordando sul fatto che fosse strano non li avesse puniti. Tanto meglio, avevano altro a cui pensare.
Nel frattempo Layla e Jennifer avevano lasciato Eunev per sfruttare le ore libere impiegandole nella ricerca dei draghetti. La più grande aveva ancora paura ad attraversare la città, soprattutto se accompagnata soltanto da una ragazzina più giovane, ma sperò che le loro vesti nere le aiutassero a tenere lontani gli assalitori.
Tuttavia anche loro non trovarono niente e ne discussero insieme agli altri quattro dopo cena, tutti stipati nella camera di Andrew.
Cedric disse che, sebbene fosse l’unico ad avere le due notti e la giornata a venire completamente libere, non se la sentiva di stare fuori e arrivare impreparato alla parte della settimana per lui più impegnativa - aveva lezione di Alchimia, Manipolazione, Astronomia e Telepatia tutte di fila nei seguenti due giorni.
Sebbene delusi e preoccupati gli altri non se la sentirono di biasimarlo per voler studiare e riposare, soprattutto perché alla fine tra tutti Cedric era quello che studiava tutte le materie essendo l’unico in grado di leggere un testo dall’inizio alla fine e di prendere appunti.
E a parte Cedric, Layla era l’unica ad avere un buco libero il quinto giorno della settimana, perché la mattina non aveva lezione al contrario dei più giovani che erano occupati mattina e pomeriggio. Ma non voleva andare a cercare i draghetti da sola e anche in quell’occasione nessuno se la sentì di rimproverarla.

Così le ricerche ripresero la mattina del sesto giorno con Andrew Mike e Susan, mentre gli altri tre erano a lezione di Alchimia. Non trovando nulla per l’ennesima volta, sulla strada del ritorno arrivarono a due possibili conclusioni: i draghi si erano allontanati in volo per qualche ragione e quindi senza lasciare tracce; o aveva nevicato recentemente eliminando ogni traccia di un eventuale scontro tra draghi e soldati. Ma non credevano fosse possibile trovare la neve a Eunev in quel periodo dell’anno se non a terra in via di scioglimento.
Di nuovo non poterono parlarne fino a dopo cena, e durante la lezione di Manipolazione Layla e Jennifer decisero di rimanere a scuola a ripassare Guarigione scambiandosi energie a vicenda aspettando che venisse il momento di essere aggiornate con nuove notizie sulle ricerche.
Andrew e Mike se la passarono piuttosto male; come punizione per la mancata consegna dei compiti alla lezione precedente vennero chiamati alla cattedra uno alla volta per metà lezione ciascuno, e l’insegnante li mise sotto pressione al punto da renderli incapaci di rispondere a diverse domande.
Kir non si mostrò sorpresa né per nulla contenta dell’andazzo dei due ragazzini, rinfacciandogli che solo pochi giorni prima avevano sostenuto di starsi impegnando molto studiando dai libri, eppure non sembrava essere così. E come punizione diede esclusivamente a loro il compito di studiarsi un intero libro dedicato al ruolo che alcune pietre preziose o particolari metalli potevano avere nell’incanalamento e nella conservazione delle energie magiche o della magia stessa.
Questa volta Velia non fu l’unica compagna a ridere di loro insieme a Irea Tegro e Hranda; i due ragazzini dovettero subire le occhiate derisorie di quasi metà classe mentre scendevano le scale per avviarsi verso le stanze.
A loro volta non si risparmiarono le occhiate truci dirette a Cedric, ma chiedergli di aiutarli a studiare quel libro fu completamente inutile. Si ricongiunsero agli altri al tavolo per cenare e non smisero di guardare Cedric in malo modo, ma presto la loro concentrazione tornò di fatto ai draghetti scomparsi e insieme a Susan dissero come al solito di non averne trovato tracce nemmeno quel giorno.
La notte Auselion introdusse la classe poco numerosa ai giorni della settimana, ora che avevano una vaga conoscenza degli astri; indicò loro le cinque stelle più luminose che avevano dato i nomi ai giorni e disse loro che la nomenclatura tuttora usata dagli umani derivava dall’elfico. In origine ogni nome terminava in hasten, che in lingua elfica significava giorno, e iniziava col nome di una stella: Glenhasten era il primo giorno, dedicato al Sole; Urylhasten il secondo; Suashasten il terzo; Dnilhasten il quarto; Jeylhasten il quinto; Eneyhasten il sesto; e Twyllhasten l’ultimo, dedicato alle Lune.
Nei secoli gli Umani, avendo adottato la medesima nomenclatura, li avevano man mano semplificati adattandoli alla propria lingua, dunque i nomi che correntemente si usavano erano: Glenasten; Urilasten; Suasten; Dnilasten; Jeilasten; Eneiasten; e Twilasten.
Ed ecco spiegate quelle lettere sugli orari, sono le iniziali dei giorni pensò Cedric, finendo di appuntarseli e promettendosi di cominciare a usarli abitualmente.
Gli sembrò di essersi appena addormentato quando dovette già svegliarsi per fare colazione e andare insieme a Layla a lezione di Telepatia, sperando che la lieve stanchezza non avrebbe influito sulle sue abilità.
Mike e Andrew avevano di nuovo la giornata libera e ancora una volta andarono fuori Eunev a cercare indizi su dove potessero essere i draghetti, ormai senza nutrire molte speranze, mentre le ragazze rimasero a scuola perché il pomeriggio dovevano partecipare a Biologia.
Non trovavano tracce dei piccoli draghi da ormai una settimana, periodo in cui Mike e Andrew se la passarono piuttosto male con le loro materie, soprattutto Manipolazione. Ai due ragazzini non rimase che sperare che Cedric alla fine si sarebbe impietosito e li avrebbe aiutati, oppure che Kir avrebbe mantenuto la pazienza fino al termine delle due settimane.
Avevano esplorato quasi tutto il bosco, gli restava solo la zona nord da controllare, ma erano sempre più convinti che le creature fossero fuggite da qualche parte, forse proprio perché avevano percepito la presenza dei soldati e per non farsi trovare avevano cambiato bosco.
Cedric continuava ad essere del parere che non dovessero preoccuparsi, i piccoli draghi erano del tutto autosufficienti e in grado di volare, per cui se anche avessero incontrato dei soldati avrebbero potuto fargli perdere le proprie tracce in fretta.
Ma gli altri, Susan e Mike in particolare, non riuscivano a non pensare al peggio; erano solo dei cuccioli dopotutto, non ancora in grado di usare la magia intenzionalmente e quindi non in grado di difendersi da eventuali maghi.
Jennifer scosse la testa ed esclamò decisa: «Dannazione, Jegra mi sia testimone! Domani pomeriggio andrò in quel bosco anche da sola, passerò lì la notte e la mattina dopo se necessario! Userò la magia e cercherò di capire cosa le piante hanno da dirci, dove sono andati i draghi e quando!»
«Sei sicura di esserne in grado?» chiese Andrew preoccupato.
«No, non ancora. Ma mancano da una settimana, non posso più fingere di essere tranquilla! Che se ne siano andati per conto loro oppure no, non ci hanno fatto sapere nulla.»
«Non avrebbero potuto.» puntualizzò Cedric fermandola.
Ma lei riprese guardandolo dritto negli occhi: «Bene, questo non cambia che per qualche ragione siano dovuti sparire! Dobbiamo fare tutto il possibile per rintracciarli.»
«Vengo con te.» disse Susan, che già aveva comunque in mente di sfruttare i suoi due giorni liberi per cercare Sulphane.
«Io questi due giorni posso solo il pomeriggio.» disse Layla amareggiata.
«E noi solo la mattina.» disse Mike indicando anche Andrew.
Cedric sospirò e si vide costretto a dire: «Le accompagnerò io.»
«Oh no, io verrò.» disse Layla «Qualcuno dovrà pur riaccompagnare Jennifer a scuola!»
«Ma se torno con te ho meno tempo!» protestò la ragazzina «Tu hai lezione la mattina del secondo giorno, io no!»
«Anche io ho seguito le lezioni di Biologia.» precisò Susan, quasi offesa perché l’amica dava per scontato di essere l’unica in grado di captare i segnali delle piante; cosa che Dalca non aveva mai approfondito, e non facile ad ogni modo.
«In realtà un po’ tutti.» disse Andrew in un sussurro, dato che alla fine condividevano tutti gli studi coi compagni.
«Siamo d’accordo allora.» concluse Jennifer «Domani pomeriggio andremo noi quattro.»
Dopodiché ognuno tornò nella propria piccola stanza cercando di dormire, ma a nessuno venne facile chiudere occhio col pensiero fisso dei piccoli draghi scomparsi.

Il giorno successivo, dopo pranzo, le tre ragazze accompagnate da Cedric lasciarono la scuola con un finto sorriso spensierato stampato sui volti per non insospettire nessuno. Questa volta il ragazzo si portò dietro le chiavi di casa e senza dare alcuna spiegazione alle altre tre disse di volersi prendere l’arco per precauzione, e una volta fatto ciò si avviarono a passo svelto verso i cancelli della città.
Seguirono la strada per non destare l’attenzione di qualche curioso - già incuriosivano a sufficienza le loro casacche nere coi quattro simboli diversi tra loro - e solo quando furono certi che nessuno guardasse si misero a correre verso il bosco.
Si fermarono solamente quando furono dentro, ansimando un poco, Cedric incordò l’arco e si tolsero i guanti tutti quanti, pronti a usare la magia in qualsiasi momento.
Cominciò Jennifer perché sarebbe dovuta andare via per prima, mentre Susan scelse di conservare le energie. Una volta giunti alla vecchia tana dei draghi la ragazzina cominciò a sfiorare le piante mentre camminava in circolo, in cerca di una traccia di magia memorizzata dalla flora: magari uno dei draghi si era strusciato su una felce imprimendovi la sua particolare traccia; come per molti altri aspetti era molto più semplice percepire la presenza di un drago rispetto ad un qualsiasi animale, per via della quantità di magia presente nella creatura stessa che lasciava una traccia particolare - come la mente di un drago era ben distinguibile da quella di un essere umano.
Dopo parecchio tempo schioccò la lingua sul palato in un moto di frustrazione, scosse la testa e farfugliò: «Niente da fare, o non riesco o è passato troppo tempo dall’ultima volta e la traccia è andata persa.»
«Forse una settimana è troppo.» convenne Layla.
«Continuiamo a cercare!» insistette Susan «Se sei stanca comincio io.»
Jennifer scosse nuovamente il capo: «Non è quello, è solo frustrante. Se non c’è traccia di loro qui dove hanno abitato non credo la troveremo altrove.»
«Forse non hai scavato abbastanza a fondo! Riprova, coraggio!» la incoraggiò.
L’altra sospirò e annuì decisa a non arrendersi tanto facilmente, ricominciando a girare attorno alle vecchie tane di volpe sfiorando le piante che incontrava su entrambi i lati, con ambedue le mani. Le parve di percepire qualcosa sfiorando una quercia, ma scavando più a fondo capì che si trattava solo di un coniglio passato di lì la mattina stessa.
Non si diede per vinta e continuò a cercare, imponendosi di scendere più in profondità, tanto che perché potesse proseguire Layla dovette passarle parte delle sue energie, ma alla fine venne ripagata.
Sgranò gli occhi appena fu certa di aver percepito quella che era indubbiamente pura magia, non semplicemente le energie di una pianta o il fugace passaggio di un animale.
«Ci sono!» esclamò, e gli altri tre tornarono all’erta.
«Chi? Dove?» domandò Susan avvicinandosi di corsa.
«Non lo so, sembra... Sembra Sulphane, ma non ne sono sicura. Provo a capire dov’è andata, ma mi serviranno più energie... dev’essere perché è passata una settimana ormai, le piante a malapena ricordano la presenza di sei draghi. Sei draghi
«Sono draghi molto giovani, potrebbe anche essere per quello.» ipotizzò Cedric «Forse non lasciano una traccia abbastanza visibile perché ancora non usano la magia.»
«Sì, è probabile.» assentì Layla stringendo una mano a Jennifer per passarle altre energie necessarie a sostenere l’incantesimo.
«Rubia!» disse Jennifer a mezza voce, colta dall’emozione di aver percepito e riconosciuto la traccia della sua dragonessa «È andata di qua, a nord!»
«Sicura?» fece Susan titubante.
«Sì! Seguitemi!» ribatté l’altra, e così dicendo corse via seguendo la scia lieve di magia lasciata dalla cucciola rossa.
Era se possibile ancora più sfuggevole delle altre, ma Jennifer si disse che forse la percepiva più facilmente perché era legata a lei, le era più familiare; sebbene fosse più flebile era sicura di non star seguendo la pista sbagliata, quasi come fosse stata una scia di odore che aveva sentito per tutta l’infanzia.
La traccia li condusse in una radura dove con grande sorpresa trovarono il corpo di un Krun mezzo coperto di neve steso a terra e in via ormai di decomposizione. Le tre ragazze gridarono dallo spavento e Cedric invece d’istinto incoccò una freccia, ma non mirò a nulla e invece quasi smise di respirare rendendosi conto che né Jennifer né quella notizia si erano sbagliate: quella donna, chiunque fosse, aveva incontrato Rubia che l’aveva salvata da morte certa uccidendo un Krun.
Inevitabilmente quel pensiero lo portò a sua madre, a come lei invece non aveva avuto alcuna possibilità, ma lo scacciò in fretta scuotendo la testa e riprendendosi, quindi disse finalmente alle tre ragazze di quell’annuncio letto sul volantino.
Tutte e tre rimasero a bocca aperta e Layla esclamò incredula: «Perché non ce l’hai detto prima?!»
Susan invece boccheggiò: «Ma quella... quella donna... lei ha... ha... ha visto Rubia! E l’ha raccontato in giro!»
«Forse non sapeva che fosse un drago.» disse Cedric, per la prima volta davvero angosciato dalla situazione, ora che aveva compreso che Rubia era veramente stata vista da qualcuno.
«E se invece lo sapeva? O se i soldati o le guardie l’avessero capito? Potrebbero essere venuti qui a cercare Rubia e averli trovati tutti!» esclamò Jennifer presa dal panico, cominciò a camminare in circolo nervosamente mordendosi le punte delle dita.
«Stiamo calmi! Jennifer per favore smetti di comportarti così, mi metti ansia!» disse Layla forzatamente calma «Tutto questo può voler dire tutto e può voler dire niente...»
«Ho usato le stesse parole quando ho letto la notizia a Mike e Andrew. Ma ora mi è difficile crederlo.» ammise Cedric.
Layla lo guardò mordendosi il labbro preoccupata e abbracciandosi da sola, rimase zitta a lungo mentre Jennifer borbottava tra sé continuando a camminare avanti e indietro e Susan singhiozzava sul punto di piangere.
Infine la più grande scosse piano la testa e riprese: «Dobbiamo fare qualcosa.»
«Ossia?» domandò il ragazzo.
«Non lo so! Ottenere informazioni!»
«Potremmo peggiorare le cose, non è che possiamo andare in giro per locande a chiedere di draghi, o leggere nella mente di tutta Eunev. Aspetta, magari stiamo solo avendo una reazione esagerata guidata dal panico. Torniamo a scuola e aspettiamo gli altri per riflettere a mente fresca.»
«Non credo sia possibile.» disse Susan con voce flebile «Ora che so per certo che qualcuno ha visto Rubia non credo riuscirò mai a calmarmi.»
«D’accordo, è giusto che abbiamo paura e che siamo preoccupati delle conseguenze, ma in fondo io sono ancora sicuro che non li abbiano presi. È semplicemente impossibile catturare sei draghi.» continuò lui cercando di rassicurarle e rimettendo la freccia nella faretra.
Jennifer diede una rapida occhiata al cadavere del Krun e senza smettere di fissarlo disse: «Non se si hanno i mezzi per farlo.»
«Ma li hai visti quei soldati quando è arrivato Nerkoull! Non sapevano cosa fare! È chiaro che non siano preparati.»
«Forse non lo erano quando pensavano di dover cercare solo uova di drago. Ma ora sanno che i draghi sono nati, ne sono certa.» disse Layla.
«Di questo passo non ne verremo mai fuori.» si lamentò Susan asciugandosi gli occhi.
«Provate a vederla in questo modo: se anche li avessero catturati non potremmo fare nulla.» disse Cedric.
«No! Noi dovremmo fare qualcosa!» gridò la ragazzina stringendo i pugni e irrigidendosi sul posto per la rabbia.
«E cosa? Ha ragione lui.» disse Layla guardandola severamente «Non possiamo lasciare la scuola così, di punto in bianco. E non abbiamo segni del passaggio di soldati, o di chiunque possa aver catturato i draghi. Non abbiamo niente in mano!»
«Quindi dobbiamo semplicemente fare finta di nulla? Volete dire questo?» li accusò Jennifer guardandoli con fastidio.
Entrambi i più grandi sospirarono, poi Layla disse costernata: «Non possiamo fare nulla Jennifer. Io voglio sperare che ovunque siano ora stiano bene e prima o poi riescano a tornare. Se li avessero catturati stai certa che fuggirebbero alla prima occasione. Anche uno solo di loro, sono convinta che se solo uno potesse fuggire verrebbe a cercarci. Non sono stupidi e hanno delle armi potenti, non disperare.»
«Andrà tutto bene.» completò Cedric, cercando di convincersi lui stesso «Ho visto di cosa era in grado Smeryld quando era alto così.» e si abbassò per indicare un’altezza poco superiore ai suoi stivali «Ha ucciso un orso adulto, davanti a me. Per questo credo che nessuno li abbia presi, anche se la notizia dell’avvistamento mi ha spaventato.»
«Voglio davvero sperare che abbiate ragione.» soffiò Jennifer tra i denti, chiaramente non convinta da quelle parole.
«Posso rimanere queste due notti a cercare altri indizi.» riprese Cedric dopo un attimo di silenzio «In realtà non vorrei arrivare troppo stanco a lezione di Telepatia il pomeriggio di Suasten, ma...»
«Il... il pomeriggio di cosa?» lo interruppe Susan confusa.
«Suasten... ah... il terzo giorno. Scusate, non vi ho ancora riassunto l’ultima lezione di Astronomia.»
La ragazzina fece spallucce e disse: «Posso restare con te se ti va. In due è meglio, anche se non so con esattezza che tipo di indizi dovremmo cercare.»
Lui annuì senza dire altro, quindi Layla sospirò: «Va bene, allora noi torniamo per cena e diciamo ai ragazzi cos’abbiamo scoperto. Buona fortuna, fate attenzione qui fuori la notte.»
«Non preoccuparti.» la congedò Cedric con fare lapidario.
La ragazza si allontanò lanciandogli un ultimo sguardo perplessa. Invitò Jennifer a sbrigarsi a seguirla e la ragazzina obbedì sussurrando buona fortuna e di fare attenzione - a Susan più che a Cedric.
La ragazzina bionda annuì guardandola allontanarsi rapidamente dietro la più grande e si strinse le braccia al petto tirando su col naso, sentendosi per qualche ragione molto più triste ora che le amiche li avevano lasciati da soli.

  
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