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Autore: Ella1412    20/09/2017    3 recensioni
«Lasciala stare.»
La voce del modello biondo sovrastò tutte le altre, la sua mano a coprire la figura di Marinette, l’altra ad afferrare il polso di Louis.
«Di nuovo tu?» furono queste le parole che arrivarono alle orecchie dei presenti. «Ancora non ti è chiaro il tuo posto?» il tono sprezzante che aveva usato mise a dura prova i nervi di Adrian.
«Forse non ti è chiaro il tuo, invece.» il biondo aumentò la stretta sul polso «Ho detto di lasciarla andare.»
***Hope you like it!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Saga di Louis'
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«Pensavo fosse lei.»
La frase gli uscì come un sospiro.
Dopo l’arrivo del fan di Marinette la vedeva con occhi diversi. Non erano ancora gli occhi innamorati persi che rivolgeva alla sua Lady ma esprimevano rabbia ogni volta che vedeva la coppia, riluttanza quando Louis imitava alla bell’e meglio l’inchino di Chat Noir, sollievo quando finalmente si scollava dalla dolce ragazza.
Più volte, nell’arco della giornata, il suo kwami Plagg lo aveva ammonito di stare attento. Era pericoloso, per i due eroi, cedere alla rabbia.
«Adrian Agreste, è da due settimane che pensi solamente a questa storia. Sai che rischio corri.» brontolò lo spiritello. «Adesso lasciamo mangiare il mio gustoso camembert in santa pace, ragazzino.» disse voltandogli le spalle nere.
 
Il modello era disteso sul letto a testa in giù, fissava fuori dalla finestra il cielo terso. La sua mente era affollata da mille pensieri su quella bizzarra coppia. L’indomani mattina avrebbe cercato di essere più diplomatico e di non fare troppo caso al ragazzo-colla.
Però quella sera avrebbe fatto un giro per i tetti nella tuta nera. Aspettò, mal celando l’impazienza, che il kwami finisse di mangiare il suo spuntino di mezzanotte per poi ordinargli di trasformarlo.
La stanza perfettamente in ordine venne illuminata dalla luce verde tipica del cambio look del ragazzo e ne uscì un perfetto ed energico Chat Noir pronto per un’immersione nei suoi pensieri fuori da quelle mura.
Durante il tragitto pensò che la Tour Eiffel fosse un buon posto per pensare ma prima di arrivare a destinazione passò casualmente sul tetto della scuola, esattamente di fronte alla casa di Marinette Dupain-Cheng.
Istintivamente lo sguardo puntò sul balcone della ragazza e lì la vide addormentata sul divanetto, ancora vestita. L’eroe suppose stesse guardando le stelle dato la posizione della ragazza e il fatto che lei la sera era sempre pronta per andare a dormire alle undici.
“Magari anche lei aveva bisogno di pensare.” Rifletté Chat mentre la prendeva in braccio per scortarla dentro e per coprirla con il lenzuolo.
“Doveva essere davvero stanca per essere crollata fuori.”. Pensato ciò iniziò a far vagare lo sguardo per la stanza osservando vari modelli sulla scrivania rosa, la stoffa riposta ordinatamente sugli scaffali, i libri ordinati per colore per formare un arcobaleno e infine la parete. Era piena delle sue foto.
Tutto imbarazzato arrossì e rizzò le orecchie da gatto verso il letto all’improvviso mugolio di Marinette. Aspettò pochi secondi, giusto per accertarsi che stesse ancora dormendo, e poi scappò via della stanza silenziosamente.
 
 
***
 
Fuori l’entrata della scuola artistica frequentata dagli eroi, tra le tante voce che si sentivano nel piazzale, una in particolare attirò l’attenzione del modello appena uscito dalla macchina grigia.
«Cosa significa?»
«Mi dispiace Louis… non posso diventare le tua ragazza. Mi dispiace davvero ma-» iniziò a bassa voce Marinette, venendo interrotta dagli amici.
«Cosa sta succedendo?» chiese Alya, poggiando una mano sulla spalla dell’amica.
La mora aveva visto la difficoltà di Marinette nel gestire la situazione. Così era andata a soccorrerla.
«Te lo dico io cosa è successo. La ragazza qui presente non ha accettato la mia dichiarazione perché si frequenta con Chat Noir. L’ho visto, ieri sera, mentre usciva dalla sua camera. Cosa stavate facendo, eh?» sbraitò il ragazzo prendendo fortemente il polso della ragazza dagli occhi chiari. Proprio lei che continuava a battersi contro i nemici mandati da Papillon, non sapeva difendersi da un ragazzo geloso del nulla.
«Non- non c’è nessuna storia tra me e Chat.» boccheggiò infine. Certo era che negli ultimi tempi non le stava indifferente, ma sicuramente tra loro non c’era ancora nulla.
«E perché dovrei crederti. L’ho visto con i miei occhi mentre usciva di corsa dalla tua stanza.» la presa sul polso aumentò ancora, facendo fare alla ragazza una smorfia di dolore.
«Lasciala stare.»
La voce del modello biondo sovrastò tutte le altre, la sua mano a coprire la figura di Marinette, l’altra ad afferrare il polso di Louis.
«Di nuovo tu?» furono queste le parole che arrivarono alle orecchie dei presenti. «Ancora non ti è chiaro il tuo posto?» il tono sprezzante che aveva usato mise a dura prova i nervi di Adrian.
«Forse non ti è chiaro il tuo, invece.» il biondo aumentò la stretta sul polso «Ho detto di lasciarla andare.»
La mano di Marinette si aggrappò alla camicia bianca dell’amico. Lui si girò e trovò i suoi occhi celesti resi lucidi dal dolore al polso, le gote rosse e una faccia impaurita.
«Mari…» la chiamò dolcemente poco prima che Louis la strattonasse a sé, approfittando della guardia bassa del biondo.
Il moro, che finalmente aveva tra le braccia la ragazza contesa, guardò con aria di sfida il modello e diede un bacio sulle labbra morbide di Marinette. La costrinse a baciarlo, le aprì le labbra con insistenza e infine le carezzava la schiena avidamente, fino ad arrivare ai glutei.
I due eroi sbiancarono. Marinette si era staccata non appena le sue braccia, dapprima molli per lo shock, avevano risposto ai comandi. Adrian, vedendo la scena, colpì la guancia di Louis con un pugno.
Era per terra.
«Con che coraggio tratti così la mia Marinette?!» sbraitò mettendosi di nuovo tra i due ragazzi.
Lei era tremante tra le braccia di Alya che, come una madre, cercava di tranquillizzarla.
 
Dall’esterno la scena era surreale. Da una dichiarazione rifiutata era scaturita una rissa tra due ragazzi.
Accanto ad Adrian arrivarono anche Nino, Kim e Ivan; vicino ad Alya e Marinette invece si avvicinarono Rose, Juleka, Milene, Max e Alix.
«Con quale faccia, tu, lurido, hai osato toccare una ragazza innocente come Mari.» disse Nino, indicandola mentre piangeva tra le braccia dell’amica.
Ad Adrian si stingeva il cuore a vederla in quelle condizioni.
Voltò le spalle a Louis, parlando con voce ferma e guardandolo con la cosa dell’occhio: «Non osare mai più avvicinarti a lei.»
 
«Hei Mari…» la voce calda di Adrian arrivò alle orecchie della mora che lo vide dapprima sfocato a causa delle lacrime, poi in seguito, una volta ben definito lui e la mano che le porgeva, si fiondò tra le braccia muscolose del compagno di classe.
Il calore nel quale venne avvolta era rilassante ma non bastava per farla tranquillizzare. Così il biondo iniziò ad accarezzarle il capo, a sussurrarle parole dolci, di conforto…
«Qualunque sia il problema, anche il più stupido, vieni da me. Sarò la spalla su cui piangere, sarò un buon amico e un buon ascoltatore. Ti proteggerò io, da qualsiasi cosa.» le sussurrò all’orecchio.
Marinette lo strinse più forte e il suo pianto finalmente finì.
 
 
 
 
 
 
Angolino Ella:
Cosa è.
Era iniziata nel modo più tranquillo possibile, volevo concentrarmi sui pensieri di Adrian per creare un continuo della mia ultima storia “Chi sei tu?” e invece è diventata QUESTO.
Il nostro caro modello scopre cosa significa per bene essere gelosi, protettivi con la donna che si ama.
Non voglio, però che questa raccolta finisca così perché sapete, vorrei scriverne un’altra MA il problema resta il “quando?”. Quindi anche questa è una OS per questo motivo ma andiamo a spiegare la storia, o almeno tengo in modo particolare a spiegare il comportamento di Marinette.
Sembrerebbe esagerato, però considerando il personaggio, il fatto che fossero avanti la scuola (quindi avanti a tanta gente), tenendo conto del fatto che quello fosse il vero primo bacio della signorina Dupain-Cheng… beh. Secondo me è una reazione plausibile.
Non credo di aver altro da spiegare… quindi ci vediamo al prossimo sequel!
(Grazie a chi commenterà, a chi aggiungerà la storia a qualche lista e ai lettori silenziosi!)           
Alla prossima
Ella1412
  
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