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Autore: I love chocolate    20/09/2017    3 recensioni
In un mondo dove la magia è proibita e chiunque ne faccia utilizzo rischia il rogo per aver infranto le leggi umane e divine, il destino di un giovane mago, una volta catturato, sembra ormai segnato, ma sarà davvero così? E i suoi quattro carcerieri Athos, Porthos, Aramis e Rochefort lo condurranno davvero alla morte?
E' la prima volta che scrivo in questo fandom ma non per questogli chiedo di essere gentile ,se qualcuno volesse essere così coraggioso da lasciarmi una recensione, anzi...
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Porthos, Rochefort
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Constance


<< Potremo uscire? Ho visto dei campi qui fuori dalla finestra... Potremo andare lì? >>

I due moschettieri parvero preoccupati

<< Aramis, è il ragazzo forte abbastanza? >>

<< Si! Lo sono, per favore. Aramis dillo pure tu te ne prego. >> e insieme a queste parole sfoderò uno sguardo da cucciolo degno di poter rompere il cuore dell'uomo più inflessibile che io abbia mai conosciuto, vale a dire Athos.

Dopo un lungo momento di riflessione Aramis infine sbuffando rispose

<< Va bene, ma ci sono delle condizioni. >> Gli occhi del ragazzo si illuminarono e un grande sorriso si aprì sul suo volto, bastò quell'espressione per farmi capire che la nostra era la scelta giusta. E' difficile spiegarlo a una persona che non ha potuto assistere personalmente a quei giorni e vi assicuro, miei cari lettori dalla dubbia esistenza, che ci ho provato molte volte dopo la morte di tutti i miei fratelli, forse per estrema solitudine ho provato a riportarli in vita anche solo per pochi secondi raccontando ad altri i miei ricordi. Ho provato e riprovato, eppure ogni volta che arrivavo a questo punto della storia quello che vedevo era sempre lo stesso sguardo, incredulità, perchè vedete anche se conoscevo d'Artagnan da pochi giorni era per me diventato come un fratello piccolo da proteggere, avevo sviluppato un forte affetto nei suoi confronti, nessuno credeva che in così poco tempo un simile legame potesse essere creato e forse poiché non riuscivo più a sopportare l'ipocrisia che dimostravano coloro intorno a me che fingevano di credermi ma che in realtà non ne erano capaci e quindi sorridevano e annuivano come si fa con le parole di un vecchio pazzo, forse per questo motivo ho smesso di raccontare questa storia, ma mi sentivo solo, incredibilmente solo, circondato da ricordi lontani che piano piano stavano sbiadendo è così che ho iniziato a scrivere questo piccolo diario con la speranza che il calore di queste parole possa far luce nelle tenebre della mia solitudine. Comunque come mio solito sto divagando, forse sono davvero un vecchio pazzo, quando il tempo stringe e tanto rimane da dire.

<< Farò qualunque cosa Aramis! >>

<< Va bene, prima di tutto bene, voglio che tu mangi, non quelle misere quantità che hai ingurgitato finora ma una ricca colazione, poi ovviamente ti dovrai coprire bene l'inverno è alle porte e tu sei ancora troppo debole, inoltre non voglio che tu compia sforzi eccessivi...>>

<< Suvvia Aramis credo abbia capito, non fare la mammina come tuo solito. >>

<< d'Artagnan promettimi che farai come ti dico e non il contrario, come hai fatto finora >>

<< Aramis, premesso che il mio “fare il contrario” è l'unica ragione per cui siete ancora vivi, ma se ti fa star tranquillo prometto che ti starò a sentire. Ora passami la colazione che tutto quel verde mi sta chiamando >>.

<< Bravo ragazzo >> rise Porthos dandogli una pacca sulla spalla un po troppo forte che per poco non gettò il ragazzo giù dal letto.

 

Non dimenticherò mai quella giornata, uno dei nostri ultimi momenti di felicità e forse l'ultimo di spensieratezza. Si dice che il cigno, animale maestoso e di invidiabile bellezza, intoni il suo canto più bello poco prima di lasciarsi avvolgere dalle gelide braccia della dea nera, così per me fu quel pomeriggio l'ultima scintilla di gioia prima che ci circondasse l'oscurità.

I campi di cui parlava d'Artagnan non erano altro che un prato incolto dove soffiava un leggero venticello che scuoteva le foglie dorate degli alberi, gentile come se anche lui cercasse di essere delicato per non arrecare danno alla già compromessa salute del nostro giovane amico. A delimitare il prato era un bosco di cui non si riusciva a intuire la fine (forse su quelle montagne lontane?) dove gli alberisembravano non essersi accorti della stagione in cui si trovavano e le loro foglie crescevano forti e verdi come se fossero stati in primavera. d'Artagnan, ancora debole si accasciò contro il tronco di un albero con i capelli leggermente mossi dal vento, il volto illuminato dal sole, straordinariamente caldo per una giornata autunnale, e gli occhi chiusi in un'espressione di totale rilassamento.

<< Lo sapete questo mi ricorda la nostra prima conversazione anche allora ero in un prato contro un albero mancano solo diversi strati di corde e catene >>

<< Ti hanno mai detto che hai uno strano senso dell'umorismo ragazzo? >>
<< Tante volte >> disse ridendo.

Con quelle parole calò il silenzio, ma non un silenzio teso come la sera prima, quel giorno la calma faceva da padrona e la quiete era interrotta solo dal canticchiare di qualche ultimo uccellino che presto sarebbe partito come i suoi fratelli per lasciare questa terra di sofferenza.

Restammo fuori fino all'ora di pranzo, pasto che con nostra grande sorpresa la figlia del locandiere decise di servirci sul prato, era una ragazza esile, probabilmente dell'età di d'Artagnan i cui capelli neri erano stati raccolti con molta fatica in una treccia, ma nonostante la volontà della loro padrona non sembravano per niente domati, anzi sfuggivano in ogni punto, dandole un'aria piuttosto disordinata, probabilmente non migliorata dalle macchie di farine sul grembiule grigio. Eppure nonostante l'aspetto leggermente goffo era molto graziosa un piccolo nasino e due grandi occhi verdi abbellivano il suo volto. Uscì dalla locanda portando un vassoio spaventosamente pieno di deliziose pietanze, tanto che dopo pochi passi, uno dei calici cadde a terra e subito il ragazzo si precipitò al suo fianco per raccoglierlo e prendere il vassoio dalle mani della locandiera.

<< Sono lieta di vedervi in piedi, Monsieur, quando siete arrivato eravate così pallido che ho temuto il peggio >>

<< Allora probabilmente vi devo i miei ringraziamenti, Mademoiselle >> lei lo guardò con aria interrogativa

<< Di certo senza i vostri piatti deliziosi non sarei qui a godermi questo sole oggi. >> continuò il ragazzo mentre la mora arrossiva visibilmente al complimento ma quando stava per rispondere udimmo provenire dalla locanda una voce profonda

<< Perdonatemi, Monsieur, mio padre mi chiama, spero possiate godervi il pranzo >>.

Nel frattempo Porthos e Aramis avevano assistito all'intera scena, ridacchiando silenziosamente e soltanto quando la ragazza scomparve alla loro vista Porthos esordì con:

<< Devo complimentarmi con il tuo buon gusto Darty, Elise è davvero molto affascinante >> a queste parole il ragazzo arrossì visibilmente

<< Porthos lei è davvero molto bella, ma mi dispiace deluderti il mio cuore apparterrà per sempre ad un altra, per quanto Lei abbia deciso di rifiutarlo. >>

<< E' lei la persona che hai giurato di proteggere? >> intervenne Aramis e d'Artagnan annuì leggermente

<< Prima dicevo che capivo il tuo desiderio di proteggere i tuoi fratelli, però ora in effetti mi rendo conto che in realtà il termine non era dei più adatti >> i tre scoppiarono a ridere all'affermazione

<< Ci parleresti di lei? >>

<< In realtà non c'è molto da dire, era bella come il sole, in effetti assomigliava ad Elise ma era anche completamente diversa >> al solo parlare di lei i suoi occhi si illuminarono << Era molto esile, ma era un errore considerarla fragile o delicata, aveva grandi occhi marroni con lunghe sopracciglia, però qui terminano i tratti che la potevano far confondere per una gran signora, era figlia di due contadini molto poveri, sin da piccola era stata abituata a lavorare nei campi quindi portava i capelli molto corti cosicché non le fossero d'intralcio, dacché mi ricordi li ha sempre tagliati più corti dei miei, ma dovevano essere sempre perfettamente in ordine tra l'altro era incredibile ma nonostante le lunghe ore passate sotto il sole la sua pelle era sempre bianchissima.

Era anche lei una maga, una potente anche, poteva controllare l'acqua, mi salvò la vita al nostro primo incontro quando entrambi eravamo poco più che bambini e non so più quante altre volte. Lei era innamorata dell'avventura, non so quante volte mi convinse a scappare di notte per poter attraversare la foresta lì vicino , per andare a vedere i cuccioli di lupi appena nati, di solito essere attaccati dalle loro mamme, cercare delle bacche selvatiche deliziose, ma soprattutto per imparare a utilizzare i nostri poteri. Avevamo quindici anni quando ci scambiammo per la prima volta e anche per l'ultima un bacio, nient'altro che un leggero tocco di labbra , ma non posso dimenticarlo. Lei si sarebbe sposata il giorno dopo, il suo futuro marito aveva il doppio della sua età ma era un borghese, era un matrimonio molto vantaggioso per i suoi genitori che avrebbero finalmente potuto smettere di lavorare, ma lei sarebbe stata infelice. Ricordo la tristezza nei suoi occhi quella sera, credevo che si sarebbe messa a piangere a un certo punto, ma lei era forte non l'ho mai vista piangere e avrebbe fatto di tutto per i suoi genitori perciò aveva accettato quel misero destino. Andammo via all'alba e da quel giorno la riuscì a vedere solo raramente, non avemmo più l'occasione di parlare . Un anno dopo fui arrestato, sull'orlo della sua nuova casa avevo voluto portarle dei fiori per rallegrarla, Lei amava i fiori d'arancio, li usava spesso per adornarsi i capelli come se avesse avuto bisogno di qualcosa che la rendesse più bella, eppure quei fiori mi caddero tutti quando vidi le guardie rosse, furono calpestati e distrutti, sotto gli occhi di Lei, perchè mentre venivo arrestato Lei era in casa la vidi che mi osservava da una finestra eppure non fece nessun cenno di volermi aiutare, tutto ciò che fece fu solamente osservare mentre mi trascinavano via. >>

una lacrima solitaria attraversò la sua guancia e si affrettò ad aggiungere << E' stato molto tempo fa, non preoccupatevi. >>

Porthos senza dire nulla si alzò e abbracciò il ragazzo in maniera stranamente delicata per uno come lui, quasi temesse che fosse così fragile da potersi rompere

<< Porthos ti ricordo che non sono un pezzo di porcellana, non mi spezzo facilmente, perchè adesso non facciamo invece una passeggiata, potremo gustare questo cibo nel bosco >> disse iniziando a camminare senza neanche aspettarli, quegli alberi lo chiamavano in maniera inspiegabile.

<< Si hai ragione d'Artagnan tu non ti spezzi >> mormorò Aramis senza essere sentito dagli altri due.

Aveva dimenticato la bellezza della foresta, l'aria umida, il verde intorno e quel posto inoltre gli sembrava stranamente familiare, quegli alberi, quelle montagne, gli ci volle più di qualche secondo per poterli riconoscere, ma non ebbe più dubbi quando vide che su un albero antico era stata incisa una croce al di sotto della quale c'erano due lettere due C tra loro intrecciate, era il bosco dove scappavano loro due. Poi si ricordò che avevano inciso quell'albero come molti altri nella foresta per non perdersi, che conducevano a una caverna che attraversava i monti. Se avesse voluto sarebbe potuto scappare, era impossibile ritrovare la strada senza conoscere la foresta. Avrebbe potuto scappare lasciarsi alle spalle quell'incubo e ritornare alla sua vecchia vita, avrebbe dimenticato quell'anno di tortura, quelle catene soffocanti, la minaccia del rogo che pendeva costantemente sulla sua testa. Però avrebbe dovuto abbandonare Porthos, Aramis e anche Athos, loro l'avevano aiutato e protetto senza che nessuno glielo avesse chiesto, senza ricevere nulla in cambio per la loro generosità anzi rischiando di essere cacciati dal reggimento per aver infranto la legge. Grazie a loro aveva ritrovato il sorriso, aveva scoperto che esistevano anche uomini caritatevoli, li conosceva solo da pochi giorni eppure gli doveva molto , troppo per abbandonarli così senza nemmeno una spiegazione.

E poi sarebbe scappato per tornare dove? Non aveva genitori o amici e l'unica donna che aveva mai amato lo aveva abbandonato al suo destino. Non era meglio morire tra persone care che vivere da solo?

Non si era accorto di aver iniziato a correre, la caverna ormai era vicina, ma si fermò improvvisamente e i due moschettieri lo raggiunsero in poco.

<< d'Artagnan cosa ti ha preso? Temevamo ti saresti ferito correndo così! >> esclamò Porthos, dolce ingenuo Porthos, l'idea che il ragazzo scappasse non lo aveva nemmeno sfiorato

<< Porthos potresti andare a prendere qualcosa da mangiare, presi dalla corsa di d'Artagnan abbiamo dimenticato il pranzo >>
<< Come vuoi Aramis >> e con queste parole tornò indietro ma l'altro moschettiere non parlò finchè non fu sicuro di non poter essere sentito

<< Perchè ti sei fermato? Se avessi tentato di scappare non ti avremo fermato ,di certo non ti avrei biasimato e neanche gli altri. Avremo capito. >>

<< Aramis i tuoi compagni sanno del tuo segreto? >> il moschettiere rimase spiazzato dalla domanda ma dopo qualche secondo rispose con un secco no

<< Hai paura che ti denuncino? >> questa il moschettiere rispose con un sonoro no immediatamente

<< E allora perchè?>>

<< Già altri sono morti per il mio segreto, non voglio che la situazione si ripeta . Non posso permettere che si ripeta >> affermò Aramis con gli occhi bassi e i pugni stretti come ricordando con rabbia le ingiustizie del suo passato

<< Anche io >> queste parole sorpresero il moschettiere

<< Cosa intendi? >>

<< Aramis se io scappassi, sareste voi a finire nei guai, verreste cacciati dal reggimento e forse incarcerati per aver aiutato un criminale, perchè è quello che sono secondo la legge. Non accetto che qualcun altro paghi per le mie azioni, soprattutto se sono persone che, anche se conosco da poco, mi sono diventate molto care. Tra l'altro dove potrei andare se scappassi? Affronterò il mio destino , qualunque esso sia. >> il volto del ragazzo si scurì, gli occhi sembrarono per un momento divenire rossi, ma forse si trattò solo di un'impressione, si uno strano riflesso.

<< Aramis stai sicuro che quando arriverò a Parigi lotterò per dimostrare la innocenza mia e di tutti quelli prima di me. Chi mi incarcerò si pentirà delle sue azioni! >>

<< Cosa intendi fare? Ribellarti alla corona? Al potere del cardinale? >>

<< Intendo domare le fiamme invece di soccombere ad esse >>

Note dell'autrice

Incredibile ma vero due aggiornamenti nello stesso mese....potrebbe essere un nuovo record...
Comunque immagino che questi capitoli nella locanda stiano leggermente iniziando a stancare, presto comincerà la vera azione anche se spero che il prossimo capitolo lo troverete interessante lo stesso ( sarà l'ultimo nella locanda) sarà dedicato al moschettiere che fino a questo momento ho lasciato un po' da parte Athos perchè data la sua diffidenza ho creduto che il suo rapporto con d'Artagnan si dovesse sviluppare lentamente, non si poteva affezionare subito come Porthos.
Per quanto riguarda questo capitolo, avevo promesso un capitolo più leggero e invece ho cominciato con i lamenti del narratore,mi dispiace non so proprio fare a meno del dramma, a proposito del narratore ho una cosa da dire, ha sempre detto di non essere bravo a raccontare e che commetterà degli errori, magari uno di questi errori potrebbe essere un indizio sulla sua vera identità?
Avverto che il personaggio di Constancesarà diverso da come ve lo aspettate, all'inizio volevo creare un personaggio molto più classico, ma ho deciso , invece di cambiare completamente; perciò vi avverto fin dall'inizio non vi aspettate un'eroina ma nemmeno una cattiva, di più non posso dire senza rovinare la storia.
Un'ultima cosa volevo ringraziare devil_smile e Kiriosako per le loro recensioni, se a qualcuno dovesse venire la malsana idea di leggere  questa storia lo prego di farmi sapere cosa ne pensa anche insultandola, accetto tutte le critiche perchè voglio imparare a scrivere meglio.
A presto
I love chocolate

 

  
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