Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: EmilyG66    20/09/2017    2 recensioni
Se Jack Frost avesse partecipato al compleanno di Anna quella giornata sarebbe stata leggermente differente e lui ed Elsa avrebbero avuto un attimo tutto per loro.
Questa fanfiction è stata scritta in attesa del nuovo corto “L’avventura di Olaf” e i personaggi non appartengono a me ma alla Disney e alla DreamWorks.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Doveva essere un giorno perfetto ed Elsa avrebbe fatto di tutto perché lo fosse. Dopo anni passati ad allontanare la sorella non desiderava altro che recuperare il tempo perduto e far felice Anna.
Il cortile era quasi pronto, le decorazione sistemate, i regali si trovavano tutti al loro posto e gli ospiti…beh sarebbero arrivati.
La regina aveva invitato tutto il suo regno, naturalmente insieme a: Olaf, Sven e Kristoff…o e Jackson Overland Frost ovviamente.
La magica sovrana passeggiava per il patio soleggiato occupandosi degli ultimi dettagli e infine della torta mentre il ragazzo di sua sorella terminava la scritta di “Buon compleanno Anna” appesa ad un filo.
Non appena lo spacca ghiaccio mostrò il risultato alla cognata quest’ultima fece un mezzo sorriso. Almeno ci aveva provato.
-Hm…manca ancora qualcosa…- si espresse la bionda portandosi l’indice destro al mento.
-Forse io? –chiese una voce alle sue spalle.
Il cuore di Elsa saltò un battito e si voltò con il sorriso più smagliante che avesse mai fatto verso lo spirito dell’inverno.
-Jack! –disse stupita correndo ad abbracciarlo.
Lui le mise le mani attorno alla vita ricambiando la sua stretta e il bacio che ne seguì. Era da parecchio che non si vedevano.
-Ti sono mancato? –domandò il ragazzo albino allontanandosi dalle labbra della regina.
-Molto. –confermò lei sciogliendo l’abbraccio e osservando curiosamente la felpa blu dell’amato.
Con un sorrisetto divertito ruotò il polso. Una scia magica sollevò alcune foglie da una vaso di fiori lì vicino applicandole sul tessuto e colorandolo di verde.
Il guardiano alzò un sopracciglio scuro positivamente insospettito.
-Verde? Perché? –volle sapere.
La sovrana socchiuse le palpebre con malizia.
-Lo vedrai. –lo informò ambigua.
-Ben tornato! –gridò Olaf correndo a stringere le esili gambe di Jack.
-Ehi piccoletto. Come va Kristoff? –chiese lo spirito dopo aver accarezzato amorevolmente il pupazzo di neve sul retro della testa e guardando il montanaro biondo.
-Non c’è male. –rispose quest’ultimo mettendo a posto lo straccio con cui aveva scritto finora.
-Allora, serve aiuto? –si offrì volontario l’albino facendo roteare il suo bastone non appena Olaf prese le distanze da lui.
-No, abbiamo appena finito. –affermò Kristoff.
Elsa gli ripulì la guancia, spostò un vaso di fiori e riprese gentilmente il pupazzo di neve per aver assaggiato un pezzo ti torta.
Non appena l’orologio del campanile rintoccò l’entusiasmo contagiò sia la regina di Arendelle che la sua creazione. La magica sovrana ghiacciò le due fontane e indietreggiò verso le porte mentre dava per l’ennesima volta le ultime raccomandazioni.
Quando si chiuse la porta alle spalle tutti, compreso Sven, tirarono un sospiro di sollievo.
-Nervosa la tua ragazza. –constatò lo spacca ghiaccio rivolgendosi al guardiano
-Già. -concordò lui.
-Da quando è così…euforica? –chiese nuovamente il fidanzato di Anna mettendosi a sedere su una sedia.
Non aveva mai visto la futura cognata così espansiva e ciò lo confondeva un po’.
-Non saprei, è una novità anche per me. Credo da sempre, sai com’è fatta quando si tratta di sua sorella. –gli ricordò.
Dopotutto erano trascorsi dei mesi e il montanaro biondo aveva iniziato a conoscere la vera regina, ma non poteva dire di saperne più di Jack.
Passarono diversi minuti. Ormai Elsa ed Anna stavano sicuramente dando la caccia ai molteplici regali della principessa quando alcuni esserini di neve fecero il loro ingresso nel cortile portando un po’ di scompiglio.
Finalmente lo spirito dell’inverno poté divertirsi un po’ cercando di acciuffare quei cosi.
-Ma che diamine sono? –domandò Kristoff allontanandone faticosamente qualcuno con la scopa.
-Non ne ho idea. –affermò l’albino bloccando l’avanzata di altri piccoli pupazzetti creando piccoli muri di ghiaccio con il suo bastone.
Lo spacca ghiaccio correva a destra e a sinistra insieme a Sven mentre Olaf, entusiasta dei suoi nuovi fratellini, tentava di stringerli tutti in un “caldo abbraccio”. Ogni volta che si voltava inoltre ne trovava sempre di più.
-Scommetto che in tutto questo centra Elsa. –disse con ovvietà il montanaro prima di prendere la testa di Olaf e lanciarla come una palla da bowling contro una piramide di snowgies che attentavano alla torta.
-Vado a vedere che cosa sta succedendo. Te la cavi senza il mio aiuto? –chiese il guardiano formando una gabbia di ghiaccio attorno a qualche mini-Olaf e librandosi in aria.
-È tutto…sotto controllo. –mentì Kristoff concentrato spostando la torta da un lato e dall’atro.
-Farò presto. –promise Jack volando via.
Ormai era pomeriggio inoltrato.
Il ragazzo seguì il filo rosso che attraversava tutta la città e sorrise all’idea che aveva avuto la regina di Arendelle qualche giorno prima. Anche lui ed Elsa erano legati da un filo, romanticamente parlando, ma il loro doveva essere probabilmente di colore azzurro.
Il cordoncino scarlatto lo guidò fin sulla cima campanile appena in tempo per vederne uscire la magica sovrana con un nuovo e bellissimo vestito verde a fiori. Ora capiva come mai avesse cambiato il colore della propria felpa.
La bionda non sembrava star molto bene, anzi assomigliava una donna ubriaca. La vide girare attorno ad un palo di legno un paio di volte e poi…perdere la presa.
-Elsa! –gridò lo spirito colto dal panico e spalancando gli occhi azzurri.
Prima che Anna potesse afferrarla mentre cadeva nel vuoto lui fulmineo la prese e la riportò sul pavimento di legno dove entrambi scivolarono a sedere.
-Mi è preso un colpo. –affermò la principessa posando in fretta i regali e inginocchiandosi accanto ai due.
-…Jack? –domandò Elsa quando vide il volto dell’amato e sorpresa di trovarsi tra le sue braccia.
L’albino la strinse un po’ di più, le baciò i capelli e parlò.
-Mi hai spaventato a morte. –ammise con dolcezza.
-Mi dispiace. –si scusò la regina tristemente posando la testa sulla spalla del guardiano e il viso nell’incavo del suo pallido collo.
-Elsa ammettilo, stai male. Dobbiamo portarti dal dottore. –decretò la ragazzina dai capelli ramati prendendo una mano della sorella tra le proprie.
La sovrana si scostò dalla spalla di Jack per guardare Anna negli occhi.
Era davvero in pena per lei.
-Tua sorella ha ragione, hai anche la febbre fiocco di neve. –le rivelò lo spirito ponendo le loro fronti a contatto.
La sentì bollente e per lui fu davvero strano visto che la sua amata aveva da sempre la pelle fredda come la propria.
-D’accordo. –si arrese alla fine la bionda.
Anna annuì sollevata alzandosi e l’albino sorrise apprensivo. Sapeva quanto Elsa si fosse impegnata perché quel giorno fosse indimenticabile per la principessa e gli dispiaceva che non fosse andato com’era nei piani.
Il guardiano la sollevò in stile sposa come se non pesasse nulla e scese dal campanile seguendo la sorella della regina.
La magica sovrana avrebbe voluto chiudere gli occhi e lasciarsi cullare dal battito del cuore di Jack ma sarebbe stato poco regale, anche farsi prendere in braccio in quel modo era sconveniente.
Arrivati al portone Anna lo aprì e in quel momento lo spirito dell’inverno si ricordò improvvisamente di Kristoff e di averlo lasciato da solo. Vedere Elsa ammalata gli aveva fatto dimenticare ogni cosa, così quando entrarono e fu gridato un “Sorpresa” anche lui ne rimase stupito.
C’erano tantissimi snowgies che formavano una vera e propria montagna!
Tutti gli ospiti cantarono la canzone per la principessa che venne portata via dai bambini e l’albino mise la regina coi piedi per terra, su richiesta della bionda stessa, tenendole però una mano sulla spalla.
La sovrana starnutì e altri piccoli snowgies apparirono dal nulla.
Elsa li guardò stupefatta mentre il guardiano era un po’ sorpreso.
-Ah ecco da dove vengono. –ammise svelando finalmente il mistero.
Alcuni snowgies fecero gioco di squadra per poter arrivare al bastone di Jack e scivolare giù come su uno scivolo. Il sottoscritto ne fu indispettito ma alla fine inclinò meglio il bastone acconsentendo il loro gioco.
Appena la torta fu mangiata e la regina ebbe “soffiato”, o meglio starnutito, nel corno per il compleanno Anna portò la sorella maggiore nella sua camera.
Lo spirito dell’inverno aiutò a rimettere in ordine il cortile mentre Kristoff accompagnava Olaf e gli snowgies da Marshmallow sulla montagna del nord.
La principessa di Arendelle mise a letto la magica sovrana, la coprì con la coperta che le aveva regalato per quel compleanno, le diede la medicina e una zuppa calda.
Quando la terminò la ragazza dai capelli ramati si alzò dal letto e salutò la bionda portandosi via anche degli snowgies appena creati.
Elsa rimase finalmente da sola.
Scese dal letto a piedi scalzi, si svestì del nuovo abito ponendolo nell’armadio e si infilò una vestaglia celeste a maniche lunghe.
Sciolse la sua treccia in modo che i capelli biondo platino le ricadessero morbidi dietro la schiena e si rimise la coperta sulle spalle prima di stendersi nuovamente sotto le coperte e posare il capo sul cuscino.
Un nuovo bussare alla porta le fece sollevare appena la testa. L’uscio di legno venne aperto e Jack Frost entrò nella stanza sorridendo nella sua direzione.
La camera era avvolta quasi completamente nel buio e solo una lanterna posta sul comodino accanto al letto illuminava l’ambiente. La regina di Arendelle era una visione con i capelli sciolti e le guance arrossate per la febbre.
-Ehi. –la salutò l’albino avvicinandosi.
-Ciao. –rispose la sovrana a sua volta.
-Come ti senti? –le domandò il guardiano sedendosi di fianco a lei sul materasso.
-Meglio. –confermò.
Almeno non sembrava più che avesse bevuto.
Jack le si accostò lentamente e le posò un delicato bacio sulla fronte. In effetti non era più tanto calda. Le passò poi la mano destra sulla guancia e fra i capelli chiari.
Quando la ritirò la bionda la prese con la mano sinistra e la intrecciò con la propria abbandonandole entrambe sulla coperta.
Un lieve prurito giunse al naso di Elsa che in fretta afferrò con il braccio libero un fazzolettino ricamato in seta bianco posto sul comodino e lo portò davanti al viso.
Premette contro le vie respiratorie e lo starnuto non uscì, l’ultima cosa che voleva era che gli snowgies conquistassero il regno. Lo spirito dell’inverno era sempre lì che la guardava e sorrideva divertito.
-Sai, in questi casi di solito si dice che “Jack Frost ti ha morso il naso”. –le rivelò allegramente.
Le labbra della regina di Arendelle si incurvarono verso l’alto nuovamente e il tessuto bianco venne tolto e rimesso al proprio posto.
-Ma non mi hai morso il naso. –gli fece notare la magica sovrana ricambiando lo sguardo che le dava il pallido ragazzo.
L’albino si piegò verso di lei e schiuse appena la bocca mordicchiandole amorevolmente la candida pelle del naso con i suoi scintillanti denti bianchi.
La bionda ridacchiò mentre Jack si faceva indietro per vedere la sua espressione e tentare di coinvolgerla in un altro bacio. L’indice destro di Elsa tuttavia fu subito sulle proprie labbra ad impedire quel contatto.
-Prenderai anche tu il raffreddore se mi baci. –affermò come una madre apprensiva ritraendo il dito.
Lo spirito non si diede per vinto.
-Sono morto ricordi? Non posso ammalarmi. –spiegò sicuro.
La regina di Arendelle alzò gli occhi al soffitto e sciolse la mano sinistra ancora intrecciata con quella dell’albino afferrandolo per i lati del viso. Vi posò una leggera carezza con il pollice poi lo baciò.
Il guardiano mise la mano destra sul suo collo e l’altra dietro la nuca della magica sovrana mentre lei infilò una mano affusolata tra quei capelli finissimi e bianchi.
Il bacio fu lungo e fermo.
Quando si separarono Elsa sbadigliò poco elegantemente e si apprestò a porre immediatamente il palmo della mano davanti alla bocca.
-Sei stanca? –le chiese il ragazzo dagli occhi azzurri.
Lei annuì e nel farlo la coperta che portava sopra le spalle le scivolò lungo il braccio.
-Allora devi dormire. –constatò Jack riavvolgendola nel tessuto come aveva fatto prima Anna e provando ad alzandosi.
Venne subito fermato dalla bionda che gli afferrò la manica della felpa ancora verde tendo con l’altra la coperta.
-Vuoi che resti? –domandò semplicemente lo spirito di nuovo seduto.
-Resta. –confermò la regina di Arendelle lasciando la presa.
Il sorriso non si spense dal volto del ragazzo.
-Se me lo chiedi così fiocco di neve…-fece lui ironico prima di alzarsi e girare attorno al letto.
Non era la prima volta che dormivano insieme e per quanto fosse indecoroso non potevano proprio farne a meno. Infondo erano fidanzati e quasi promessi sposi.
L’albino si stese sopra le coperte dalla parte sinistra e si voltò sul fianco per abbracciare la sovrana che avvicinò subito il volto al suo petto chiudendo gli occhi glaciali simili ai propri.
-Notte amore mio. –le sussurrò lui in un orecchio scostandole un lungo ciuffo dei capelli sciolti dal viso.
Lei emise un sospiro contento a quelle parole e Sandman la fece assopire.
Il guardiano alzò appena la testa per soffiare oltre il capo della ragazza dormiente e la lanterna sul comodino si ghiacciò spegnendo la fiammella al suo interno.
Ora solo la luce della luna illuminava i due amanti addormentanti in una camera silenziosa e l’uno nella braccia dell’altra.
Fine.
  
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