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Autore: Philly123    21/09/2017    1 recensioni
Fu una sera di autunno, pioveva, per terra era bagnato. Sono i miei primi ricordi, i primi ricordi di quando incontrai i Ghoul. Di quando incontrai Uta.
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[N.d.A. Salve a tutti, questa è la mia storia! E' un periodo un po' pesante e scrivo solo e unicamente per rilassarmi quindi perdonate le sviste, non rileggo molto. Per il resto adoro il personaggio di Uta ma credo che al momento sia molto piatto. Ho deciso di renderlo un figo frustrato come lo immagino nella mia mente. Spero che l'idea vi piaccia. Commentate se volete!]
Genere: Avventura, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Uta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Anche questa volta il signor Yoshimura stette ad ascoltarmi senza cambiare espressione. Nonostante avesse sempre quell’aria seria, adesso sembrava leggermente meno scontroso. Cos’aveva contro di me? In fondo, ero stata la vittima in tutto e per tutto, ero stata attaccata e quasi sbranata.

-Anche questa volta ti abbiamo portata qui per curarti, ma le tue ferite sono molto gravi. Nonostante ciò, portarti in ospedale vorrebbe dire rivelare l’operato di un ghoul che è scappato dalla nostra giurisdizione. Infine, Uta si è detto contrario riguardo il lasciarti andare.-

Uta si voltò verso di me con aria imbarazzata. Era stato con me per tutto quel tempo. Io praticamente non parlavo. Stavo zitta e ascoltavo il signor Yoshimura. Non so perché, ma nonostante fossi sul letto mezza squartata, e nonostante fossi vittima di un’aggressione, mi sentivo come una bambina che viene rimproverata dai grandi.

-Inoltre, c’è un'altra questione di cui dobbiamo parlare- continuò il vecchio.

Sicuramente di quello che ero riuscita a fare a quel ghoul, pensai.

-Del tuo fisico- esclamò Uta.

-Come?- chiesi, quasi incredula della risposta diversa dalle mie aspettative.

-Stai molto male- spiegò Yoshimura –Ci sono anche possibilità che tu non sopravviva. Qui ti abbiamo curata come curerebbero un umano in ospedale, ma questa volta potrebbe non bastare. L’ultima volta abbiamo usato il sangue di Uta, il problema è che se continuiamo queste cure potresti diventare, ecco, meno umana.-

-Scusi, ma di che stiamo parlando?!- esclamai, in preda al panico.

-Più sangue di ghoul entra nel tuo corpo e più vi è possibilità che la tua natura viri. Abbiamo già visto cosa succede ad impiantare degli organi ghoul in un corpo umano, avviene una semi-trasformazione. Nel tuo caso, il tuo corpo si abituerebbe lentamente, e con meno stress, cose che priva ti facevano ribrezzo adesso potrebbero sembrarti normali.-

-No!- quasi urlai –Non voglio rinunciare alla mia umanità, non voglio diventare un mostro!-

 

Dopo quella frase, sia Uta che il vecchio erano usciti, quasi senza commentare. Cosa avevo fatto? Sicuramente li avevo offesi, e per quanto non me ne importasse niente del signor Yoshimura (che comunque mi aveva salvato la vita per la seconda volta), ero comunque in pena per Uta, che mi aveva tenuta con sé per tutto quel tempo.

Come avevo fatto ad essere così insensibile?

Provai a smuovermi dalla mia posizione, ma l’unica cosa che provai fu dolore. Le gambe erano come intorpidite, forse sarei morta.

La porta si accostò, illuminando leggermente la stanza. Questa volta non eravamo sotto terra, piuttosto, la stanza sembrava al primo piano, una zona tranquilla di Tokio. Potevo riuscire a vedere la strada attraverso la tenda che copriva la finestra. La giornata era evidentemente autunnale, ma un pallido sole riusciva comunque a filtrare. Questo stesso doveva illuminare il corridoio, da cui proveniva un bagliore più forte.

Uta si affaccio da dietro la porta, faceva sempre nello stesso modo, prima sbirciava con la testa e poi si infilava attraverso uno spiraglio minuscolo, come per evitare di disturbare.

-Scusami- biascicai a testa bassa, ancor prima che iniziasse a parlare.

-Non sono offeso, però, Midori…- si avvicinò a me con aria grave.

Potevo sentire il suo respiro sulla guancia, mentre mi fissava, sedendosi sul letto. Nonostante fosse stato tremendamente delicato, avevo provato una fitta all’addome.

-Cosa c’è?- chiesi.

-Il signor Yoshimura pensava che fosse meglio te lo dicessi io. Il tuo corpo, vedi… tu stai molto male. La ferita sul petto è arrivata fino al muscolo, ma non ci sono danni gravi, tornerà a posto se non la sforzi.-

-Ma?- chiesi.

-Ma… ma la pancia, ecco, il problema è la pancia. Le ferite erano troppo profonde. Non hai idea delle risorse che abbiamo qui e di quanto sia organizzata la società dei ghoul, ma devi capire anche che abbiamo fatto tutto il possibile, e continui a vomitare sangue. Appena l’ho detto al vecchio non ha avuto dubbi, questa situazione non si risolverà così.-

-Che vuoi dire, Uta?-

Gli presi la mano e gliela strinsi con tutte le mie forze, che pure erano molto poche.

-Dovresti prendere in considerazione….-

-Cosa stai dicendo? Dovrei trasformarmi in un ghoul, come quel Kaneki? Io non voglio rinunciare alla mia umanità! Forse ho sbagliato prima a utilizzare quelle parole, ma per quanto riguarda il concetto, ci credo ancora. Perché Yoshimura non ha nominato quello che ho fatto al ghoul?-

-Gliel’ho nascosto, non volevo ci fossero conseguenze. Se lo scoprisse, passerei dei guai per averlo omesso. Inoltre, non sarebbe più tanto restio a darti il mio sangue, dato che probabilmente la transizione è già iniziata.-

Mi piegai su me stessa, con grande dolore, e mi coprii il volto con le mani. Cosa dovevo fare? Vivere e diventare un mostro assetato di sangue o cercare di sopravvivere con gli organi interni in pezzi? Avrei saputo rinunciare alla mia vita pur di non rinunciare alla mia umanità?

  
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