Film > Le 5 Leggende
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Autore: Korin no Ronin    21/09/2017    1 recensioni
E' la prima volta che mi avventuro a scrivere di un film, mi sento come se camminassi sulle uova.
Un paio di precisazioni: Jack vive da secoli, quindi, per me, non è un ragazzino, e secondo, per quanto riguarda Sandy è tutta colpa di Pinterest ( ma anche mia) ;P
****
Il soldato si diresse verso il confine di quel mondo minuscolo stringendo le dita attorno alle sue. Si fermò un paio di passi prima dell'oscurità. Allentò la stretta per prendere il viso del ragazzo fra le mani.
“Promettimi di non cadere mai nell'illusione in cui si cullano gli umani. Esiste ciò che è bene e ciò che è male, niente di intermedio. Il grigio è bianco già corrotto, il nero non può essere diverso da ciò che è.”
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: I Cinque Guardiani, Jack Frost, Kozmotis 'Pitch' Pitchiner, Pitch
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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La sabbia dorata ricadde dal cielo come una cascata, si disperse ovunque ce ne fosse necessità e dissolse ciò che restava degli incubi fuggitivi e di quelli caduti in battaglia. I Guardiani furono gli unici a esultare, mentre gli umani, ignari, continuavano la loro vita di sempre.
Tornati alla loro base, furono accolti da elfi esagitati, yeti commossi e una generosa quantità di cibo e idromele. Troppo stanchi per opporre una valida resistenza, si lasciarono coinvolgere nei festeggiamenti. Dopo un tempo considerevole, finalmente gli elfi cominciarono a crollare, ma troppi erano ancora presi dalle canzoni che Nord cantava con foga per riuscire a interrompere le loro danze. Coniglio, dal canto suo, se ne stava tranquillo in un angolo, ghignando in continuazione per il modo in cui Toothiana si trovava a cambiare compagno di ballo ogni tre secondi circa.
Jack si accorse dell'assenza dell'Uomo dei Sogni solo quando riuscì a sfuggire alle vorticose danze in cerchio in cui era stato coinvolto. Abbandonò la sala con circospezione. Trovò il compagno tra le statue di ghiaccio del giardino. Sedeva, con la schiena curva, sopra un'enorme testuggine, circondato da un nugolo di minuscole, bizzarre creature che mai avevano calcato il suolo di quel pianeta. Il ragazzo pensò che la sua presenza fosse, in quel momento, inopportuna.
-Ti ho visto.-
Jack si avvicinò all'altro Guardiano con aria colpevole. Sandy non gli era mai parso così abbattuto; non si era nemmeno curato di ridare una forma degna di questo nome al suo amato frac. Non faticò ad immaginare quanto fosse stato terribile toccare Pitch tanto profondamente.
-Con lui... Non c'era un altro modo?- chiese.
-Non in quel momento.-
Il ragazzo si sedette accanto a lui e gli strinse una mano. L'altro sospirò. Si sentiva un po' in imbarazzo a lasciarsi consolare, ma le dita strette attorno alle sue gli diedero almeno al forza per affrontare un discorso che, seppur complicato, gli stava molto a cuore.
-Ascolta, Jack...se hai qualcosa da dirgli fallo ora.-
Il giovane lo guardò sorpreso, poi scrollò le spalle.
-Non abbiamo argomenti da condividere.-
-Non ho detto che lo devi fare per lui.-
Le creaturine dorate divennero cristalli di neve.
-E' per te che devi farlo. E anche per noi, in un certo senso: un Guardiano con dei rimpianti non fa un buon lavoro.-
-Non sono sicuro che rimpiangerei di non aver fatto quello che mi chiedi.-
Il Guardiano dorato sollevò un angolo della bocca.
-Stavolta potrebbe passare molto tempo, pensaci bene. Dopo che la mia sabbia si sarà corrotta non potrai più avvicinarlo senza correre dei rischi.-
Jack gli serrò la mano.
- Non voglio che sappia nulla.-
Sandy aggrottò le sopracciglia.
-Sei davvero convinto che non se ne sia accorto?-
Il ragazzo si mosse, a disagio.
- Preferirei non dargliene conferma.-
-Ha già le sue certezze, a riguardo. Non lasciare che faccia incancrenire anche quelle.-
Sandman si portò la sua mano sulle gambe e la strinse anche con l'altra.
-C'è bisogno di luce là dentro. So quel che dico, Jack. Per favore, pensaci ancora prima di rifiutare.-
Il ragazzo rimase in silenzio, a testa china. Di nuovo, si chiese dove il suo compagno potesse avere vagato nei minuti in cui aveva minato dall'interno la forza del loro avversario, su quali mondi oscuri e meraviglie ormai distorte avesse posato lo sguardo; e, ancora, se avesse avuto la possibilità di parlare con Kozmotis. Ciò che gli chiedeva, al confronto, non era che un'inezia.
-Ti preoccupi per me, stai in pena per lui. Pensi mai a te stesso?-
Il Guardiano dorato parve sorpreso, poi rise, piano.
-E' quello che sto facendo.-
Jack si appoggiò alla sua spalla. Rimase immobile e zitto per un tempo insolitamente lungo.
-Hai ragione.- disse, infine -E' meglio che ci vada.-
Sandy richiamò attorno a loro delle lucciole. Il giovane non si mosse.
-Tra un po', va bene?-
-C'è tutto il tempo che serve.-
Le lucciole si posarono, pazienti, sul ghiaccio e sui rami. A Jack parve che nulla fosse mai stato più luminoso.

********

Pitch emise un gemito di frustrazione. Poggiato con la schiena alla parete rocciosa non riusciva ancora a muoversi. Maledisse la sabbia dorata che gli scorreva, implacabile, nel corpo. Era così furioso da non avvertire nemmeno i morsi che i fearlings gli assestavano di tanto in tanto. E da non curarsi nemmeno di controllare il linguaggio: non appena vide le prime luci si lasciò sfuggire un'imprecazione che non avrebbe sfigurato in nessun quartiere portuale. Quando, infine, mise a fuoco la figura davanti a sé, proruppe in una risata stridula.
-Sei venuto a vendicarti, piccolo Jack?- chiese, ad alta voce.
Il ragazzo scrollò le spalle.
-E' una possibilità.-
Con un colpo deciso spazzò via i fearlings che si erano nascosti poco distante. Pitch contrasse il viso come se lo avesse colpito direttamente.
“Sei diventato senza cuore.” commentò.
Jack gli poggiò la parte ricurva del bastone sulla parte sinistra del petto.
-Adesso sei tu quello irriverente.-
L'uomo rise ancora, ma il corpo, nei limiti del possibile, tradiva la sua tensione. Jack era circondato da lucciole d'oro, non poteva sapere se non le avrebbe usate per attaccarlo. Con lui si era largamente spinto ogni oltre limite di sopportazione, il fatto che fosse un Guardiano non era un motivo sufficiente perché non decidesse di fargliela scontare in qualche modo. Conosceva gli umani a sufficienza da sapere che erano disposti a mettere da parte anche le loro qualità più nobili pur di avere soddisfazione.
-Vuoi levarmi anche la voce?- chiese, in tono accusatorio.
Il Guardiano sospirò, piano.
-Non sono io che mi sono messo nelle condizioni di finire così.-
Pitch lo trapassò con lo sguardo, così furibondo da non riuscire nemmeno a pensare con chiarezza. Si accorse, però, che il giovane non pareva trarre alcun piacere dalle sue parole. Il Signore degli Incubi emise un lungo respiro, e tornò a poggiare la testa alle parete alle sue spalle.
Jack tenne lo sguardo su di lui fino a che non lo vide cedere, poi, lesto, come se temesse di pentirsene, si inginocchiò, a cavalcioni delle sue gambe immobili, e gli premette la mano destra sul petto. Sotto le dita percepì, finalmente, un leggero tepore.
Il Re degli Incubi sentì la sabbia agitarsi. Smise di respirare per qualche istante, poi alzò lo sguardo sul Guardiano
-Che ci fai qui?- chiese, stanco - Non stai neanche provando a umiliarmi, allora cosa vuoi?-
L'uomo avvertì la pressione sul petto farsi più forte.
-Lì non c'è nulla da trovare, mi pare tu l'abbia capito..-
-Lo so.-
Jack si sporse e poggiò le labbra sulle sue. Pitch, non si sottrasse, e non fece nulla che potesse spingerlo ad allontanarsi. Pensò che sarebbe stato sciocco disdegnare quel lieve piacere, se ne convinse così tanto da ritenere una conseguenza logica assecondare la delicatezza con cui veniva toccato.
-Dovresti vendicarti più spesso.- mormorò, sfacciato, quando il contatto si interruppe.
Il ragazzo, piegò un angolo della bocca e pochi attimi dopo era in piedi di fronte a lui, con l'espressione di chi non avrebbe ripetuto nulla una seconda volta.
-Non sarò mai grigio.- affermò.
L'uomo oscuro venne colto di sorpresa: era certo che nessuno sapesse dello spettro che aveva avuto accanto.
Jack, per contro, non si chiese il perché della sua espressione perplessa, né quale altro significato potessero avere le sue parole. Non le aveva pronunciate per lui.
-Ti avrò per me, qualunque sia il tuo colore.”- dichiarò l'altro, di rimando.
Jack, inaspettatamente, ridacchiò e gli diede le spalle, senza aggiungere altro.
Giunto all'esterno respirò a fondo, poi piantò il bastone nel terreno e si concentrò. Nelle profondità della terra milioni di minuscole gocce filtrarono attraverso le rocce fino al rifugio di Pitch, Penetrarono al suo interno, poi i cristalli di ghiaccio crebbero fino a ricoprire ogni anfratto. Le lucciole si lanciarono verso il terreno, lo attraversarono e ripresero la loro forma all'interno delle stalattiti trasparenti e di ogni ghiacciolo che fosse abbastanza grande da ospitarle. C'era bisogno di luce, e ora non sarebbe mancata, almeno fino a che il buio non avesse ripreso abbastanza forza.
Il ragazzo si sfregò gli occhi, preso da un attimo di sconforto, quindi, raccolte attorno a sé le lucciole rimaste, prese il volo per tornare dagli altri.

  
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