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Autore: Rosheen    22/09/2017    1 recensioni
Vi fu un tempo, molte ere or sono, quando nessun piede umano aveva calpestato il nostro mondo e gli elfi erano giovani, quando gli Dei camminavano sulla Terra e i Draghi dominavano incontrastati il Cielo, ecco, in quel tempo tutto era in Pace e Armonia, e nessuno ricordava più che suono avesse la parola Guerra.
È in tempi come quello, quando ogni cosa è Bene, che il Male sceglie di ridestarsi.
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il Distruttore di Mondi'
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LA FANCIULLA E IL DRAGO

 
 
 
 
 
Vi fu un tempo, molte ere or sono, quando nessun piede umano aveva calpestato il nostro mondo e gli elfi erano giovani, quando gli Dei camminavano sulla Terra e i Draghi dominavano incontrastati il Cielo, ecco in quel tempo tutto era in Pace e Armonia e nessuno ricordava che suono avesse la parola Guerra.
È in tempi come quello, quando ogni cosa è Bene, che il Male sceglie di ridestarsi.
Il Male si recò nelle profondità della Terra dal suo figlio prediletto, il quale stava dormendo un sonno così profondo che gli ci vollero molte parole per scuoterlo e fu solo quando pronunciò il suo Nome che riuscì nel suo intento. Il grande Drago Nero aprì gli occhi, inspirò coi potenti polmoni e scosse le ampie ali, alzò la testa al Cielo e mandò un’alta fiammata: Ancalagon si era risvegliato.
Il Distruttore di Mondi uscì dalla sua prigione, si alzò in volo e percorse in breve tempo la superficie intera della Terra, ruggendo il nome di tutti i suoi figli ed alleati, risvegliandoli e chiamandoli ad unirsi a lui in una nuova battaglia contro le forze del Bene.
Tutti loro risposero alla chiamata e si unirono ad Ancalagon e insieme si riversarono nei fiumi e nei laghi, nelle foreste e nelle città, nei campi e fra i picchi delle montagne e distrussero e morsero e bruciarono e uccisero.
Gli abitanti della Terra non rimasero fermi a guardare: tutti loro, elfi, Dei e Draghi unirono le forze nel tentativo di scacciare il Male che imperversava per le loro terre e si batterono con coraggio e valore.
Le battaglie e i fuochi divamparono per anni, così a lungo che quando anche i più anziani di loro morirono per lasciare posto alle nuove generazioni queste non avevano mai sentito in vita loro la parola Pace. Tutti combattevano, e tutti perivano.
Fu durante una di queste battaglie che un giovane elfo morì, e quando i suoi capi riferirono alla sua amata la di lui triste dipartita questa pianse profondamente. Pianse per tre giorni e tre notti e quando non ebbe più lacrime da piangere si mise a pregare. La fanciulla invocava la fine della guerra e delle sofferenze, rivolgendo le sue parole al Cielo. E il Cielo riferì a Lui le sue suppliche.
Il Primo udì fra le mille grida dei disperati le tristi parole della fanciulla e queste lo toccarono così profondamente che ebbe pietà di lei. Le rispose di non aver paura, che aveva ascoltato le sue preghiere e che esse sarebbero state esaudite. La fanciulla ne fu inizialmente spaventata, perché non aveva mai sentito parlare del Primo e non aveva mai udito la sua Voce prima di allora. Quando fu pronta, lo ascoltò.
Il Primo le rivelò che per far cessare la Guerra e tornare la Pace avrebbe dovuto sconfiggere Ancalagon. Lei gli disse che non sapeva come impugnare una spada o come uccidere ma il Primo le rivelò che non ve ne sarebbe stato alcun bisogno, perché Ancalagon non poteva essere ucciso, ma solo bandito.
Così la fanciulla seppe cosa doveva fare.
Uscì all’alba del quarto giorno e camminò, i piedi nudi e lacerati dai rovi e dai sassi che incontrava sul suo cammino, arrivando al campo di battaglia dove le forze del Bene si stavano scontrando con quelle del Male, guidate da Ancalagon in persona. Attraversò gli scontri e i duelli e le lame sembravano evitare di incrociare il suo passaggio, finché non arrivò faccia a faccia col Digrignadenti.
Ancalagon le disse di essere stata una sciocca a giungere fin lì e le chiese se fosse pronta per morire.
Ma la fanciulla gli disse che quel giorno non sarebbe più morto nessuno, poiché sarebbe stato sconfitto.
Ancalagon rise e le soffiò contro una fiammata mortale. Ma poco prima che il fuoco potesse raggiungerla la fanciulla parlò e disse a Voce alta la parola che il Primo le aveva rivelato, l’unica parola che sarebbe stata in grado di bandire Ancalagon dal loro mondo: Speranza.
Ancalagon, sentendo nominare la sua vecchia nemica, gridò forte e con disperazione al Cielo, maledicendo il Primo mentre la Terra si apriva per inghiottirlo e intrappolarlo al suo interno ancora una volta. Quando la Terra si richiuse, di lui non vi era più alcuna traccia.
L’esercito del Bene, rincuorato, combatté con rinnovato vigore e riuscì a scacciare e disperdere le forze del Male, che fecero ritorno alle proprie prigioni. Molti canti e grida di gioia si levarono al Cielo inneggiando alla vittoria e alla fine della Guerra, e gli occhi di tutti si volsero a cercare la fanciulla che era riuscita dove tutti loro avevano fallito.
Ma lei era scomparsa. Il suo corpo si era dissolto, lambito dalle fiamme del soffio di Ancalagon e il suo spirito si era ricongiunto con quello del suo amato in Cielo.
Le lacrime sgorgarono, inondando i volti dei presenti e bagnando le loro scintillanti armature. Tornarono a casa dalle loro mogli e i loro figli e raccontarono alle loro famiglie e ai loro popoli che Ancalagon era sparito e il Male era stato sconfitto.
E tutti insieme cantarono del Bene e della Pace e brindarono alla fanciulla elfica che grazie al suo sacrificio e alla forza del suo amore era riuscita a sconfiggere Ancalagon, giurando che il suo nome non sarebbe mai stato dimenticato e che, finché ci fosse stata Speranza, mai più il Male avrebbe preso possesso delle loro terre.

   
 
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