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Autore: AndreaBrivio17    23/09/2017    1 recensioni
Questa storia narra di un abate, nonché cavaliere d’Ordine, e del suo botanico. I due vengono coinvolti in una battaglia contro un popolo nemico. Una storia di avventura e di pericoli, che si può considerare il seguito de “Il piccione, il ratto, il canguro e i dinosauri”. Stavolta, però, invece che servirmi del vocabolario, ho unito le parole che uscivano da “una voce a caso” di Wikipedia. Buona lettura.
Genere: Avventura, Commedia, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta in Mozambico un abate e cavaliere di nome Paul. Egli viveva insieme al suo fedele botanico e giardiniere Auguste Joseph, soprannominato AJ. Un giorno i due andarono a trovare i loro vicini: la famiglia Volumni.
“Ci hanno mandato una telefoto in cui ci invitavano a festeggiare la vittoria del campionato di arti marziali del loro figlio Kang, ecco perché stiamo andando” spiegò Paul al suo amico.
“Una telefoto?” Domandò AJ.
“Sì, un messaggio telefonico con un’immagine… com’è che la chiamate voi giovani?”
“MMS, Paul, un MMS.”

Arrivati alla casa dei loro vicini, trovarono il giovane campione Kang, suo fratello calciatore Miroslav e la squadra di pallacanestro Trapani della quale il padre dei due ragazzi aveva fatto da coach. Era presente anche la fidanzata di Kang: Genari.
Erano passati 498 minuti dall’inizio della festa quando arrivò Robert. Egli veniva direttamente dal fortino sulla foce del fiume per avvisare tutti i presenti (ma soprattutto il cavalier Paul) che il malvagio Wolverton stava arrivando. All’udire ciò si fece gelo in tutta la casa, il gruppo musicale smise di suonare e Liga, madre di Miroslav, iniziò a gridare “Timmiarmiut! Timmiarmiut!”
“Che vuol dire?” Chiese AJ a Paul.
“Che Eugenio, il capo-dipartimento, sarà arrabbiatissimo”.

Paul e AJ andarono subito dal capo della prefettura in cui vivevano (il Dipartimento Reillon) per informarlo dell’arrivo imminente del re del popolo Atila. Arrivarono nell’ufficio di Eugenio mentre stava ascoltando “The Darkside Vol.1” svaccato sulla sua poltrona.
“Signore, dobbiamo convocare un conclave per decidere cosa fare contro Wolverton e gli Atila!” irruppe Paul, fermando la musica.
Eugenio saltò in aria dallo spavento ma si ricompose e rispose: “Scialla man. Non riusciranno a passare la Palude Cayuga”.
“Ma non doveva essere arrabbiatissimo?” Sussurrò AJ nell’orecchio del cavaliere.
“Capo, il suo predecessore, Il Nuda, ha bonificato la palude due anni fa…”.
“COSA?!?!?! Ah, quando mai ho deciso di candidarmi! Sì certo, ero entrato nella Billboard200 come uno degli uomini più adatti al comando, ma perché non ho lasciato Chankatagh a competere da solo per la carica, sarebbe stato certamente meglio di me, ma no! Ho ascoltato quello che mi diceva Brower ed ecco il risultato. Avrei dovuto partecipare al Ljubljana Open, che avrei sicuramente vinto, e invece sono qui a raccogliere i frutti di predecessori incompetenti. Sapete, facevo parte della grande squadra Libertas, io, ero…”.
“Capo, zscusi ze la interrompo, ma gli Atila ztanno arrifando!” Disse un quattrocchi col camice bianco e l’accento tedesco entrando nell’ufficio.
“Ma a differenza tua loro non arrivano in ritardo Dr.Pfalz! Lo so già, mi hanno appena avvertito. Fa’ una cosa, recati insieme al cavaliere e al suo assistente nella sala riunioni mentre io convoco il conclave”. Gli disse Eugenio e premette un pulsante rosso con scritto “Pericolum Humani generis”.
   
 
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