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Autore: Moonfyre_    23/09/2017    0 recensioni
Lilith ha 17 anni e 4 anni fa fu abbandonata in un parco, si è risvegliata senza ricordare nulla tranne il suo nome. Da allora Lilith ha vissuto per strada fin quando una notte non sognò suo padre...
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza dai capelli neri si alzò dalla brandina e uscì di casa per chiedere elemosina sperando di mangiare almeno quel giorno quando buttò l'occhio al lato della strada e vide qualcosa brillare tra dei vecchi scatoloni. Si avvicinò incuriosita e tirò fuori una catenella dorata dai vecchi scatoloni. Terminava con una pietra che somigliava alla galassia e aveva bordi eleganti in oro e una scritta al centro in caratteri eleganti che citava un nome: "Lilith" 
-Ma.. è il mio nome...
Sussurrò flebilmente la mora
-Sarà una coincidenza? Meglio non pensarci troppo.. Magari la potrei vendere e guadagnarmi qualcosa...
Pensò ad alta voce mettendo "l'amuleto" in tasca e andò alla ricerca di un posto per racimolare qualche spicciolo. Erano passate circa 2 ore quando Lilith si alzò e prese i vari spiccioli lasciati dai passanti, fece un calcolo veloce e scoprì che aveva racimolato 20€. Felice si diresse al supermercato più vicino e dopo aver comprato le solite lattine piene di cibo precotto si fece un regalo, si comprò anche una piccola barretta di cioccolata. Erano 2 anni che non mangiava della cioccolata e voleva tenersela per ultima sapendo quanto raramente poteva permettersela. Quel giorno Lilith decise i andare a Lighting Park, dove fu abbandonata e dove iniziano i suoi ricordi. Si affacciò dal ponte che dava su un fiume e sospirò rumorosamente. Prese l'amuleto dalla tasta e lo guardò attentamente. 
-Chissà a chi appartiene... 
Sussurrò mentre si sedeva sul bordo del ponte con le gambe a penzoloni sul fiume. Più lo guardava più la pietra centrale sembrava trasparente, fino a quando non diventò un specchio e lì lei vide i suoi occhi. Erano azzurri e viola con sfumature gialle e verdi e costellati da miriadi di puntini come le stelle. Sconvolta chiuse gli occhi per un paio di secondi ed ecco che tutto tornò alla normalità. Scosse la testa e posò l'amuleto in tasca, poi scese dal ponte e si inoltrò nel bosco lì vicino; lì non ci andava mai nessuno, sarebbe stata in pace per un po'. Si arrampicò su un albero dopo qualche metro e poco sotto la chioma c'era uno spiazzo dove si diradavano tutti i rami lasciando vuota la parte centrale. Ci sarebbero entrati 6 giocatori di basket vista la grandezza e l'altezza. C'era un buco proprio al centro della chioma dell'albero dove si poteva osservare il cielo. Lilith si stese lì sospirando rumorosamente. Osservò il cielo da tardo pomeriggio fino alla sera. Decise di dormire lì perché non aveva voglia di scendere, su quell'albero si stava particolarmente bene. Dopo circa 5 minuti Lilith si addormentò.

Lilith vide se stessa. Era seduta su un piccolo trono nero e rosso. Era vestita elegantemente, sembrava una principessa del passato. Aveva un vestito con corpetto attillato e gonna ampia tutto rigorosamente nero e rosso. I capelli neri erano perfetti, senza un nodo, erano lunghi, lisci e portavano una frangetta a nascondere la fronte della ragazza. Nei capelli aveva una bellissima corona nera piena di piccole gemme rosse e piume di corvo. Una ragazza molto somigliante ad una schiava le venne vicino, si inchinò e parlò
-Principessa Lilith... Il suo piano è riuscito... Una delle terre del regno di Solaria è finalmente sua... 

Lilith sorrise maleficamente
-Oh ma che bella notizia! E dimmi avete preso qualche progioniero?
-Si mia Signora... Ecco il comandante delle forze armate di Solaria, Il Sergente Revil.
La schiava si inchinò e lasciò entrare due guerrieri con armature nero lucido che spingevano un altro cavaliere ridotto abbastanza male con un armatura che doveva essere bianca un tempo e rifiniture in Oro e Argento. 
-Oh bene! Il Sergente Revil!
Esclamó Lilith ridendo maleficamente.
-Mio padre sarà fiero di me... Portatelo nelle celle. Fate in modo che non scappi. Vi dirò poi cosa farne. Portate anche gli altri cavalieri lì e la gente comune... Beh, a quella ci penserà Geralt.
Disse la principessa prima di alzarsi con un sorriso beffardo e camminare a passo fiero ed elegante verso una delle tante stanze del castello con solo il rumore dei suoi passi e le imprecazioni del Sergente Revil. 
In tutto ciò la Lilith "reale" era rimasta spiazzata dal comportamento della sua copia e mentre provava a proferire parola l'atmosfera cambiò. Era come rinchiusa in una bolla di oscurità, tentava di urlare ma dalla sua bocca non usciva nessun suono. Un' ombra si distinse dall'oscurità, per poi far apparire una persona davanti a lei. Era vestito con uno smoking nero ed una cravatta rossa, aveva capelli neri tirati all'indietro ed alcune sfumature rossastre all'interno, gli occhi erano neri come quelli di Lilith. L'uomo misterioso parlò.

-Oh Lilith! Quanto tempo...

 
   
 
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