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Autore: Hiroyuki    24/09/2017    1 recensioni
[Miss Peregrine]
La fan fiction si ispira esclusivamente alla trilogia di romanzi e non al film. I personaggi e le vicende, pertanto, sono così come vengono presentate nei libri. La storia è ambientata tre anni dopo gli eventi narrati nel terzo libro e descrive un ipotetico proseguimento, pertanto potrebbe contenere spoiler e anticipazioni per chi non avesse ancora completato la lettura. Nuovi personaggi si aggiungeranno alle vecchie conoscenze per dare vita ad un'avventura che metterà a dura prova Miss Peregrine ed i suoi ragazzi speciali, riportando alla luce le pagine più oscure e dimenticate del mondo degli Speciali.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Il gruppo di Speciali, ringalluzzito dalla recente vittoria, marciava ad ampie falcate verso l'ingresso della casa. Davanti alla porta d'ingresso erano appostati due spettri che, non appena li videro, puntarono contro di loro i fucili ed aprirono il fuoco.

Darryl sollevò la mano destra ed i proiettili rimasero a roteare nell'aria, assolutamente incapaci di proseguire il proprio tragitto, ad una decina di centimetri dalla canna dell'arma da cui erano fuoriusciti, per poi cadere fra l'erba, non appena egli abbassò il braccio. Gli spettri si scambiarono un'occhiata preoccupata e corsero a rifugiarsi frettolosamente in casa.

I ragazzi superarono la soglia e, dalla parte opposta del corridoio, video spalancata la porta che conduceva alla stanza del panellopticon, con i due Spettri che correvano in lontananza. Nel resto della casa non era rimasto nessuno.

«DI là.» Indicò Emma. «Stanno andando a Devil's Acre, alla sede del concilio delle ymbryne. Dobbiamo raggiungerli prima che possano fare del male a qualcuna di loro.»

Percorsero il corridoio il più rapidamente possibile ed entrarono nella stanza. A circa metà le pareti laterali passavano dal color indaco della casa dei ragazzi, ad un color lilla; ed anche l'arredamento era diverso. Sembrava quasi che due stanze fossero state fuse insieme. Arrivarono alla porta situata alla parete opposta, anch'essa in uno stile completamente differente da quella da cui erano entrati. Quando la aprirono, si ritrovarono al buio, nel corridoio su cui erano situate la lunga fila di porte che conduceva ai vari anelli sparsi per il mondo.

Darryl fu investito da un odore molto strano e pungente, simile all'incenso ma più amaro. Ebbe un giramento di testa per un breve momento e si dovette fermare per evitare di cadere. Hugh, che si era bloccato alle sue spalle, lo pungolò per spingerlo ad avanzare. Per fortuna, la sgradevole sensazione era già passata.

Anche se le luci erano spente (e già questa era una stranezza), i bambini di Miss Peregrine ricordavano bene la conformazione della casa di Bentham, l'altro fratello della loro direttrice, e anche Darryl, che aveva trascorso in quella residenza le ultime settimane, conosceva la strada.

Il gruppo percorse i corridoi, diretto all'ampio salone di forma circolare che era stato adibito dalleymbryne a sala del concilio. Era anch'esso avvolto nel buio, ma quando arrivarono circa a metà, le luci si accesero all'improvviso.

«Ma bene, benvenuti, ragazzi miei, benvenuti.» un euforico Caul sorrideva loro dallo scranno in mogano riservato alla reggente del concilio. Intorno a loro, accanto alle pareti, cinque Spettri armati di fucile li tenevano sotto tiro.

I ragazzi si prepararono alla lotta, ma Caul li dissuase immediatamente. «Non vi consiglio di tentare imprese eroiche, questa volta i fucili non sono caricati con dardi soporiferi. E sarei davvero molto dispiaciuto se Alma non potesse assistere in prima persona alla morte dei suoi amati ragazzi, uno per uno.» Sghignazzò lui.

Bronwyn sbattè il piede per terra dalla rabbia, creando una piccola crepa sulla superficie in marmo color verde acqua.

«Che cosa vuoi Caul? Perchè stai facendo questo?» gli urlò contro Emma.

«Ma per ripagare mia sorella di tutto il male che ha fatto.» Rispose mellifluo. «E non sapete quanta gioia mi fa vedervi cadere in trappola così facilmente. Oh, a proposito, sono davvero fiero di te, Darryl. Sei riuscito a raggirarli in maniera esemplare, non so davvero come avrei fatto senza di te.» Concluse, guardando il ragazzo.

I bambini spostarono gli occhi furenti su Darryl, solo Emma aveva un'espressione diversa dalla rabbia, qualcosa che sembrava un misto di sorpresa e tristezza.

«Non gli vorrete mica credere.» Replicò lui. «Cioè, pensate davvero che Caul sia sincero?»

«Oh, avanti, figliolo» continuò, scendendo dallo scranno ed avvicinandosi a loro con le braccia aperte. «Ora non serve più recitare la parte. Del resto avranno intuito anche loro che non hai usato i tuoi poteri per avvertirli della nostra presenza in questa stanza.» Un ghigno beffardo gli si dipinse sul volto.

Darryl trasalì, come se un fulmine gli avesse appena attraversato il cervello da parte a parte. Aveva ragione: non era assolutamente riuscito a percepire la presenza di nessuno. Provò a concentrarsi, ma non avvertì niente, nemmeno gli stessi ragazzi speciali. Puntò gli occhi verso Caul, immaginando di scagliarlo indietro con la forza del pensiero, ma non si mosse di un millimetro, nemmeno una lieve brezzolina. Spostò allora lo sguardo sui propri compagni che continuavano a fissarlo con odio.
«Ci hai mentito.» Esclamò Emma con voce tremolante. «Mi hai ingannata...» precisò, stringendo i pugni, mentre il volto passava dall'espressione triste di poco prima ad una di ardente rabbia.

«Avanti ora, portateli in cella.» Ordinò Caul poggiando un braccio sulla spalla di Darryl. «Io ed il ragazzo qui dobbiamo festeggiare.»

***
Gli Speciali erano stati portati via, scortati da quattro dei cinque Spettri armati, e rinchiusi chissà dove all'interno dell'abitazione. Darryl era rimasto da solo nel salone, assieme a Caul ed al quinto Spettro. Aveva osservato i ragazzi venire portati via e aveva sentito il peso delle terribili occhiate che gli avevano rivolto poco prima di uscire, in particolare quelle di Emma.

«Che sguardo triste e disperato. Davvero ti eri affezionato così tanto a loro?» lo canzonava Caul, ancora inebriato dal sapore del trionfo.

«Che cosa hai fatto?» ringhiò lui, spostando gli occhi dalla porta all'uomo e stringendo i pugni in preda alla collera.

«Caro, caro, caro ragazzo» gli spiegò con falsa cortesia. «Ma davvero pensavi che ti avessi dato tutto quel potere senza avere una piccola polizza assicurativa? Pensavi che ti avrei permesso di usarlo contro di me? Dovevo avere un modo per tutelarmi... immagino che avrai sentito un odore particolare entrando qui.»

In effetti era vero, non appena avevano messo piede nel maniero di Bentham, aveva sentito uno strano odore ed un leggero mancamento. Ma la spiegazione era ancora insufficiente. «Che cos'era?»

«Oh, un innocuo gas di mia invenzione. Vedi, quando ti ho dato l'anima per trasformarti da Normale in Speciale, ho anche approntato questa sostanza per inibire i poteri, nel caso qualcosa fosse andato storto.»

«Ma quindi anche gli altri....» ma non fece in tempo a terminare la domanda, che Caul lo interruppe stizzito.

«Gli altri sono dei veri Speciali. Lo sono fin dalla nascita e la loro anima di Speciale è molto più radicata della tua. Non basta un qualche intruglio per portargliela via. Ma invece, un essere artificiale come te» la bocca si increspò in una smorfia di disgusto. «Ci vuole molto poco a strapparti ciò che non ti è mai appartenuto e a cui non hai mai avuto diritto. Sfortunatamente, i tuoi poteri sono perduti per sempre.» finse di asciugarsi una lacrima dall'occhio destro, mentre pronunciava l'ultima frase.

Darryl era furibondo. Si era reso conto da tempo di quale essere spregevole fosse Caul, ma non avrebbe mai pensato di farsi raggirare fino a quel punto. Lo aveva sottovalutato o, forse, aveva sopravvalutato sè stesso.

«E allora perchè» pronunciò ancora a denti stretti. «Perchè non mi hai imprigionato con gli altri? Solo per prenderti gioco di me?»

«Ma perchè loro sono Speciali e tu no, piccolo bimbo spaurito.» continuava a fargli pesare la sua diversità rispetto agli altri ragazzi. «E poi vuoi mettere il divertimento nel vedere quegli occhi così carichi di rabbia e delusione nei tuoi confronti? È stato uno spettacolo meraviglioso.» Concluse battendo un paio di volte le mani.

Darryl non tratteneva più la rabbia e si avventò contro Caul per attaccarlo, anche a mani nude, ora che non aveva più i poteri; ma il calcio del fucile dello Spettro rimasto di guardia gli calò con violenza contro la tempia. Darryl stramazzò al suolo, dolorante e confuso. Si portò la mano sinistra alla testa, intingendo le dita nel sangue che stava fuoriuscendo dalla ferita.

«Ora basta giocare.» Ringhiò Caul, che aveva perso quel fare divertito e canzonatorio. «Hai servito il tuo scopo, ed ora non mi servi più. Men che meno ora che sei un volgare Normale. Ma ti lascerò vivere, come premio per il tuo prezioso aiuto... e perchè il rimorso di quello che hai causato ai tuoi amichetti ti tormenti per il resto dei tuoi giorni.»

Fece poi un cenno allo Spettro, che tirò Darryl per un braccio e, quando fu di nuovo in piedi, lo spinse fuori dalla stanza premendogli la canna del fucile in mezzo alle scapole. Darryl si mosse faticosamente, in preda alla rabbia, al dolore pulsante della ferita appena ricevuta e all'incapacità di pensare a qualsiasi forma di reazione. Lentamente usci dalla parte opposta da cui era entrato. Un bagliore grigio gli pulsava nella testa.
 
***

Darryl, sotto lo sguardo vigile della sua guardia armata,  camminava lentamente. Sia perchè ancora non si capacitava che tutto potesse finire così sia perchè era, effettivamente, ancora stordito dal colpo ricevuto poco prima. Inoltre continuava a pulsargli nella mente quel bagliore grigio di poco prima. 

Lo Spettro lo stava conducendo all'uscita, Darryl si era subito reso conto della direzione intrapresa, anche perchè l'aveva fatta più volte nei giorni precedenti, eppure quel tragitto, percorribile in non più di cinque minuti sembrava non finire mai. I corridoi si dilatavano ad ogni passo e, allo stesso modo, il tempo.

Ma c'era un'altra cosa che non riusciva a capire, forse ancora l'effetto della ferita alla tempia, ma continuava a sentire la testa pulsare, non dal dolore, ma di un colore specifico, un piccolo puntino grigio che a volte si faceva più intenso e a volte meno. No, non più intenso, più vicino. Era una sensazione difficile da spiegare anche per sè stesso, qualcosa che non aveva mai provato. Eccolo di nuovo.

Sentì la canna del fucile premergli contro la schiena ed il punto grigo nella sua testa pulsò più intensamente, più vicino. «Avanti muoviti.» Gli intimò lo Spettro che si stava spazientendo della sua lentezza. Darryl allungò il passo ed anche la pulsazione nella sua testa si fece meno forte... più lontana. Stava iniziando ad intuire qualcosa, ma non era ancora certo. Rallentò nuovamente il passo e lo Spettro si avvicinò nuovamente. Il puntino grigio nella testa si fece più grande. «Sì può sapere che stai aspettando? Devo sbatterti fuori a calci?» gli urlò contro.

Darryl, ripartì, questa volta più rapidamente, staccando di qualche passo lo Spettro, ed anche il puntino gli pulsò meno intensamente. Forse, tutto sommato, qualcosa del suo potere era rimasto, non era stato spento del tutto e quella strana forma di percezione, era una pallida traccia delle sue capacità.

Mentre ancora era immerso in questi pensieri, un secondo punto grigio iniziò a pulsarre, questa volta non alle sue spalle, ma davanti. Sollevò lo sguardo verso il corridoio, che effettuava una curva a destra e, proprio da quella zona, proveniva la nuova sensazione. Un'idea gli balenò in mente ma se si fosse sbagliato, se quelle sensazioni non fossero dovute a qualcosa di reale, bensì solo ad uno stato confusionale provocato dalla ferita, probabilmente avrebbe vissuto gli ultimi istanti della sua esistenza. Ma era l'unica possibilità.

Quando fu in prossimità della curva, scattò in avanti e girò prontamenta a destra, sfuggendo allo sguardo della sua scorta. «Ehi» gridò lo spettro, lanciandosi all'inseguimento. Ma Darryl, dietro l'angolo, esattamente come sperava, si trovò di fronte ad un altro Spettro che stava sopraggiungendo e che non si aspettava certo di vederlo. Lo superò di corsa passandogli di fianco, rasentando il muro senza dargli il tempo di reagire. Subito dopo svoltò la curva anche lo Spettro che lo stava scortando il quale, invece, non si aspettava di trovare un'ostacolo sul suo cammino e si scontrò contro il proprio compagno.

Darryl sentì i due imprecare alle proprie spalle ed i due bagliori grigi, ora uno accanto all'altro, pulsavano molto meno intensamente. In ogni caso, Darryl sapeva che ci avrebbero messo molto poco a rimettersi in piedi e lanciarsi al suo inseguimento. Svoltò a destra e poi nuovamente a sinistra. La testa gli pulsava sempre più forte, segno che gli Spettri si stavano avvicinando, ma oramai aveva raggiunto  la lunga fila di porte che conducevano agli anelli dove, sperava, sarebbe riuscito a seminarli.

Superò una decina di porte, finchè non ne trovò una con la targa "Amazzonia" e vi entrò. Nella stanza, le lisce pareti intonacate diventavano, progressivamente, più buie e più irregolari, fino ad assumere le sembianze  dell'interno di una angusta caverna. Darryl sentì che anche gli Spettri erano entrati nella stessa stanza, ma proseguì fino ad imboccare una galleria da cui filtrava una tenue luce. Dopo una decina di minuti riuscì ad emergere in superficie, ritrovandosi in una fitta foresta pluviale.

Iniziò a correre fra la vegetazione; gli arbusti arrivavano fino alle ginocchia e gli sferzavano le gambe con i rami sottili ed acuminati, ma non aveva tempo per pensare al dolore. I punti grigi del suo radar mentale si stavano facendo sempre più vicini. Si lanciò sulla destra, discendendo un dislivello naturale di alcuni metri, con il rischio costante di cadere, fino a quando non individuò una zona di cespugli di media altezza molto più fitta e vi strisciò sotto, nascondendosi.

Aveva il volto coperto da piccoli tagli color rosso vivo ed il cuore gli batteva all'impazzata, sia per la faticosa corsa, che per l'ansia: se gli Spettri fossero riusciti a trovarlo, lo avrebbero ucciso sul posto. La testa cominciò a pulsarei sempre più intensamente ed avvertì distintamente i due bagliori  grigi molto più vicini, molto più grandi. Uno era rimasto in alto, ed osservava la zona nel suo complessivo, l'altro era sceso lungo il dislivello, come lui, e cercava fra la vegetazione scostando le ampie foglie degli arbusti con la canna del fucile.

Darryl li sentiva oramai tremendamente vicini e trattenne il fiato, restando il più immobile possibile, per evitare di farsi scoprire. Poi, dopo qualche interminabile secondo, i due Spettri passarono oltre. Non si erano accorti di lui e continuavano a cercarlo. Attese una decina di minuti, fino a quando i due punti grigi non furono ai margini della sua percezione, quindi sgattaiolò fuori dal nascondiglio e tornò indietro, cercando di raggiungere nuovamente la grotta da cui era arrivato.

Dovette metterci più del previsto a trovarla, tanto era intricata la foresta, ma alla fine notò il costone di roccia ed il buco da cui era emerso. Si fermò un attimo, chiudendo gli occhi per concentrarsi meglio, ma non percepì la presenza di alcuno spettro. Così vi si calò dentro, percorse la strada a ritroso e si ritrovò nuovamente nella casa di Bentham a Devil's Acre.
   
 
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