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Autore: Red_and_blue96    24/09/2017    0 recensioni
Mimì scosse la testa e lo lasciò perdere, ma quello che tenne bene a mente fu il colore degli occhi del ragazzo: un verde chiarissimo mischiato all’azzurro circondato da una tonalità più scura. Mimì aveva, infatti, un debole per gli occhi chiari...
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Raggiunto il locale, corse fino ai camerini, dove le ragazze avevano già iniziato a cambiarsi e a mascherarsi…
“Ehi piccolina, cosa c’è che non va? Ti vedo triste…” aveva commentato disinteressato Conte, proprietario del locale.
“Nulla signore, ho solo mal di testa…”
Conte guardò il riflesso della ragazza dalla specchiera, la afferrò per il collo standole dietro la schiena e le alzò il volto verso di lui:
“Ascoltami bene signorina, o fai il tuo dovere da sgualdrinella o ti butto fuori dal locale…provvedi ai tuoi clienti” e la mollò di scatto per poi andarsene. Mimì fissò il vuoto per qualche istante: una serata peggiore e più umiliante di quella non si era mai vista.
 
Alle 5 del mattino, Mimì si stava infilando il vestitino cipria che indossava quando aveva raggiunto il locale. Si era già struccata e salutate le colleghe si avviò verso la macchina. Varcata la porta secondaria che dà sul parcheggio del personale, un uomo la tirò a sé cominciando a baciarle il collo. Non ebbe tempo di gridare Mimì, che le venne bloccata la bocca con la mano…poi fu un attimo.
Lui la piegò sul cofano di un auto.
Sollevò la gonna.
Abbassò i suoi pantaloni.
Spinse verso di lei.
Una volta.
Due volte.
Lento e poi più veloce.
Poi la girò verso di sé, così che lo potesse guardare in faccia e Mimì non riuscì più a gridare né a piangere.
Conte era su di lei, che la faceva sua e le sussurrava che l’aveva sempre desiderata e amata sinceramente, e che  non ce la faceva più a starle lontano, nonostante i 10 anni di differenza di età.
“Ti amo Flaminia, davvero e finalmente sei mia” sussurrava in preda al piacere. Prima che potesse finire, si alzò da lei e, voltatosi, continuò da solo.
Mimì si ricompose lentamente e attese che il suo capo finisse. Poi lui le prese il viso tra le mani e le sfiorò le labbra con le sue:
“Se non parli, ti pago il doppio” e la lasciò nel parcheggio.
Con le gambe tremanti, Mimì mise in moto l’auto e arrivò a casa dopo 10 minuti, quando invece ne impiegava di meno… fece una doccia e si mise a letto.

Appena sveglia, si rese conto di aver sognato tutto quello scempio, e un senso di terrore si fece spazio in lei.
Quella mattina, tutto di lei sembrava annunciare che era successo qualcosa: i capelli sempre sciolti erano costretti in una coda, il viso ben curato e truccato era distrutto e inespressivo, l’outfit scelto con cura era stato sostituito da un jeans e un maglione presi a caso dall’armadio.
“Che è successo ieri sera?” tuonò la voce di Pablo, giunto al bancone con soli due passi. Mimì sussultò in preda al panico e sbiancò più di quanto già non lo fosse.
“Sei scappata via da casa mia…perché?” abbassò il tono, convinto di averla spaventata per via della reazione di lei.
“Ehm si era fatto tardi per me…scusa se non ho avvertito” disse con voce appesantita. Pablo la guardò attentamente da cima a fondo.
“Flam…c’è qualcosa che non va?” esitò.
“Sto bene”
“Sicura?”
“Ovviamente”
“Pomeriggio ti aspetto agli allenamenti…” e fece per accarezzarle la guancia ma il suo braccio non si spostò dalla tasca della giacca di pelle nera di Armani. Girò i tacchi e andò via.
Tornata a casa, Mimì si fissò allo specchio e iniziò un lungo discorso di incoraggiamento a sé stessa! Parlava di darsi una svegliata, di buttarsi con la nuova esperienza della sua vita chiamata “Pablo” e a proposito di lui, di essere più presentabile, se non sempre, almeno quando sa di incontrarlo con certezza!
Poi, finalmente, rise. La prima risata della giornata la dedicò a se stessa, si prese in giro per la terribile figuraccia fatta con Pablo, e per figuraccia si intende la sua figura, la sua immagine.
Stivaletti beige col tacco basso, jeans aderente, maglia bianca e giubbottino bordeaux. Occhiali da sole e via, Mimì stava sfrecciando sulla sua auto verso il centro sportivo. Era dell’umore adatto adesso, un po’ di auto critica e ironia l’ avevano tirata su.
Sedutasi in tribuna, osservava una ventina di ragazzi correre su e giù per il campo; il mister urlava in continuazione e i ragazzi erano già sfiniti. Tutti tranne uno. Lui continuava a palleggiare sul posto mentre gli altri erano buttati sul terreno…
“Wee siediti n’attimo!”
“Madò non ti fermi chiù!”
I suoi compagni lo deridevano per la sua forza, ma se era il capitano un motivo c’era, no?
Durante questa pausa, Pablo si avvicinò alla ringhiera della tribuna, raggiunta anche da Mimì:
“Ora si che ti riconosco ragazza!” le sorrise notando il look di lei.
“Tu si semp’ ‘o stesso!” scherzò lei. Il fischietto del mister li interruppe e lui tornò all’allenamento. Mentre correva con gli altri intorno al campo, Luca si avvicinò:
“Oh ma quella rossa che viene sempre qua chi è?”
“Un’amica…” disse vagamente lui.
“Alla faccia dell’amica!” rispose con l’occhiolino.

Dopo aver fatto la doccia, il mister chiamò la squadra a raccolta.
“Ragazzi, come ogni anno dovremmo fare il lancio della nuova maglietta che indosserete e inoltre il dirigente ha pensato di fare un book fotografico per realizzare un calendario, da vendere ai tifosi, per poter mettere qualche soldo nel fondo cassa per spese future.” I ragazzi annuirono ricordando l’appuntamento annuale della nuova maglia e accolsero felicemente la proposta del calendario.
“Per questo calendario però, non poserete solo voi calciatori… sempre il dirigente, ha pensato bene di coinvolgere le nostre tifose, delle ragazze che indosseranno le vostre divise. È risaputo che una donna attira meglio di voi brutti!” e scoppiò a ridere insieme alla squadra, entusiasta di conoscere le ragazze che avrebbero posato insieme a loro.
“Quindi, avvisate più ragazze possibili, domani pomeriggio finiremo un’ora prima l’allenamento e vi farò selezionare le ragazze”.
Pablo si morse il labbro pensando a Flaminia, con addosso la sua maglia della squadra e senza pantaloncini…
  
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