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Autore: Gasby    24/09/2017    2 recensioni
I pensieri di batman durante una notte a gotham
Genere: Azione, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman, Harley Quinn, Joker, Killer Croc
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una lieve piogiarella. Sudore. Respiro affannoso. Stava su un tetto della sedicesima strada. L'aria era fredda e pungente. Al fianco, un intercettatore, captato sulla radio di una volante. Per qualcuno, poteva sembrare una splendida serata: il cielo era sereno, e quella brezza sembrava aver cancellato momentaneamente il calore di quel Agosto infernale. Ma non per lui. No, per lui una bella serata era quando poteva sfogarsi, poteva scaricare la rabbia su qualcuno. Come la sera prima, col coccodrillo. Sorrise. Aveva indagato a lungo. Tutti avevano pensato a una tizio con una motosega, uno dei tanti psicotici che avevano preso a Gotham dimora.egli stesso aveva gettonato quest'ipotesi. Aveva pensato persino a Lui. Ma poi aveva visto i segni sui corpi, marchi di una brutalità inaudita. Così aveva indagato, ascoltato voci, visitato tuguri pieni di criminali e puttane in incognito. Così aveva sentito parlare di un sicario, un tipo bestiale che uccideva a pagamento, ma che era impazzito e ora si trovava nelle fogne. Non era stata difficile trovarlo. Era stato difficile abbatterlo. Fece una smorfia: la gamba doleva ancora. Aveva dovuto usare tutti i trucchi per atterrare quella bestia. Si era ripromesso di analizzarne il sangue. Improvvisamente, una voce lo distolse dai propri pensieri: " a tutte le unità, i pagliacci convergono verso il centro, ripeto, i pagliacci convergono verso il centro". Un misto di stupore, gioia e rabbia lo colpirono. Si lanciò immediatamente giù dal palazzo ed entrò al volo nella macchina. Forse sarebbe stata la volta buona. Li riconobbe subito. Macchina vistosa, nessun rispetto dei regolamento stradale, ne dei limiti di velocità. Saltò immediatamente sul tettuccio. Oltre a Lui, c'era,anche la puttana. Un tempo aveva provato ad aiutarla, a farla ragionare, ma non dopo quello che era successo. Non dopo Robin. Una raffica di proiettili lo investì, ma la schivò in un secondo. Non gli importava. L'unica cosa che contava al momento era la direzione della macchina. Saltò appena prima che finisse in mare. Evidentemente, Lui doveva essersi distratto. Per un attimo, restò nel dubbio. Non avrebbe dovuto salvarli. Erano pazzi. Massacravano la gente per divertimento. Ma una parte di lui, nascosta da tempo immemore, gli parlò: gli disse che non era giusto. Fece una smorfia e si buttò in acqua. Aveva un respiratore, ma ce l'avrebbe fatta comunque: aveva nuotato anche più in profondità. Raggiunta la macchina, trovò la donna. Appena si avvicinò, quella lo attaccò furente. Lui doveva averla addestrata bene, la sua creazione. Di lui nessuna traccia. Portò lei ad Arkham. Viva. "Mi dispiace, Robin. Non riesco a farlo."
   
 
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