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Autore: Xephil    24/09/2017    5 recensioni
Concluso il Rating Game con Raiser, la vita di Zayden e del gruppo Gremory sembra essere tornata in una condizione di pace.
Ancora una volta, però, tale calma non è destinata a durare: due misteriose guerriere della Chiesa giungono in città per contrastare un nemico riemerso dal doloroso passato di Kiba e intento a scatenare un nuovo orrore sul mondo. E quando viene rivelata la sua alleanza con un nuovo, potente nemico in grado di minacciare le Tre Grandi Fazioni stesse, Zayden si troverà costretto da una parte a proteggere il suo nuovo gruppo e dall'altra a impedire che l'ormai furente Kiba sprofondi per sempre nello stesso baratro oscuro che lui ha già conosciuto: la vendetta.
Nel frattempo, altri individui riemergono dal passato e il futuro del Sekiryutei sembra divenire ogni giorno più incerto e buio...
Dalla storia:
[“E che altro dovrei dire con quest'improvvisata?!”
“Secondo te, cosa può voler dire che sono venuta qui? Non potrebbe essere semplicemente che un'anziana nonna è venuta a trovare suo nipote per vedere come sta, razza di somaro?”
...
"Sai, Ddraig, ho sempre più l'impressione di essere venuto al mondo proprio per rompere il culo agli esseri sovrannaturali come questo corvaccio!"]
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Rias Gremory, Un po' tutti, Yuuto Kiba
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'DxD: A Dragon's Fate'
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Life 0: Visite e ricordi passati

 

Te lo chiedo un'altra volta: dov'è Zamiel adesso?

N-non.. lo so! Ti d-dico.. che n-non lo so!”


Risposta sbagliata.

Gli artigli affondarono, portandosi via un enorme brano di carne e scoprendo il candido osso sottostante. L'uomo vittima urlò dal dolore.

BASTA TI PREGO! BASTA!”

Invece gli artigli del suo aguzzino scattarono ancora e stavolta asportarono tutto l'osso precedentemente esposto. Le urla divennero ancora più forti e disperate.

Dov'è Zamiel? Non accetto altre risposte negative.

L-lo.. giuro... Scomparso.. anni f-fa.. mai.. n-non ci.. ha mai.. d-detto nulla... Lo g-giuro.. ti i-imploro...”

L'uomo piangeva e singhiozzava, ma quando levò lo sguardo verso colui che lo stava torturando, non vide altro che vuoto in quelle braci incandescenti che lo fissavano dall'alto.

...Peccato.

Un altro colpo. Altre urla, altro sangue, altro dolore...

Si rigirò sul materasso, la fronte madida di sudore e il volto contratto; le coperte, divenute una camicia di forza, furono allontanate rudemente con un calcio. Dietro le palpebre serrate, una nuova scena si profilò:

L'uomo torturato e piangente di prima era ancora seduto in lacrime su quella vecchia sedia in legno, il braccio e la gamba destri legati rispettivamente a bracciolo e gamba di essa con quelle che sembravano catene di metallo rosso ardente. Gli arti superiore e inferiore sinistri erano invece ridotti a moncherini appena sporgenti da spalla e bacino, entrambi cicatrizzati da forti ustioni per impedire delle emorragie fatali. L'uomo continuava a singhiozzare tenendo la testa bassa, i capelli grigio-neri scompigliati e incollati alla fronte e la barba insanguinata. Lacrime e sangue si mescolavano prima di scivolare giù dal suo mento.
Davanti a lui, una sagoma nera dai tratti mostruosi sedeva a braccia conserte su una polverosa cassa di legno e metallo, l'artiglio dell'indice destro che picchiettava sulle scaglie scure che ricoprivano il bicipite sinistro e le ali alle sue spalle che si agitavano indolenti. Né occhi né bocca si distinguevano sul volto affilato in quel momento.

Ti.. ti ho d-detto.. tutto c-ciò che v-volevi.. sapere.. n-no? Ti p-prego.. ora lasciami a-andare...” mugolò l'uomo legato, implorante.

Mi dispiace, ma non è ancora il momento di salutarci. Ci sono altre domande delle quali voglio sapere le risposte” fu la gelida replica della creatura. “Quanti altri di voi ex-sostenitori di Zamiel sono rimasti in vita, al momento?

Ti prego... Io v-voglio solo...”

Due rubini si accesero sul volto dell'essere. “Risposta sbagliata.

Nel vederlo alzarsi e dirigersi minaccioso verso di lui, l'uomo in catene strillò: “NO TI PREGO! VA B-BENE! PARLO! P-PARLO!”

La creatura si fermò davanti di lui, i suoi implacabili occhi rossi che lo schiacciavano dall'alto. Gli artigli delle sue mani schioccarono. “Sto aspettando.

A q-quanto ne so, siamo.. siamo a-ancora in dieci, esclusi i-io e B-Bakin...” A quel nome, il disgraziato singhiozzò più forte. “A-a volte teniamo d-delle.. delle r-riunioni tutti insieme alla r-residenza.. di u-uno di noi.. si c-chiama Eizan Andras. È un falso s-sostenitore della F-Fazione.. dei Nuovi Maou.. ci passava i-informazioni durante la.. g-guerra civile, ma n-non l'hanno m-mai scoperto.”

Una ex-spia, dunque. Interessante.” La creatura si toccò il mento, apparentemente pensierosa. “Ogni quanto tenete le vostre riunioni?

N-ne abbiamo avuta u-una.. la settimana s-scorsa. La prossima.. s-si terrà tra circa d-due mesi.. l'ultimo g-giorno del mese p-prescelto.”

Ho capito. Dove si trova la residenza di questo diavolo? E già che ci sei, dimmi tutto di lui. Ogni suo singolo tratto e caratteristica, anche se insignificante.

...C-cosa? E perché..?”

Non deve interessarti. Sono IO che faccio le domande. Tu devi solo-

L'essere si bloccò di colpo portandosi una mano al volto e parve barcollare leggermente. Le ali sbatterono un paio di volte a vuoto e una scarica di energia si separò dal suo corpo per fare a pezzi la cassa su cui precedentemente sedeva.
Questo terrorizzò ancora di più l'uomo legato, che prese ad agitarsi sulla sedia temendo di essere la causa del suo turbamento. “Che-che succede?! Io non-non ho fatto n-niente! Non ho d-detto niente! Ti p-prego, non-”

FA' SILENZIO!!

Una nuova scarica di potere fece volare all'indietro il prigioniero con tutta la sedia, mandandolo a schiantarsi contro il muro alle sue spalle. La sedia andò in pezzi, ma le catene ardenti non sparirono, anzi si strinsero ulteriormente agli arti rimasti del malcapitato, facendolo gemere ancora. A fatica, questi si raggomitolò a terra, terrorizzato e sofferente, rifiutandosi di alzare gli occhi e osservare la creatura che incombeva su di lui, la mano ancora schiacciata sul volto.
Comincia a parlare... SUBITO!!

La scena divenne sfocata, il sogno confuso.
Grugnendo, si girò ancora sul materasso ormai fradicio del suo sudore, un braccio levato a coprirsi il volto, come a schermare gli occhi da fittizi raggi solari, prima di tentare di riprendere la calma.
La visione in corso, purtroppo, non glielo permise:

E.. e q-questo.. è tutto c-ciò che s-so.. non so a-altro. Lo g-giuro... Non so a-altro...” concluse l'uomo con un singhiozzo disperato.

La creatura incombette su di lui per qualche secondo, prima di abbassarsi e afferrargli il volto con gli artigli della mano destra, alzandolo fino a poterlo guardare dritto negli occhi. Due globi incandescenti si riflessero nelle iridi nere del malcapitato.

LO G-GIURO! T-TI PREGO! NON S-SO A-ALTRO!”

Il suo aguzzino non smise di fissarlo, silente e immobile per un tempo che l'altro non seppe quantificare, tenendogli la faccia sempre in una morsa ferrea ma non troppo dolorosa. Lo fissò forse per ore, forse per minuti, forse per secondi...

...Ti credo” disse infine, la voce poco più di un sussurro.

Gli occhi dell'uomo s'illuminarono. “...A-allora.. abbiamo f-finito..?”

Sì, abbiamo finito. Grazie per le informazioni.” Un istante dopo, i suoi occhi arsero ancora di più. Due rubini infuocati in un mare di ossidiana. “È tempo di dirci addio.

Il viso dell'uomo divenne incredibilmente più pallido di quanto già non fosse e la tenue speranza che aveva appena nutrito si spense come una candela soffiata dal vento quando vide cosa aveva davanti. Disperato e atterrito, iniziò a dimenarsi.
NO..! TI S-SUPPLICO! N-NON QUESTO! NON F-FARMI Q-QUESTO! TI PREGO..! NO.. NOOO!!”

Girò su se stesso più e più volte, le mani che artigliavano le lenzuola fin quasi a strapparle, le palpebre serrate e le orecchie che rimbombavano di quelle urla strazianti e orripilate. D'un tratto, la creatura e l'uomo torturato scomparvero e la scena mutò radicalmente:

Uno spazio completamente bianco e, disposte in circolo intorno a lui, numerose figure avvolte da un cupo alone di ombre nere che rendeva il loro profilo indistinguibile intonavano un coro agghiacciante. L'oscurità si arrampicava sui loro corpi come uno stuolo di serpi su un albero, corrompendoli e alterandoli in qualcosa di indefinito e grottesco, mentre le loro voci si innalzavano, roche e metalliche:

One, Two: The Black's coming for you
Three, Four: Your blood will taint the floor
Five, Six: It'll shred you to bits
Seven, Eight: The end will come for your fate
Nine, Ten: You'll never be again

Quel canto lugubre sembrò diventare ipnotico: la percezione dell'ambiente circostante riprese ad offuscarsi sempre di più e un senso di vertigine lo pervase...
Un'altra voce, chiaramente femminile, rieccheggiò sopra quel coro infernale, calda e rassicurante: “Torna indietro! Torna indietro! Pensa a coloro che ami! Non svanire nell'oscurità! Resta nella luce... Resta nel calore...”
Una sensazione simile a quella di una fiamma che gli accarezzava la pelle lo attraversò lungo tutto il suo corpo e i suoni sembrarono farsi ovattati; una forte luce brillò tutta intorno e le figure si videro spogliate quasi istantaneamente dei loro manti d'ombra, rivelando volti umani, giovani e adulti, inespressivi o malinconici...

Quella luce e quel calore improvvisi gli fecero finalmente aprire le palpebre.
Respirando affannosamente, Zayden Ward si ritrovò a fissare con occhi sgranati il soffitto immacolato della sua camera da letto.

 

*

 

Zayden POV:

Dire che avevo un trapano nel cervello era un eufemismo. Ero sudato dalla testa ai piedi, al punto che i pantaloni di tuta che mi facevano da pigiama si erano incollati alla pelle e il materasso sotto la mia schiena era terribilmente umido e freddo da quanto si era inzuppato del mio stesso sudore. Con cautela mi misi a sedere e un capogiro improvviso minacciò di farmi ricrollare supino sul letto; mi sentivo completamente indolenzito e avevo gli arti semintorpiditi.
“Uff... Non mi abituerò mai agli effetti collaterali di quella forma...”

[No, finché continuerai ad usarla, IO non mi abituerò mai a vederti svegliarti così!]

“...Ci siamo alzati dalla parte sbagliata del letto stamattina, eh, Ddraig?” Mi aveva praticamente urlato nelle orecchie.. e con i timpani ancora sensibili per il risveglio e le voci nell'incubo era stato come ricevere il buongiorno tramite una trombetta da stadio suonata a tutto volume.

[E ovviamente tu ci scherzi sopra senza battere ciglio... Seriamente, partner, ti rendi almeno conto che sei in una situazione delicata? Ogni volta che usi quella forma stai peggio! Non potrai continuare ad usarla per sempre, lo sai anche tu!]

“Finché potrò continuare ad usarla senza conseguenze irreversibili, mi va bene così.”

Usai un tono secco per fargli capire che ritenevo chiusa la questione e non avrei cambiato idea; ogni volta era la stessa storia e la stessa discussione, ma la mia posizione non mutava. Non poteva mutare.

Ddraig comprese, ma ciò non gli impedì di replicare: […Quanto sei incosciente certe volte... Mi fai venire voglia di martellarti come un chiodo con la coda!]

“Interessante immagine, ma no, grazie. Ci tengo a preservarmi al meglio la testa.”
Mi tirai a sedere e, un istante dopo, quasi per ironia della sorte, un nuovo, terrificante capogiro rischiò di costringermi a tornare disteso.

[Su, fai una cosa davvero intelligente stavolta e va' a prepararti la medicina, prima che cominci anch'io a vedere il mondo capovolgersi...] fece Ddraig a metà tra il sarcastico e il rassegnato.

“...Credo che stavolta ti darò retta.”
Con fatica mi misi in piedi gettando svogliatamente un'occhiata alla nuova sveglia digitale sul comodino: le 7:00 di mattina. Praticamente ho dormito appena tre ore, per forza mi sento uno schifo...
Mi mossi verso la porta affidandomi alla memoria per muovermi nel buio della stanza, visto che non avevo neanche voglia di tirare su le persiane, e uscii dirigendomi verso la cucina al piano inferiore. Barcollai pericolosamente sulle scale, ma riuscii ad arrivare di sotto senza cadute o altri incidenti; il silenzio totale in cui era immersa la casa mi fece capire che Asia era ancora addormentata. D'altronde, mi dissi, la sveglia suona tra mezz'ora, quindi che mi sorprendo a fare? Meglio così, almeno sarà più facile e non dovrò dare spiegazioni...
Accesi le luci di sala e cucina e mi diressi alla credenza sulla parete est della prima, recuperando tra le varie boccette al suo interno quattro piene di liquidi tutti di colore diverso tra loro. Mi spostai poi in cucina e presi un bicchiere dalla credenza sopra il lavello insieme a una piccola paletta forata, infine presi il vaso dello zucchero e recuperai una zolletta dal suo interno.
Un altro capogiro mi fece barcollare di nuovo e dovetti appoggiarmi al bancone per non cadere. “Ma porca puttana, che rottura...” borbottai scuotendo la testa per riprendermi. “Meglio sbrigarsi... Darak! Sei qui?”

“Certo che sono qui. Lo sono sempre.”

Mi voltai in direzione della voce e vidi il mio famiglio che strisciava tra i fuochi spenti del gas per avvicinarsi a me; diversamente dal Game con Raiser, tuttavia, il suo corpo misurava ora più di mezzo metro. Si fermò proprio accanto alle boccette, facendo guizzare rapida la lingua biforcuta.
“Mi serve il tuo aiuto” dissi prendendone una, stappandola e versando metà del liquido blu al suo interno nel bicchiere.

“Come al solito. L'avevo già capito ieri sera, quando mi hai detto della faccenda di cui dovevi occuparti” sibilò Darak in tono privo di emozioni.

“Perfetto. Allora preparati” replicai io versando tutta la seconda boccetta, piena di una sostanza stavolta rossa. Il miscuglio nel bicchiere divenne violaceo in pochi secondi.
Misi la paletta sul bicchiere e vi appoggiai sopra la zolletta, poi stappai la terza boccetta, contenente un liquido verde muschio, e ne versai dieci gocce sopra lo zucchero; una volta assorbito, feci un cenno a Darak e lui si alzò sopra la zolletta snudando le candide zanne velenifere e lasciando cadere circa cinque gocce di veleno giallo pallido su di essa. A quel punto, sputai una piccola fiammella sullo zucchero e questo iniziò a sciogliersi e a gocciolare tramite i fori della paletta nel bicchiere. Il liquido sottostante iniziò subito a sfrigolare come se stesse andando in effervescenza e, dopo qualche decina di secondi, divenne color bronzo; solo allora alzai la paletta facendo cadere l'intera zolletta nel bicchiere. Mentre questa si scioglieva, presi l'ultima boccetta, piena di una sostanza ambrata, e ne versai una buona quantità nel miscuglio, mescolando infine il tutto. Dopo circa un minuto, il liquido non era più né effervescente né bronzeo, ma di un curioso colore tra il verde acqua e l'indaco.
“Ok, medicina pronta” mormorai più a me stesso che a qualcuno in particolare. Presi il bicchiere e, osservato il contenuto per qualche altro secondo, lo portai alle labbra e ingoiai tutto d'un fiato. Un sapore amarissimo a metà tra quello dell'anice e di qualcosa di simile al rum mi pervase subito bocca e gola, che bruciarono subito dopo come se si fosse accesa una fiamma al loro interno, prima che un nuovo giramento di testa più violento dei precedenti mi cogliesse senza preavviso e mi lasciasse piegato sul bancone per quasi mezzo minuto. Quando passò, tuttavia, mi sentii subito meglio, la testa smise di pulsarmi e anche il mio corpo sembrò aver perso ogni precedente torpore dovuto a sonno o altro.
“Ahhh pessima ma efficace come al solito!” dissi soddisfatto avvicinandomi al frigo per prendere il bricco di latte già aperto presente all'interno e berne un buon sorso per togliermi quel saporaccio dalla bocca.

“Dovrai chiedere altri ingredienti, però, visto che questi sono gli ultimi della tua scorta e si stanno esaurendo.” sentii dire dalla voce di Darak. Mi voltai per vederlo osservare e annusare le boccette con alcuni guizzi della lingua. “O sbaglio?”

Rimisi il bricco di latte al suo posto. “No, hai ragione. Vedrò di chiamare la nonna appena possibile.”

“Ti serve altro da me?”

“No, puoi pure ritirarti o metterti comodo finché non usciamo. Se hai da fare, puoi pure andare e tornare quando vuoi.”

“Fai lo spiritoso? Sai che non ho molto altro da fare a parte starti intorno...” sbottò Darak lievemente sarcastico.

Ghignai divertito. “Neanche mangiare? Se non sbaglio, sono passati già due giorni...”

“Pensavo di andare stasera o domani, perciò no.”

“Capito.”

“E tu? Conti di prepararti per la giornata o esci in quello stato?”

“Ora restituisci il colpo?”

“No, mi limito a sottolineare l'ovvio.”

Sbuffai. “Proprio un serpente in tutto e per tutto, eh? Lingua biforcuta in ogni singolo istante...”

L'unica risposta di Darak fu un guizzo di suddetta lingua, quasi come se mi stesse provocando sottolineando di nuovo l'ovvio.
Inutile starci a discutere adesso. “Senti, lascia stare. Mettiti comodo o fa come ti pare, mentre vado a prepararmi, ok?”

Per tutta risposta, il mio famiglio scese dal bancone e uscì rapido dalla cucina per andare a raggomitolarsi su una delle poltrone nel soggiorno.
Scossi la testa e tornai verso il piano superiore; rientrato in camera, mi spogliai dell'unico indumento che indossavo e mi diressi verso il bagno con un asciugamano nuovo e pulito sotto il braccio. Anche se la medicina mi aveva aiutato a farmi passare i postumi della mia “forma”, ero ancora un po' intontito dalla scarsità di riposo e dunque avevo bisogno di una bella doccia per riprendermi del tutto.
Giunto davanti alla porta del bagno, socchiusi gli occhi mentre soffocavo a fatica un altro sbadiglio e nel contempo la aprivo e richiudevo alle mie spalle con due unici gesti fluidi.

“...Zayden-san?”

Quella voce fin troppo familiare mi fece aprire di scatto gli occhi.. solo per trovarmi di fronte la figura di Asia davanti la vasca da bagno e completamente NUDA!
Cazzo! Ero così sovrappensiero e stordito dal sonno che non mi sono curato di vedere se si era già svegliata o no!, pensai sconvolto, mentre i miei occhi, d'istinto e quasi autonomamente, scendevano e salivano squadrando il suo intero corpo.
Rispetto a Rias, le forme di Asia erano più modeste e immature, ma non per questo risultavano meno attraenti: le gambe snelle, i fianchi pieni, il ventre piatto e il seno visibilmente in fase di crescita unite alla pelle liscia e candida e ai lunghi capelli biondi, simili a fili d'oro, la rendevano una ragazza a dir poco stupenda. Per giunta, il lieve rossore che le colorava le guance e l'espressione sorpresa che le illuminava gli occhi smeraldini le conferivano la sua solita aria innocente e adorabile, contribuendo così ancora di più alla sua bellezza.
Ero così sorpreso e preso dall'osservare il corpo di Asia, che mi accorsi solo dopo qualche secondo che anche il suo sguardo era sceso e ora sembrava guardare qualcosa all'altezza delle mie gambe. Quando vidi il suo rossore espandersi dalle gote a tutta la faccia e diventare almeno dieci volte più intenso e la sua bocca schiudersi in una smorfia di stupore misto a imbarazzo, compresi cosa stava guardando... Maledizione..!
“Scusa, Asia! Ero sovrappensiero e non mi sono accorto che c'eri già tu qui!” esclamai tutto d'un fiato, voltandomi nel contempo per non farle vedere oltre le mie nudità. “Me ne vado subito! Scusa ancora!”
E feci per andarmene.

“A-aspetta!”
Tutto mi sarei aspettato, meno quelle parole accompagnate dalla presa gentile di quella mano piccola e delicata sulla mia, che mi arrestarono di scatto sul posto.

“Asia?” chiesi senza voltarmi.

“S-scusami, Zayden-san.. è-è solo che.. e-era la prima v-volta.. che v-vedevo un u-uomo.. n-n-nudo...” la sentii dire con voce tremante e nervosa ma non arrabbiata.

“Non.. non c'è problema, tranquilla. Te l'ho detto, no? È stata colpa mia... Quindi continua pure. Io tornerò appena avrai finito.” Detto questo, provai a fare un altro passo, ma, di nuovo per mia somma sorpresa, la sua mano non mi lasciò.

“Ehm.. s-sai, ho s-sentito che q-qui in G-Giappone è una c-cosa.. n-normale...”

Ok, ora la cosa iniziava a non piacermi affatto... “...Cosa sarebbe normale, scusa?”

“Beh, s-sai... F-Fare il.. fare il b-bagno i-i-insieme... Ho sentito c-che qui si usa f-farlo con una p-persona per te molto i-importante... Perciò, se è c-con t-te, Zayden-san, non ho p-problemi a f-farlo...”

Mi voltai a guardarla badando bene a tenere gli occhi puntati solo sul suo volto; il rossore sulle sue guance era diventato forse ancora più intenso e le dava un'aria ancor più adorabile del solito... Ma che vado a pensare ora?! “...Senti, Asia. Sono lusingato che tu mi ritenga una persona così importante.. però, da dove vengo io e, sono sicuro anche qui in realtà, non è esattamente normale questa cosa... Di solito, un ragazzo e una ragazza non fanno il bagno insieme con tanta naturalezza. È.. ecco.. diciamo tipico di una coppia magari.. ma di due amici del sesso opposto o di un fratello e una sorella, beh.. non è proprio così naturale e spontaneo, ecco.”

[Partner, sul serio ti stai facendo problemi per questo?] mi sussurrò nelle orecchie in quel momento la voce di Ddraig, il tono scettico. [Dopo tutte le volte che hai fatto il bagno con Akiko e Kayla, ora mi vieni a dire che non è bene o normale fare il bagno insieme a una persona del sesso opposto? Mi sembri assai ipocrita...]

Tu sta' zitto e non cominciare! È diverso stavolta! Asia è ancora troppo inesperta e nuova a simili cose e non è bene accelerarle in questo modo! Non voglio che la sua testa si riempia di pensieri indecenti o si faccia idee sbagliate sui rapporti da tenere con il sesso opposto!

[A me sembra che vuoi solo fare il finto buonista per chissà quale timore. Cose del genere puoi benissimo spiegarle facendoti il bagno con lei e cercando di metterla in guardia a riguardo. Ormai è chiaro che non sarebbe minimamente capace di pensare male di te, qualunque cosa tu faccia o dica, perciò cerca di rilassarti di più...]

Ehi, lucertolone! Ti fai gli affari tuoi o no?! So quello che faccio!

[Ma davvero? E allora perché mi sembra che stia per piangere?]

Che cosa..?!

Quando rifocalizzai la mia attenzione su Asia, mi accorsi che il suo volto si era adombrato e gli occhi iniziavano effettivamente a luccicarle. Oh no...
“...C-capisco. Allora mi sbagliavo.. è qualcosa solo per persone.. molto v-vicine.. dunque io e Zayden-san n-non siamo così legati.. non abbiamo un legame così.. forte...” disse con voce tremante lasciandomi la mano. Sembrava veramente dispiaciuta e.. delusa.

Cazzo, no! Questo no!, pensai mentre, con uno scatto, mi voltavo e la afferravo per le spalle in modo che mi guardasse dritto negli occhi. “Asia, no! Non è affatto così! Non è quello il motivo della mia riluttanza e di certo non è vero che non esiste un forte legame tra noi! Io ti voglio bene, lo sai! Sto solo cercando di proteggerti!”

L'espressione di Asia divenne confusa. “Proteggermi da cosa?”

“Dall'altro sesso. Dai maschi.”

“Oh... E perché?”

“Diciamo che è una spiegazione lunga.. e non abbiamo esattamente molto tempo ancora prima della scuola.. a meno che...”

“Che.. cosa?”

A meno che non segua il consiglio di Ddraig, pensai sconsolato. Alla fine della fiera, c'era ben poco da fare a riguardo, soprattutto se non volevo creare un'altra gaffe mostruosa e volevo mantenere intatto il bel rapporto che avevo ormai stretto con lei... Dunque...
“Ti spiegherò meglio, va bene.. ma intanto è meglio lavarci mentre parliamo.”

“L-Lavarci?” L'espressione di Asia mutò di nuovo, passando stavolta da confusa a gioiosa. “Allora vuoi dire che..?!”

“Facciamoci questo bagno insieme” le confermai sorridendo; nel contempo sentii una bassa risata gutturale dal fondo della mia mente. Ti fai i cazzi tuoi o NO?!

Poco dopo...

“Oh, dunque i ragazzi tendono a essere.. così invadenti?” chiese Asia mentre le sfrofinavo un asciugamano umido sulla schiena per lavargliela.

Negli ultimi quindici minuti, avevo messo al corrente la mia sorellina adottiva di tutte le tendenze dei giovani d'oggi verso il sesso opposto e le avevo anche spiegato i motivi per cui avevano simili tendenze e cosa fare per evitare di finire nei guai con loro. Fortunatamente, il fatto che avesse chiesto di lavarmi lei per prima la schiena mi aveva impedito di guardarla mentre lo faceva e questo, unito alle riflessioni che avevo fatto per creare il discorso in questione, mi aveva permesso di placare i miei stessi istinti prima di ricambiare il favore.
“Esatto. Per la maggior parte, in realtà, i maschi non sono cattivi, ma purtroppo spesso lasciano che siano i loro istinti più bassi a parlare per loro, per il semplice motivo che non riescono a controllarli. Questo è tipico soprattutto dei liceali, visto che sono nella fase della loro vita in cui gli ormoni sono più attivi e fuori controllo” le risposi strofinandole i fianchi e suscitandole una risatina per il solletico. “Immagino tu conosca quei due che definiscono il 'Duo Pervertito della Kuoh Academy', no? Matsuda e Motohama, giusto? Dovrebbero anche essere in classe con te.”

“Sì, li conosco. Sinceramente non mi sembrano delle brutte persone malgrado tutte le malelingue e le critiche su di loro... Mi hanno sempre trattata con gentilezza e disponibilità fin da quando sono arrivata dopotutto...”

“Difatti è come ti ho detto io: non sono affatto cattivi, ma lasciano che i loro istinti maschili abbiano il sopravvento su di loro, in particolare quello legato alla lussuria, per questo compiono di continuo atti perversi e finiscono così per essere ogni volta braccati dall'intero corpo femminile scolastico. Sono un esempio perfetto per il mio discorso, ma almeno posso dire che loro hanno il tratto positivo di essere semplicemente dei guardoni e dei pervertiti tonti e goffi: si limitano perlopiù a spiare o guardare e basta sia perché fare di più senza il consenso femminile sembrerebbe loro una vera carognata, sia perché non sono abbastanza determinati ancora per fare quel passo extra. Se tutti i pervertiti fossero come loro, non sarebbe così male... Purtroppo ci sono anche persone che invece fanno di peggio senza farsi problemi, molestando e assalendo le ragazze in modi anche terribili e crudeli...”

“Come.. come voleva fare Padre Freed.. l'altra volta.. è esatto?”

...Ha compreso e subito fatto l'associazione con quel momento.. per quanto logica, avrei preferito non la facesse... “Sì, è esatto.”

Percepii distintamente la sua schiena irrigidirsi sotto le mie mani e la sua voce incrinarsi per un istante. Il ricordo di quell'episodio era ancora piuttosto vivido e di certo non era salutare per lei... Il solo ripensare a quel momento, a quella parola maledetta e all'orrore che implicava, mi faceva ribollire il sangue dall'ira.
Con una certa fatica, repressi le mie emozioni prima che liberassero il mio istinto omicida e cercai di rassicurarla: “Non devi preoccuparti di nulla, Asia. Finché ci sarò io, non permetterò a nessun ragazzo, uomo o qualunque altro essere di osare anche solo alzare impunemente un dito su di te! Ti proteggerò persino a costo della vita, se necessario!”

La schiena di Asia s'irrigidì di nuovo, ma solo per una frazione di secondo: la sentii subito dopo rilassarsi sotto le mie dita e la vidi voltarsi per rivolgermi un sorriso dolcissimo, le gote lievemente arrossate. “Lo so, Zayden-san. So che, qualunque cosa accada, io potrò sempre contare su di te e per questo mi fido ciecamente.”

Sorrisi gentile a mia volta e accarezzai i lunghi filamenti dorati che erano i suoi capelli. Erano davvero lisci e morbidi. “Certo che puoi sempre contare su di me... Tuttavia, riguardo il discorso maschi, cerca comunque di stare alla larga da quelli che sembrano portare guai e stai sempre molto attenta con chi parli e anche di cosa e in che tono parli. La cosa migliore è non lasciar trapelare troppe emozioni o possibile interesse, così da farli disinteressare e lasciare perdere a loro volta.”

“Va bene, Zayden-san. Ho capito!” mi rispose con un deciso cenno del capo.

“Brava la mia sorellina.” E le diedi un altro buffetto sul capo. A quel punto mi voltai verso la vasca piena d'acqua calda aggiungendo: “Beh, finiamo di lavarci in fretta. Meglio non fare tardi.”

Asia si limitò ad annuire prima di alzarsi e, non senza un certo, notevole rossore in volto, immergersi nell'acqua con un mugolio soddisfatto. La seguì qualche secondo dopo, notando con la coda dell'occhio il suo sguardo che mi rivolgeva una fugace occhiata prima di voltarsi, più rossa di prima. Dal momento che mi aveva già visto nudo, avevo reputato inutile coprirmi prima di entrare, ma a quanto pare la visione di un uomo vestito solo del suo abito di nascita era ancora giustamente piuttosto forte per lei...
Mi immersi e le nostre gambe entrarono inevitabilmente in contatto facendola rabbrividire per un istante. La vasca era abbastanza grande da starci comodi anche in due, ma non così tanto da impedire ai nostri corpi di toccarsi, seppur solo con i polpacci o le ginocchia. Così le rivolsi un sorriso gentile per calmarla, cosa che sembrò funzionare, visto che mi rivolse lo stesso sorriso e parve rilassarsi sprofondando un po' di più nell'acqua calda.
La imitai, ma poco dopo la sentii parlare di nuovo: “Ehm.. Zayden-san?”

Raddrizzai il collo per guardarla. “Sì?”

“Ecco...” Sembrava parecchio imbarazzata. “S-so che di te posso fidarmi e so che non sei come quei ragazzi.. ma v-volevo sapere.. per caso, anche tu mi vedi come una.. r-ragazza, vero?”

Rimasi un po' confuso. “Che intendi? Certo che ti vedo come una ragazza, che domande!”

“Allora.. potresti provare.. una simile a-attrazione.. per me?”

La domanda un po' mi sorprese, ma pensai che fosse dovuta a una necessità di chiarimento dopo simili discorsi, così risposi: “Ti trovo sinceramente una ragazza molto carina, Asia, ma non mi comporterei mai come loro. Fossi tu o qualunque altra ragazza, non proverei mai ad approfittarmi di te o a fare qualcosa contro la tua volontà. Non sono quel tipo di maschio.”

La mia risposta sembrò sollevarla, poi però, arrossendo di nuovo, chiese: “E.. ehm.. per caso, c'è qualche ragazza che.. ti p-piace?”

Una ragazza che mi piace? Una ragazza che mi piace...
Un flash della mia memoria mi attraversò la mente: capelli castani intorno a occhi azzurri come il cielo.. un sorriso luminoso come il sole.. una mano piccola e delicata che mi sfiorava la guancia...
E poi tutto svanì in un mare rosso sangue, come un getto improvviso di vernice su una tela bianca... Non di nuovo, merda...

“Zayden-san?!”

Riaprii gli occhi -quando li avevo chiusi?!- e vidi Asia fissarmi con un misto di apprensione e timore. “...Cosa?” chiesi con un fil di voce.
Senza accorgermene avevo pure iniziato ad ansimare, quasi fossi rimasto di colpo a corto di fiato.

“Stai bene? Sei.. diventato pallidissimo di colpo.. e il tuo respiro è così...”

Cercai di riprendermi e le sorrisi: “Sto bene, sto bene. Non preoccuparti. Solo.. una brutta memoria, ecco tutto.”

Asia sembrò adombrarsi. “Mi dispiace molto. È colpa mia, vero? Io non vo-”

“Non dire altro, Asia. Va tutto bene” risposi subito dandole un colpetto affettuoso su una delle ginocchia che spuntava dall'acqua. Poi però aggiunsi: “Per favore.. non chiedermelo più... Non voglio parlarne.”

La mia sorellina si limitò ad annuire e passammo il resto del rapido bagno in silenzio.
E per tutto il tempo, sentii una delle mie cicatrici, un lungo e sottile taglio sulla clavicola sinistra, bruciare come se fosse stata appena inflitta.
Maledizione.

 

*

 

Dopo esserci finiti di lavare, asciugare e vestire ed aver consumato una rapida colazione, io e Asia ci mettemmo in cammino per arrivare alla Kuoh Academy in tempo per l'inizio delle lezioni. Mentre avanzavamo lungo il marciapiede, tuttavia, notai che Asia mi lanciava di tanto in tanto delle occhiate strane, a metà tra il curioso e l'imbarazzato, e la cosa mi confuse. Non avevamo più toccato alcun argomento delicato dopo quel momento nella vasca da bagno e lei non mi era sembrata particolarmente scossa dopo che eravamo usciti e avevamo fatto colazione, perciò non riuscivo proprio a capire che cosa la stesse agitando.
“Ehm, c'è qualcosa che non va?” chiesi infine.

“Eh?! Oh nonono! N-Non è niente!” mi rispose subito lei scuotendo la testa.

“Asia, non mentirmi. Sai che capisco subito quando mi stai dicendo una bugia. Su, dimmi pure e non preoccuparti: non mi arrabbierò o infastidirò.”

Lei parve ancora un po' titubante, ma alla fine parlò: “...Ecco, scusami, Zayden-san, ma non.. non ho potuto fare a meno di notare che.. beh.. che il tuo o-odore sembra essere cambiato da prima dei Game. Sembra.. più particolare.. e intenso...”

In un istante realizzai cosa intendesse e non potei non ridacchiare. “Oh, capisco! In effetti dovevo aspettarmelo, ma dopo tanto tempo non faccio praticamente più caso a questo lato del mio potere, o meglio del potere del mio Boosted Gear...”

Asia mi fissò ancor più perplessa e decisi di soddisfarla: “Vedi, Asia, questo è semplicemente il mio odore normale quando sono al 100%. Ricordi che vi ho raccontato che avevo soppresso buona parte dei miei poteri per potermi mescolare più facilmente con gli altri umani e dare meno nell'occhio, no?” Al cenno affermativo di lei proseguii: “Ebbene, così facendo, avevo reso il mio intero essere meno 'vistoso' per così dire: la soppressione del ki tramite la chiusura dei Tan T'ien fa sì che tutte le caratteristiche fisiche subiscano una riduzione, o per meglio dire una limitazione della loro reale portata e potenzialità. In parole povere, limitando la propria aura, ogni aspetto del tuo essere, fisico o mentale che sia, si affievolisce di conseguenza, quasi come a pareggiare il potere che possiedi in quel momento. Dunque, quando invece liberi il tuo pieno potenziale, il tuo corpo e la tua mente si rafforzano in ogni loro aspetto per sostenerlo ed esprimerlo appieno, proprio com'è successo a me dopo aver riaperto del tutto i Tan T'ien e essermi allenato per riabituarmi alla piena potenza del mio ki una volta lasciato libero.”

“Oh, capisco. Dunque ora che sei di nuovo al tuo massimo potenziale, il tuo corpo ha assunto dei tratti adatti ad esso?”

“In un certo senso, sì. Anche se sarebbe più giusto dire che ho semplicemente riportato il mio corpo e la mia mente alla loro vera forma. Ecco perché oltre al mio aspetto, anche il mio odore ti sembra diverso.” Feci una piccola pausa. “E se per caso ti stessi chiedendo perché è così intenso o particolare, beh, questo è dovuto invece al mio inquilino d'anima. A quanto pare possedere dentro di sé lo spirito e dunque il potere di un drago capace di sfidare gli dei stessi, a lungo andare altera il tuo corpo di conseguenza. Niente di pericoloso, ovvio, ma di certo assumi tratti meno comuni e più.. come dire.. selvaggi. D'altronde si parla di una bestia mitologica di puro istinto, dunque non è così insolito a pensarci bene. Comprendi?”

“Unm.. sì, credo di sì. Sono molte cose da apprendere in una volta, ma ho compreso i punti fondamentali del discorso.”

Annuii soddisfatto e, solo in quel momento, mi accorsi che ormai eravamo arrivati al cancello della scuola. “Ok, Asia, mi dirigo in classe. Ci sentiamo per fine lezioni.”

“Va bene! A dopo, Zayden-san!” rispose lei con uno dei suoi meravigliosi sorrisi.

Le diedi un piccolo abbraccio prima di lasciarla e muovermi verso la mia destinazione. E quasi subito mi sentii a disagio...
Quest'ultimo dialogo con Asia mi aveva fatto realizzare una cosa, una cosa che non mi piaceva per niente, se dovevo essere sincero: non sarebbe stata l'unica a notare le differenze tra il me di prima e quello attuale e questo voleva dire solo.. altre seccature... Fanculo agli effetti collaterali del potere!

[Devo interpretarlo come rivolto anche a me?]

Prendilo come ti pare, ma ti prego: risparmiami il sarcasmo per ora!

[Come preferisci, partner.]

...Seriamente, non ho mai capito da quando sei diventato così voglioso di fare lo spiritoso. In origine, quando ci siamo conosciuti, non eri così!

[Credo sia quello che succede a tutti coloro che passano undici anni della propria vita a badare a un ragazzino difficile e bipolare come te...]

...Senti, fanculizzati pure te nel tuo angolino di anima e non rompermi le palle fino a stasera, ok? Anzi, facciamo fino a domani!

Una risata gutturale mi risuonò in testa. [Scorbutico come sempre quando sei su di giri, eh? Va bene, ti lascio stare per ora. Tuttavia posso concederti solo fino a stanotte, poi devo richiamarti qui da me.]

Come mai? Che succede?

Il tono di Ddraig divenne serio. [Elsha vuole parlarti.]

Da una parte non fui sorpreso da quelle parole, ma dall'altra non potei non fare una smorfia per un momento. C'entra la sera scorsa, vero?

[Sì, ma non solo. Ha detto che ne parlerete stanotte, appena sarai a letto, se non ti dispiace o non ci saranno imprevisti di qualsivoglia genere.]

Ho capito. Dille che verrò di sicuro.

[Ricevuto. Allora a dopo, partner.] E dopo quella frase, non lo sentii più.

Sospirai. Elsha, eh? Probabilmente mi sarebbe toccata un'altra bella ramanzina seguita da nuova pratica coi miei poteri condita dal suo solito flirt provocatorio e quasi innocente... Heh, tanto vale prepararsi a tutto...
Mi ricordai poi che ci sarebbe stato un altro evento straordinario oggi pomeriggio: una riunione di tutto il Club di Ricerca dell'Occulto al gran completo. Rias mi aveva detto che vuole usare una delle nostre abitazioni come sede alternativa e dunque intendeva provare a tenerla in casa mia per prima cosa. Quando le avevo chiesto il perché, lei aveva risposto semplicemente che un'altra sede ci serviva in caso di necessità e che voleva provare da me perché voleva migliorare i rapporti tra me e tutti loro e, visto che Asia stava da me, sarebbe stato più comodo anche per lei e l'avrebbe fatta sentire più a suo agio.
Sì, come no. Ci scommetto che il motivo è solo perché vuole approfittarsene come penitenza per il Rating Game... O almeno parte di essa. Uff.. ma chi me l'ha fatto fare a me?! Vorrei tanto saperlo!
Per il momento, comunque, potevo anche lasciar stare, così presi un bel respiro e continuai a camminare verso la mia classe, percependo nel contempo qualunque cosa i miei sensi risvegliati riuscissero a captare. Ora che ero tornato alla mia massima forma, infatti, tutte le mie percezioni erano massimizzate e, anche al di fuori dell'adrenalina e dell'emozione della battaglia, riuscivo a sentire praticamente tutto ciò che mi circondava senza dovermi nemmeno concentrare troppo. Le due ragazze ferme a lato del corridoio che parlavano dell'ultima puntata della loro serie preferita.. alcuni studenti dentro una classe poco lontana che si lamentavano dell'imminente verifica.. il vago odore del sapone usato per pulire il pavimento il giorno prima o quello di libri nuovi che proveniva dalla cartella dello studente che avevo appena incrociato.. il lieve stridio della manopola di un rubinetto che veniva girata nel bagno vicino e il successivo scrosciare del getto d'acqua lasciato libero di scorrere all'esterno dalle tubature...
Non riuscii a non trattenere un sogghigno. Mi ero quasi dimenticato di questa sensazione: avere l'impressione di poter sentire persino il respiro della terra o la voce dei venti se solo l'avessi desiderato... Ti faceva davvero sentire in sintonia con il mondo e la natura stessa.
Mi chiedo se è questa la sensazione che provava Eragon durante il suo allenamento con Oromis in Eldest. Hmm.. magari non proprio. L'impressione di sicuro è simile, ma nel suo caso era la mente a percepire l'ambiente e non semplicemente i sensi. Forse quando medito sono più vicino a quel concetto che in altri casi... Ehi, ora che ci penso, mi ricordo che Sensei mi aveva detto qualcosa riguardo la vera percezione del mondo esterno, un'abilità che si acquisiva solo ai più alti livelli del Seishin-Do. Peccato che ci sia la regola che vieti a chiunque pratichi di parlare delle nostre tecniche o abilità ad altri praticanti finché non si è sicuri che questi siano in grado di poterle acquisire... Oh beh, vuol dire che non dovrò fare altro che proseguire con i miei allenamenti finché non sarò in grado di conoscerla ed apprenderla! E allora avrò la mia rivincita, Sensei!
Anche se ero concentrato sui miei pensieri, appena prima di entrare in classe, fui in grado di sentire l'improvviso cambio di discorso delle due ragazze di prima, ora alle mie spalle:

“Ehi, ma quello non era Ward-kun?”

“Sì, è lui! Però ha qualcosa di diverso... I suoi capelli sono più vivi di prima... Che si sia rifatto la tinta?”

“Che dici? Ha detto da subito che sono naturali!”

“E allora come te lo spieghi?”

“Ma che ne so?! E comunque hai visto piuttosto il suo profilo? Sembra più maturo di prima... E poi.. senti questo strano profumo?”

“Hai ragione... Che sia un nuovo dopobarba? Certo è particolare.. ma di certo per nulla spiacevole.. anzi...”

“Hmm.. non so perché, ma mi fa sentire così calda.. ed eccitata...”

“Anche a me... Era già virile prima, ma adesso... Sembra così selvaggio eppure calmo e imperturbabile, sicuro di sé eppure non superbo.. come un uomo d'altri tempi, come un vero paladino...”

“Davvero. Che figo... Uhh, sento che potrei aver bisogno di un cambio di biancheria di questo passo...”

A quell'ultima frase accelerai il passo per l'ultimo metro ed entrai in classe di volata, cercando di concentrarmi sul brusio presente al suo interno per non sentire ulteriori commenti da quelle due assatanate. Sul serio, ma perché le persone devono sempre dire tutto ciò che passa loro per la testa, persino se sono pensieri assolutamente inopportuni o indiscreti?! Roba da matti!
Non era certo la prima volta che sentivo discorsi del genere, ma erano sempre parecchio fastidiosi. Soprattutto perché io, o meglio la mia volontà, non centrava niente in tutto questo. Dal momento che la mia aura e quella di Ddraig erano state in contatto e si erano mescolate per così tanto tempo, il mio corpo aveva apparentemente subito alcune alterazioni come il colore dei miei capelli o appunto il mio odore, che era diventato simile a quello che Ddraig una volta aveva detto avrebbe posseduto il maschio alpha di un qualsiasi branco. Inoltre, aveva aggiunto che, dal momento che i draghi erano pure creature di potere e dunque attiravano a sé attenzione da qualunque razza, era del tutto normale che fossi giudicato irresistibile agli occhi dell'altro sesso. A sua detta, così era stato per ogni singolo possessore del Boosted Gear e così ora era anche per me.
Sempre a sua detta, loro erano stati ben contenti di circondarsi di numerose belle donne o ragazze... Ma il mio sincero pensiero? Solo una gran seccatura e un modo per attirare troppa attenzione indesiderata.. e avevo già provato sulla mia pelle cosa potevano portare simili libertà o ingenuità... Tsk.
Meglio concentrarsi sul presente, va'.
In quel momento, mi accorsi che anche i miei compagni di classe già arrivati mi squadravano con aria perplessa e sorpresa, indubbiamente perché anche loro avevano visto o percepito i cambiamenti, tuttavia il mio sbuffo di esasperazione venne fermato da una voce gentile accanto a me:

“Ben ritrovato, Zayden-kun. Passato dei giorni piacevoli?” fece Isogai Kato facendomi un piccolo saluto con la mano e un sorriso cordiale.

Oh grazie! Almeno qualcuno che sa il significato della parola “affari personali” ed evita di fare il pettegolo o l'invadente!, non potei non pensare mentre ricambiavo il saluto e il sorriso. Con l'aiuto di Rias e del Club, ero riuscito a giustificare la necessità di assentarmi da scuola con un importante viaggio all'estero per andare a trovare un vecchio parente, dunque era la prima volta che tornavo a scuola da quando avevo lanciato la sfida a Rias e Raiser. “Ehilà, Isogai. Sì, tutto bene, grazie. Sono stati 10 giorni diciamo molto rinvigorenti e divertenti...”

“Lo vedo. Sei parecchio in forma, persino più di quando sei partito... Dalle parti del tuo parente, si fa vita sana?”

Feci un ghigno. “Non hai idea...”

Ma prima che lui potesse rispondermi, fu un'altra voce a cogliermi di sorpresa.. insieme a un paio di braccia che mi cinsero in vita: “Ohhh... Ma ben tornato, nostro Paladino! Non hai idea di quanto ci è mancata la tua occidentale presenza... E, ehi! Sbaglio o qualcuno ha messo su degli addominali da paura?”

Quella voce civettuola era inconfondibile, così come quel modo di fare così spudorato... “Come sono felice di rivederti, Rio...” commentai col massimo sarcasmo, mentre fermavo le carezze lascive delle sue mani sul mio addome e le allontanavo per potermi girare.

La bionda mi rispose con una piccola linguaccia e uno sguardo birichino. “Eddai! Ora non dirmi che non ti sono mancata neanche un po'...”

“Meno di quanto tu possa pensare, quindi non lusingarti.”

“Oh, lingua tagliente come sempre, vedo...”

“Sei proprio tu a venirmelo a dire?”

“Ahahah non posso negarlo: avere questi scambi con te è dannatamente divertente! Bello avere in classe almeno un ragazzo che non si piega o scompone in nessun caso e dice sempre il suo sincero pensiero.”

“Grazie per il complimento. Se a farlo è una tipa schietta come te, dev'essere vero per forza.”

“Puoi giurarci! A proposito, ma dove sei andato? Dove vive questo tuo parente? Dev'essere un luogo davvero magico visto come sei tornato: già prima eri un bel bocconcino, ma ora...”

“Hai gli occhi di una predatrice, Rio. Stai forse pianificando qualcosa di perverso su uno di questi banchi con me?”

“Nah, per chi mi hai preso? Non lo farei certo con tutta questa gente davanti...”

“Quindi la sola cosa che ti sta limitando è il fatto che siamo in pubblico? Cos'è, devo preoccuparmi per quando tornerò verso casa?”

“Dimmelo tu. Devi preoccuparti?”

Dovevo ammetterlo: era dannatamente brava a fare la parte della provocatrice lasciva. In realtà, malgrado i suoi comportamenti, sapevo bene che la maggior parte delle sue affermazioni era un modo per giocare e scherzare con i maschi e, visto che io ero il solo che le rispondeva sempre per le rime, ero automaticamente diventato il suo bersaglio preferito. Certo, dall'altra parte non avevo nemmeno dubbi sul fatto che non sarebbe stata troppo riluttante all'idea di avere una storia con me, ma per fortuna non sarebbe mai arrivata al punto da gettarmisi addosso come una maniaca arrapata...
Questo, ovviamente, non la rendeva comunque meno fastidiosa in simili discussioni.

“Ad ogni modo” riprese a parlare Rio, una strana nota maliziosa nella voce, “credo che dovresti preoccuparti più delle altre che di me...”

Guardandomi discretamente intorno, mi resi finalmente conto degli sguardi delle suddette altre ragazze: di queste ultime, almeno tre su quattro mi fissavano con aria forse anche più vogliosa di quella di Rio e l'ultima sembrava troppo imbarazzata per fissarmi a lungo, rivolgendomi fugaci ma adoranti occhiate... Ma porco tutto il mondo! Qua va a finire che dovrò davvero guardarmi le spalle quando tornerò a casa per evitare di essere colto di sorpresa e sbranato da un branco di studentesse in piena tempesta ormonale! Fantastico... Mi sembra di essere tornato al Lincoln...

“Ehm, Zayden-kun?” mi richiamò la voce di Isogai. “Per favore, cerca di non avere una reazione esagerata adesso.”

Lo fissai perplesso. “Che intendi dire, scusa?”
Ma prima che potesse anche solo provare a rispondermi:

“WAAARRRDDD! Ben ritrovato! Come te la passi!”

Questa voce... Oh no... Solo lui ci mancava!

“Cazzo, sei appena ritornato e già ti sento sulla bocca di almeno mezzo istituto, soprattutto tra le ragazze! Ma come fai, Paladino?”

“Asano, per favore... Sono felice di vederti, ma non darmi subito un motivo per farti fare la solita piroetta per aria a suon di cazzotti...”

“Ehi non scaldarti tanto! Sto solo riportando le voci esterne all'aula!” Asano mi aggirò per guardarmi da davanti con aria interrogativa. “Sembri un po' diverso... Hai fatto qualcosa di particolare via?”

“Diciamo un allenamento speciale.”

“Per che cosa?”

“Top secret. Se te lo dicessi, poi dovrei ucciderti.”

“Oho! Roba tosta, eh? Molto interessante!”

Senza dire altro, mi andai a sedere al mio posto. Riuscirò a passare almeno dieci minuti in santa pace?

“Ah, scusa, Ward. Mi diresti dove hai rimediato questa fragranza che hai addosso? Le ragazze sembrano impazzire a sentirla..!”

A quanto pare no... MALEDETTO IL CIELO!

 

*

 

“...E-e questo... CHE SIGNIFICA?!?!”

“Che modi sono questi, Zayden? Non si urla così senza un motivo!”

“Ma come 'non si urla'?! E che altro dovrei dire con quest'improvvisata?!”

“Secondo te, cosa può voler dire che sono venuta qui? Non potrebbe essere semplicemente che un'anziana nonna è venuta a trovare suo nipote per vedere come sta, razza di somaro?”

“...Ho capito. Lasciamo stare, va'.”

Già, proprio così. Non appena ero rientrato in casa seguito da Asia, Rias e dagli altri membri del Club, mi ero trovato davanti lo spettacolo di un'anziana signora con boccolati capelli argentei, di bassa statura e piuttosto in carne, che preparava il té tra i miei fornelli insieme a un ampio vassoio di biscotti. Il suo aspetto come anche il suo abbigliamento -una camicia bianca, una gonna lunga nera e un paio di pantofole da casa, mentre i vispi occhi scuri erano visibili dietro un paio di occhiali da vista alquanto spessi- sarebbero stati per me riconoscibili persino in mezzo all'intera popolazione dello Stato cinese...
Già, proprio così. Si trattava nientepopodimeno che dell'ultimo mio parente ancora in vita: la mia amata nonna materna!
Ci mancava solo questa. Come sempre ha la mania delle iniziative totalmente inaspettate per chiunque, persino per me... E ci scommetto che centrano le mie ultime azioni, oltre che la semplice voglia di rivedermi...
Fui strappato ai miei pensieri dalla tecnica più letale di qualunque nonno o nonna verso il proprio nipote: il pizzicotto sulle guance!

“Entri in casa e invece di salutarmi calorosamente, ti metti a urlare come un ultras allo stadio. Proprio una bella accoglienza! Ti ci vuole una lezione!” esclamò tirandomi con forza prima una guancia e poi l'altra.

Mamma, che dolore! “Ahia! Va.. va bene! Va bene! Ho.. capito! Mi dispiace tanto, lo giuro! Adesso basta però!”

Nonna mi rivolse un sorrisetto compiaciuto prima di mettermi le braccia stavolta intorno al collo e attirarmi a sé in un affettuoso abbraccio. “Come stai, nipote?”

Non potei non sorridere e ricambiai l'abbraccio. “Bene dai. Me la cavo. E tu invece?”

“Eheh e come vuoi che stia? Vecchia sono! Ormai l'età si fa sentire sempre di più...”

“Non dire sciocchezze! Sei ancora vent'anni troppo giovane per farti dare della vecchia!”

“Ehi giovanotto! Guarda che tengo ottant'anni io ormai, eh!”

“Appunto: sei ancora troppo giovane per farti dare della vecchia. Aspettiamo che passi il secolo di vita e magari poi ti darò della vecchia!”

“Ah guarda: prova anche solo a fare il bugiardo gentile tanto per non farmi sentire avanti con gli anni e ti tiro le orecchie!”

“Guarda che io dicevo sul serio! Uffa, sei proprio incorreggibile!” E scoppiai a ridere, mentre lei si limitò a una risatina più breve.

In quel momento, udii la voce di Rias: “Eheheh ma guarda un po'. Non si vede tutti i giorni l'orgoglioso Sekiryutei venire sottomesso così facilmente da qualcuno...”

Ma tu guarda questa..! “Non mi sono sottomesso!” esclamai voltandomi di scatto. “Sono semplici rapporti famigliari, funzionano così!”

“Allora anche tu hai i tuoi momenti teneri, se si parla di famiglia...” replicò lei con un'altra risatina. Curiosamente non era la sua solita ironia tagliente e provocatoria, ma genuina e semplice ilarità, come se si stesse davvero divertendo a guardare la nostra interazione nonna-nipote. Analogamente a lei, anche gli altri ci guardavano con espressioni altrettanto divertite.

“Beh, Zayden? Non mi presenti ai tuoi nuovi amici?” mi chiese Nonna cambiando discorso con un sorrisetto per me inquietante.

“Ehm... Ma-ma sì, certo! Rias, questa è mia nonna, Lucia Morello. Nonna, lei è Rias Gremory, la-”

“-la prossima erede del clan Gremory nonché presidentessa del Club di Ricerca dell'Occulto di cui sei diventato parte. Lo immaginavo” concluse Nonna con un cenno affermativo del capo. “Conosco bene le famiglie dei diavoli e quei capelli cremisi sono inconfondibili. Molto piacere di conoscerti, giovane Rias. Sono Lucia Morello, la nonna del ragazzone qui presente.” E concluse con un inchino.

“Il piacere è tutto mio, Lucia-san. Sono Rias Gremory” rispose la rossa inchinandosi a sua volta. “Per favore, andiamo d'accordo. E loro sono i miei adorati servitori.”

“Mi chiamo Akeno Himejima e sono la Regina di Rias-Buchou. Molto piacere.”

“Il mio nome è Yuuto Kiba e sono il Cavaliere di Rias-Buchou. È un onore.”

“Sono Koneko Toujo, Torre di Rias-Buchou. Piacere di conoscerla.”

“Mi-mi chiamo Asia Argento e sono l'Alfiere di Rias-Buchou! Molto-molto lieta di conoscerla!”

Quando tutti ebbero finito, Nonna rise. “Ma che gruppo interessante che siete! Blake aveva proprio ragione su di voi! Per giunta, tutti diavoli... Per il qui presente tosetto, questa è davvero una gran conquista come amici!”

“Non chiamarmi tosetto! Non sono... Aspetta, come? B è venuto da te e ti ha già detto tutto?!”

“Mi ha detto tutto fin da quando l'hai invitato a venire ad allenarti, cosa credi? Ti ricordo che, in cambio del mio aiuto nella tua impresa, avevamo accordato che mi avresti sempre informato di tutto... Invece sbaglio o volevi tenere la storia dei Rating Game lontana dal mio udito?”

B, maledetto bastardo! Dovevi proprio dirle tutto senza prima chiedermi il permesso?! “Beh, ecco vedi, il fatto è che-”

Fui interrotto da un sonoro scappellotto sulla nuca. “AHIA! Ma insomma!”

“Non volevi farmi preoccupare e la ritenevi una cosa di minore importanza, perciò hai preferito non dirmi nulla, giusto?” fece Nonna anticipandomi del tutto. “Però dovresti saperlo: nulla mi sfugge e di certo non i pasticci o i colpi di testa di un diciannovenne... E comunque non era una cosa così da poco, visto che riguardava ben due famiglie nobili di diavoli. Cielo, Zayden.. a volte mi chiedo se non sei tu ad andare in cerca di guai piuttosto che i guai a finire da te...”

Ok, dire che ero in una situazione difficile e imbarazzante era dire poco: da una parte avevo mia nonna che mi rimproverava e faceva la paternale per non averle detto della mia iniziativa 'punitiva', e dall'altra avevo il gruppo Gremory al gran completo che mi guardava con un misto di sorpresa e divertimento. Vedere colui che li aveva sopraffatti con tanta facilità essere messo in scacco da poche ma ben mirate affermazioni doveva essere particolarmente spassoso per loro.
Ero letteralmente tra l'incudine e il martello. Oltre al danno, la beffa. Fantastico...
Con uno sbuffo, alzai le mani in segno di resa. “Va bene, lo ammetto: ho sbagliato e dovevo parlartene subito. È stata un'idea rischiosa e mi dispiace di averti fatto preoccupare... Però è andato tutto bene, no? Quindi potremmo chiudere la questione e non parlarne più o almeno non al momento, per favore? Se non ti dispiace, saremmo venuti qui per discutere di un paio di questioni per l'immediato futuro del club, perciò possiamo..?”

Nonna mi guardò per un lungo istante e, alla fine, scrollò le spalle. “Eh.. che te lo dico a fare? Tanto farai sempre e solo come ti pare, eh?”

Sogghignai. “Non sei stata tu a insegnarmi così?”

“Touché. E va bene, nipote: sorvoliamo la faccenda, per ora...” Si voltò verso gli altri. “Che maleducata, farvi stare lì in piedi mentre parliamo! Venite, accomodatevi pure! Té e biscotti sono in arrivo!”

E sparì in cucina, mentre il gruppo Gremory seguiva il suo invito e si sistemava sui divani in salotto. In quel momento, Rias mi guardò: “Ora capisco perché tutte le volte che menzionavi tua nonna sembravi più felice. Lei ti vuole davvero molto bene.. e anche tu gliene vuoi.”

Non potei non sorriderle. “Sì. Hai proprio ragione, rossa.”
Dopodiché entrai un attimo in cucina e mi avvicinai a Nonna abbastanza da dare l'impressione di voler osservarla mentre preparava il cibo e il bere, tuttavia, in realtà, volevo chiederle una cosa senza che mi sentissero o se ne accorgessero: “Non ho dubbi che volevi vedermi per rassicurare te e rimproverare me.. ma sono sicuro che c'è anche altro di mezzo per farti comparire così di colpo, no?”

Per qualche secondo, lei non mi rispose, ma alla fine sospirò. “Come sempre, sei anche troppo perspicace” disse. “Diciamo che mi sono occupata di portarti anche delle cose che ti servivano. Controlla nella credenza in sala poi e capirai.”

Realizzai all'istante che intendeva dire e ne rimasi sorpreso. “Ma come facevi a saperlo già? Avevo deciso solo stamattina di sentirti per essi.”

“Devi ringraziare il tuo amico squamato per questo, infatti...”

“Darak è venuto da te a prenderli?!”

“Più che prenderli a informarmi che ne avevi bisogno e dunque ne ho approfittato per farmi dire cos'era capitato e perché. Così ho deciso di venire a vedere di persona.” Mi guardò seria. “Dovrò parlarti una sera di queste.”

Ma sbaglio o ultimamente tutti vogliono parlare con me di qualcosa di non proprio piacevole?! “Va bene, ho capito. Quanto ti fermerai allora?”

“Suppongo per almeno due o tre notti. A parte quella chiacchierata, devo controllare una cosa.”

“E che cosa?”

“Lo saprai molto presto. Non preoccuparti, non è niente di pericoloso o nocivo.” Nonna mi sorrise e, mentre portava il vassoio con le tazze e i biscotti sopra, aggiunse: “Comunque sono contenta di vedere che stai facendo nuove amicizie. Ne hai davvero bisogno...”

Sbuffai. “Grazie, nonna...”

Lei rise prima di sorpassarmi. Io la seguii a breve distanza dicendomi: Beh, in fondo è andata meglio di quanto sperassi questo primo incontro tra lei e loro. Speriamo continui così...
La seguii in sala e mi accomodai accanto ad Asia, mentre Nonna serviva con incredibile rapidità una tazza di té a tutti e deponeva lo zucchero e il piatto coi biscotti al centro del basso tavolo in mezzo ai divani, per poi sedersi sull'unica poltrona presente con la propria tazza in mano.

“Prego, servitevi pure senza fare complimenti” disse gentile sciogliendo due cucchiaini di zucchero nel té.

Tutti la ascoltammo dopo qualche secondo e sentii diversi mugolii soddisfatti dal primo sorso preso della bevanda. Dal canto suo, Koneko non aveva perso tempo e si era fiondata sui biscotti e, dopo averne assaggiato uno, l'aveva divorato con la stessa velocità di un piranha a digiuno da un mese e ne aveva subito preso un altro. Accidenti se era vorace coi dolci! Peggio di L di Death Note!
Comunque non ero certo sorpreso del loro apprezzamento: sapevo fin troppo bene che la cucina di Nonna era fin troppo buona... Suppongo si possa definire l'abilità speciale dei parenti anziani...
Dal canto mio, versai quattro zollette nella tazza e mescolai.

“Ara ara, anche a te piace molto lo zucchero, eh, Zayden-kun?” mi chiese Akeno osservandomi curiosa.

“Gli zuccheri sono una parte fondamentale della dieta dal mio punto di vista. A dispetto di quello che può dire l'opinione pubblica, è indubbio che sono indispensabili per fornire l'energia necessaria a corpo e mente” risposi io assaporando prima l'odore e poi il sapore del té con un primo sorso. Hmm.. squisito come sempre. “Nel mio caso, poi, lo sono in particolare, poiché il mio ki è libero di fluire senza restrizioni nel mio corpo e questo massimizza le mie capacità, ma nel contempo consuma le mie riserve alimentari di zucchero e grasso più rapidamente del normale, per questo ho bisogno di assumerne il più possibile.” Feci un piccolo ghigno. “Inoltre, mi sono sempre piaciuti i dolci.”
Avevo appena concluso la frase e poggiato la tazza che mi ritrovai un biscotto messo praticamente sotto il naso. Alzai gli occhi e fui sorpreso di vedere che era stata Koneko a porgermelo; malgrado avesse la sua solita espressione imperturbabile, le sue iridi dorate sembravano quasi scintillare.

“...Mi piace il modo di pensare di Zayden-senpai” fu la sua unica risposta al mio sguardo interrogativo.

Rimasi talmente spiazzato che non potei non ridere, prima di prendere il biscotto. “Grazie, Koneko” dissi accarezzandole la testa con l'altra mano; lei non cambiò espressione, ma ebbi l'impressione che si stesse spingendo contro la mia mano mentre teneva gli occhi socchiusi. Ma sta facendo le fusa, forse..?! Beh, certo mi ha sempre dato l'impressione della gattina, ma non fino a questo punto...

“Incredibile” sentì dire Rias con sincera sorpresa. “È la prima volta che vedo Koneko condividere un dolce con qualcuno anziché divorarlo all'istante. Per essere uno che si spaccia per introverso, sembri essere dotato di un talento naturale nel farti piacere dagli altri.”

Osservai il vassoio di biscotti vuoto per quasi tre quarti dopo nemmeno un minuto dall'essere stato messo e toccato solo da due o forse tre di noi finora. Questo non lo chiamerei proprio condividere, perlomeno non equamente... Vabbé, lasciamo stare.

Prima che potessi risponderle, fu Nonna a prendere la parola: “Infatti è così. È veramente un ragazzo d'oro, ma ha l'idea che l'atteggiamento e i modi da freddo giustiziere aiutino di più sia se stesso che gli altri...”

“Ehi, sai bene che non è vero! Non sono così per questo!” non potei non sbottare.

“Però lo sei, no? E potresti essere altro se solo lo volessi, perciò...”

“Fosse così semplice...” replicai secco.

“Lo sarebbe se solo lo realizzassi appieno...”

Stavolta non risposi, limitandomi a sorseggiare il té con uno sguardo che lasciava intendere che consideravo chiuso il discorso. Da lì, per qualche minuto, nessuno disse più niente e ci limitammo a goderci il té e i biscotti.. almeno quelli rimasti.

Alla fine, fu Rias a riprendere la parola: “Potrei chiederle una cosa, Lucia-san?”

“Ma certo, cara. Chiedi pure” rispose lei prendendo un sorso dalla propria tazza.

“Da quel poco che finora avevo sentito da Zayden su di lei, avevo compreso che non fosse una persona normale, ma ora ne ho la conferma. Ed è pure ben informata sulla mia identità e, sono sicura, anche di quella delle altre famiglie di diavoli. Perciò non posso fare a meno di chiederle: chi è lei?”

Nonna appoggiò la tazza e sorrise. “Dritta al punto, eh? Mi piace. Ad ogni modo, diciamo che non sono niente di speciale. Solo una vecchia casalinga in pensione che in passato si dilettava con diversi misteri del mondo e qualche arte mistica, ma che ora si limita a destreggiarsi tra il cucito e la cucina. Tutto qui.”

“E, se possiamo sapere, che tipo di arti mistiche praticava?”

La risposta della mia ultima parente fu un semplice gesto col dito indice; un istante dopo, la teiera, che aveva lasciato sui fornelli in cucina, volò attraverso l'aria e rimase sospesa sopra il tavolo come in attesa. “Un'altra tazza?” chiese allora Nonna con un cipiglio divertito nel vedere le facce sorprese dei presenti.

“...Non ho visto cerchi magici, né ho percepito un'alterazione nella sua aura...” commentò Akeno incredula.

“Nemmeno io...” si aggregò Rias. “Mai visto nulla di simile... Persino ora non sembra emanare magia o altro mentre la tiene sospesa...”

“Vi assicuro che è magia.. tuttavia prima di spiegarvi, ne gradite un'altra? Non posso tenerla lì sospesa per sempre...” chiese Nonna gentilmente.

Io vuotai la tazza e la misi giù. “Io sì, grazie.”

“Anch'io, per favore” mi seguì Kiba imitato da tutti gli altri.

Nonna schioccò allora le dita e la teiera si spostò davanti a ognuno di noi servendoci autonomamente; in quel momento Koneko sembrò guardarla con occhi speranzosi e lei rise. “Ma certo, piccola. Ce ne sono ancora” disse mentre nel contempo un altro vassoio pieno di biscotti si appoggiava in mezzo al tavolo prendendo il posto del primo, che volò verso la cucina insieme alla teiera. La giovane albina non perse tempo e riprese subito a farne incetta. Alla faccia della fame..!

“D-dunque lei è una maga, Lucia-san?” domandò Asia esitante.

“Non c'è bisogno di essere così nervose, cara. Puoi parlarmi tranquillamente” replicò Nonna evitando la domanda per un attimo. “A proposito, tu sei la ragazza che sta convivendo con Zayden al momento, vero?”

“Eh?! Oh.. sì, è così.”

“Si comporta bene con te? Non ha fatto qualche monellata, spero...”

“Ma che dici, nonna?! Certo che non ho fatto niente del genere!” mi scaldai io. Che voleva insinuare?! Eppure sapeva benissimo che non ero quel tipo di ragazzo!

“No no! Zayden-san ha ragione!” mi sostenne Asia agitando le braccia. “È sempre stato buono e premuroso con me e cerca sempre di farmi sentire come se fossi a casa. Inoltre, è la persona che mi ha salvato la vita e non potrei essere più felice di avere la possibilità di stare al suo fianco.”

“Grazie mille, Asia. Anch'io sono davvero felice di averti al mio fianco” le dissi con un gran sorriso, mentre le davo un buffetto sulla testa e lei ridacchiava con le guance leggermente arrossate. Ma quant'è carina quando fa così..!

“Posso confermarlo anch'io. Sono stata io a reincarnare Asia per riportarla in vita, ma non avrei mai potuto farlo né darle la vera nuova vita che desiderava senza Zayden” si aggiunse inaspettatamente Rias. Le rivolsi uno sguardo riconoscente per la sua uscita, ma notai che il suo sorriso sembrava essersi rattristato per un istante prima di tornare raggiante quando vide la mia espressione. Me lo ero forse immaginato..?

“Ma guarda... Ti sei un po' ammorbidito, eh, nipote? Visto che avevo ragione che un pizzico di vita scolastica ti avrebbe fatto bene?” fece Nonna con un sogghigno.

“Ah sì, guarda... Difatti ora sono diventato un galoppino da club, pensa quanto sono contento!” commentai sarcastico.

“Galoppino? Mi sembra un tantino esagerato.. sei solo l'ultimo arrivato insieme ad Asia dopotutto...” disse Rias sorniona.

Prima che potessi replicare, sentii Nonna ridere: “Sveglia e con la risposta pronta. Mi piace in una ragazza! Credevo che, a parte Kayla, non ne avrei viste altre con un temperamento tanto simile...”

“Kayla? Ma non è..?”

“L'altra mia compagna di squadra insieme ad Akiko nonché la mia migliore amica, esatto” confermai io.

“Un vero maschiaccio. Una tipa che potrebbe entrare nel peggior locale del Bronx in top e jeans e uscirne incolume con dietro una pila di teppisti picchiati a sangue e imploranti perdono...” si aggiunse Nonna.

“Credo l'abbia già fatto una volta, sai?” feci ridendo.

“Ah sì? Beh, non sono sorpresa!” E si mise a ridere con me.

In quel momento, fu Kiba a prendere la parola: “Mi perdoni, Lucia-san, ma non ha più risposto alla domanda di Asia.”

“Oh, giusto! Perdonatemi, ma la curiosità di conoscere la ragazza che mio nipote ha preso come sorella adottiva ha preso il sopravvento. Ad ogni modo, per metterla in breve, diciamo che anch'io come Zayden sono un caso particolare di nascita. Lui è nato come Anima Elementale, questo ormai lo sapete, no?” Ai loro cenni affermativi, proseguì: “Io, dal canto mio, sono invece nata come un'Incantatrice Innata.”

A quelle affermazioni, Rias e Akeno trasalirono, mentre Kiba, Koneko e Asia assumevano espressioni confuse. “Un'Incantatrice Innata?! Sul serio?!” disse poi la seconda con voce incredula.

“Buchou, Akeno-san, di che cosa si tratta?” chiese Kiba a nome di tutti e tre.

“Una posseditrice naturale delle arti magiche” rispose Akeno. “Una persona che è nata letteralmente versata nella pratica della magia in quanto la sua aura magica è capace di adattarsi e riprodurre qualunque tipo di magia essa voglia. Potremmo definirli come i maghi più puri che esistono.”

“Si dice che anche Merlino, il più famoso dei maghi, fosse un Incantatore Innato e che per questo fosse in grado di utilizzare praticamente qualsiasi magia esistente al mondo” aggiunse Rias. “Da sempre sono individui rarissimi, meno di uno su dieci milioni ho sentito. Io stessa e Akeno non ne abbiamo mai conosciuto uno ma solo sentito parlare. Veramente incredibile."

Gli altri presenti fissarono Nonna con aria sorpresa e lei scrollò le spalle. “A parlarne è impressionante, vero? Eppure non è così semplice, sappiatelo: un Incantatore Innato non sa usare automaticamente ogni tipo di magia esistente dalla nascita, ma è solo in grado di impararla con più facilità rispetto agli altri e soprattutto con uguale difficoltà malgrado i diversi tipi. È praticamente come se per noi esistesse un unico livello di difficoltà che è lo stesso per ogni magia al mondo, tuttavia dobbiamo studiare e applicarci a fondo per poter imparare le varie arti esistenti, soprattutto quando ne impari sempre di più nel corso del tempo. È un po' come imparare ogni volta una lingua nuova per intenderci. Inoltre, quando siamo particolarmente versati in un determinato tipo di magia, siamo in grado di utilizzare diversi incantesimi o formule legate ad essa senza ricorrere alla nostra aura e riuscendo così ad utilizzarli senza mai consumare energia. Però non siamo in grado di utilizzare qualunque incanto allo stesso modo e comunemente è possibile solo per le cose più semplici come la levitazione... Comunque il consumo di energia necessario per usare i nostri poteri rimane sempre molto minore rispetto a quello di qualunque altro mago o stregone, perciò diciamo che siamo anche in grado di usare la magia molto più a lungo della media.”

“Straordinario” commentò Rias. Poi di colpo si voltò verso di me: “Aspetta, Zayden, ma tu non mi avevi detto che i tuoi genitori erano semplici esseri umani? Ma, vista l'identità di tua nonna, almeno tua madre non avrebbe dovuto essere..?”

“Era una normale umana, infatti” confermai io. “Non è così semplice come sembra la storia.. giusto, nonna?”

“No, infatti. Vedi, cara, i nostri poteri non sono ereditari. Incantatori Innati si nasce, non si diventa, e possedere lo stesso sangue di uno di essi non è un requisito necessario o una garanzia, al contrario è rarissimo che un figlio di un Incantatore Innato nasca come tale a sua volta. Ancora oggi nessun mago ha una spiegazione logica o sicura, se non che la vera identità della magia è qualcosa di misterioso ed essa concede i suoi pieni poteri in modi molto strani e forse addirittura casuali.”

“Capisco. Ecco perché né sua figlia né Zayden lo sono...” In quel momento sembrò realizzare qualcosa: “Un attimo. Allora gli anelli runici che usi in combattimento..?”

Ghignai. “Sì, esatto! Sono un gentile regalo della mia nonnina!”

“Beh, a mia differenza, tu non avevi un particolare talento nella magia, nemmeno dopo la scoperta dei tuoi poteri, perciò dovevo pur aiutarti in qualche modo, no?” rise lei. “A proposito, dopo fammeli vedere che non vorrei servisse loro una revisione o qualche aggiustatina...” Quando annuii, si rivolse di nuovo a tutti: “Ma ora basta parlare di questa vecchia signora! Ditemi di voi, piuttosto!”

 

*

 

Come.. siamo arrivati.. a questo?!

“E qui è quando Zayden ha ricevuto la sua prima chitarra. Santo cielo, che giorno! Suo padre mi rivelò di aver dovuto scusarsi con un intero vicinato per tutto il pomeriggio dopo la sua prima disastrosa performance!” disse Nonna puntando il dito sulla foto incollata nella parte alta della pagina davanti a sé. In essa, un me stesso molto più piccolo sorrideva raggiante all'obiettivo con una chitarra stretta tra le braccia come un tesoro inestimabile.


Di tutte le cose che Nonna poteva fare dopo domande su domande e racconti vari... Proprio mostrare a tutti il nostro album di foto in famiglia doveva fare?! Eppure sa che non mi piace mostrarlo agli altri! Maledizione a lei!

“Ara ara, e aveva pure la mania di salire sugli alberi, vedo” fece Akeno puntando un'altra foto, chiaramente divertita.

“Non hai idea! Sembrava una scimmietta tutte le volte! I suoi genitori stavano considerando l'idea di costruirgli una casa sull'albero in giardino!”

“Senpai scimmietta...” disse Koneko con un tono alquanto buffo.

Ma perché dobbiamo vedere una cosa così umiliante su di me?! E basta!

“Zayden da bambino... Piccolo Zayden... Zayden da bambino... Piccolo Zayden...”

La più inquietante, però, era Rias: continuava a fissare quelle foto con un'espressione che definire estasiata e rapita era dire poco... Aveva persino gli occhi luccicanti e continuava a ripetere quelle due affermazioni come un mantra!
Ehi, ma non è che Rias è una di quelle persone che provano attrazione per i bambini?! Oh no...

D'un tratto Asia prese le mani di Rias e la guardò in volto con la stessa espressione scintillante. “Credo di capire come ti senti, Buchou-san. Mi sento anch'io così...” le disse raggiante. Cosa, anche tu ti ci metti ora?!

“Allora mi capisci, Asia... Sono così contenta!” rispose la rossa stringendola a sé e riprendendo poi a chiedere a Nonna informazioni su informazioni su quelle foto. Sul serio, basta, per favore... Mi sta venendo voglia di sotterrarmi...

Un istante dopo, mi accorsi che ora l'album era davanti a Kiba, il quale fissava le foto con altrettanto divertimento. “Ti prego, Kiba! Ora non mettertici anche tu o giuro che ti picchio!” lo minacciai alzando un pugno minaccioso.

Lui rise. “Non preoccuparti, Zayden-senpai. Voglio solo saperne di più su di te. A quanto pare, avevi davvero una bella famiglia... Mi dispiace molto per-”

Scossi la testa e distolsi lo sguardo. “Non dire altro, ho capito. Comunque, lo era eccome.”

“Heh, sono quasi...” La sua interruzione improvvisa richiamò la mia attenzione e, quando lo rifissai, aveva uno sguardo strano, tra lo stupito e l'irritato. “Ehi, Zayden-senpai. Questa foto.” Anche il suo tono ora era dannatamente serio.

Guardai la foto in questione: eravamo io e Nonna insieme davanti a quello che sembrava un tempio shintoista e io reggevo in mano una katana di pregevole fattura, ancora più affascinante e magnifica della mia, dal fodero scuro ricoperto di intricati disegni dorati e dall'impugnatura rossa e nera. Io non sembravo avere più di sette anni e anche Nonna era ben più giovane.
Come mai ne era rimasto così sconvolto? La cosa era assai strana. “Siamo noi due durante uno dei viaggi in famiglia qui in Oriente” risposi. “Eravamo in un tempio dedicato alla dea del Sole Amaterasu a Kyoto. Quella era una katana lì custodita che mi hanno permesso di tenere in mano per una foto... O meglio, Nonna ha 'convinto' i custodi a farmela tenere giusto per una foto...”

“Bizzarro come vadano le cose, già. Trovarne una in un modo così inaspettato...” commentò Kiba a bassa voce. Non sembrava nemmeno rivolgersi a qualcuno in quel momento e il suo tono era quasi preoccupante da quant'era cupo.

Ma che sta succedendo? Che gli prende?

“...Questa è una Spada Sacra.”





Note:
Incantatore Innato = individuo nato con una predisposizione naturale alla magia e capace per questo d'imparare qualunque tipo esistente di arte magica senza particolari difficoltà tra un tipo e l'altro, oltre che di consumare una quantità molto minore del normale di energia per poter usare i suoi poteri.



E come avevo promesso... I'M FINALLY BACK, MINNA!!!
Lo so, lo so: sono imperdonabile, sono sparito per sei mesi, non mi sono quasi mai fatto sentire ecc. ecc...
Non vi farò la solita filippica sui motivi, vi dirò semplicemente i 4 motivi fondamentali del mio ritardo: esami, tirocinio, ispirazione altalenante e varie storie da scrivere tutte insieme.
Detto questo, mi dispiace molto di questo ritardo enorme. Non ne avete neanche idea... Da ora, per fortuna, diversi miei impegni si sono risolti e dunque dovrebbe essere più facile scrivere, perciò, anche se non posso comunque promettervi un aggiornamento costante entro un determinato periodo, vi prometto che non vi farò più attendere così tanto!
Intanto spero che il capitolo nuovo del primo nuovo volume vi piaccia e ripaghi almeno in parte la vostra lunga attesa... E a proposito di tale capitolo... XD
Visto quante novità? Lo ammetto, avrei voluto mettere anche l'allenamento per il torneo di palla e il primo incontro tra Zayden e il gruppo Sitri, ma le cose si sono accumulate più del previsto e in una quantità maggiore anche a causa appunto delle novità e non volevo mettere troppa roba qui, già nel primo capitolo, perciò sappiate che vedrete tutto ciò nel prossimo capitolo. Ad ogni modo, qui avete avuto modo di vedere i postumi dell'essere ritornato a interpretare il Death Dragon. Vi piace questa versione oscura di Zayden? Come vedete, però, tanta oscurità non è priva di effetti collaterali e dunque non è una forma facile. Gli effetti in questione e la pozione che prende per stare meglio saranno svelati in futuro, per ora sappiate che è parecchio complicata come forma...
Poi ho voluto dare due momenti di pace quotidiana: il bagno con Asia e il ritorno a scuola. D'altronde devo andare avanti anche col loro rapporto, no? E questo mi sembrava l'ideale... XD E poi dobbiamo sempre ricordare che è una storia che parte dal quotidiano scolastico, no? Perciò serve qualche scena a riguardo e ho notato che ne avevo messe sempre troppo poche, perciò... Inoltre, mi diverto un mondo a farlo incazzare... XD
E poi una menzione per Elsha. Ve la ricordate? Per chi non ricorda, è la più potente Sekiryutei femminile del passato che ora vive come residuo di anima e memoria nelle profondità del Boosted Gear. Nell'originale appare nel volume 9, ma nel mio caso mi serviva per mostrare meglio la situazione di Zayden con la sua Sacred Gear. Dopotutto, dopo 11 anni di vita, non è così strano che ci sia stato un contatto tra Zayden e i vecchi possessori, no? Soprattutto con una forma come quella del Death Dragon a portata... Saprete presto quale rapporto lega lui ed Elsha e come lei cerca di aiutarlo...
E poi ecco l'incontro più importante e, sono sicuro, per voi inaspettato: la nonna del nostro Sekiryutei!! Vi piace?
Sarò sincero: mi sono ispirato sia per il nome che per l'aspetto alla mia nonnina -sia benedetta quella vecchietta che mi vuole anche troppo bene! Quanto le voglio bene anch'io!-, perché mi piaceva mettere qualcos'altro di personale nella storia. Di carattere anche lì ha dei tratti simili, ma ha anche grosse differenze e capirete presto che può essere tanto una dolce nonnina quanto una terrificante maga... XD Vi piace la sua identità di Incantatrice Innata? Un'altra delle mie invenzioni: dal momento che Zayden è un guerriero fondamentalmente da corpo a corpo, mi piaceva l'idea di un'utilizzatrice di poteri e arti magiche fuori dalla norma... Saprete di più su di lei e i suoi poteri in futuro, non temete! ;)
Infine, la scoperta della spada sacra da parte di Kiba. Vi dico subito che Zayden e Irina, in questa storia, non sono amici d'infanzia, perciò mi serviva un qualche modo per innescare la trama principale del volume e visto che mi piaceva il ricordo tramite foto, ho deciso di renderlo simile ma diverso. Sull'identità di quella spada in foto e di come è stata scattata suddetta foto, lo saprete nei prossimi capitoli, perciò state a vedere... ;) E per quanto riguarda le due guerriere della Chiesa... vedrete... XD
Con questo, credo di aver detto tutto, perciò vi dico solo spero abbiate apprezzato e alla prossima! Se volete o potete, fatevi sentire che voglio sapere se state bene e siete ancora vogliosi di seguirmi con questa storia!!
Ja naa minna!!!
   
 
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