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Autore: swimmer5    24/09/2017    1 recensioni
È giunta l'ora di un nuovo anno scolastico alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Lo scopo di Hinata è chiaro fin da subito: vuole, una volta per tutte, fare chiarezza sui suoi sentimenti e dichiararsi a Kageyama, ma le cose non andranno come previsto... O forse sì?
Tra Quidditch, incantesimi, pozioni, duelli e gite a Hogsmeade, l’obiettivo è uno solo. Passare i G.U.F.O. e i M.A.G.O.? No: conquistare la persona amata!
Hogwarts!AU
[Principalmente KageHina e YamaYachi; DaiSuga, AsaNoya, BokuAka, in seguito potrebbero aggiungersi altre coppie]
Genere: Comico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Shouyou Hinata, Tadashi Yamaguchi, Tobio Kageyama, Un po' tutti, Yachi Hitoka
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VI
TORNEO DI HALLOWEEN E BALLO IN MASCHERA



Il trentunesimo giorno del decimo mese era speciale: nel repertorio di Hogwarts, non poteva mancare l’irrinunciabile ricorrenza della festa di Halloween.
E questo, i prefetti, lo sapevano bene. Davvero bene.


Il Preside, generalmente, lasciava che il corpo studentesco dei prefetti si occupasse della preparazione della festa e tutto ciò che ne comportava – appendere le decorazioni, scegliere gli ornamenti, organizzare piccole attività – e quest’incarico veniva ricoperto anche per tutte le altre festività.
Il più delle volte si preferiva rimanere sul tradizionale e, nel caso di Halloween, limitarsi ad organizzare un banchetto più sontuoso rispetto al solito e a decorare il castello in tema.
Ma quell’anno, con quei prefetti, la festa di Halloween sarebbe stata decisamente più vivace.


Il quindici di ottobre –esattamente due settimane prima del giorno di Halloween – i prefetti decisero di riunirsi nella Sala Conferenze del castello, nei sotterranei, nei pressi del dormitorio dei Serpeverde. Un lungo tavolo in legno d’abete piuttosto logoro si trovava al centro della stanza; ai lati del mobile, otto sedie disposte tre sul lato lungo e le due rimanenti ai capotavola. Appesi al muro, oltre a una quantità indefinita di ritratti di gente illustre di Hogwarts, vi era anche una lavagna d’avorio.
“Dove sono Kuroo e Bokuto?” disse Shimizu.
“Sempre i soliti ritardatari” commentò Sugawara.
I due rientrarono pochi minuti dopo. Il Tassorosso teneva in mano un foglio di pergamena che sventolava orgogliosamente davanti agli altri prefetti.
“Abbiamo incontrato il Preside in corridoio e abbiamo accennato le nostre proposte” comunicò Koutarou, poggiando il foglio sul tavolo.
“Avete parlato al Preside prima di consultarvi con noi?” fece notare Yuiji, seccato.
“Soltanto un accenno! E poi, è stato lui a chiedere” ribatté Koutarou, giustificandosi. “Comunque, è sembrato particolarmente entusiasta.”
“Esponeteci queste proposte, allora” disse Daichi.
“Come prima cosa, io e Bokuto avevamo pensato di organizzare un piccolo torneo di Quidditch” disse Kuroo. “Nulla di serio, saranno delle partitelle giusto per allenarci. Ma se il Preside e Saeko ci dessero l’autorizzazione, la finale del Torneo potrebbe essere considerata partita ufficiale, se le due squadre finaliste non si sono ancora affrontate.”
“E così non viene modificato il calendario degli incontri di Quidditch?” chiese Shimizu.
“Non in modo troppo sostanziale.”
“È un’idea carina” disse Asahi e Kyouko annuì.
“Già” convenne Ushijima.
“Per me va bene. Nulla da dire” disse Koushi. “E la seconda proposta qual è?”
Kuroo e Bokuto si scambiarono un’occhiata maliziosa. “Un ballo in maschera” disse Tetsurou.
“Una grandiosa festa in maschera per tutti!” aggiunse Koutarou. “E sarà memo – aspetta, non ti muovere – rabile!”
“Hey, quella non era una serie TV Babbana?”gli fece notare Kuroo.
“Ehm... Può darsi” Koutarou si grattò la testa.
“Un ballo in maschera, nel senso che dobbiamo travestirci?” domandò Azumane.
“Quanti altri tipi di ballo in maschera conosci, Asahi?” scherzò Sugawara.
“Si può fare” commentò Daichi.
Oya oya? Daichi Sawamura è d’accordo con noi?” lo punzecchiò Bokuto.
“Stai iniziando a cambiare, finalmente” ammiccò Kuroo, circondandogli le spalle con un braccio.
Daichi lo guardò stizzito. “Tra le idee che avete avuto finora è la più “normale” “ disse, scostandosi da Tetsurou.
“Siamo ancora a ottobre, Sawamura, aspettati di tutto nei mesi successivi” replicò Kuroo. “A proposito, per Natale...”
“È presto per affrontare questo discorso” lo interruppe Ushijima.
“Sono d’accordo” convenne Daichi.

*
 

L’atmosfera di Halloween s’iniziò a percepire nel momento esatto in cui i prefetti avevano svelato tutte le novità per la festa di quell’anno.
Tutti gli studenti si erano dimostrati entusiasti delle novità proposte, soprattutto quella del Ballo in Maschera. Erano già state organizzate feste da ballo che non fossero il Ballo del Ceppo in occasione del Torneo Tremaghi (ad esempio, si tenne una festa elegante per il millesimo anniversario della fondazione della scuola, o ancora si ballò per la festa di pensionamento di Gou Aizakawa, il precedente Preside di Hogwarts), ma siccome Halloween doveva essere memorabile, i prefetti decisero di lanciare un’idea diversa per rompere la tradizione, che andasse oltre la solita festa da ballo. E quale idea migliore se non quella di una festa in maschera?


Tadashi aprì il baule e un cumulo di polvere si levò nell’aria – da quanto tempo non lo apriva?  Tossicchiò un paio di volte, scacciò il pulviscolo con una mano e prese un album di fotografie che ritraevano momenti della sua infanzia.
Tadashi venne pervaso da piacevoli ricordi d’infanzia. Era improvvisamente tornato ai suoi nove anni quando, con Tsukki, andava a bussare alle case del quartiere e a fare “dolcetto o scherzetto”.
Rise al pensiero di Tsukki travestito da dinosauro, che Akiteru aveva reso ancora più realistico con un Incantesimo Trasfigurante, facendo apparire sul volto di Kei un sorriso luminoso.
Da bambino diventava sempre un mostriciattolo, ma per la festa da ballo cosa si sarebbe inventato?
Al momento, non aveva idee... Decise comunque di non pensarci e di rimandare la decisione ai giorni successivi.
Sceso in sala comune, fu sorpreso di trovare Tanaka, Nishinoya e Hinata chini su un libro di testo.
“Cosa guardate?” chiese Tadashi, unendosi a loro.
“Cerchiamo spunto per i nostri travestimenti” gli spiegò Tanaka, sfogliando le pagine. “TROVATO!” urlò, indicando la figura di una creatura umanoide grigiastra.
“Un... ghoul?” lesse Hinata.
“Sì! Sarò un ghoul terrificante!”
Un ghoul, un orco viscido con denti sporgenti, giallastri e appuntiti.
“In effetti è spaventoso” commentò Yamaguchi.
“Una volta ne abbiamo trovato uno nel granaio!” disse Yuu con enfasi.
“Davvero?!” esclamò Hinata, incredulo.
“Noya, tu puoi fare questo...” disse Tanaka, sghignazzando.
Ci mancò poco che il cuore di Yuu si pietrificasse, quando il ragazzo lesse la didascalia che accompagnava la foto che Ryu stava indicando.
Elfo domestico.
“Ryu... Ti credevo dalla mia parte...”
Tanaka rise. “Avanti, Bro! Stavo scherzando!”
Mentre Yuu ricopriva d’insulti chi aveva osato beffarsi della sua bassa statura, Yamaguchi domandò a Shouyou: “Tu da cosa ti travestirai, Hinata-kun?”
“Berretto Rosso!” rispose, prendendo il capitolo dedicato alla creatura appena nominata. “Mi basta trovare un vecchio gilet e sono a posto!”

 
*


“Sono tutti in subbuglio ma io non riesco proprio a decidermi...”
“Tranquillo Yamaguchi-kun, io sono nella tua stessa situazione” sospirò Yachi.
Entrambi si misero a riflettere, in silenzio. Si erano dati appuntamento in biblioteca e avevano appena da poco finito di fare i compiti di Astronomia. “Sarebbe carino se... se tu usassi la mia divisa da Quidditch. Ti andrebbe?” propose Tadashi.
Hitoka arrossì involontariamente al pensiero. Anche lei era alla disperata ricerca di un travestimento e la soluzione che aveva tirato in ballo il suo ragazzo era valida. Per cui disse, non senza esitare:
“Sì, mi andrebbe.”


Tadashi si recò nuovamente nel suo dormitorio, in compagnia di Hitoka, per prendere il travestimento
“Adesso non ci resta che andare di nuovo nel tuo dormitorio.”
“No, è troppo lontano” disse lei. “Conosco il posto adatto per cambiarmi. Seguimi...”
Scesero alcune rampe di scale, imboccarono un paio di corridoi e si ritrovarono davanti a una porta di legno marcio e logoro.
“Il... bagno del primo piano?”
“In questo bagno non ci entra mai nessuno perché dicono ci sia un demone fantasma” spiegò Hitoka.
“D-Demone fantasma?” ripeté Tadashi, cercando di non apparire impaurito. “Non ci crederai mica, spero” disse, richiamando a sé tutto il suo coraggio da Grifondoro.
“O-Ovvio che no” disse Hitoka entrando nel bagno.


Estrasse la divisa scarlatta dalla busta. I ricami d’oro, il tessuto scarlatto, il lungo mantello, i guanti di pelle, lo stemma ricamato... Hitoka si soffermò sui particolari più minuziosi di quel completo, rimanendo affascinata.
Indossò la tenuta e si guardò nello specchio rettangolare appeso al muro, leggermente sporco e crepato. Sfiorò quella divisa, con cui Yamaguchi aveva giocato tantissime partite, con cui aveva vinto, perso, pianto, gioito. Se Hitoka chiudeva gli occhi, poteva sentire il profumo di Tadashi e percepire il suo ragazzo proprio accanto a lei.
“Yacchan, tutto a posto?”
Hitoka sussultò quando Yamaguchi bussò alla porta. “S-sì! Sto uscendo.”
Aprì la porta e uscì dal bagno, mostrandosi a Tadashi con non poco imbarazzo.
“Mi sta un po’ grande...” confessò.
“Per quello non c’è problema” disse Tadashi estraendo la sua bacchetta. “Reducio!”
La divisa si rimpicciolì fino a calzare perfettamente sulle forme di Hitoka.
“Yamaguchi-kun! Non si possono fare le magie nei corridoi!” sussurrò allarmata, guardandosi intorno.
“Quando ti ho dato i fiori non hai detto nulla, però” disse Tadashi, avvicinandosi alla ragazza.
“Antipatico! Non mi hai detto ancora come sto.”
“Ti sta benissimo! Sembri una giocatrice di Quidditch professionista”
“Smettila!” gli disse Hitoka, che aveva iniziato ad arrossire violentemente.
Entrambi risero piano. Poi il viso di Tadashi si fece sempre più vicino e Yachi premette le labbra sulle sue. Hitoka affondò la mano nei capelli del ragazzo, approfondendo così il bacio.
In momenti del genere, il mondo scompariva. Quando si baciavano, era come se si trovassero dentro una bolla: non poteva turbarli né una bufera di neve, come quella del loro primo bacio, né una improvvisa irruzione di un troll, né tanto meno un fantasma di dubbia esistenza.
Per Tadashi quella situazione era surreale, poteva sentire le guance e le punte delle orecchie andare a fuoco. E non si seppe spiegare il motivo, forse perché la sua ragazza indossava la sua divisa da Quidditch o perché Hitoka aveva iniziato a baciargli il collo.
Screeetch.
Entrambi sussultarono quando sentirono un frastuono provenire dal bagno. Un rumore metallico, tagliente, stridulo.
Si guardarono negli occhi, terrorizzati, e prima di scappare a correre, urlarono:
“IL DEMONE FANTASMA!”

 
*


“Non hai intenzione di travestirti?” chiese Saeko.
“No” disse Ukai, “sono troppo vecchio per queste cose”
“Tsk, vecchio a ventisei anni... Shimada, Takinoue! Voi cosa fate?”
“Credo proprio che declinerò l’offerta” si scusò cortesemente Shimada.
“Anch’io” aggiunse Takinoue.
Sul volto di Saeko si dipinse un’espressione scocciata. “Che pizza! Proprio quando si decide di organizzare qualcosa di diverso dal solito... Siete tutti così noiosi!”
Nekomata ridacchiò. “Ci sono altre cose a cui pensare. Il Quidditch, per esempio.”
“Oh, già!” A Saeko s’illuminarono gli occhi. “C’è il Torneo di Halloween quest’anno!”


 
*


Ikkei Ukai si svegliò all’alba come tutte le mattine. Si alzò lentamente, fingendo di non sentire lo scricchiolare delle ossa del suo corpo anziano a ogni movimento. Raggiunse a passi lenti la finestra e scostò le tende per far entrare la luce del sole appena sorto. Poi il suo sguardo si posò sul calendario appeso al muro accanto all’infisso, realizzato in fine pergamena egiziana.
Guardò la data segnata su di esso: il trentuno ottobre.
Il grande giorno era arrivato.


 
*


“Studenti e studentesse, benvenuti al Torneo di Halloween! Qui è la vostra Saeko Tanaka che vi parla, pronta per un’altra entusiasmante telecronaca!”
Se avesse potuto, Yasufumi Nekomata le avrebbe scagliato l’incantesimo Quietus nel modo più veloce possibile.
“Per prima cosa, si svolgerà un sorteggio per decidere le squadre che si dovranno affrontare. Ricordate, sono solo amichevoli, l’importante è divertirsi e giocare a Quidditch secondo i sani principi dello sport!”
Le tribune del Campo di Quidditch non si erano mai riempite così velocemente come quella volta.
Per l’occasione, i pilastri di ogni tribuna erano stati decorati con zucche, pipistrelli, ragni – qualunque cosa che rimandasse alla festività di Halloween.
I professori, come consuetudine, si erano riuniti nella postazione della telecronaca, trepidanti per l’inizio degli incontri.
Shimada si avvicinò a Saeko con un piccolo calderone da cui fuoriuscivano vapori grigiastri. All’interno della miscela gassosa – frutto di un incantesimo che escludeva qualunque possibilità di truccare l’estrazione – Shimada aveva messo quattro foglietti di pergamena, piegati quattro volte, su cui vi erano scritti i nomi delle Case.
Saeko afferrò un biglietto e lo aprì per leggerlo. “La prima squadra a essere sorteggiata è quella dei... Tassorosso!”
Il fatto la squadra dei Tassorosso fosse stata sorteggiata per prima, per Bokuto fu di buon auspicio. “Hey hey heeey!” esclamò a gran voce il Capitano dei Tassi, “Fatevi avanti, chiunque sia il nostro avversario!”
“Che si sfideranno con... I Grifondoro! FORZA RYUU!”
Shouyou esultò tra sé. Era segretamente felice di poter gareggiare con Bokuto. L’aveva tanto ammirato in quegli anni, era una sorta di maestro per lui, e non vedeva l’ora di poterlo affrontare come si deve.
“Automaticamente i Serpeverde affronteranno i Corvonero!” continuò Saeko. “Ricordo nuovamente a tutti che queste partite sono alla stregua di un’amichevole. L’importante è divertirsi, ovviamente. Dunque... Che comincino le danze e buon Torneo di Halloween a tutti!”


 
*



La partita tra Tassorosso e Grifondoro si giocò senza esclusione di colpi. Sebbene fosse un’amichevole, entrambe le formazioni volevano giocare al meglio e vincere. Tra l’altro, esisteva un motivo per non voler perdere?
Non mancarono i goal spettacolari segnati da Bokuto – ai quali Hinata restava con la bocca aperta ogni volta – né gli scenografici salvataggi del Portiere Nishinoya.
Hinata dovette scontrarsi con Chikara Ennoshita. Il Cercatore dei Tassorosso si era particolarmente distinto come giocatore durante il suo quinto anno, ed era migliorato sia in velocità che in tecnica. Tuttavia, queste caratteristiche non erano ancora paragonabili a quelle di Hinata e non era neanche talentuoso come lui.
Non aveva talento, ma era determinato. Ennoshita, volando abilmente sulla sua Nimbus riuscì, anche con un po’ di fortuna, ad afferrare il Boccino e a far vincere i Tassorosso, i quali totalizzarono complessivamente 160 punti contro i 40 di Grifondoro.
“Arrghh! Scusate! È tutta colpa mia!” si lamentò Shouyou con la squadra, venendo poi tranquillizzato dagli altri membri.


La partita tra Corvonero e Serpeverde non fu da meno. Ushijima segnava goal uno dopo l’altro, incrementando sempre più un vantaggio che a fatica veniva colmato dai Cacciatori verde-argento. Però, grazie a un gioco di squadra superlativo, il Super-Cacciatore Wakatoshi Ushijima, per quella volta, dovette inchinarsi alla squadra capitanata abilmente da Kuroo Tetsurou, che dalla sua postazione da Portiere riusciva a coordinare tutta la formazione.
Oikawa, poi, aveva brillato. Riuscì a lanciare i Bolidi con una precisione chirurgica, dando del filo da torcere già dai primi minuti dell’incontro.
Dopo un appassionante testa-a-testa all’ultimo goal tra le due squadre, a spuntarla fu la squadra delle Serpi con i suoi 180 punti contro i 50 dei Corvonero.


Dalla tribuna si levarono applausi e fischi per le squadre che avevano appena disputato quegli entusiasmanti match.
“La Finale del Torneo di Halloween verrà disputata dai Serpeverde contro i Tassorosso!”
Saeko ricevette l’inaspettata visita di Kuroo e Bokuto che le bisbigliarono qualcosa. Alla conversazione si aggiunsero anche il professor Nekomata e il professor Irihata.
“C’è una notizia straordinaria, signore e signori! Visto che le due formazioni non si sono ancora scontrate, a richiesta dei Capitani, si è deciso di far valere questo che si andrà a disputare come match ufficiale! Preparatevi alla partita di Coppa delle Case di Serpeverde contro Tassorosso!”
Urla eccitate si levarono dalle tribune, e quel clima cordiale e rilassato s’impregnò ben presto di tensione e adrenalina.
Le cose si sarebbero fatte serie.


Kuroo e Bokuto avevano perso il conto delle volte in cui si erano affrontati. Ma quella sarebbe stata la prima volta in veste da Capitani – e forse anche l’ultima perché, generalmente, nella Coppa delle Case non esistevano partite d’andata o ritorno – e questo non poteva far altro che elettrizzarli.
“Capitani!” li chiamò Keishin Ukai, invitandoli al centro del campo per il rituale della stretta di mano pre-partita.
“Ti farò il culo, Bokuto Koutarou” sussurrò Kuroo.
“Non prima di avertelo fatto io, Kuroo Tetsurou” gli rispose Bokuto,
“Ai vostri posti” disse Keishin e i Capitani, insieme alle loro squadre, si sparpagliarono per tutto il campo.
Keishin aprì la valigetta con Pluffa, Bolidi e Boccino e puntò in alto la bacchetta. “E... VIAA!”
Le sfere si sollevarono e l’incontro iniziò.
“Attenzione, Lev Haiba mette subito le cose in chiaro afferrando la Pluffa, marca abilmente Matsukawa e Hanamaki dei Tassorosso, passa a Taketora che avanza, passa ancora a Haiba che tira in porta e... GOAL! Subito goal per i Serpeverde!”
“Adesso la Pluffa è nelle mani dei Tassi, Yukie Shirofuku la passa a Bokuto che... Oh! Attenzione! Quel Bolide lanciato da Sugawara lo aveva quasi preso in pieno! Pluffa a Matsukawa che la passa ad Azumane, pronto a tirare in porta... GOAL! Asahi Azumane, il Cannone dei Tassorosso, restituisce subito il goal. Pareggio momentaneo per le due squadre!”
La partita proseguì con un tira-e-molla di goal, Bolidi scagliati e parate spettacolari. Il punteggio rimaneva pressoché invariato: le squadre erano entrambe di alto livello, con punti di forza diversi ma con una tecnica di gioco efficace.
“E mentre le squadre si fomentano per la Pluffa, ecco che il Boccino fa la sua comparsa! Nessuno dei due Cercatori ha perso tempo, entrambi si sono piombati sul Boccino cercando da subito di afferrarlo!”
Mentre gli altri giocatori continuavano a lanciare la Pluffa e a colpire Bolidi, la scena fu totalmente rubata dai Cercatori. Nel loro strabiliante duello vinse Yaku che, dopo aver afferrato il Boccino, alzò il pugno in segno di vittoria.
“E... Vince Serpeverde!”
Dalla tribuna verde-argento si levarono cori e applausi.
“Caspitaaa! C’eravamo quasi!” Bokuto si mise le mani ai capelli.
Dopo aver esultato, Kuroo si avvicinò al Capitano della squadra avversaria. “Come primo incontro non è male. Bravo, Bro.”
Koutarou sorrise, stringendo vigorosamente la mano al suo avversario.
Quando il tuo miglior amico è anche il tuo miglior avversario, è lì che si capisce realmente il valore dello sport.

 
*


Il Banchetto di Halloween è secondo soltanto a quello di Natale.
Furono soprattutto i giocatori di Quidditch, stanchi e affamati come non mai, a spazzolare tutto ciò che gli elfi domestici avevano preparato. Dopo che anche l’ultima fetta di dolce fu consumata, gli studenti furono invitati ad alzarsi per cominciare a ballare. Improvvisamente, le quattro tavolate si sollevarono da terra e, fluttuando a mezz’aria, si andarono a posizionare ai lati della Sala Grande.
La luce emanata dalle candele nelle zucche si fece più tenue, e in un angolo della Sala un gruppo di scapestrati musicisti-fantasma iniziarono a suonare con dei violini scordati e vecchi contrabbassi.


Agli studenti fu permesso di ritornare nei propri dormitori per preparare il travestimento.
Dopo questo breve time-out tecnico, la sala iniziò a riempirsi. Kuroo fu uno dei primi, insieme a Terushima, a varcare la soglia della Sala Grande che si era totalmente trasformata.
“Che figo!” gli occhi di Yuiji, travestito da Babbano, brillavano. “Se l’anno prossimo dovessi essere di nuovo eletto prefetto, continuerò sicuramente su questa strada!”
“Bravo, Yuiji! Mi commuoverei e ti abbraccerei urlando a tutti che sei il mio discepolo ma sembrerei troppo Bokuto.”
“La sala, però, è ancora vuota”
“Non direi. Sta venendo qualcuno.”
Quando Kuroo realizzò chi fosse la persona sotto quel travestimento da mummia egiziana, sul suo volto si stanziò un ghigno. “Hey, Tsukki! Che dovresti essere? Un palo della luce fasciato?” ironizzò, raggiungendolo.
“Sicuramente meglio del tuo travestimento” ribatté il biondo.
Kuroo sospirò. “Le Maridi sono figure femminili importantissime nel mondo magico, Tsukki.”
E in effetti, con quei capelli corvini sparati sulla testa in una maniera improponibile, Kuroo sembrava proprio una Maride.
“Sì, importantissimi mostri marini.”
Nel frattempo la Sala cominciò a riempirsi. Vennero Yamaguchi, Tanaka, Noya e Yachi.
Oya, se qualcuno ha uno Spegnino me lo dia, così provvedo a spegnere quella tua testa calda”
“HEY HEY HEEEY! Guardate! Io e Akaashi abbiamo i travestimenti coordinati!” sottolineò Bokuto non appena entrò in Sala. “Io sono una Fenice e lui è un Fwooper!”
Akaashi, visibilmente imbarazzato, salutò i compagni.
“Sei un figurino, Akaashi”si complimentò Kuroo. “Tutte quelle sfumature viola, fucsia e rosa ti donano. Sembri proprio un Fwooper.”
“E guarda: ta-dan! Piume vere! Un Incantesimo Trasfigurante di Akaashi!” disse Bokuto ondeggiando le braccia.
“Incantesimo Trasfigurante?” Tadashi, incuriosito, si avvicinò al prefetto dei Tassorosso per tastare quelle piume rosse e dorate.
“Yachi-san, quella divisa ti sta benissimo! Hai mai pensato di unirti alla squadra di Quidditch?” disse Terushima.
Lei trasalì, imbarazzata. “Ecco, io, n-non...”
“HEY! Ci siamo anche noi!”
Yuu irruppe nella stanza trascinandosi Asahi.
“Nishinoya-san, tu cosa dovresti essere?” domandò incuriosita Hitoka.
“Un elfo domestico!” esclamò, fiero. “All’inizio ero restio ma quando ho scoperto che sono gli elfi domestici a far funzionare Hogwarts mi sono convinto. Sono un po’ come i Portieri!”
“Oh... certo!” disse Hitoka, non convinta del tutto sulla metafora del Quidditch.
La sala si stava riempiendo in fretta. “Salve” Shimizu, vestita da Megera, raggiunse gli altri studenti.
“Kyoko-san! Anche con il meno dignitoso dei travestimenti tu sei sempre bellissima!”osservò Tanaka, ammirando Kyoko. Aveva tolto gli occhiali e indossava un cappello e un vestito entrambi color porpora e sgualciti, i capelli erano volutamente spettinati ma ugualmente luminosi e ricadevano sulle spalle in due ciocche disordinate. Ryunnosuke rimase ad ammirare la sua bellezza che riuscì a contrastare il travestimento da strega burbera.
La prefetto di Corvonero ignorò il suo commento.
“Ah! Che bello quando m’ignora così!”
“Sei sempre il solito, Ryuu” una voce giunse alle spalle di Tanaka e Nishinoya. “Ennoshita!” esclamarono in coro.
Chikara indossava dei vestiti Babbani, dei semplici jeans chiari, scarpe bianche e una maglietta raffigurante il logo di una squadra dell’NBA.
“Ciao anche a te, Yuu” salutò pacatamente Chikara.
I tre cominciarono una conversazione tranquilla, poi Noya si allontanò e Tanaka ed Ennoshita rimasero a parlottare e bere.
“Ryuuu!”
“Sorellona?!” esclamò lui, voltandosi di scatto non appena ebbe sentito la voce di sua sorella.
“Cosa stai bevendo?” domandò Saeko, strappando dalla mano del fratello il bicchiere di carta.
“Hey, ferma!”
“Devo controllare che non circoli alcool!” esclamò, bevendo il succo. “Okay, è a posto” decretò, posando il bicchiere vuoto sul tavolo alle sue spalle.
“Sei una spia mandata dal corpo docenti?” scherzò Chikara.
“Forse sì, forse no...” ammiccò Saeko, restando vaga. “Non è colpa mia se gli altri professori sono noiosi e poco inclini al divertimento!”
“È così che i professori devono essere” le rammetò Ryu.
Saeko fece la linguaccia al fratello. “Mi raccomando, tienilo d’occhio” raccomandò a Ennoshita, per poi allontanarsi.
“Tua sorella è proprio forte” commentò Chikara.
“È soltanto fuori di testa” disse Ryu, scuotendo la testa.
“Altro succo di zucca?” domandò Ennoshita, porgendogli un bicchiere pieno.
“Sì, grazie” disse Ryu, afferrando il bicchiere e sorseggiandone in seguito il contenuto.


Shouyou urtò per sbaglio una persona incappucciata, alta quasi due metri e dalla larghezza di un armadio. Da una manica s’intravedeva una mano totalmente scheletrica.
“GWA!” esclamò Hinata. “Dissennatore!”
“È solo Ushijima-san, boke!”
Wakatoshi si levò il cappuccio. “Salve.”
“M-ma la mano...”
“Ah, è un Incantesimo Trasfigurante...” spiegò, mostrando la mano.
“Che figo...” Hinata rimase incantato. “Sono le tue vere ossa?!”
“Tsk! Chi si crede di essere? Preferirei mille volte passare il resto della vita sbattuto ad Azkaban anziché essere baciato da lui” commentò acido Oikawa, poco distante da loro.
“Non dovresti neanche pensare di farti baciare da un Dissennatore, Shittykawa” ribatté Iwaizumi, con il suo completo da Babbano. “A proposito, ricordami perché stai indossando quell’insulso berretto da unicorno?”
Oikawa aprì la bocca per rispondere a tono, ma fu interrotto da due persone che irruppero in Sala.
“È qui la festa?”
Sugawara, nel suo travestimento da Infero, aveva lasciato tutti ammutoliti.
Non era un Infero tenebroso e cupo. I capelli argentei, il viso reso più pallido da un tocco di polvere bianca e un completo grigio su cui erano ricamate le ossa dello scheletro assile lo rendevano un Infero elegante e bello da guardare.
“Woah, Suga-san, sei fantastico!”
“Freschezza-kun? Sei proprio tu?”
Koushi sorrise sornione, compiacendosi dei complimenti ricevuti. Anche Daichi era vestito da Dissennatore ma in una versione un po’ meno paurosa, senza nessun incantesimo che trasfoemasse in ossa le dita della mano.
Shouyou rimase stupito da tutti i costumi ma, in particolare, rimase a bocca aperta quando vide quello di Tobio: uno dei più vampiri più belli che avesse mai visto.
“Che bel travestimento, Kageyama!” disse Suga e presto altri commenti positivi furono espressi.
Hinata lo trovava bello. Anzi, bellissimo. Le ciocche corvine erano acconciate in un elegante riga laterale e il fisico era messo in risalto dal frac nero e attillato. I canini, come tocco di classe, sporgevano dalla bocca e il contrasto tra il rosso delle labbra e il bianco dello smalto li faceva quasi brillare.
“Hey, Hinata.”

 
*


Le luci cominciarono a offuscarsi, il volume della musica si fece più alto: un chiaro invito a iniziare le danze. La pista s’iniziò a riempire
subito e presto
Tobio si avvicinò ad Hinata e con un braccio andò a cingergli la vita.
Quella pozione non lo faceva ragionare. Ogni occasione era buona per stare insieme a Hinata, toccarlo, sfiorarlo; se non avesse avuto autocontrollo l’avrebbe baciato in quell’istante.
“Quindi? L’effetto del filtro è svanito?”
Ecco, il filtro. Un ricordo fastidioso s’impadronì della mente di Tobio. Ogni volta si sforzava di non pensarci, fare i conti con la verità lo avrebbe spaventato.
Dopo essersi assicurato di essere protetto dalla penombra della sala, Kageyama sfiorò le labbra di Hinata con il pollice.
“Non ancora” sussurrò. Ed era la verità, nessun sintomo particolare che poteva essere associato alla fine dell’effetto del filtro si era manifestato.
“Scusa, Kageyama, ma come farai a saperlo?!”
Tobio lo guardò torvo. “Ho ingoiato io quella roba, credo di sapere quando l’effetto svanisce, no? Sicuramente mi accadrà qualcosa, tipo che sverrò o altro.”
Hinata annuì, ma rimase perplesso. “E’ già un po’ di tempo che sei in questo stato.”
“Era comunque una pozione preparata da mani inesperte di studentesse accaldate, qualcosa è sicuramente andato storto nella preparazione ed eccoci qui.”
Hinata mise il broncio.
“Pensa a goderti il ballo, intanto” lo rassicurò.
“Hey, piccioncini! Perché non vi unite a noi?”
Kuroo Tetsurou, con un bicchiere di succo di zucca in mano, esortò il Vampiro e il Berretto Rosso a raggiungere la pista.
“Io non so ballare!” Tobio si mise sulla difensiva.
“Ah! In questa pista tutti sanno ballare. E ora muovetevi!”
“Dai, Kageyama!” Hinata lo afferrò per il polso e lo trascinò in pista.


“Asahi-saaan! Vieni a ballare!”
“Eh?! Ma io non so ballare!”
“T’insegno io, Azumane!” Saeko aveva preso Asahi a braccetto e lo aveva trascinato.
Quel gesto improvviso della professoressa di volo aveva suscitato l’ilarità di tutti. E rideva anche Akaashi, ma per altri motivi.
Akaashi rideva. Terribilmente.
Se c’era qualcuno che si muoveva peggio di Asahi, quello era Bokuto. Bokuto era pessimo a ballare. Scoordinatissimo, goffissimo, più volte pestò i piedi di Keiji in quei movimenti alla rinfusa senza un preciso ritmo.
Bokuto rideva insieme a lui, contagiandolo con il suo immancabile entusiasmo.
“Non ho mai visto Akaashi-san così felice” commentò Tsukishima.
“Lui non è una persona che manifesta apertamente i suoi sentimenti e le sue emozioni. Però, quando è con Bokuto, è come se si sciogliesse” disse Kuroo, e Kei non poté fare a meno di annuire silenziosamente.


 
*

 
Bokuto arrivò nell’aula di Storia della Magia appena un minuto prima del professor Irihata. Se avesse potuto strisciare al posto di camminare normalmente, l’avrebbe fatto.
Si andò a sedere nel posto che Kuroo gli aveva tenuto –  così come glielo riservava in tutte le altre lezioni congiunte – trascinandosi mogio mogio.
La sera prima aveva un po’ alzato il gomito con il succo di zucca alcolico insieme ai prefetti, noncurante che il giorno dopo lo avrebbe atteso un’estenuante giornata di lezioni.
Koutarou gettò la borsa sul banco e si abbandonò sulla sedia, stiracchiandosi.
“Buongiorno, ragazzi” salutò il professore di Storia della Magia.
“Buongiorno, professore” risposero prontamente tutti gli studenti, Tetsurou incluso.
“Buongiorno un cazzo” si lamentò Bokuto, degnandosi almeno di estrarre il libro di testo dalla borsa.
Tetsurou, a differenza sua, sembrava fresco come una rosa. Nessuna traccia di occhiaie sotto gli occhi, nessun sintomo post sbronza.
“Bro, mi fai paura se mi fissi così” gli disse Kuroo.
“Mi spieghi come fai a essere così lucido? Qual è il tuo segreto?” domandò Koutarou, mentre tratteneva a fatica uno sbadiglio. “Qualche incantesimo?”
Tetsurou rise piano. “Non proprio.”
“E allora cos’è?”
“Ragazzi” li interruppe Irihata. “Prendete il libro di Storia della Magia e andate a pagina quattrocentosettantanove.”
Bokuto eseguì le istruzioni. Introduzione alla Storia della Magia Verde. Una palla colossale.
Non appena il professore iniziò a parlare, a Bokuto calò il sonno. L’argomento non era per niente interessante, e in più la voce di Irihata sarebbe stata in grado di assopire perfino un’insonne.  Sospirò, appoggiando la testa sopra il banco. “Bro...”
Tetsurou guardò l’amico sofferente. Sfogliò le pagine del libro per qualche secondo, poi richiuse quest’ultimo. “Senti...” sussurrò Kuroo, brandendo un foglio di pergamena e la sua penna d’oca, “hai idee per quello che faremo a Natale?”




Note dell'autrice
Sono tornata! Non so con quale faccia oso ripresentarmi sul sito dopo che non aggiorno da ere geologiche BUT c'è stato un periodo in cui il mio rapporto con la scrittura è diventato conflittuale, e avevo perso quasi tutto l'interesse... Adesso fortunatamente non è più così ^^"
Halloween è una festa importante per Hogwarts e ho deciso di dedicare alla festività questo qualunque-cosa-sia (che se non fosse stato per holeinthesun non sarebbe mai esistito <3). Un enorme grazie va, come al solito, alla mia beta Yukikura che, se non mi ha ancora ucciso, è un grande traguardo :') 
Se il capitolo vi è piaciuto o meno, fatemelo sapere nelle recensioni! Alla prossima,
swimmer


 
   
 
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