Crossover
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Autore: Ash Visconti    25/09/2017    4 recensioni
Europa, inizi del secolo XI: in pieno medioevo due cavalieri d’oro, Crysos dei Pesci e Acubens del Cancro indagano su alcune attività sospette di cavalieri rinnegati, ma ben presto si troveranno coinvolti in un’avventura che coinvolgerà loro e il misterioso Regno Argentato ed il Regno Dorato.
Crossover tra Saint Seiya - I Cavalieri dello Zodiaco e Sailor Moon. Nota AU inserita per il fatto che due universi condividono lo stesso universo.
Da un'idea originale di Suikotsu autore qui su EFP. La storia è da considerarsi in continuity con la sua fic "Le guerre degli dei". Non è necessario aver letto le sue fic per comprendere questa fic.
AVVISO: STORIA PER IL MOMENTO INTERROTTA.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 18 - Incontro al chiaro di Luna


Il giardino annesso al palazzo reale del Regno Dorato aveva un passaggio segreto, noto come “Budello”, da chi lo conosceva, che lo collegava con l’esterno della città.
Esso era niente di più, niente di meno che una scappatoia d’emergenza dei membri della famiglia reale costruita tanto tempo fa ed utilizzabile qualora all’interno della città fosse sorto un pericolo troppo grande per i difensori e si dovesse mettere in salvo almeno la maggior parte dei sangue reale.
La locazione di tale passaggio era nota solo ai membri della famiglia reale più qualche membro fidato, ovvero le guardie del corpo di un principe ereditario.
A quell’ora della sera, il passaggio avrebbe visto nuove persone entrare, ma stavolta dall’esterno della città all’interno del palazzo, e le persone sarebbero stati nientemeno che degli abitanti del regno lunare.
Presso l’entrata esterna del passaggio, in attesa dei particolari ospiti, stavano in un’attesa silenziosa Endymion e Kunzite. Mentre il primo era sostanzialmente di buon umore, forse solo un po’ teso, il secondo, tutto tranne che allegro, rimuginava su cupi pensieri.
Come tutti gli abitanti del Regno Dorato, sapeva dell’esistenza del misterioso regno sulla Luna, e come tutti non si fidava degli abitanti di quel posto.
Ed Endymion si era innamorato di una delle loro donne! Cosa avevano di meglio delle donne della Terra? Ma si rendeva conto che la loro unione era impossibile? Sperava davvero di sposarla e vivere felice e contento fino alla fine dei suoi giorni? Impossibile! Il Re non l’avrebbe mai permesso, anzi! Se l’avesse saputo, avrebbe disconosciuto il figlio, nonostante fosse l’unico erede al trono esistente.
E dire che Endymion continuava a ripetere che quella Serenity era la creatura più bella, buona e pura dell’universo, che il loro era Vero Amore…
Vero Amore i miei stivali! Chi mi assicura che quella lunare non gli ha fatto un incantesimo?
Si ripeté per la millesima volta che tutta la faccenda non gli piaceva e sperò di non dover pagare il prezzo per le bizze del Principe, vero che era suo amico, però, dannazione!
Attesero vicino all’albero a cui sbucava la botola dell’uscita, ed a cui avevano legato un nastro bianco ai rami più bassi come segnale di riconoscimento, finché non video agitarsi qualcosa tra gli altri alberi.
Kunzite scattò subito in guardia, ma il suo capo gli mise una mano sul braccio.
“Calma, aspetta” mormorò.
Una figura bianca che spiccava nella crescente oscurità fece capolino tra le piante.
“Serenity!”
Una bella e giovane donna dallo splendido abito bianco e due code di capelli biondi corse loro incontro con un gran sorriso.
“Endymion! E’ stupendo rivederti!”
“Anche per me!”
Kunzite notò che Endymion guardava la Principessa della Luna nello stesso modo in cui Zoisite di solito guardava lui: ovvero come se avesse davanti la cosa più bella e meravigliosa del mondo.
Poi notò che la lunare non era sola: dietro di lei veniva un’altra donna dai lunghi capelli biondi ed un vestito che Kunzite non avrebbe nemmeno sognato.
“E tu chi sei?” esclamò guardingo, attirando l’attenzione di Endymion.
 “Sono Sailor Venus, la sua scorta!” rispose con freddezza la bionda, fissando i due con occhioni blu in cui si specchiava la stessa espressione a di Kunzite: diffidenza ed un’aria del tipo “ma che ci faccio io qui?”
Kunzite si accigliò: la bionda non gli dava l’idea di una guerriera, e la gonna corta che indossava era una roba che non avrebbe sfigurato addosso ad una baldracca.
“Dunque hai portato dietro una tua guardia del corpo. Molto saggio. Anch’io ho avuto lo stesso pensiero: lui è Kunzite la mia guardia personale”.
Serenity lo salutò educatamente e Kunzite rispose con un cenno del capo senza guardarla negli occhi.
“Andiamo”, esortò il Principe. “Meglio non perdere tempo!”
Condusse le due donne all’entrata del passaggio (che poi era l’uscita del passaggio) ed entrò per primo, seguito da Serenity, poi da una diffidente Venus e da un altrettanto diffidente Kunzite.
Proseguirono in silenzio ed in fila indiana attraverso il Budello camminando a passo svelto tra le pareti di pietra, illuminati solo dalla lanterna che si era procurato il Principe.
Infine giunsero all’altra estremità e sbucarono nel giardino avvolto dalla sera.
“Eccoci qua!” disse Endymion porgendo la mano alla sua Serenity per aiutarla ad uscire.
Dopo che uscirono Venus e Kunzite, il Principe prese cavallerescamente per mano la sua Principessa con un sorriso.
“Andremo alla fontana al centro, lì saremo soli”.
Serenity annuì, ed il suo amato si rivolse a Kunzite.
“Tu e l’altra aspettate qui, finché non avremo finito”.
“Certamente” ribatté quello in tono asciutto.
“Tranquillo saremo brevi” assicurò prima di allontanarsi con lei.
Queste battute suonano molto ambigue, si disse mentalmente Kunzite mentre osservava i due che si allontanavano e sparivano dietro un’alta siepe.
Dopodiché si piazzò ad un lato dell’entrata del passaggio.
Né lui né la sailor avevano voglia di chiacchierare e stettero muti.
Appoggiato al muro e con le braccia conserte, Kunzite guardò di sottecchi la sailor lì vicina.
“Ma tu guarda come vanno conciate in giro le donne della Luna!” si disse mentalmente. “Di sicuro si mettono quelle gonne dal taglio così corto per far eccitare i maschi!”


Sailor Venus attendeva depressa che quell’incontro segreto finisse il più in fretta possibile.
Appena finito sarebbero tornate di volata sulla Luna; la Regina si sarebbe infuriata con la figlia se avesse saputo della sua ennesima scampagnata, ed anche lei sarebbe finita nei guai. O forse no? Dopotutto era una delle guardie del corpo della Principessa, in fin dei conti aveva fatto il suo dovere scortandola e proteggendola dalle minacce.
Dovere… certo. La Principessa aveva preteso di rimanere sola con quell’Endymion, cosa che a Venus non era piaciuta: non si fidava a lasciarla sola con un terrestre.
Vero che quando l’aveva visto, Endymion non le aveva fatto una cattiva impressione, ma come aveva detto una volta Artemis a volte le apparenze ingannano.
Tutte le sue lamentele, o meglio, i tentativi di fare lamentele, erano stati zittiti all’istante.
Aveva anche proposto quella che le sembrava una buona idea: andare da questo Endymion spacciandosi per la Principessa, onde prevenire qualche trappola, ma Serenity aveva rifiutato categoricamente, in quanto non voleva fare sotterfugi con l’uomo che amava, sostenendo che non sarebbe stato corretto nei suoi confronti.
Mordicchiandosi il labbro per il nervosismo, si domandò se non dovesse essere felice per Serenity in quanto lei aveva trovato la felicità e si rispose che non poteva riuscirci, la cosa sarebbe stata totalmente diversa se invece lo spasimante fosse stato un lunare, sì.
Squadrò di sottecchi il terrestre a poca distanza da lei.
Tra sé ammise che non aveva affatto un aspetto sgradevole, ma in ogni caso, difficilmente gli avrebbe dato fiducia.
Chissà cosa aveva trovato la Principessa di speciale in un terrestre… Forse perché erano entrambi di stirpe reale? L’aspetto? O qualcosa che a lei sfuggiva?
Per un istante ritenne di avere ricevuto un segreto troppo grande e si chiese se in realtà non fosse meglio raccontare tutto alla Regina…
Scosse la testa disgustata di sé. No, aveva promesso ad una donna che era sia la sua futura sovrana che la sua amica di mantenere il segreto e così avrebbe fatto!
Poteva augurarsi tra sé che prima o poi Serenity rinsavisse e capisse che quella storia tra una lunare ed un terrestre non poteva durare in eterno e che era una follia per di più.
Appoggiandosi al muro, pregò mentalmente che tutta quella faccenda non andasse a finire male.


Quella sera una persona stava entrando nei giardini del palazzo reale, quella persona si chiamava Beryl ed aveva deciso di dare una svolta alla sua vita in mezzo a tutto quel marasma di eventi.
La donna aveva saputo da Nephrite che quest’ultimo aveva visto Endymion e Kunzite avviarsi verso i giardini reali, quindi si era diretta lì, sperando di trovarli ancora in loco.
Sperava che Endymion fosse lì, così avrebbe fatto la confessione dei sentimenti  che provava da anni.
Doveva uscire dall’ombra, basta essere solo una buona compagnia per quattro chiacchiere. Basta accontentarsi di sorrisi, o piccole attenzioni, la vita era breve, a volte effimera come la luce di una candela, da quella notte tutto sarebbe cambiato.
La timidezza e la sensazione di non essere degna di un principe, pur essendo lei stessa di famiglia nobile aveva dominato in passato, ma ora basta. Ogni cosa se la sarebbe lasciata alle spalle.
Mentre sia avventurava nel giardino in cerca del suo principe, udì d’un tratto delle voci.
Fermandosi un attimo ad ascoltare, le parve di riconoscere la voce di Endymion insieme ad un’altra.
Con chi parlava? Kunzite, forse? Ma non pareva la sua.
Le voci provenivano da dietro l’alta siepe a cui Beryl era vicina, perciò decise di sbirciare per vedere chi ci fosse lì dietro, onde assicurarsi che ci fosse Endymion e poter restare sola con lui.
Camminando piano e rasente alla siepe, raggiunse il bordo dove si sporse leggermente per vedere la scena e sbarrò gli occhi.
Presso la fontana c’era il suo Endymion che parlava con una fanciulla da lunghi capelli biondi raccolti in due code e vestita in con uno splendido abito bianco.
Aggrottò la fronte.
Ma… chi è?
Questo si chiese: chi era quella?
Beryl era certa di non averla mia vista prima d’ora, e dire che conosceva tutte le nobildonne del regno, ed ad occhio quella non poteva essere una popolana.
“Ho temuto per la tua incolumità quando ho saputo che quegli Elfi Oscuri hanno attaccato anche il Regno Dorato”.
“Tranquilla, so cavarmela perfettamente in combattimento, mio padre dice che ormai valgo quanto lui in battaglia, ed insieme siamo gli uomini più forti del regno!”
“Spero davvero che non ti accada niente. Mi chiedo cosa ci sai dietro tutta questa storia…”
“Già, ci vorrebbe un indovino per capirlo. E a quanto pare i nostri regni sono tornati in contatto”.
“Con il generale Tsukuyomi come intermediario”.
Endymion fece un sorrisetto.
“Già…”
“Tranquillo, persuaderò mia madre a mandare qualcuno più diplomatico. Ci sono stati problemi?”.
“Niente di serio, anche se quel Tsukuyomi è stato un… pessimo ospite. Seriamente, che problemi ha? Perché non gli piacciono quelli come me?”
“Non preoccuparti, anch’io sono una lunare, ma non la penso come lui”.
Cosa?
Una Lunare?
Quella giovane veniva dal misterioso Regno della Luna?
“Parlando d’altro…” cambiò discorso Endymion. “Vorrei riflettere più seriamente su tutto quel che c’è tra noi. Non pensi che sia tutto troppo complicato?”
“Perché ci vediamo poco?”
“Non solo per questo”.
Lei sospirò.
“Ti prego, non dirmi che vorresti negare quel che c’è tra noi…”
“Ma assolutamente no! Mai. Neanche se dovessi morire e risorgere cento volte! Ammetto che forse questa storia in cui siamo invischiati è più grande di noi due”.
Si avvicinò alla donna.
“Vedi, Serenity, noi siamo su due mondi diversi e lontani, letteralmente. Non nego affatto i sentimenti che provo per te, ma ti sarai resa conto anche tu, che questa non è una storia facile”.
Dopo essere rimasta ad ascoltarlo, Serenity chinò la testa.
“E’ vero, ultimamente ci ho pensato su un paio di volte. Che ci siamo infilati, forse senza saperlo, in una storia più grande di noi”.
Rialzò la testa.
“Però, sai che mi ripeto? Che nonostante tutto io ti amo, e non voglio altri che te!”
Lei gli prese le sue mani tra le sue.
“Ad ogni modo, anche se vicini come ora o lontani, noi saremo sempre uniti, non è vero?”
“Esatto, amore mio, per sempre!”
Felice, Serenity si gettò tra le braccia dell’altro per baciarlo, bacio che venne ricambiato.
Beryl non restò a guardare il resto del colloquio: pensò solo a scappare via e ad allontanarsi da lì.
   
 
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