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Autore: HatoKosui    26/09/2017    0 recensioni
Nishiyoshi Mayori è una studentessa dello Yosen. Dalla fervida immaginazione e dal carattere diretto e diffidente, se ne sta sempre sulle sue, fa poca attenzione al mondo che la circonda ed ancora di meno ai ragazzi che le parlano. A malapena ricorda i loro nomi.
O almeno questo accadeva prima di conoscere Kise Ryouta. Travolta dal modello durante un viaggio in bus si ritrova a dover resistere ai suoi corteggiamenti... e come se non bastasse, sembra che la coach del club di basket della sua scuola la voglia in squadra ad ogni costo come manager.
Mayori è una ragazza semplice.
O almeno credeva di esserlo prima di innamorarsi di... di chi, esattamente?
Genere: Erotico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atsushi Murasakibara, Nuovo personaggio, Ryouta Kise, Tatsuya Himuro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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-CAPITOLO 16: SI RICOMINCIA-

 

 

 

Riesco ad uscire dall'ospedale prima di cena, con molta fame e con il morale forse leggermente risollevato. Nonostante non sia riuscita a parlare e vedere Hibiki ora mi sento meglio.

-Vogliamo andare a mangiare qualcosa?

Mi chiede il Modello e la risposta è talmente tanto scontata che imbocchiamo senza dire nulla il primo vicolo che troviamo e di conseguenza il primo ristorantino sulla strada. La sera è scesa, fa freddo, ma dentro al locale c'è un'accogliente tepore e le luci aranciate fanno sembrare il tutto più caldo.

-Un tavolo per due.

Dice Kise, io lo seguo a ruota, mentre ci mettiamo seduti. Mentre si sistema sulla sedia, non posso fare altro se non guardarlo per bene. Mi sento avvampare perché è così impensabile che una come me sia fuori a cena con un ragazzo così carino e alla moda. Infondo non penso che ci faccia bella figura con me, anche se in realtà avrei potuto sistemarmi meglio.

Magari un po' di trucco in più, qualche vestito... o qualche rossetto.

Mi tocco i capelli e distogliendo lo sguardo da lui mi tocco le labbra.

“Forse... ho qualcosa nella borsa. Dovrei andare in bagno e controllare... E se poi lo nota? Che cosa gli dico...”

Mentre mi perdo nei miei pensieri, sento la sua mao sul mio polso e automaticamente lo fisso negli occhi, non capendo.

-Smettila Mayo-chan, non toccarti le labbra...- Aggrotto le sopracciglia, ma lui mi rivolge un sorriso nervoso -Finirai per farti male!

Io annuisco e lui mi lascia il polso.

-Allora, che cosa facciamo?- Guardo il menù, senza cambiare espressione -Voglio dire, ho tutte le mie cose da Kasamatsu, ma l'hai sentito no? Non possiamo tornare da lui.

Kise annuisce, poggiando il viso su una mano.

-Quando l'ho chiamato mi è sembrato piuttosto imperativo. Non lo so...- Si prende qualche minuto -Io non abito molto lontano, ci sarebbe anche questa di possibi-

-Assolutamente no!

L'ho detto praticamente urlando e tutto il locale ci guarda. Arrossisco di botto e Kise sorride falsamente, avvicinandosi a me con il busto oltre il tavolo.

-Ho capito che ti faccio schifo, ma vorrei che tu non me ricordassi praticamente sempre! E poi, Mayo-chan, a casa mia ci sono le mie sorelle, non staresti sola con me.

Io arrossisco ancora di più e mi nascondo dietro il menù.

-Non ci tengo né a stare con le tue sorelle, né con te!- Mi sale l'istinto omicida -Sei tanto bravo a fare lo spaccone, ma poi di donne non capisci nulla!

Lui sembra accigliarsi.

-Ma dai, sei tu che sei incoerente!

Tiro fuori la testa dal menù e lo guardo seria.

-Questo non è vero. E poi non sono io quella che si comporta da pervertita.

Incrocio le braccia al petto e mi giro a destra, con il mento all'insù. Lui sghignazza.

-Su questo ho i miei dubbi...

Arrossisco di nuovo, e lo guardo.

-Si può sapere che vuoi, eh? Antipatico!

Lui si avvicina a me di nuovo e sorride.

-Nulla

Il suo tono è così malizioso che anche una bambina di dieci anni si sarebbe eccitata. Non che io lo sia, no.

Ovviamente.

-Cret-

-I signori vogliono ordinare?

Entrambi tornaimo ai nostri posti e la signorina prende le nostre ordinazioni. Io mi sento in imbarazzo, ma ordino qualcosa che mi piace. Quando la ragazza si allontana, bevo un bicchiere di acqua per ingoiare la tensione che si è fermata in gola.

-Se per te va bene vorrei tornare a casa con il treno diretto, da qui. In questo modo risparmierei soldi e tempo e... finirei per arrivare domani mattina.

-Ha senso, ma... Mayori, sei sicura che vada bene? Dopotutto siamo a Kyoto e di notte la stazione è un posto brutto per un ragazza.

Annuisco e sospiro.

-Che cos'è tutta questa apprensione? Sono arrivata fino a qui e saprò anche tornarmene indietro.

-Non sono apprensivo, fai come vuoi...

Lo fisso incredula. Lui guarda altrove.

“A-ah, questa non l'avevo mai vista! Sta facendo il ragazzino ostinato!”

-Pfff...ma daii- mi trattengo ma non ci riesco -Quanto sei incapace a mentireee

Scoppio a ridere silenziosamente tappandomi la bocca, e lui semrba piccato, sbatte le mani sul tavolo.

-Non ridere, non è vero!
Rido ancora più forte.

-Moooo, accidenti...

Quando mi asciugo un lacrima e riapro gli occhi lo vedo arrossire, per la vergogna. È rosso sulle gote, ha il viso di un bambino che non ha ricevuto la sua caramella preferita e le braccia conserte.

Sorrido, senza rendermene conto.

“Ma quanto è carino”

 

 

°°°

 

 

Il treno è davanti a me, sono le 22:30 e se tutto va bene non farà ritardo, visto che è diretto per Hokkaido. Prima di salire mi giro a guardare il modello. Ho fatto solo due passi verso il vagone, ma non so come salutarlo e la voglia di tornare a casa mi sta abbandonando.

-Kise...- Lui ha le mani in tasca e mi guarda -Grazie.

Dico, piano piano, quasi come se stessi sussurrando. Mi vergogno a dire queste cose, ma alla fin fine lui mi ha visto in situazioni peggiori. Per il momento.

-Mayo-chan- Si avvicina e si abbassa con il viso alla mia altezza -Questa volta non sparire, ok? Usalo il telefono, visto che ce l'hai.

Io gonfio le guance.

-Si, si certo.

Lui mi regala uno splendido sorriso solare e per un secondo rimango ferma a guardarlo. Si allontana dal mio viso, mi fa “ok” con la mano.

-Buon viaggio!

Io annuisco e mi giro verso il treno – anche se ora di voglia non ne ho proprio. Appoggio una mano al ferro freddo della vettura, mi giro ancora. Lui è ancora lì e mi guarda. Sorrido e salgo sul treno, con un balzo.

-Quando ti è possibile passa a casa mia a portarmi il mio borsone, hai capito? Ti aspetto.

Gli dico e lui è palesemente sorpreso, tanto che rimane con la bocca mezza aperta. Io sorrido ancora di più.

-Fai attenzione e mandami un messaggio quando arrivi a casa.

Gli dico. Lui è senza parole, lo so, perché i suoi occhi mi fissano, ma sono confusi, come dovrebbero esserlo quando qualcuno ti racconta che tua madre in realtà è un trans.

Quella sì che sarebbe una notizia scioccante.

Ma anche divertente. Si sa che i Trans sono spassosi, in ogni senso. Beh, comunque, quando mi rendo conto di averlo messo in difficoltà, un po' per dispetto, un po' per istinto, mi poggio una mano sulle labbra e gli tiro un bacio.

Non l'ho mai fatto e non so com'è venuto fuori.

Per non arrossire sparisco oltre la cabina, cercando il mio posto.

Sono quasi sicura di averlo visto rosso in volto. Beh, mi piacerebbe se fosse così.

-Questa giornata è stata interminabile.

Dico tra me e me, sedendomi. Il treno parte dopo qualche minuto ed io appoggio la testa sul cuscino. Stranamente mi manca Murasakibara. Non so, vorrei raccontargli così tante cose! Magari anche dei Akashi... chissà cosa ne penserebbe – sempre che lui pensi qualcosa.

Chiudo gli occhi, ma non dormo.

Voglio che le cose vadano bene, lo voglio perché Hibiki, quando si sveglierà, dovrà trovare il mondo più bello.

Almeno il suo.

Almeno il nostro.

Almeno per questa volta.

 

°°°

 

“Sono a casa anche io. Buonanotte”

Scrivo e invio, dopo che chiudo la porta della mia camera, mettendomi di corsa a letto. Kise è arrivato da almeno cinque o sei ore e sicuramente avrà dormito più di me. Sono le nove di mattina, sono rientrata a casa con un occhio chiuso per il sonno... e l'altro pure.

Per tutto il tragitto non ho avuto voglia di dormire, così mi sono impegnata a fare i peggio film mentali, con il risultato che il 90% erano riguardanti Kise e il 10% le punizioni che avrei dovuto subire una volta a casa.

Eppure, con mia grande gioia, quando sono entrata la casa era vuota. Tutti impegnati!

“Mi è andata bene”

Dico, mettendomi sotto le coperte e in quattro e quattr'otto pendo sonno, cadendo addormentata, con il cellulare in mano e la bavetta sexy vicino alla bocca.

Dormo per qualche ora, poi sento una mano che mi scuote. Non è mia madre, perché lei non entra nella mia stanza, quindi apro gli occhi più velocemente del solito, anche se non come avrei dovuto. Mi tiro a sedere subito, mi stropiccio una palpebra e sbadiglio.

-Che c'è....

Il tempo di girare il viso alla mia destra e subito ecco l'infarto.

-AAAAH- urlo e mi appiccico letteralmente al muro dove c'era il letto -HIMURO!

Lui sorride, affabile, mentre mi guarda.

-Ciao, scusami, tua madre mi ha fatto salire...

-No- inizio a prendere le coperte e coprirmi per non so quale motivo, mi passo una mano sulla bocca perché mi sento sporca, così come gli occhi. -No. Dico, che diavolo sei venuto a fare, io non ho parole, nella camera di una ragazza, che poi che modi sono questi, e se fossi stata nuda, saresti stato anche un pervertito e...

-Tieni

Mi porge davanti al viso un pacco nero, con un fiocco rosso sopra.

-Che cos'è?

-Sono dei biscotti. Visto che non ero mai venuto a casa tua.

Io li prendo – perché i biscotti non si rifiutano mai, MAI. Li poso sul ventre e li stringo, poi gli rivolgo uno sguardo assassino.

-Sei un cretino, esattamente come pensavo.

Himuro si siede sul letto accanto a me.
“Aaaah, questi Americani, non sanno c'è lo spazio personale”

-Sei tornata, finalmente- Io mi giro altrove, il suo tono diventa pesante. -Lo sai che ci hai fatto prendere un colpo?

-Un colpo?

Lui annuisce.

-Tuo fratello ha interrotto gli allenamenti per ben due volte, perché voleva parlarci. Anzi, penso che sia anche andato a casa di Atsushi, per controllare se eri li.

-Non ha creduto alla storia del treno, eh...

Dico sconsolata. Quel cretino per una volta tanto un po' di fiducia poteva anche darmela.

-No- Himuro sorride -Non sembravi il tipo da scappare dall'altra parte del Giappone per rivedere un'amica.

Io sospiro ancora più forte e mi appoggio al muro, con le gambe al petto e i biscotti in mezzo.

-E' entrata in coma qualche giorno fa. La storia è un po' complicata, ma dovevo scendere giù, perciò l'ho fatto.

Mi aspetto un sentimento di qualche genere, qualcosa che Kise fa sempre, invece la sua Poker Face cambia solo di qualche millimetro necessario a far scomparire il sorriso e dice:

-Non lo sapevo.

Io assottigli gli occhi.

-Mr. Emozioni, non ti starai aprendo troppo?

-Mr. Emozioni?

Mi fa l'eco ed io scuoto la testa.

-Si, Mr. Emozioni. Sai, è da un bel po' che ci penso... alla fine tu piaci alle ragazze, come quelle che ti si dichiarano, perché dai l'impressione di essere misterioso e distante.

Lui mi guarda, impassibile, io non so se continuare e non so neanche cosa sto dicendo, ma è come se le parole uscissero da sole.

-Io l'ho capito durante questo viaggio. Himuro, tu non sei come vuoi far credere e... mi sembri una brava persona, sinceramente, anche se ne ho viste di meglio, ma non è questo il punto.

Mi sembra di averlo un po' confuso. Abbasso gli occhi verso i miei piedi e, quasi come se fossi sovrappensiero, gli dico:

-Io non credo che riuscirei a sopravvivere con un ragazzo che non riesce a trasmettermi nulla... cioè non fraintendermi, non è questa la cosa importante. Io, prima di partire ero confusa. Ora... ora so che forse, dico forse, alla fine tu sei... un amico. Si insomma, un buon amico. E non prendermi in giro ora.

Gli rivolgo il mio sguardo. Lui è incredulo e quando lo guardo strabuzzata l'occhio visibile.

-In fondo un amico porta i biscotti, no?

Gli dico, sorridendo in modo moooolto tirato. Lui mi guarda per qualche attimo, poi guarda il pacco di biscotti. Penso che ci sia qualcosa che non gli è andato a genio, ma non saprei dirlo con certezza. Sospiro.

-Il fatto- dice di scatto e interrompe la frase con un sospiro poco accennato -Il fatto che tu sia così aperta, ora, sicuramente è merito di qualcuno, non è così? È una cosa che è evidente, a questo punto... infondo, hai rifiutato anche Atsushi.

Il sangue mi si gela nelle vene.

-Rifiu... Io non... cioè non c'è nessuno che...

Lui mi sorride in modo caldo, mentre di gira e si alza dal mio letto. Io lo guardo e lui mi tende una mano.

-Non è importante, quando vorrai dircelo allora fallo. Per ora, vieni con me, oggi c'è la partita amichevole contro la Tohou*.

Io aggrotto le sopracciglia, ma sorrido. Prendo la sua mano e, anche se non ricordo nulla di questa Tohou, accetto di seguire la partita.

-Mi cambio.

Dico e corro in bagno. Lui sorride.

 

°°°

 

Ciao, Akashi, sono Mayori.

Come va? Come state? Spero meglio.

Lo so che mi avevi detto di non scrivere, ma non posso farne altrimenti e poi... volevo sapere se il padre di Hibiki si è fatto vivo, visto che non te l'ho mai chiesto”

Invio il messaggio con una fretta che non mi appartiene. La partita è al secondo quarto, i giocatori sono in campo ed io sono sugli spalti semi vuoti.

“Alla fine questo fantomatico Aomine non si è fatto ancora vedere.”

Penso tra me e me, notando che il punteggio è più alto per la Yosen, ma neanche Murasakibara sta giocando. Chissà per quale motivo.

Dondolo con la testa e mi metto a guardare Himuro che è veloce e scaltro sul campo, con un corpo da fare invidia. Anche se alla fine, anche la squadra della Tohou è piena di bei ragazzi... ed ha un bel coach. Accidenti, perché la nostra è femmina?

Sospiro e chiudo gli occhi per un attimo. Quando li riapro la Tohou ha segnato un canestro da tre.

“Bravi”

Penso. Non è particolarmente interessante come partita, anche se il regime di gioco è piuttosto alto. Saranno anche dei liceali, ma sono bravissimi. Noi non eravamo mica così, all'epoca. Mi ricordo che non c'era questa bravura e la persona che era davvero brava alla fine faceva la manager. Beh, Mizu aveva i suoi problemi, a quanto diceva Hibiki e quindi va bene cosi.

Chissà che fine ha fatto.

Ciao, sono Mayori, spero che tu abbia salvato il mio numero. Come te la passi? Sei un'infame, ti rendi conto che ti sto scrivendo io? Guarda cosa mi stai facendo fare...”

Invio il messaggio e chiudo il telefono. Sicuramente risponderà entro qualche minuto, perchè Mizu è esattamente il tipo di ragazza che teine molto sotto controllo il suo telefono, proprio come Kise.

Ciao, Mayo-chan!!”

Apro il telefono per assicurarmi che il messaggio sia di Mizu e invece... è di Kise. Quando si parla del diavolo...

Ciao...”

Come stai?”

Bene” Rispondo. Sembra Online... ma non dovrebbe allenarsi? Dov'è Kasamatsu quando serve?

Che fai?”

Assisto ad una partita di Basket”

Chiudo il telefono e torno con gli occhi sul campo, ma appena cerco di riprendere la concentrazione mi arriva un'altra messaggio.

Chi gioca?”

Yosen-Tohou”

Guardo lo schermo. Mi sembra un po' freddo.

Mayo-chan, dovresti venire a vedere me ogni tanto, non Aominecchi”

Chi è Aominecchi? Kise, parla la mia lingua per cortesia.”

Non sei andata per lui? O per Murasakibaracchi?”
Io scuoto la testa e sento che mi sale il nervoso a leggere quei nomi così storpiati.

No e se continui a rompere non verrò mai neanche ad una sola tua partita”

Aspetto qualche minuto. Non risponde più.

-Cos'è, ti ha ucciso Kasamatsu, Kise?

Il bip del telefono mi fa trasalire.

Scusami ora devo andare ad allenarmi, ci sentiamo”

Io annuisco. È proprio stato preso a calci nel culo. Bene.

Ok, ciao”

Sto per chiudere la chat, ma un altro messaggio mi attira.

Non credere a nulla di quello che ti dice Aominecchi”

Perché?”

Chiedo subito, ma lui non risponde più, passo interi minuti a fissare lo schermo, senza una risposta, come una cretina. Quando alzo lo sguardo il secondo quarto è finito e stanno tornando alla panchina per una pausa. Mi guardo intorno e, anche se c'è poca gente sugli spalti di legno, mi sento osservata. Dov'è Hashi? Sarebbe dovuta venire ed io avrei dovuto aspettarla.

Mi alzo di scatto e risalgo fino a sopra gli spalti, poi esco. Fuori fa freddino, ma non me ne curo perché ora è solo una la questione: trovare Aomine.

 

 

 

Angolino di conclusione.

Buonsalve a tuttiiii. Ecco a voi il capitolo nuovo, quasi quasi non mi sembra vero di non aver fatto ritardo! Spero che vi piaccia e... in realtà insisto sul sottolineare quanto mi faccia piacere ricevere una vostra opinione, quindi anche se negativa mi piacerebbe che le scriveste lo stesso! Beh, in ogni caso non costringo nessuno ù_u

Coooomunque, la cosa importante è che la storia sta per volgere piano piano piano alla fine, perché, se seguo la mia scaletta iniziale, dovrebbero mancare 5 o 6 capitoli, più o meno.

Quindi, volevo chiedervi... quale personaggio vi ispira di più tra Hashi, Mizu e Hibiki?

Perché ho molte storie da scrivere relative a queste tre e non so... a voi piacerebbe leggerne qualcuna?

Fatemi sapere!

Grazie a chi ha letto ed anche a chi è rimasto fino alla fine <3

-HK

  
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