Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: LtGreen    26/09/2017    0 recensioni
"Teletrasporto, levitazione, rigenerazione dei tessuti: sono eventi che appartengono al regno dell'impossibile? O è il genere umano che va verso una nuova frontiera dell'evoluzione? Chi ci dice che l'uomo non si trovi ad un passo dallo scoprire il suo vero potenziale?" Questa frase, presa dal discorso di uno dei protagonisti della serie televisiva Heroes, e citata qua da uno dei protagonisti descrive perfettamente questa storia.
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Central Park, New York, Alba. Due scoiattoli si inseguono nella natura quasi incontaminata del cosiddetto Polmone Verde di New York. Diverse persone fanno jogging, altri portano a spasso il proprio cane, altri ancora passeggiano. Tra questi c’è un ragazzo, con le cuffiette bianche simbolo della Apple, che aveva nel suo negozio vicino il parco una delle strutture più attraenti che si potessero vedere nella città. L’entrata del negozio, che era un livello sotto la strada, era caratterizzata da un gigantesco cubo di vetro, con la famosissima mela morsa, e diverse ascensori che portavano i turisti e clienti dentro il negozio. Il ragazzo, appena arrivato a New York per una breve vacanza, aveva già preso come abitudine svegliarsi molto presto la mattina e andare a fare una passeggiata a Central Park, per respirare aria pulita, e per ammirare il cielo all’alba, spettacolo meraviglioso. Sempre con se, oltre all’iPod, la sua Reflex, che usava non poche volte per immortalare qualsiasi cosa attirasse la sua attenzione. Camminando per il parco, tra una foto e l’altra, pensava al lunghissimo viaggio che aveva affrontato per arrivare in quel continente, 10 ore di aereo, condite da film, alcuni apprezzabili, altri che andavano oltre ogni limite del buon gusto.
Il sole era ormai alto, e aveva iniziato ad illuminare i suoi capelli neri; prese immediatamente gli occhiali da sole e li indossò, coprendo i suoi occhi verdi. Nell’iPod la musica era cambiata; da una cover di Some Nights erano partiti i Green Day con Holiday, titolo adatto alla sua condizione persona in vacanza. Il suo tour fotografico lo portò verso Times Square: la piazza più famosa del mondo dall’incredibile fascino, non dovuto alla presenza di una natura dall’aspetto magico, ma per i grattacieli che la circondavano; la sera il tutto era condito da infiniti giochi di luci, provenienti dalle machine, per la maggior parte taxi, e dalle pubblicità poste sui grattacieli. Il ragazzo, di nome Marco, sapeva benissimo questa cosa, ma il suo intento era quello di fotografare la piazza in orari diversi della giornata, credendosi molto umilmente un Monet quando realizzò il ciclo sulle Ninfee.
Quel giorno il tour durò molto poco, dato che dopo Marco avrebbe dovuto prendere un treno per raggiungere Cambridge, nel Massachusetts. Il ragazzo era diretto in quella cittadina perché era stato selezionato per fare uno stage al celeberrimo M.I.T., l’istituto migliore al mondo, il sogno di qualunque persona che voglia lasciare un’impronta in ambito scientifico.
Questo sogno era iniziato qualche mese prima, quando il rettore della sua università, il Politecnico di Torino, l’aveva chiamato per comunicargli che era stato scelto per questo stage, durante il quale il ragazzo avrebbe potuto mettere alla prova le conoscenze acquisite durante gli anni passati in quell’università. Marco, che in quel momento si trovava a Milano per fare visita ad un suo vecchio amico, aveva chiamato immediatamente casa per avvisare la sua famiglia della meravigliosa notizia, ma non ebbe come risposta l’entusiasmo aspettato, semplicemente perché i suoi non avevano la minima idea di cosa fosse quell’istituto; Marco con molta pazienza spiegò loro tutto, facendo particolare leva sull’importanza di tutto ciò. Preparò i bagagli in men che non si dica e tornò a casa sua, a Torino, dove avrebbe ultimato i preparativi per la partenza, che sarebbe avvenuta un mese dopo. Al suo arrivo, i suoi genitori lo accolsero con una meravigliosa sorpresa: gli avevano regalato una vacanza a New York, che avrebbe preceduto il suo arrivo a Cambridge di due settimane. La settimana prima della partenza passò molto velocemente; tra saluti vari ad amici, ex professori e parenti, Marco non aveva avuto neanche il tempo di distendersi un attimo, ma non gli importava, la sua vita stava per prendere una svolta incredibile. Arrivato all’aeroporto di Torino, il Sandro Pertini, nome dato in onore del settimo presidente della repubblica, Marco si avviò velocemente verso il Check-In per imbarcare il bagaglio nel volo diretto per New York. Salutati i familiari e gli amici che l’avevano accompagnato, passò i controlli e si imbarcò sull’aereo. All’arrivo, dieci ore dopo, a New York, si andò a riposare in albergo, per poi iniziare i vari giri turistici.
Scattata la foto a Times Square, si diresse subito alla Penn Station, la stazione dove avrebbe preso il treno per andare a Boston, per poi raggiungere Cambridge in autobus. La stazione, situata vicino il famosissimo Madison Square Garden, dove vengono organizzati tantissimi eventi, per lo più musicali, è una delle più importanti stazioni di New York. Arrivato in Pennsylvania Plaza, Marco si perse per un attimo nell’ammirare quella meravigliosa struttura, “addobbata” delle locandine degli eventi più vicini che si sarebbero tenuti lì. Dopo aver immortalato anche il Madison Square Garden, il ragazzo si avviò, macchina fotografica in una mano e valigia nell’altra, verso la stazione, il cui ingresso non era molto lontano: una tettoia bianca con delle luci, e l’ingresso era costituito da delle scale che portavano dentro la stazione, situata sotto terra. Riposta la macchina fotografica, recuperò il biglietto e fece un giro per la stazione. Si fermò in una libreria, perché non aveva più libri da leggere: andò nella sezione saggistica, e venne attratto da un libro nella lista di quelli consigliati che nel titolo includeva la parola “Evoluzione”. I libri sull’evoluzione attraevano molto il ragazzo, perché molto interessanti e molto spesso scritti eccellentemente. Prese il libro in mano, e fu catturato dall’uomo in copertina, che gli era sembrato di vedere qualche giorno prima in televisione: non ricordava molto bene perché fosse in tv, ma l’aspetto era inequivocabile, in particolar modo quei singolari occhi grigi. Marco comprò subito quel libro, e lo lesse durante il viaggio per Cambridge, quasi non prestando attenzione al paesaggio che mutava continuamente fuori dal finestrino.
Arrivato a Cambridge, mentre cercava un modo per raggiungere l’università, fece qualche considerazione sul libro, che riteneva più un libro di fantascienza scritto per affascinare più che per divulgare qualche reale conoscenza. Fermò un taxi e appena salito disse al conducente: «77 Massachusetts Avenue, M.I.T.» Alla pronuncia di quella sigla, il conducente si girò per squadrare il ragazzo, forse per capire che tipo di persona diretta all’MIT prendesse un taxi per arrivarci. Durante il viaggio, Marco pensò a quello che sarebbe accaduto di lì a poco, ma realmente non sapeva cosa aspettarsi. Ad un certo punto il taxi si fermò, erano arrivati. Pagò il tassista e scese. Si girò e davanti a sé la vide: la sede dell’MIT, che sembrava un antico tempio greco, con l’entrata caratterizzata da una scalinata e dalla presenza di diverse colonne; in cima una bellissima cupola. Marco si sentì per un attimo riportato all’antica Grecia. Bagaglio alla mano e zaino in spalla, si avviò verso l’edificio, e una volta entrato venne come assalito da una ragazza che gli chiese in un inglese perfetto quanto veloce «Come posso aiutarla?».
Marco riformulò nella sua testa la domanda per capire cosa la ragazza, gli aveva posto. «Salve il mio nome è Marco Vanni, e sono qui per uno stage in ingegneria aerospaziale, vengo dal Politecnico di Torino.» La ragazza chiuse un attimo i suoi occhi verdi per pensare. «Ah sì certo, Marco Vanni, ti stavamo aspettando. Il mio nome è Mindy Pearce, e sarò la tua referente per tutta la durata del tuo stage qui al Massachusetts Institute of Technology. Da questa parte, ti faccio fare un giro tra le nostre strutture.»
Non se lo fece ripetere due volte, oramai era rimasto stregato dalla bellezza di quella ragazza: oltre agli occhi verdi, la caratterizzavano degli ondulati capelli rossi, una corporatura perfetta, ed un sorriso smagliante. La seguì come se lei generasse un campo elettrico che lo attraeva a sé. Provò a dissimulare l’evidente attrazione e prestò attenzione alla descrizione di quello che vedevano. I laboratori di quell’università facevano ricerche su qualsiasi campo scientifico, dalla biologia alla fisica applicata. Ma i laboratori che attraevano di più Marco erano indubbiamente quelli di ingegneria. Passando velocemente oltre gli altri campi dell’ingegneria, i due arrivarono finalmente a quelli di Aerospaziale.
«Benvenuto a casa» Disse Mindy in tono scherzoso; «Come penso saprai, per ora in questi laboratori si stanno svolgendo degli studi sulla propulsione. Ti lascio alle cure del professore che si occupa di questa ricerca, il dottor Leeman. Per qualsiasi cosa, basta cercarmi, ecco il mio biglietto da visita.» Fatto tesoro di quel biglietto, Marco avanzò verso quello che sembrava essere il professore, per presentarsi, quando un rumore bruscò attirò la sua attenzione. In un lampo si girò e vide una porzione di tetto sgretolarsi e cadere, che stava per finire sopra Mindy, che era rimasta paralizzata; senza neanche pensare, iniziò a correre, sapendo che non sarebbe mai riuscito a salvarla. Spinse le sue gambe oltre la loro possibilità, e ad un certo punto notò che il tempo intorno a se sembrava passare più lentamente; accelerò ancora di più, e si buttò verso Mindy per spingere lei e se stesso lontani dal pericolo. In volo chiuse gli occhi: udì un tonfo, poi il vuoto.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: LtGreen