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Autore: De_drums    27/09/2017    2 recensioni
[Sugakookie]
Hyung, pensi che riuscirò a fare qualcosa di buono nella vita?"
“Perché me lo stai chiedendo?”
“Sono solo curioso” risponde il più piccolo, abbandonando momentaneamente i gesti frenetici e concentrandosi sulla conversazione. “Voglio solamente capire se qualcuno crede in me”
“Yah, Jeongguk-ah, cosa ti salta in mente!?”
“Non urlare, hyung” protesta, colpendogli il braccio. “Guarda che ti sento”
Yoongi sospira, massaggiandosi il punto in cui il pugno di Jeongguk è entrato in contatto con la sua carne. “Hai tutta la vita davanti e più talento di chiunque altro io abbia mai conosciuto, perché non dovresti farcela?”
“Non lo so” ammette Jeongguk, lo sguardo perso fuori dalla piccola finestra. “Mi sembra tutto così frenetico e spaventoso. Non ti viene mai voglia di scappare e ripartire da zero?”
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Min Yoongi/ Suga
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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 A Leyla, unico barlume di razionalità in questi tempi difficili.
Con la (vana?) speranza di non averti rovinato l'OTP,
e un ringraziamento per avermi fatto aprire gli occhi,
tanti auguri ♥
 
 
 
 
 
As if this street knows
That I’m without you
It embraces me
I was afraid things would feel too unfamiliar
But now it’s alright
Don’t worry about me
 
 
 
Corre, Jeongguk, la pioggia che gli bagna il viso e nasconde le sue lacrime.
È fuggito dall'appartamento di Yoongi, voltandogli le spalle e scappando via -da lui, dai propri sentimenti, dalle responsabilità; da un rapporto che iniziava a stargli stretto, che si stava sgretolando e che non sapeva come rimettere insieme. Questo, almeno, è ciò che continua a ripetersi nel vano tentativo di convincere se stesso – la verità è che ha distrutto tutto ciò che di bello aveva, senza una ragione apparente. Non c'è niente che non vada, nel suo rapporto con Yoongi, ma le voci nella sua testa si sono fatte così insistenti che non è riuscito a mettere loro un freno.
Stupido, pensa, mentre schiva le persone sul marciapiede e qualcuno impreca. Sei proprio stupido, Jeongguk.
L'aria nei polmoni brucia talmente tanto che ha come la sensazione di morire da un momento all'altro – non gli dispiacerebbe, ormai non ha più niente a cui aggrapparsi.
Yoongi è stato la sua ancora per anni, senza chiedergli nulla in cambio, eppure lui è comunque riuscito a rovinare ciò che avevano. La cosa più bella della sua vita, per quanto Jeongguk trovi riduttivo definirla in tal modo- Yoongi è molto di più, lo è sempre stato, e non c'è modo di spiegare l'amore che prova per lui.
Ma non ha importanza, ormai, perché Yoongi non è più suo - non lo consolerà, non asciugherà le sue lacrime e non lo abbraccerà aspettando che tutto passi, non farà più nessuna di queste cose. E Jeongguk si odia per questo, è tutta colpa sua e dei timori che non è riuscito a scacciare.
La gente alla pensilina dell'autobus -sotto la quale si è rifugiato per sfuggire alla pioggia – continua a lanciargli occhiate a metà tra il preoccupato e l'accusatorio; se non fosse così esausto, Jeongguk probabilmente risponderebbe a quegli sguardi, troppo invadenti e giudicatori. Invece tira fuori le cuffiette dalla tasca, mentre tenta di riprendere fiato, e alza il volume al massimo -vuole solamente isolarsi da tutto ed essere lasciato in pace. Si accorge di essere rimasto lì per troppo tempo quando il sole fa nuovamente capolino da dietro le nuvole e i vestiti bagnati, che si sono ormai appiccicati alla sua pelle, lo fanno rabbrividire.
La tempesta è passata, ma la mente ed il cuore di Jeongguk sono ancora in subbuglio.
Chissà quando riusciranno a placarsi, quando smetteranno di essere scossi da quel dolore che lui stesso ha provocato - Jeongguk crede che non avrà mai fine.
 
 
 
The breakup you left behind is bitter
But the love was so precious
Because even this pain is from you
I’m able to smile
 
 
 
“È finita”
“Cosa?”
“È finita, Yoongi hyung, non posso più farlo”
"Mi stai lasciando, Jeongguk?"
Una domanda retorica, pensa Yoongi nell’esatto momento in cui sente le parole lasciare le sue stesse labbra – il borsone del più piccolo, aperto sul pavimento e traboccante di oggetti personali infilati dentro alla rinfusa, non lascia spazio a dubbi.
“Cosa credi che stia facendo?” ribatte, stringendo i pugni.
La voce è calma e il volto impassibile, come se non stesse succedendo nulla, come se pronunciare quelle frasi non gli stesse spezzando il cuore. Jeongguk vuole mostrarsi forte, non vuole piangere; ha fatto una promessa a se stesso, anni addietro, e intende mantenerla: qualunque ostacolo la vita gli avesse posto davanti, avrebbe sempre preso la decisione migliore per se stesso, avrebbe sempre fatto quello che riteneva giusto per la sua vita. E, in quel momento, lasciare Yoongi è ciò che gli sembra più giusto, nonostante passare i giorni senza di lui lo spaventi a morte.
Allora si fa forza, Jeongguk, anche se in fondo sa che sarà difficile, che sta lasciando che le sue paure prendano il sopravvento su di lui, per l'ennesima volta. Se ci pensa bene, non ha alcun motivo per rompere con il suo hyung, se non le sue stupide paranoie di non essere abbastanza per lui, di essere un peso, un ostacolo; magari Yoongi si stancherà comunque di lui, a lungo andare, e Jeongguk non vuole. Non vuole essere quello a cui viene spezzato il cuore, quello che viene lasciato da parte –è un pensiero così egoista da mettergli i brividi, ma è convinto che finirà per ferire Yoongi in ogni caso, e forse è meglio darci un taglio ora.
Perciò raccoglie la propria roba, dà un'ultima occhiata a quell’appartamento che è stato la sua casa per lungo tempo -i segni della sua permanenza sono ben più che evidenti, e si mischiano perfettamente alla quotidianità di Yoongi- e si volta, lo sguardo fisso sulla porta.
“Jeongguk” sussurra Yoongi, e basta il suono della sua voce a far immobilizzare l'altro al centro della stanza. “È colpa mia?”
Jeongguk fissa il pavimento, la tracolla della borsa che minaccia di scivolare dalla sua spalla, e pensa freneticamente. Si rende conto di non avere una risposta, nessuna spiegazione logica per quell’abbandono improvviso.
“Dammi un motivo, uno solo”
“Scusami, Yoongi hyung” mormora, cercando di trattenere le lacrime che minacciano di sopraffarlo. “Spero riuscirai a perdonarmi”
 
 
 
Even seeing you leave
Is a memory to me
Scars that had to form
Will some day heal
 
 
 
Yoongi guarda impotente Jeongguk chiudersi la porta alle spalle, la copia delle chiavi appoggiata sulla mensola lì vicino e una felpa che ha dimenticato di prendere ancora gettata sul divano. Uno sguardo all'appartamento e lo trova già troppo vuoto, nonostante sia passata appena una manciata di secondi ed è forse troppo presto per sentire la sua mancanza.
Ci mette un po’ prima di riscuotersi dallo stato di trance in cui è caduto e tornare alla realtà, come se il suo cervello non riuscisse a metabolizzare ciò che è appena accaduto; perfino gli oggetti intorno a lui sembrano appartenere ad un altro mondo, sono quasi irreali e Yoongi li vede lontani, quasi non gli appartenessero. Si versa un bicchiere d'acqua senza nemmeno rendersene conto, il suo corpo agisce contro la sua volontà.
Forse avrebbe dovuto aspettarselo -Jeongguk non è mai stato una persona semplice, a dispetto della sua giovane età e della spensieratezza che lo caratterizza in quelli che, comunemente, la gente definisce come gli anni migliori della sua vita.
(Yoongi odia quel modo di dire, la sua adolescenza è stata un disastro e non la rimpiange affatto, nonostante quel che dicono tutti)
Ha sempre avuto troppa paura di fallire, nonostante la voglia di farcela, e più volte è stato difficile capire cosa gli passasse per la testa. Per Yoongi -la persona con cui Jeongguk si è confidato maggiormente- è sempre stato come giocare d'azzardo: impossibile sapere cosa sarebbe successo.
Però ci aveva creduto veramente perché, nonostante le insicurezze, sembravano aver trovato un equilibrio, un mondo tutto loro – Jeongguk metteva il suo cuore nella mani di Yoongi e guardava a lui come un modello da seguire, e Yoongi faceva di tutto per mantenere quel rapporto come meglio poteva, ascoltandolo e sfogandosi a sua volta, dando e ricevendo quanto più amore possibile. Eppure non era bastato, altrimenti ora non sarebbe solo, con un silenzio assordante a riempirgli la mente. Forse ha commesso sbagli di cui nemmeno si rende conto, magari il problema è solamente nella testa di Jeongguk.
Yoongi non ha e non può avere risposte, almeno fino a quando Jeongguk non deciderà che è il momento giusto per parlargli. Ha il cuore a pezzi e sa che quella ferita non si rimarginerà tanto presto, così come Jeongguk non tornerà da lui il giorno dopo con le motivazioni che tanto brama di sapere.
Sospira, nascondendo il viso tra le mani – sarà una lunga attesa.
 
 
 
In all the places
You are gone
But even this empty spot
Because it was you
It’s beautiful as it is
 
 
 
Jeongguk va spesso al parco, gli ricorda Yoongi.
Qualsiasi cosa gli fa tornare in mente il suo hyung –non ha ancora superato la rottura, nonostante le settimane siano scivolate via inesorabilmente-, ma il parco un po' di più. Yoongi lo portava lì continuamente, diceva che l'aria fresca e i colori della natura lo aiutavano a rilassarsi e a liberare la mente. Un pensiero in particolare colpisce Jeongguk mentre cammina per il viale ghiaioso, un ricordo ormai sbiadito che però, in quel momento, sembra più vivido che mai.
 
"Hyung, pensi che riuscirò a fare qualcosa di buono nella vita?"
Sono seduti nella casetta in cui solitamente giocano i bambini, unico riparo dal temporale che li ha colti di sorpresa; dopo aver corso a perdifiato, mano nella mano, sono riusciti a stringersi l’un l’altro sotto a quel misero tetto, lo spazio che non è sicuramente abbastanza per due ragazzi adulti come loro.
Jeongguk sta istericamente tentando di dare un senso ai propri capelli, la frangia fradicia fastidiosamente appiccicata alla fronte, quando butta lì quella domanda come se niente fosse; Yoongi trattiene il respiro per un attimo, le braccia ancora avvolte intorno alla sua vita e la testa poggiata sulla sua spalla. E non c’è niente di romantico in quel gesto, non ancora, è semplicemente un abbraccio tra due amici.
"Perché me lo stai chiedendo?”
“Sono solo curioso” risponde il più piccolo, abbandonando momentaneamente i gesti frenetici e concentrandosi sulla conversazione. “Voglio solamente capire se qualcuno crede in me”
Yah, Jeongguk-ah, cosa ti salta in mente!?”
“Non urlare, hyung” protesta, colpendogli il braccio. “Guarda che ti sento”
Yoongi sospira, massaggiandosi il punto in cui il pugno di Jeongguk è entrato in contatto con la sua carne. “Hai tutta la vita davanti e più talento di chiunque altro io abbia mai conosciuto, perché non dovresti farcela?”
“Non lo so” ammette Jeongguk, lo sguardo perso fuori dalla piccola finestra. “Mi sembra tutto così frenetico e spaventoso. Non ti viene mai voglia di scappare e ripartire da zero?”
“Continuamente. Ma a cosa serve avere talento se non puoi mostrarlo agli altri, mh?”
C'è silenzio per un po', l'unico suono udibile è quello della pioggia che scroscia violenta sul legno, mentre le ultime persone si affrettano a scappare via, in cerca di un luogo asciutto. Yoongi si chiede se quel temporale avrà mai fine.
“Credi davvero in me, hyung?”
“Sai, ci sono giorni in cui vorrei mandare all'aria tutto, andarmene e crearmi una nuova vita, una nuova identità. Poi ripenso a tutto l'impegno e alla fatica che ho dovuto affrontare per arrivare fin qui, e ti guardo fare lo stesso senza mai arrenderti, lottando per ciò in cui credi – ora dimmi, Jeonggukie, ne vale davvero la pena? È la scelta giusta vanificare anni di sforzi solo perché, per un momento, pensiamo di non farcela?”
Jeongguk scuote lentamente la testa. “No, non ne vale pena”
“Allora smetti di tormentarti” afferma Yoongi bloccando a mezz'aria la sua mano, prima che riprenda a torturare i capelli ancora umidi. “Credo davvero in te, l'ho sempre fatto, e ce la farai. Ce la faremo, Jeongguk, te lo prometto”
 
Inizia a fare freddo, ora, mentre i piedi di Jeongguk strisciano svogliatamente sul terreno e il vento freddo gli sferza il viso.
Gli sembra quasi di potersi girare e trovare Yoongi al suo fianco, a ridere insieme a lui, ma sa che non è possibile.
Nonostante la sua mancanza, però, quel posto è ancora bellissimo e Jeongguk si sente a casa, mentre dondola piano su una delle altalene.
 
 
 
I try smiling brightly
But they say I seem sad somehow
I guess I can’t help it
I tried to hide it but
It seeps out
Because inside of me, you’re not small



Hyung, devi fare qualcosa, non puoi continuare così”
“Sto benissimo, Namjoon, smetti di preoccuparti per me” sbuffa Yoongi, premendo qualche tasto sul mixer e cercando di escludere la voce dell’amico dall’insieme di suoni a cui sta tentando di dare un senso.
“Sai che non è vero” risponde, tirando linee disordinate su qualche parola di troppo, scarabocchiata sul foglio. “Il ragazzino è troppo importante per te, non posso credere che tu abbia lasciato perdere così facilmente”
“Il ragazzino ha un nome, prima di tutto” ribatte Yoongi. “E non posso farci niente, è stata una sua decisione e voglio rispettarla”
“Ma non ti va giù”
“Cosa dovrei fare, Joon? Mi ha lasciato di punto in bianco senza darmi il tempo di dire nulla, non si è fatto vivo quando gli ho chiesto spiegazioni – come credi che l’abbia presa?”
“Jinnie ha ragione, siete due stupidi” sentenzia Namjoon, alzando gli occhi al cielo. “Tu troppo arrendevole, lui troppo testardo per tornare sui propri passi… due perfetti idioti”
Yoongi si volta a guardarlo, ormai troppo deconcentrato per continuare a lavorare sulla canzone. “Da quando sei diventato così irrispettoso?”
“Da quando il mio migliore amico si è rammollito per colpa di un diciottenne” lo sfotte Namjoon, posando la penna. “Seriamente, hyung, sai quanto Jeongguk tenga a questo rapporto. È solo spaventato, hai visto anche tu come rischia di mollare qualunque cosa alla minima difficoltà, nonostante faccia di tutto per non darlo a vedere”
Yoongi sospira, annuendo – conosce fin troppo bene Jeongguk e non c'è nulla di sbagliato nelle parole dell’amico, non riuscirebbe a dargli torto nemmeno se lo volesse davvero.
“Cosa dovrei fare?” chiede nuovamente, quella domanda inizia a tormentarlo.
“Seokjin gli sta parlando” rivela Namjoon, guardando lo schermo del cellulare in attesa di notizie. “Devi solo sperare che abbia messo da parte l'orgoglio”
 
“Jungkookie?”
“Mh?”
“Tu e Yoongi-“
Jeongguk sospira. “Non voglio discuterne”
“Namjoonie gli ha parlato”
“Davvero?”
Seokjin annuisce, attento a non perdersi nemmeno il minimo cambiamento di espressione sul suo viso. “Non riesce a farsene una ragione”
“Non mi importa”, il più piccolo si stringe nelle spalle, facendo un gesto vago con la mano.
“I tuoi occhi dicono il contrario”
“Non ho bisogno delle ramanzine, hyung
“Dovete risolvere” ribatte Seokjin, determinato a non far cadere il discorso nel vuoto. "State male entrambi ed è inutile che facciate finta di niente, ignorarvi non è la soluzione"
“Ho solo bisogno di tempo, la supererò” mormora, la maschera che inizia a cadere. “Possiamo cambiare discorso?”
“Kook-“
“Ti prego, hyung”, e Seokjin ammutolisce, perché il tono con cui quelle parole sono state pronunciate è così intriso di dolore da spiazzarlo. Jeongguk non è così, Jeongguk è forte, non implora, si tiene tutto dentro e lotta per superare ciò che di brutto gli accade. E quello che ha davanti, ora, non è il Jeongguk che conosce.
“Sai che puoi parlarmene, vero?”
“Mi sento così in colpa” ammette finalmente, abbandonandosi sul letto. “Yoongi hyung non si merita tutto questo”
Seokjin gli circonda le spalle con un braccio e lascia che si rannicchi al suo fianco, la voce un po' addolcita. “È stato così brutto?”
“Tremendo”
 
 
 
I have no right to be in pain
Because when I look back
I didn’t treat you as well
As how precious you are
As how much I loved you
 
 
 
Yoongi ha sempre avuto un debole per Jeongguk, fin dal primo momento, quando ancora poteva vantarsi di essere più alto di lui di qualche centimetro e si sentiva quasi in dovere di proteggerlo e guardarlo crescere.
Ed è stato così, perché Jeongguk è cresciuto e diventato grande sotto i suoi occhi, non senza passare per quella tipica fase di ribellione adolescenziale che caratterizza la maggior parte degli esseri umani; Yoongi ha vissuto insieme a lui ogni piccolo cambiamento, dai complessi per il proprio aspetto alla voglia di migliorarsi, ha sentito la sua voce stabilizzarsi negli anni e trovare un proprio equilibrio.
Si è sempre rivisto in lui: testardo e al tempo stesso insicuro, rispettoso dei suoi hyung ma con il desiderio di essere trattato alla pari e non come un bambino; quel pizzico di sfrontatezza, le risposte pungenti, il saper chiedere scusa quando si accorge di essere andato troppo oltre; il bisogno di qualcuno su cui contare e il voler restare da solo, quando tutto sembra soffocarlo. Se Yoongi dicesse che non gli ricorda un se stesso di qualche anno più piccolo, mentirebbe – lui e Jeongguk sono affini, più di quanto non potrebbe sembrare ad una prima occhiata poco attenta, superficiale. È per questo che ha sempre cercato di essere lì per lui senza invadere i suoi spazi, sa fin troppo bene come ci si deve comportare in quei casi.
Eppure, nonostante questo, ha sempre pensato di non essere mai riuscito a dargli ciò che si merita. È stato amico, amante, confidente, fidanzato, ma non gli sembra abbastanza – Jeongguk merita il mondo, e Yoongi è solo un ragazzo che tenta di sopravvivere con la propria musica. Non può dargli nessuna sicurezza, nonostante Jeongguk gli abbia ripetuto più volte -nella sua innocenza- che non gli importa, che non gli serve molto per essere felice, basta che siano insieme. È la frase più cliché che abbia mai sentito e sa benissimo che non è vero, perché Jeongguk ha bisogno di punti fermi nella sua vita e Yoongi probabilmente non è la persona adatta, nonostante provi costantemente ad offrirgli il meglio di sé.
Forse è stato questo a far scappare Jeongguk, riflette, forse non è riuscito a dimostrargli davvero l'amore che ha provato (e ancora prova) nei suoi confronti. Se così fosse quale diritto ha, Yoongi, di stare male? Come può disperarsi quando è lui stesso l'artefice di quella rottura? Eppure non ha conferme perché Jeongguk è ostinato nel suo mutismo, non prova nemmeno a riavvicinarsi e a spiegare. Forse il dolore che Yoongi prova -costantemente, senza un attimo di tregua- è giusto e nemmeno così egoista come si ostina a credere.
Forse, è stato proprio Jeongguk a non dimostrargli quanto ci tenesse.
  
 
 
 
Since the beginning
Your heart was too beautiful for me to have
Times I spent with you
All of it was beautiful
 
 
 
Jeongguk ha sempre ammirato Yoongi.
Ricorda ancora la prima volta in cui lo ha incontrato, rimanendone ammaliato – gentile seppure un po' sulla difensiva, pronto a lottare per far sì che i suoi sogni si avverassero, sempre concentrato a dare il meglio di sé: Yoongi era, in poche parole, perfetto.
E bello, troppo agli occhi di Jeongguk – ricorda le proprie guance andare a fuoco, la timidezza che lo aveva colto improvvisamente nel stringergli la mano.
Come se si fosse trovato davanti ad una stella del cinema, ad un presidente, ad un messia mandato da Dio per salvare la Terra dai mali dell'uomo.  Ma poi Yoongi si era rivelato umile, con I piedi per terra, tanto premuroso nelle amicizie quanto fermo sulle sue posizioni, quando si trattava di ciò che gli stava veramente a cuore.
E Jeongguk, come qualunque ragazzino ingenuo e ancora ignaro dei meccanismi della vita, se ne era infatuato. All'inizio era stata semplice ammirazione, perché Yoongi rappresentava davvero tutto ciò che avrebbe voluto essere, un giorno; poi in lui aveva trovato un confidente, forse l'unica persona con cui riusciva a sfogarsi senza il terrore di essere giudicato, e l'ammirazione si era trasformata in affetto profondo; dall’affetto all’amore, il passo era stato breve. Non aveva mai pensato, però, di poter avere la benché minima speranza con lui – Yoongi era un'anima pura, nonostante il passato travagliato, e Jeongguk non poteva rischiare di sporcarla o di annoiarlo con le sue paranoie e i suoi complessi da ragazzino.
Se qualcuno gli avesse detto “tu e Yoongi vi metterete insieme”, non gli avrebbe creduto – si era ritrovato quasi in lacrime, quando era successo.
“Ehi, che ti prende?” gli aveva chiesto Yoongi, senza capire.
“Sono felice, hyung” aveva risposto, sorridendo e singhiozzando e, dio, era un completo disastro.
I giorni passati insieme era stati, per Jeongguk, tra i più belli di tutta la sua vita; riusciva a dimenticarsi di tutto, se erano insieme. E quando l’ansia tornava -prepotente, bastarda, senza nessuna intenzione di mollare la presa-, Yoongi era sempre lì, un sorriso leggero consapevole sulle labbra e la serietà negli occhi, pronto ad ascoltare e a tentare di alleviare qualsiasi dolore.
Jeongguk non fa altro che pensarci e si dà dello stupido per aver rovinato tutto. Se solo Yoongi sapesse quanto gli manca, forse sarebbe disposto a perdonarlo -è una speranza flebile, quasi inesistente, ma una voce nella testa dice a Jeongguk di non mollare. Di non pensare che sia finita per sempre, di mettere da parte l'orgoglio e di comportarsi come la persona matura che ha sempre voluto essere.
Forse, riflette Jeongguk, non tutto è perduto – deve solo avere il coraggio di fare la scelta giusta. Per se stesso, per Yoongi, per loro.
  
 
 
 
You came to me in my dreams
Although I knew it was a dream
Hot tears streamed down my cheeks
You’re still so beautiful
 
 
 
Yoongi respira a fondo, il fiato corto e le mani che tremano sui tasti del pianoforte, mentre l'ultima nota vibra nell'aria e sembra non smettere mai.
Ha creduto fosse un sogno quando, qualche ora prima, Jeongguk si è presentato alla porta e si è gettato tra le sue braccia, lasciando che fosse lui per una volta a stringerlo a sé. Quasi sempre è stato il contrario perché, nonostante la differenza d'età, Jeongguk è parecchio più alto di lui - ma Yoongi ha imparato ad approfittare dei rari momenti in cui l'altro non lo prende in giro per i centimetri mancanti e a costringerlo contro il proprio petto, sorridendo nel sentire le sue flebili proteste.
Ha creduto fosse un sogno, perché non aveva sue notizie da mesi e aveva ormai perso ogni speranza, convinto che non lo avrebbe più rivisto, che mai avrebbe riavuto indietro quel rapporto. Si era rassegnato a godere della sua presenza solamente durante il sonno, svegliandosi puntualmente con le guance bagnate e un peso sul petto che non accennava a scomparire. Non saprebbe nemmeno dire quanto ha sofferto, lontano da lui, tutte le parole del mondo non basterebbero per spiegare come si è sentito – e come si sente ora, in preda ad un turbinio di emozioni, belle e brutte, che l'hanno investito come un treno in corsa.
Ha creduto fosse un sogno, ma Jeongguk sta dormendo tranquillo sul divano, il respiro leggero e i capelli disordinati sulla fronte, e non potrebbe essere più reale. La musica non lo ha ridestato dal sonno profondo in cui è caduto, troppo esausto per tornare alla realtà; Yoongi ne è felice, il bisogno di suonare è stato più forte di lui ma si sarebbe sentito dannatamente in colpa se lo avesse disturbato. Potrebbe tirare fuori qualcosa di buono, da quella melodia improvvisata che gli ha riportato alla mente migliaia di ricordi – forse, ciò che lui e Jeongguk hanno passato insieme può essere l'ennesima ispirazione per qualcosa di più grande.
Si alza, sfiorando appena lo strumento -l'unico grande amore della sua vita, se non considera il ragazzo addormentato-, e attraversa la stanza, annullando la distanza. Si siede sul pavimento, proprio di fronte a lui, e lo osserva - non dice nulla, non si muove, vuole solo essere sicuro che non svanirà, qualora dovesse commettere l'errore di distrarsi un secondo di troppo.
Jeongguk apre lentamente gli occhi, forse percependo la sua presenza, e cerca di mettere a fuoco ciò che lo circonda.
Hyung” mormora non appena lo vede, sorridendo appena. “Cosa ci fai qui?”
“Dovrei essere io a chiedertelo” ribatte Yoongi, incrociando le braccia. “Sei tu ad essere piombato in casa mia senza preavviso”
“Volevo rivederti” ammette candidamente Jeongguk, reprimendo uno sbadiglio.
“Avresti potuto dirmelo”
“E come?”
“Siamo nel ventunesimo secolo, sai, esistono i cellulari e le email. Sarebbe bastato un messaggio” lo rimprovera, alzando gli occhi al cielo.
“Non usare quel tono” si lamenta Jeongguk, stiracchiandosi. “So che non sei davvero arrabbiato con me, hyung, smettila”
Yoongi sospira. “Domani dovremo parlarne come si deve”
“Lo so”
“Promettimelo. Non voglio svegliarmi e scoprire che sei sparito un'altra volta”
Jeongguk allunga una mano oltre il bordo del divano e stringe la sua, portandosela al petto. “Non lo farò”
“Non ho altra scelta se non fidarmi, eh?”
“Proprio così” conferma, sistemandosi meglio sul divano. “Resti con me?”
“Dove dovrei andare?” chiede Yoongi, scompigliandogli i capelli. “Torna a dormire, mi dispiace averti svegliato”
“Non fa niente” mormora Jeongguk, chiudendo gli occhi.
Yoongi lo guarda e pensa che, dopotutto, Namjoon ha ragione: tiene così tanto al ragazzo che ha di fronte che gli perdonerebbe qualsiasi cosa, pur di stare insieme a lui. Gli viene quasi da ridere -si è davvero rammollito- mentre si sporge per lasciargli un bacio sulla fronte.
“Sei sempre bellissimo, Jeonggukie"
 
 

Saaalve!
Prima o poi la smetterò di pubblicare ad ore stupide, ma non è questo il giorno (cit.)
Sì, un'altra songfic. Sì, un'altra storia non troppo allegra. Non so cosa mi sia preso ultimamente ma è tutto ciò che riesco a scrivere lol.
Quindi, una Sugakookie (o Yoonkook, che dir si voglia) - un po' perché ho aperto gli occhi, un po' perché era da tempo che volevo scriverci qualcosa su. Non sono proprio sicurissima del risultato ma non mi fa nemmeno così schifo, quindi ecco qui.
La canzone è "It's still beautiful" degli Highlight (un tempo erano Beast e forse qualcuno di voi li conosce in questa veste, non so; e tra l'altro fanno comeback il 16 ottobre *pubblicità occulta*) e la amo tantissimo, quindi se volete provate ad ascoltarla çç
Non so se sia così chiaro come è nella mia testa, ma dalla parte del parco fino alla penultima c'è un salto temporale - non è definito, potete considerarlo di giorni o di mesi, come volete. Anche il contesto generale non è specifico, potete immaginarveli come idol oppure no, alla fine Yoongi potrebbe semplicemente essere un produttore ma senza far parte della scena kpop. A vostra libera interpretazione.
Seokjin originariamente era Jimin (sì Leyla, puoi ridere lol), poi ho cambiato perché il rapporto tra Jin e JK è uno dei miei preferiti e volevo usarlo, anche se solo accennato.
Ah, scusate la quantità infinita di pioggia in questa storia ma l'ho scritta in settimane di temporali, quindi mi è venuto naturale (le tempeste ispirano, ve lo assicuro).
Dopo questo sproloquio -come mio solito-, me ne vado. Se volete dirmi cosa ne pensate, mi trovate sempre qui ^^
De(b)

 
 
  
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