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Autore: Tefnuth    27/09/2017    0 recensioni
All'alba dei tempi, quando gli uomini e la Terra avevano da poco iniziato il loro ciclo vitale, la Morte generò un figlio. Egli divenne così malvagio da dimostrarsi la peggiore piaga esistente. Il principe degli Spettri lo affrontò, e lo sconfisse, tuttavia invece di ucciderlo lo imprigionò in un lungo letargo. A due anni di distanza dalla sconfitta di Weiss, e con tanti cambiamenti bel Bureau, Georg e compagni devono fronteggiare questo temibile mostro. Tirarsi indietro, impossibile, ma ci sarà bisogno di un pericoloso alleato.
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Quando l’orribile presenza di Thantalos era tornata a serpeggiare tra gli umani, il peso del tesoro che custodiva da quel giorno era diventato una maledizione. La piccola piramide aveva tremato, come mai prima d’ora, e sembrava che l’oggetto al suo interno potesse diffondere il suo malefico influsso anche oltre la sua gabbia. Quell’orrendo occhio ambrato, immerso nel liquido verdastro da lui stesso generato, aveva ricominciato a girarsi attorno alla ricerca dell’arcano demone. Non era per niente un buon segno, e lei lo sapeva. Nell’oscurità, aiutata anche dalla foschia, lasciò il suo comodo nascondiglio per allontanarsi il più possibile da Thantalos. Sarebbe stata una fuga eterna, allietata soltanto dalla consapevolezza che il demone avrebbe potuto individuarla con estrema difficoltà, tuttavia sapeva che non avrebbe mai potuto affrontare una creatura di quella risma.
Aveva bisogno di aiuto.
Decise di seguire le voci che gli erano giunte tempo fa: di cinque giovani demoni che avevano sconfitto la negromante Weiss, e che combattevano per proteggere gli umani. Non ne conosceva il volto, e ciò avrebbe reso la ricerca più difficile, ma sapeva quale fosse il luogo dove avrebbe potuto trovarli. Perciò si recò al mercato dei troll e si mescolò ai demoni, camuffando il proprio aspetto per non essere oggetto di attacchi, e ascoltò con attenzione ciò che loro dicevano alla ricerca di altre informazioni.

“Stanno facendo il colpo grosso” disse un troll senza un occhio, mentre stava preparando la merce per il suo cliente: un bizzarro essere mascherato e coperto con una mantella.

“Quell’idiota ha avuto la fine che si meritava! – Rispose l’altro, ciondolando un po’ col corpo. – Abbiamo già troppe grane da soli. Corre voce che tu abbia visto la scena”.

“Oh sì, terribile. Me la sono fatta sotto quando ho visto il telecineta, per non parlare del nuovo arrivato”.

“Io non vorrei mai incrociare i gemelli: la loro sola presenza mi fa venire i brividi”.

“Sono solo sbarbatelli! – Si intromise un altro avventore, con la voce stridula di un bambino. – Il peggio è quello che usa l’elettricità: ti può paralizzare e torturare senza che tu faccia niente”.

“Io continuo a dire che i peggio sono il telecineta e quello nuovo. – Ripetè il venditore, infilzando con forza il coltello sul tavolo da lavoro. – Sembrano tanto innocenti, ma se aveste visto quello che ho visto io”.

“Perdonatemi. – Li interruppe la guardiana, alterando la voce. – Non ho potuto far a meno di ascoltare quello che dicevate, e non ho potuto far a meno di chiedermi di chi stavate parlando”.

“E’ ovvio che sei nuovo, altrimenti sapresti di certo chi sono” affermò il demone mascherato.

“Sono arrivato oggi, da molto lontano” mentì la guardiana.

“Sono i nuovi pupilli di un’agenzia che arresta, o uccide, quelli di noi che sono troppo fuori di testa. Difendono sia umani che demoni a sentir loro, tsè. – Spiegò il venditore. – Cinque demoni che è meglio evitare”.

“Sono davvero così terribili?” domandò la guardiana fingendo stupore, nascondendo tutto il suo interesse.

“Il capo del gruppo è un telecineta, uno di quelli che ti possono frantumare in mille pezzi con lo sguardo. Poi ce n’è uno che genera l’elettricità, e gli basta un tocco per immobilizzarti” raccontò il demone mascherato.

“C’è anche una coppia di gemelli: un pirocineta e un criocineta, figli del demone rosso per giunta” aggiunse il terzo avventore.

“E uno nuovo, un ragazzotto che ha un potere strano. – Continuò il venditore. – Sembra che possa usare le arti oscure, e parlare con i morti” si ritrasse, per imitare la paura.

 “Tipi da evitare” commentò la guardiana. Aveva trovato quello che cercava.

Nonostante tutto quello che era successo solo tre giorni prima, la vita sulla costa ovest aveva ripreso il suo pieno regime. I locali erano di nuovo colmi di visitatori, che facevano a gara tra di loro a chi riusciva ad entrare in tutte le discoteche della zona; e l’assenza di vento aveva fatto scoprire ancora di più le ragazze, che nei loro mini vestiti paillettati e dai colori sgargianti attiravano gli sguardi di molti ragazzi, uomini e giovani demoni.

“La vuoi smettere di guardare le gonne?” chiese Bill al gemello, dandogli una pacca sulla testa.

“Ma hai visto quanto ben di Dio c’è in giro?” rispose Tom, massaggiandosi la parte.

“Rimetti l’uccello in gabbia”.

“Ti ricordo che non siamo qui per rimorchiare” replicò severo Georg, continuando a sondare con la mente i dintorni alla ricerca di qualche possibile traccia della figura sconosciuta.

“Qualche possibile sospettato nei paraggi?” gli domandò Andrew, camminandogli accanto.

“Solo delle mezze tacche, non vale nemmeno la pena di interrogarli”.

“Sarebbe meglio dividerci, e cominciare ad entrare in qualche locale. Daremmo anche meno nell’occhio” propose Gustav, che si era accorto del modo sospetto in cui la gente cominciava a guardarli.

“Credo che tu abbia ragione. - Concordò il telecineta, fermandosi. – Io andrò con Gustav, Tom con Bill e…” stava per dire il terzo componente del gruppo, ma il mezzo spettro lo fermò.

“Andrò da solo. – Affermò. – Dopotutto, ho già la mia squadra” fece materializzare, in forma fisica, Mourn Devian e Destroy.

“Ne siete certi?” chiese Gustav, gli dispiaceva vedere l’amico “da solo”.

“Ci pensiamo noi al pupo” esclamò Devian, mettendo il braccio sulle spalle di Andrew.

“Come volete. – Si arrese il telecineta. – Tenente i comunicatori accesi, nel caso di bisogno, e se per caso dovessimo incontrare il nostro sospettato non ingaggiate battaglia da soli. Avvisate gli altri” ordinò, giusto per essere sicuro che tutti se lo ricordassero.

Date le ultime istruzioni, i diversi gruppi si divisero per iniziare le ricerche. Georg e Gustav, con un piccolo aiuto paranormale, si infilarono nel primo locale che incrociarono sul loro cammino. Si chiamava Sinth, ed era un posticino su due piani con tanto di balconata e terrazza agibile. C’erano così tanti umani che i fratelli si chiesero se l’intera struttura avrebbe resistito a tutto quel peso. All’interno la musica, prevalentemente latino americana, era così alta da coprire ogni tono di voce e il tasso alcolico non mancava di certo.

“Nomen omen” comunicò Georg tramite contatto telepatico al fratello.

“E poi si lamentano se diventano sordi” rispose l’altro.

Facendosi largo tra la folla, i due raggiunsero il bancone del bar e cominciarono a fare il loro dovere.
 
“Questo posto è peggio del mercato dei troll” disse Tom al gemello, facendosi largo tra la folla danzante che aveva riempito il locale in cui erano entrati. Erano tutti così vicini che i fratelli dovettero tenere le code ben attaccate al corpo, per evitare che qualcuno gliele pestasse. In quel luogo semibuio, i loro occhi risplendevano attirando l’attenzione di chi incontrava il loro sguardo.

“Almeno là non ci fissano in questo modo” rispose Bill, calandosi bene il cappuccio sulla testa; odiava quando le persone lo guardavano insistentemente per un nonnulla.

“Finiamo presto il giro, così usciamo da questo tugurio”.

Mentre i suoi compagni stavano indagando dentro i locali Andrew, che aveva deciso di evitare di entrare in una discoteca, osservava con attenzione ogni umano o demone su cui si posavano i suoi occhi.
Non credo che, facendo così, riusciremo a concludere qualcosa

Gli disse Mourn, seduto accanto a lui reggendosi la testa con la mano.

“E’ inutile stare tutti e cinque dentro i locali: se il demone apparisse qua fuori, in mezzo alla gente, non lo vedremmo ne sentiremmo” ribatté il mezzo spettro.
Ma io mi sto annoiando

Replicò Devian.

“Per favore! Datemi retta”.
“Il nostro amico non ha tutti i torti”

Fece Destroy, dando ragione all’amico.

“Grazie”.

Quella parte di mondo era del tutto sconosciuta alla guardiana. Era così affollata, e rumorosa, e sembrata che tutto fosse dominato dal caos. Non era affatto come nel suo mondo, limpido e governato dall’armonia, eppure in qualche modo le piaceva. Dato il suo aspetto antropomorfo, la guardiana non aveva troppi problemi a camminare in mezzo alla gente; ogni tanto qualcuno la osservava, attirato dalla curiosità dei suoi abiti, ma nessuno le si avvicinava nel tentativo di iniziare un discorso e questo le bastava poiché, camminando per quelle strade, si stava esponendo a tutto il male del mondo. Poi, nel bel mezzo della folla, un brivido le raggiunse il cuore; una sensazione di gelo di certo non dovuta al clima di quel luogo.
 
“Quante ancora ne dobbiamo vedere, di discoteche? – Domandò Gustav a Georg, dopo che furono usciti dal loro terzo locale. – Le mie orecchie non ce la fanno più”.

“Continueremo finché non li avremo visti tutti, nessuno escluso!” affermò il telecineta, nonostante anche lui iniziasse ad essere d’accordo col fratello; soprattutto visto che i tre drink che aveva bevuto gli avevano mandato in fiamme lo stomaco.

“Mi farò pagare le spese per la cura dall’otorino dal Bureau”.

“Guarda anche di un bravo gastroenterologo, ne avrò un gran bisogno” ormai erano arrivati alla fine della coda per entrare alla loro prossima discoteca; fortunatamente era lunga, così loro avrebbero potuto far riposare orecchie e stomaco.

“Smettila di bere quelle porcate, chissà cosa ci mettono dentro”.

“Roba che ti fa luccicare gli occhi” rise Georg, ricordando quello che aveva detto Cass il quale, tra l’altro, era stato avvistato nei dintorni di un vicoletto a vomitare anche la sua anima.

La loro prossima meta era un pub dotato di una sala da ballo divisa dal resto grazie ad un separé in cristallo che attutiva la musica proveniente da quell’ala. Una vera manna dal cielo per chi si era appena lamentato delle orecchie, e dello stomaco.

“Almeno qua non possiamo lamentarci della musica troppo alta. – Commentò Georg, dando uno sguardo al bancone dove un cameriere aveva appena servito un hot-dog. – Quasi quasi mi vado a prendere qualcosa da mangiare, tanto non abbiamo fretta vero?”.

“Verissimo! – Esclamò Gustav tutto felice. – Anzi ti faccio compagnia così ci mettiamo più tempo”.

Poi ci fu un boato, e tutte le persone che erano in strada iniziarono a riversarsi all’interno dei primi locali che trovavano. Era accaduto qualcosa in strada.

Nel frattempo anche i gemelli avevano deciso di riposare le proprie orecchie, ma lo fecero sulla spiaggia lontano da occhi indiscreti e dalla musica sgradevole.

“Se non li ammazzerà qualche demone, gli umani moriranno certo per quella orribile musica che ascoltano” disse Tom, mentre si massaggiava delicatamente le orecchie.

“Scommetto quello che vuoi, che il nostro assassino ha sentito la musica e se n’è andato per la paura” aggiunse Bill togliendosi le scarpe che gli stavano uccidendo i piedi.

“Potremmo prendere la cosa in considerazione: fare della musica terribile un’arma per allontanare i demoni”.

“Parliamone con Devian appena arriviamo a casa” il sorriso di Bill si spense subito, al suono delle grida lanciate dagli esseri umani.

Il demone aveva deciso di manifestarsi sul lungo vialone che costeggiava la spiaggia, proprio al centro di tutto. Aveva perso il suo obiettivo, il custode dell’occhio dell’Ogdru-jahad, che per un soffio era riuscito a sfuggirgli dai tentacoli e a scappare tra la gente. Durante la fuga, la creatura ancestrale aveva anche perduto la tonaca dorata che l’avrebbe contraddistinta tra gli umani.

“Dove sei?” ruggì al mondo il demone, solo per sfogare la sua frustrazione (in parte già lo aveva fatto prima, quando si era strappato il tentacolo che non era riuscito a trattenere la creatura).

“Se chi tu cerchi è scappato, non credo che ti risponderà” replicò Andrew, il primo ad essere arrivato sul posto.

“Osi criticarmi?”.

“Bhè sai, stai facendo la cosa più cretina al mondo”.

“Non hai idea di chi io sia” ribatté Thantalos, attorcigliando le sue estremità.

“Io lo so! – Gridò Gustav, arrivando con Georg nello stesso istante dei gemelli. – Sei il nuovo scemo del paese”.

“LA VOSTRA INSOLENZA HA SUPERATO OGNI LIMITE. – Il demone batté con forza i tentacoli sulla strada, rompendo l’asfalto. – Io sono Thantalos, il figlio della Morte e di uno degli Ogdru-jahad”.

“Piacere, comunque resti lo scemo del paese” ironizzò Tom.
Non punzecchiatelo troppo

Si raccomandò Mourn, già tornato in forma spettrale come Destroy e Devian (nel caso che fosse servito il loro aiuto).

“Sei tu che hai fatto una carneficina in una discoteca, vero? - Chiese Georg; sapeva che era stato lui, lo aveva sentito, ma voleva dar modo a tutti gli umani di scappare il più lontano possibile. – Perché? Non avevi motivo di temerli”.

“Io non temo nessuno, telecineta. – Affermò Thantalos. – E’ destino dell’essere mortale, perire alla fine del suo ciclo, e dato che gli umani non sono altro che la feccia dell’universo ho deciso di dare una mano al destino. Nessuno sentirà nostalgia per loro”.

“Noi te lo impediremo”.

“Voi non farete proprio niente”.

Al demone bastò un solo gesto, un piccolo movimento della mano e Georg si ritrovò investito da una potentissima scarica d’energia. A nulla valse l’aver eretto una barriera difensiva, né l’aver reso intangibile il proprio corpo. L’ondata arrivò, sfondò il muro e centrò l’obiettivo. Il telecineta cadde a terra, in forma umana e con delle lacerazioni sul corpo; il viso era stato sfigurato con un profondo taglio sulla guancia destra.

“GEORG” gridarono in coro i ragazzi, che accorsero immediatamente in suo aiuto.

Per difenderlo da un ulteriore attacco, Bill si gettò sul fratellastro e lo coprì con uno spesso scudo di ghiaccio sferico sul quale si avvinsero i possenti tentacoli di Thantalos. Prima che la barriera si rompesse Andrew, legatosi con Destroy, con l’aiuto di Tom tranciò di netto quelle estremità e fece sparire la sfera e i suoi ospiti nel limbo. Infine Gustav, presa la forma demoniaca e con tutta la rabbia che aveva in corpo, attaccò il demone con una gigantesca sfera di energia elettrica. Thantalos ne uscì indenne, ma divertito.

“Da secoli non sentivo tanto rancore nei miei confronti” commentò.

“E non l’hai ancora sentito tutto” Gustav evocò una tempesta; aveva intenzione di attaccare il nemico con un fulmine, ed Andy era già pronto ad attaccare.

Per nulla impensierito di avere due nemici infuriati, il mostro mosse di nuovo la mano. Si alzò il vento, un’aria calda e ferrosa che occludeva occhi e narici. Durò poco, ma quando terminò Thantalos era svanito.
ANDREW. – Chiamò Mourn, per sollecitare il ragazzo a richiamare gli amici dal limbo. – E’ un’emergenza!”

Il mezzo spettro fece immediatamente riapparire lo scrigno di ghiaccio, ormai quasi andato in frantumi, che aveva protetto il criocineta e il telecineta. Al suo dischiudersi, Georg era ancora privo di sensi mentre Bill, sporco del sangue del fratellastro, era stremato per la resistenza che aveva dovuto opporre ai tentacoli di Thantalos.
“Cazzo. – Imprecò Tom, avvicinandosi al gemello per aiutarlo ad alzarsi. – Come stai?”.

“Io sto bene, ma Georg…” rispose Bill, tenendosi con forza al braccio del pirocineta mentre osservava Gustav in lacrime accanto a Georg.

“Ti prego non mollarmi ora” supplicò il biondo.
Dev’essere portato a casa, il prima possibile!” ordinò Devian

“Con il traffico che c’è ora, non ce la farà mai” osservò Tom.

“Ci penso io. – Affermò Andrew. – MOURN! DESTROY!” aveva intenzione di legarsi a Destroy, e farsi portare in volo da Mourn con Devian come guardia del corpo per evitare intoppi.
 
  
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