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Autore: Warlock_Vampire    27/09/2017    0 recensioni
"Io, che ho conosciuto molto presto cosa fossero dolore e odio e che solo dopo molto tempo ho compreso l'amore; io, che ho imparato ad uccidere prima ancora di saper vivere; io, che ho vissuto per secoli nella profonda convinzione che ognuno può ottenere ciò che vuole, sempre e comunque, sacrificando tutto, se necessario; dopo così tanto ho davvero bisogno di mettere nero su bianco i fatti."
In queste memorie Katherine Pierce si racconta, dalla sua fragile umanità alla trasformazione in Vampiro, ripercorrendo tutte le tappe più significative della sua lunga esistenza.
AVVERTENZA: La lettura di questa storia è un contributo, una spin off, di The last challenge (il nostro crossover). Pertanto, consigliamo la lettura di The last challenge, anche se non è essenziale.
Inoltre, essendo la "nostra" Katherine, le vicende in cui è coinvolta sono frutto dell'immaginazione degli autori e nulla hanno a che vedere con la Katherine di The Vampire Diaries, pur ricalcandone l'aspetto e il carattere.
Precisato questo, buona lettura!
Genere: Azione, Sovrannaturale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elijah, Katherine Pierce, Klaus, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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New Orleans, 1867
 
Be’ non che Zack abbia salvato me gratuitamente. Diciamo che abbiamo improvvisato e il gioco è riuscito bene, Nikolaj ci è cascato e abbiamo ottenuto il Diamante Oscuro. Ma Zack aveva il suo personalissimo piano e io alla fine sono stata al suo gioco. Non che la cosa mi sia dispiaciuta; in fondo, era quello che volevo anche io.
Zaccaria Veronesi il nuovo Signore Oscuro. Il mio Signore Oscuro. Era diventato lo Stregone più potente della Terra, ma in qualche modo mi era ancora fedele e questo significava che avevo tutto il diritto di chiamarlo quando ne avevo bisogno.
Rose non si fece più viva dopo che Zack ci ebbe smaterializzati lontano dalla sede della Confraternita di pazzi Cacciatori vendicativi. Sospetto che si sia riunita a Johanna e che insieme siano andate da qualche parte a vivere come se fossero state delle banali esseri umane, come se non avessero avuto l’eternità davanti a loro.
Quanto a Nikolaj, è tornato in Europa dopo il rapimento da quello che so. Meglio così, non lo volevo intorno. Soprattutto dopo che mi ero costruita una nuova identità. Sì, esatto: una nuova me. La Confraternita aveva davvero fascicoli su tutti i Vampiri più potenti e più antichi del pianeta e io e Zack ci premurammo di distruggerli. Diciamo pure che Zack fece saltare in aria l’archivio.
Per precauzione comunque, preferii abbandonare il mio vero nome e lo sostituii: Katherine Pierce. Ecco la mia nuova identità. Un bel nome tratto dall’originale, ma più moderno, più americano… un nome che avrebbe dato meno nell’occhio.
È come se da quando ho cambiato identità, sia cambiata anche io. È come se avessi svoltato l’angolo, cambiato percorso, seguito una nuova direzione rispetto a quella che percorrevo prima. Sono una vecchia Vampira con un passato lungo secoli e secoli, con molte storie da raccontare, una scia rossa di cadaveri alle mie spalle e un futuro tutto da vivere. Sono stanca di perdere tempo con Rose e i suoi capricci di gelosia, stanca di fuggire da Nikolaj, stanca di rincorrere qualcosa che non avrò mai. Voglio solo vivere. Vivere e divertirmi. E quale posto migliore di New Orleans? È una città perennemente in festa, piena di vita. E poi brulica di Vampiri e altre Creature e non ci si annoia mai.
Ci andai nel 1867 subito dopo il mio cambio di identità. Lì conobbi un Vampiro piuttosto affascinante. Si chiamava Elijah. Faceva tutto il misterioso ma così, solo guardandolo, avrei giurato che avesse visto il Secolo dei Lumi tanto quanto l’avevo visto io. Aveva proprio conservato le vecchie buone maniere e l’etichetta di quel secolo.
Ero in un pub a bere Bourbon quando mi si avvicinò per la prima volta. Non era l’unico Vampiro nei paraggi, ma fu l’unico a venire da me. La cosa non mi allarmava in realtà, il fatto che ci fossero molte Creature soprannaturali a New Orleans dico, perché è la caratteristica principale di quella città e il motivo per cui l’avevo scelta. Non era la sola ragione per cui ero lì, se proprio devo dirla tutta, ma non c’era molto che potessi fare per risolvere il piccolo inconveniente che si era creato con Zack. Stavo ancora elaborando il piano.
Il mio inconveniente si chiamava Marie Laveau. Era una Strega di mezza età (o almeno, quella era l’età che dimostrava) e aveva avuto la faccia tosta di catturare il mio Signore Oscuro e incatenarlo con quelle simpatiche manette che l’Inquisizione di Venezia aveva infilato anche a Rose nel 1421. Fatto sta che lui era imprigionato e non aveva modo di usare la magia per liberarsi. Credo che fosse estenuante per lui.
Venni a conoscenza di tutto questo perché le nostre vite erano ancora collegate e all’improvviso mi erano spuntate delle ferite sul corpo; ferite che qualcuno stava infliggendo a Zack. Su di me si erano rimarginate nel giro di pochi istanti, ma su Zack…
Quindi sì, ero a New Orleans per divertirmi, ma anche perché la cara Marie Laveau viveva nel Quartiere Francese e c’erano delle possibilità che proprio lì tenesse Zack imprigionato.
Potevo immaginare già ciò che la Strega avrebbe voluto in cambio della liberazione del mio Stregone: il Diamante Oscuro. Ma no, non  l’avrei mai ceduto. Avevo già fatto lo stesso errore in passato con Nikolaj e la storia non si sarebbe ripetuta. Il Diamante mi appartiene e non c’è niente con cui lo scambierei. Per questo non potevo semplicemente fare irruzione nell’abitazione della Strega e torturarla fino a costringerla a liberare Zack. Mi serviva un piano diverso…
In ogni caso, una mattina andai a parlarle. Avevo bisogno di vederla e di studiarla un po’, giusto per capire che cosa dovevo aspettarmi e che cosa volesse veramente. Magari c’era qualcosa che potevo offrire al posto del Diamante per la liberazione di Zack. Qualcos’altro che avrebbe potuto interessarle per i suoi giochetti da Strega.
Elijah ficcava troppo il naso nelle questioni che non lo riguardavano, comunque. Non sapevo quasi nulla su di lui, nemmeno dove alloggiava, ma da quando ci eravamo conosciuti passavamo molto tempo assieme. Soprattutto la notte… tralasciando i dettagli, quella mattina quando mi svegliai, lui non era già più a letto. Entrò nella stanza che avevo preso ad una locanda del centro poco tempo dopo e aveva una tazza fumante di tè in una mano e un giornale nell’altra.
«Buongiorno» mi salutò arzillo. Appoggiò il tè sul comodino accanto al letto e si sedette in terrazza a leggere il giornale.
«Che si dice?» gli chiesi, poggiando le mani sulle sue spalle, dopo averlo raggiunto nel piccolo terrazzino che dava su una delle vie principali della città. Avevo completamente ignorato la tazza di tè perché… be’, quella mattina ero assetata di sangue e di vendetta e il tè non mi avrebbe placata.
Elijah sollevò lo sguardo dal giornale e mi guardò con quei suoi occhi scuri e illeggibili. Non sapevo mai a cosa pensasse veramente e questo, seppur fosse affascinante, a volte mi inquietava.
«Niente di particolare» rispose, «cos’hai in programma per oggi?».
«Ho una Strega da scuoiare».
«Vuoi una mano?» replicò lui sorridendo. Era chiaro che non mi aveva presa sul serio.
«Puoi tenermela ferma mentre la torturo» risposi. Gli sfilai di mano il giornale e lo gettai via, poi mi sedetti cavalcioni su di lui. Che mi importava se la gente dalla strada ci vedeva? Anzi, meglio. Speravo proprio che qualche dama scandalizzata venisse a lamentarsi, così avrei avuto uno spuntino mattutino pronto da gustare e non sarei nemmeno dovuta uscire a cercarlo. Ma niente da fare, anche se qualcuno ci vide amoreggiare all’aria aperta, nessuno ebbe qualcosa da dire a me personalmente e quindi, quando un’ora dopo uscii per cercare Marie Laveau, ero ancora arrabbiata e affamata.
Il fatto è che Elijah mi seguì.
Andai nel Quartiere Francese ed entrai nel negozio di spezie della Laveau. Comparve dal retrobottega un istante dopo il mio ingresso e mi squadrò con superiorità. Aveva capito subito che ero un Vampiro, del resto.
«In cosa posso esserle utile?» esordì, cauta e guardinga.
«C’è qualcosa che vorrei acquistare in effetti» risposi.
«Di che si tratta?».
«Oh, niente di che. Uno Stregone, piuttosto dotato direi. Mi risulta che lei sia l’unica Strega in città a possederne uno, al momento». Ci guardammo per un lungo momento; io con un sorriso furbo e lei con l’espressione attonita e furibonda di chi è stato smascherato proprio sul più bello.
«Esci dal mio negozio, Vampiro» mi intimò.
«Non senza aver stabilito il prezzo dell’acquisto che voglio fare».
«C’è una sola cosa che puoi darmi in cambio, Katherine Pierce… sì, il Signore Oscuro mi ha parlato di te. Non volontariamente, certo. Ho dovuto faticare per estorcergli delle vere informazioni. Ma sai cosa voglio».
«Quello che vogliono tutti… peccato che il Diamante Oscuro non sia più in mio possesso» mentii di getto.
Questo no, che non se lo aspettava. La Laveau mise su una faccia stordita e confusa estremamente divertente.
«Mi è stato rubato».
«Ritrovalo. Altrimenti il tuo amichetto non farà una bella fine… e poi non dire che non ti avevo avvisata» mi ordinò. Ma che dico? Una Strega che mi dà ordini?! Inaccettabile. Marie Laveau l’avrebbe pagata cara per aver osato sfidarmi.
Uscita dal suo negozio, trovai Elijah ad attendermi.
«Mi segui adesso?».
«Oh, non fare l’offesa. Cosa stai tramando, piuttosto?» mi chiese mentre camminavamo sul marciapiede trafficato.
«Te l’ho detto che ho una Strega da scuoiare» gli dissi.
«Forse posso aiutarti sul serio».
Mi bloccai di scatto in mezzo alla strada e dei passanti dietro di noi quasi rischiarono di venirci addosso, ma io non li badai. «Elijah» esordii, mettendogli una mano sulla guancia e guardandolo fisso negli occhi, «sei un uomo affascinante, sei bravo a letto e ti piace il whisky; ma sei solo un divertimento, un passatempo per quando ho bisogno di distrarmi… accetta questa cosa oppure vattene. Non mi interessa».
Elijah non replicò e mantenne intatto il suo mezzo sorriso. Riprendemmo il cammino e andammo a pranzo in un locale niente male vicino ad un gruppo di artisti di strada che mi fecero il ritratto.
Nel pomeriggio, poi, incontrai un’altra Strega del Quartiere Francese. Si diceva che la Laveau fosse una Strega potente ma non molto amata a New Orleans. Credo che ciò fosse dovuto proprio al fatto che era potente. Le altre erano gelose di lei e si erano coalizzate per distruggerla.
Sapevano tutti del rapimento del Signore Oscuro, ovviamente, ma non tutti erano disposti a starsene con le mani in mano. C’erano anche suoi sostenitori in città, che sarebbero stati pronti a scendere in campo e a battersi per lui. Soprattutto se questo significava deporre Marie Laveau. Come si dice, due piccioni con una fava.
Per l’appunto, mi incontrai con una Strega che detestava la Laveau ed era disposta a stringere accordi con un Vampiro pur di farle un dispetto. Aveva anche altre Streghe che la seguivano e obbedivano ai suoi ordini, quasi fossero una piccola Congrega e la cosa, naturalmente, poteva giocare a mio favore. Ma dovevo comunque essere vigile, perché si trattava di un’arma a doppio taglio.
«Marie Laveau non vuole il Diamante per servirsene; lo vuole per distruggerlo» mi disse, «non che sia una cosa semplice… è un Diamante! Un oggetto già di per sé difficile da scalfire, figurarsi che è intriso di magia. Una magia molto potente. Praticamente non può essere distrutto».
«E perché una Strega che potrebbe sfruttarlo per aumentare il suo potere, preferisce togliere dalla circolazione un’arma così potente?».
«Perché lei vuole la parità tra le Streghe» esclamò la Strega indignata e schifata, «non vuole che esista nessun Signore Oscuro. Secondo lei, il Signore Oscuro è una figura troppo potente e difficile da contrastare in caso di necessità. Qualcuno potrebbe impossessarsi del Diamante e sfruttarlo per il proprio tornaconto, piuttosto che per il benessere della comunità delle Streghe. Ma Zaccaria ha fatto un buon lavoro finora… è rispettato, se non addirittura benvoluto!».
«Non cederò mai il Diamante. Che sia chiaro. Né a lei, né tantomeno a te. Quindi, qual è il tuo prezzo?» volli sapere. Allora parlava tanto di salvare Zack e distruggere la Laveau, ma che cosa avrebbe detto quando il gioco sarebbe finito e sarebbe tornata a riscuotere il prezzo dei suoi servigi? Ci avrei messo la mano nel fuoco, che sarebbe venuta a chiedermi il Diamante. Maledette Streghe doppiogiochiste.
«L’unica cosa che voglio è Marie Laveau. Lascia che sia io a ucciderla» mi rispose.
La guardai per un po’, ma non scorsi traccia di menzogna nel suo sguardo determinato. Speravo vivamente che non mentisse… lo speravo per lei. Perché se mi avesse tradita, giuro che l’avrei fatta a pezzi e l’avrei esposta in piazza. «E’ tutta tua» conclusi.
«Hai detto che il Diamante è indistruttibile. Allora come farà lei a distruggerlo?».
«Ci sono solo delle Streghe che hanno fatto ipotesi ed esperimenti al riguardo… una Congrega molto potente, che però è stata decimata dalla caccia alle Streghe di qualche secolo fa…».
«Le Bennett?» chiesi a bruciapelo.
«Proprio loro».
«Quindi la Laveau ha il loro Grimorio. È questo che mi stai dicendo?».
«Oh, no. Lei non ce l’ha» mi rispose con un sorriso eloquente.
«Significa che devo trovarlo io, prima che lo trovi lei».




Come già per altri personaggi, anche Elijah ritorna in The Last Challenge.

In questo capitolo abbiamo Viola Davis nei panni di Marie Laveau


 
  
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