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Autore: orchidee    27/09/2017    1 recensioni
Ciao a tutte. Questa è la mia seconda FF. completa e da le risposte alla precedente, Besame. E' una storia forse un po' pazza e l'ho immaginata in due parti, in due momenti distinti. La prima si ricollega alla mia prima storia, la seconda è il seguito, ma si discosta e molto per temi e atmosfere. Spero possa piacervi e possa darvi magari qualche emozione. Grazie in anticipo a chi vorrà dedicare un po' del proprio tempo alla lettura.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fantasie'
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Capitolo 1 Lesse la lettera e capì che le ragioni di quell'allontanamento non erano quelle descritte. Sapeva che se ne era andato per l'amore che provava a per lei. Sapeva che lo aveva perso. Si sentì vuota. Aveva regalato a quell'uomo gli anni della sua giovinezza. Si sentiva vecchia, sola e vecchia. Era una donna che non aveva più nulla per cui combattere. Ci aveva sperato. Aveva lottato ma aveva perso. Lui amava quella donna. Per un attimo aveva pensato di raggiungerlo, di convincerlo a tornare con lei. Ma era stanca e l'unica cosa che voleva era che quella giornata finisse presto. Però non sarebbe andata così. Sapeva che avrebbe dovuto affrontare la sua amica Patrizia, le sue domande, i suoi consigli e le sue confidenze indesiderate, poi sarebbe stata la volta di Margherita, la sua ex quasi suocera, con altre domande e consigli, il fratello Daniele, che non le avrebbe fatto alcuna domanda ma avrebbe cercato di convincerla a liquidare l'azienda. E lei. Affrontare lei sarebbe stata la cosa peggiore, la più difficile. Ripose la lettera, si sistemò la giacca e si guardò nel piccolo specchio che teneva nella borsa. Non c'erano lacrime a rigarle il volto, era ancora perfettamente truccata, i capelli in ordine. Le sembrò strano. Avrebbe giurato che leggendo la lettera avesse pianto. Forse le lacrime erano finite. O forse il dolore aveva lasciato semplicemente il posto alla rassegnazione. Se doveva parlarle era meglio farlo subito. Uscì dal suo ufficio e si diresse verso la presidenza. “Marceeee... Ma che sta succedendo? Dove è finito Armando?” “Patrizia, ha deciso di partire per un viaggio di lavoro per instaurare accordi commerciali, non hai visto la lettera?” “No, Marce, le racchie non hanno voluto darmene nemmeno una copia! Quelle disgraziate!” “Senti Patrizia, adesso non posso parlare. Ti prego lasciami da sola!” “Oh Marce, dai! Va bene adesso vai pure ma poi mi dirai che cosa è successo! Perché io non sono stupida e ho capito che qualcosa non va!” “Va bene Patty, ora però per favore, rimettiti al lavoro!” Ecco, il primo supplizio. Ed erano solo le 9 e 30 del mattino. Voleva solo tornare a casa, fare un bagno e dormire per almeno dieci giorni. Bussò alla porta e non attese il permesso di entrare. “Signora Marcella...” “Beatrice, non sono qui per parlare di Armando, di lei, di voi. Voglio solo capire cosa intende fare!” “Beh, ecco, io credo che sia necessario indire subito una riunione per fare il punto della situazione, ho chiesto a Nicola un bilancio che sarà pronto prima di mezzogiorno, e io sto preparando le previsioni dei prossimi mesi. A questo proposito mi chiedevo se potesse preparare un prospetto dei punti di vendita...” “Va bene, entro il pomeriggio sarà pronto, glielo porto appena possibile.” Era vinta, completamente vinta. “Ecco signora Marcella, il suo prospetto dovrà essere allegato al bilancio e alle mie previsioni, per questo motivo consegni tutto a Nicola per favore, io ho degli appuntamenti con il direttore della Banca Monréal e con alcuni fornitori e sarò irreperibile almeno fino al primo pomeriggio. Ho già chiesto ad Annamaria di avvertire tutti i soci e i dirigenti per questo pomeriggio intorno alle 16...” “Betty, mi dica, ha già in mente come rimpiazzare due dirigenti come Armando e Mario?” “Ho alcune proposte, ma vorrei discuterne più tardi. Con lei vorrei farlo prima della riunione...” “Bene, preparerò il prospetto e lo consegnerò al dottor Mora, quando tornerà in ufficio mi faccia avvertire e discuteremo della situazione.” Senza aspettare reppliche Marcella uscì dalla presidenza e si precipitò nel suo ufficio. Non fu stupita quando alle scrivanie delle segretarie non trovò nessuno. Immaginò fossero impegnate a spettegolare delle novità, a trarre conclusioni e a sparlare di chiunque non portasse il nome della loro amica. Non poté evitare però la sua di amica, Patrizia. Le chiese come stava, ma Marcella intuiva che non era davvero interessata a conoscere il suo stato d'animo, era solo curiosa di sapere che fine avesse fatto il suo ex capo e del perché se ne fosse andato così all'improvviso. Poi dopo aver snocciolato i soliti consigli passò a raccontarle di come fosse riuscita a convincere quello stupido di Nicola Mora a consegnarle le chiavi della macchina. “Patrizia, non credi di esagerare? Non credi che quell'imbecille non meriti di essere trattato così?” “E perché scusa? Non l'ho certo obbligato! Me le ha date di sua spontanea volontà!” “Dimmi Patty, ti sei mai chiesta il perché? È innamorato di te, farebbe qualsiasi cosa per compiacerti!” “Già...” Rise divertita Patrizia. “Bene, vedo che non capisci! Fai attenzione però, perché anche Armando ha giocato e usato Beatrice. Ma il gioco gli si è rivoltato contro e guarda come sono andate le cose!” “Marceeee... Ammetto di giocare un po', ma credi che potrei innamorarmi di quel cretino? No, Marce! Quando lui e quella racchia di Betty se ne saranno andati dall'Ecomoda, lo saluterò come se niente fosse! Ma fino a quel momento ho tutto il tempo per convincerlo a darmi la macchina definitivamente!” “Senti Patrizia, ora devo lavorare. Portami i dati dei punti vendita che hai ricevuto questa mattina! E muoviti, Patrizia! Devono essere pronti prima di mezzogiorno!” “Vado, vado! Tranquilla eh! Non ti arrabbiare!” “Vai, Patrizia! Muoviti.” Finalmente la sua segretaria uscì dall'ufficio e lei rimase sola. Non sopportava più la sua amica. Non quel giorno. Era così superficiale, materialista. Le voleva bene, ma non riusciva a capire come poteva giocare così con i sentimenti di una persona. Non le faceva pena Nicola. Per lei, lui se l'era cercata! Lui, un ometto tanto ridicolo e patetico, senza un briciolo di classe, brutto e impacciato credeva davvero che una donna bella come Patrizia, abituata al lusso e agli ambienti più sofisticati della città, potesse davvero essere interessata? No! Meritava di soffrire! Ripensò a Betty. Non le era sembrata affranta e distrutta per l'abbandono di Armando. Era successo qualcosa che lei non sapeva tra loro due. Era evidente. I due si erano visti, parlati. La decisione di Armando non l'aveva stupita. Lei sapeva. Probabilmente era una decisione condivisa. O era stata lei ad imporgli di andarsene, forse minacciandolo di lasciare la presidenza e rovinando tutto il lavoro che era stato fatto... Sì, era così! Beatrice lo aveva cacciato. O forse no... Forse Armando era andato via per dimenticarla. Si sentiva impazzire. Patrizia le porto i dati che le aveva chiesto e prima che potesse ricominciare a parlare le ordinò di uscire e di svolgere il lavoro per cui era pagata. Bene, doveva lavorare anche lei! Perché una cosa giusta Patrizia l'aveva detta. Beatrice presto se ne sarebbe andata dall'Ecomoda, portandosi dietro quel cretino del suo amico, l'azienda sarebbe tornata in mano ai Valencia e ai Mendoza. Ecco, quello era il suo traguardo. Quello che Marcella decise di raggiungere. Il resto si sarebbe risolto, in un modo o nell'altro. “Dottor Mora, ecco il prospetto dei punti vendita chiesto dalla presidente.” “Buon...buongiorno dottoressa Valencia, grazie...” “Se ha bisogno di qualche chiarimento...” “Oh, ecco, sì! Ehm... Vuole accomodarsi?” “No, non voglio! Mi dica che problemi ha?” Non sopportava la presenza di quel cretino! La sua aria da imbranato, quell'atteggiamento da primo della classe, la mettevano a disagio, la innervosivano. Avrebbe voluto tirargli una sedia in testa. Cercò di calmarsi, contò fino a dieci e si decise a collaborare. Il suo obiettivo era quello di chiudere quel terribile capitolo della sua vita e se per farlo doveva accettare di subire la compagnia di quell'ometto, l'avrebbe fatto. “Ok, mi dica, cosa non le è chiaro?” Per il resto della mattinata furono impegnati a mettere ordine nel prospetto e ad allinearlo con il bilancio e le previsioni di Beatrice. “Signora Marcella, abbiamo finito. È molto tardi, immagino che lei ora andrà a pranzo...” “Sì, la saluto!” Marcella uscì dall'ufficio di Nicola e si diresse verso l'ascensore dove fu raggiunta da Patrizia. L'amica le chiese di cosa avessero discusso lei e Nicola e, perso interesse dopo aver saputo che i due avaveno lavorato, si fece invitare a pranzo, con la scusa di parlare di Armando. “Betty, come stai?” “Non lo so Nicola, sono confusa. Ma ieri notte è stata la più bella della mia vita. Ha giurato di amarmi. Per dimostrarmelo ha deciso di andare lontano e di tornare solo quando tutta questa storia sarà finita...” “E tu Betty? Ieri avevi deciso che avresti lasciato L'Ecomoda, che saresti andata a Cartagena, con quel tuo amico...” “È vero Nicola, ma avevo comunque già deciso che prima di andare via avrei sistemato tutti i problemi qui, in azienda.” “Fra poco più di due mesi sarà tutto finito allora? Te ne andrai? Perché non ho ancora capito! Lui è partito per dimostrarti il suo amore, ma tu hai deciso di accettare la proposta di Michelle. Sono confuso! Il mio futuro dipende anche da te, sai?” “Oh Nicola, ma se lui tornasse quando avrò riconsegnato l'azienda alla sua famiglia? Se mi volesse nonostante questo? Se succedesse, Nicola, significherebbe che mi ama davvero!” “Sì, beh, ma allora cosa farai?” “Io lo amo, e credo che anche lui mi ami! E se è così, io voglio lui! non mi importa del lavoro, di Cartagena. Voglio lui! Troverò qualcosa quando lascerò L'Ecomoda, magari la signora Caterina mi assumerà come sua assistente, come in passato...” “Lo spero per te Betty! E magari potresti trovare qualcosa anche per me! Eh? Che ne dici?” “Ma certo Nicola! Ora però dobbiamo prepararci per la riunione di oggi pomeriggio! Su mangia il tuo pranzo! Non ho molto tempo! Prima del consiglio voglio parlare con la signora Marcella delle mie idee per sostituire Armando e quell'odioso dottor Calderon!” “Cosa ne dice Signora Marcella? Crede che la mia idea sia attuabile?” “Sì, non faccio certamente i salti di gioia a dover collaborare con il dottor Mora, lei lo sa bene che io e lui non siamo in sintonia. Ma se questo non rallenterà il cammino per liberci di voi due, bene, sono disposta a sacrificarmi!” Betty si sentì umiliata da Marcella. Non perdeva occasione per mortificarla, dimostrava ogni giorno il suo odio per lei. Ed era sempre stato così. E pensare che Beatrice la ammirava, la considerava come un esempio di stile. Ma non poteva darle torto! Era stata l'amante del suo fidanzato! Era stata la complice di quello che era successo in azienda. “Mi dispiace, glielo dico ancora una volta, poi non me lo sentirà dire mai più! Mi dispiace per come sono stata debole con un uomo fidanzato, di averlo assecondato nel suo piano per nascondere i debiti! Mi dispiace che voi due vi siate lasciati! Ma sappia che fino al momento in cui voi due siete stati insieme, ho mantenuto la promessa!” “Fino a quando siamo stati insieme? Quindi fino alla sera della sfilata? Perché è stata quella notte che Armando mi ha lasciato! E poi? Poi vi siete visti?” “Signora Marcella...” “Quindi è vero! Da ora in poi io e lei non discuteremo mai più di Armando Mendoza. I nostri rapporti si limiteranno al lavoro! Non mi interessa di lei, delle sue scuse, della sua tresca con lui! Non mi prenda però in giro facendomi credere che non sia lei la causa dell'allontanamento di Armando! Bene Beatrice! Facciamo tutti il nostro lavoro, facciamolo per bene e poi ci saluteremo! E questa volta spero sia per sempre!” Marcella lasciò l'ufficio di Betty sbattendo la porta! Corse nel suo e si chiuse dentro, ignorando Patrizia che bussava chiamandola. Era vero, si erano visti! Lui era andato via per lei! E non perché lei lo avesse minacciato! No, l'aveva fatto per dimostrarle il suo amore! Scoppiò a piangere! La rassegnazione era forte, sì, ma il dolore adesso era incontenibile. “Ecco, gentili azionisti, come avete potuto vedere tutte le previsioni sono favorevoli, fra poco più di due mesi è fissata la data per l'udienza in tribunale. Per quel giorno, non solo L'Ecomoda avrà risanato tutti i suoi debiti e saldato ogni cambiale con la Terra Moda, ma pensiamo che avrà già realizzato degli utili che potranno essere suddivisi tra gli azionisti. Avete delle domande?” “Betty, sono molto colpito dal suo lavoro! Sono colpito anche dal dottor Mora!” “Molte grazie signor Roberto!” “Piano con i complimenti! Ancora non abbiamo raggiunto il nostro obiettivo mi pare! È comunque grazie a lei abbiamo perso il nostro stilista, non è vero dottoressa Beatrice?” Daniele voleva metterla alle corde, era chiaro ma lei non si perse d'animo e replicò prontamente “Non ne sarei così sicura! Ho parlato con il signor Ugo dopo la sfilata della scorsa settimana e la sua decisione non è definitiva! Comunque anche grazie alla signora Caterina, ho una serie di nominativi di stilisti di grande esperienza e di sicura fama che potrebbero sostituire il signor Lombardi, o offiancarlo. Naturalmente questa eventuale decisione sarà presa da voi, che capite più di me di queste cose. Fra due mesi questa azienda tornerà in mano alle vostre famiglie e come già vi avevo garantito sarà sana e senza nessun problema!” “Daniele è solo preoccupato, ma stia tranquilla, sappiamo bene che L'Ecomoda è in ottime mani!” Rispose Roberto “Bene, ma chi sostituirà Armando? E Mario? Non credo si possa continuare in questa direzione senza il loro aiuto!” “Margherita, non preoccuparti, anche per questo problema abbiamo la soluzione! Abbiamo già incaricato Caterina Angel di prendere in carico il lavoro fatto fino ad ora da Mario! Saprà svolgere il compito in maniera esemplare, la conoscete no? Almeno per ora le cose andranno così. Per quanto riguarda l'assenza di Armando non è definitiva. Si è allontanato solo per un paio di mesi e poi sarà nuovamente qui. Io e il dottor Mora ci divideremo le mansioni di Armando che nel frattempo riuscirà a stringere nuovi accordi e a consolidare quelli già presi! Poi quando l'azienda sarà tornata ai legittimi proprietari, indiremo una nuova riunione per redistribuire i ruoli e la presidenza! Cosa ve ne pare? Roberto, Margherita? Daniele, non fare quella faccia! Abbi ancora un po' di pazienza! Anche per me è una situazione difficile! Anzi, lo è più per me che per te!” Finita la riunione Roberto continuò a complimentarsi con Nicola a cui chiese di riflettere sul suo futuro, perché nessuno degli azionisti avrebbe potuto negare le sue capacità e sicuramente avrebbero accettato di buon grado che lui continuasse a ricoprire quel ruolo. Nicola ne fu sinceramente stupito e balbettando imbarazzato ringraziò il signor Roberto. Daniele invece si intrattenne con Betty “Dottoressa Beatrice, mi dica, come ha fatto a convincere quel cretino di Mendoza a lasciare l'azienda? Non posso che congratularmi con lei per questa felice soluzione.” “Non sono io ad averlo allontanato!” “No? Strano! Comunque non importa. Dottoressa Beatrice, l'ultima cena che abbiamo fatto insieme non è andata come avrei voluto, ma mi piacerebbe darle un'altra possibilità! Stasera? Al Le Noir?” Betty guardò quell'uomo senza riuscire a capirlo fino in fondo. Cosa voleva da lei? Era stata molto chiara. Non avrebbe concesso a nessuno anticipi o cifre non previste, finché fosse stata presidente “Dottor Daniele, le ho già spiegato che non avrà alcun trattamento di favore! Credevo avesse capito però che oltre ai soliti dividendi, che non le sono mai mancati, fra due mesi riceverà un ulteriore assegno. Non le basta?” “Ma io questo l'ho capito! Grazie, ma direi che sta solo facendo il suo lavoro! No, Beatrice, voglio portarla a cena per conoscerla meglio! È lei che non l'ha capito!” “Per favore dottor Valencia, non mi metta in questa posizione...” Beatrice era sinceramene imbarazzata, tanto che arrossì e distolse lo sguardo. Non lo aveva mai fatto, nemmeno quando Daniele la trattava come uno straccio. “Beatrice, non c'è bisogno di agitarsi! Riceverà molte proposte come la mia, che a lei piaccia o no! Lei è molto sexy sa? Non si preoccupi, la lascio in pace! Non vorrei che si lasciasse prendere dal panico per l'invito a cena di un uomo e perdesse la concentrazione necessaria per sanare questa maledetta azienda! Perché è di questo che si tratta: di un semplice invito di un uomo! Che peccato che sappia impegnarsi solo nel lavoro...” Daniele se ne andò, lasciandola interdetta. Era stanca, voleva andare a casa a riposare! E non pensare più a niente. Solo a lui! A lui a cui lei aveva riaperto il suo cuore! A lui che le aveva promesso di tornare e di amarla, a lui che amava! Ad Armando Mendoza, l'unico uomo da cui sognava di ricevere un invito a cena. Da circa un mese all'Ecomoda ogni dirigente ed ogni dipendente lavorava a pieno regime. L'ultima collezione di Ugo aveva avuto un successo sopra ogni aspettativa. Da un paio di settimane anche lo stesso Lombardi era tornato. Era evidente che L'Ecomoda per lo stilista era una casa, una famiglia. Ines fu la più felice di riabbracciarlo e insieme si erano messi di impegno per la realizzazione della collezione successiva. Ugo sapeva che il successo della precedente doveva essere ripetuto e raddoppiò il suo impegno. Aveva avuto anche modo di parlare con Beatrice. Il suo atteggiamento aveva cominciato a cambiare, doveva ammettere che la gestione della dottoressa Pinzon aveva permesso che anche le sue creazioni ottenessero quel successo. Marcella si sentiva innervosita anche da quel rapporto appena nato, ma che cresceva ogni giorno. Davvero anche Ugo Lombardi, un suo amico, un uomo che aveva sempre presa in giro Betty, che non l'aveva mai sopportata, si era lasciato sedurre dal fascino di quella donna? Sembrava che nessuno ne fosse immune. I dipendenti si erano affezionati, non solo le racchie, anche i sarti, gli operai. Roberto, che lei considerava quasi un padre, la portava in palmo di mano, dimenticandosi che era anche colpa sua se si trovavano in quella situazione, Margherita, la donna che era la sua complice, la sua confidente, la sua più grande sostenitrice, aveva imparato non solo a rispettarla, ma quasi ad ammirarla. E ora Ugo, che le sbatteva in faccia la loro nuova amicizia. Le restava solo Patrizia! Era l'unica che come lei, non accettava Beatrice! Non perdevano occasione per criticarla e mortificarla. Patrizia poi aveva consolidato il suo rapporto con quello sciocco di Nicola Mora, e si sentiva sicura che nessuno potesse mettere in discussione il suo lavoro, nemmeno il presidente dell'Ecomoda. Patrizia era decisa a sfruttare fino in fondo le possibilità che la sua relazione con il vicepresidente le dava. Non le importava se presto le cose sarebbero finite, anzi, non vedeva l'ora di liberarsi di Nicola. Ma intanto lui le aveva saldato i debiti, le aveva regalato l'auto, quella che lei aveva sempre considerato sua, e il cellulare. Marcella trovava il suo comportamento disgustoso, ma non erano affari suoi. A lei importava solo che presto si sarebbe liberata di Betty, che l'incubo che stava vivendo da tanti mesi stesse per finire. “Marcella, hai visto i giornali?” “Cosa? No Margherita, non ne ho il tempo! Cosa succede?” “Armando! Parlano di lui e di quella che pare sia la sua fidanzata! A me lui non ha detto nulla! Ma ci sono delle foto. E sono abbastanza esplicite!” “Ma di cosa parli? Quali foto? Sono foto di lui e... E Betty?” “No Marcella! Lui è a Caracas con la venezuelana! Ricordi? Quella del franchising...” “Margherita, tra loro non c'è niente! Io lo so! Lui ama Beatrice!” “Marcella ti prego! Guarda i giornali. Armando ha una relazione con Alessandra Sing!” “I fotografi e i giornalisti hanno sicuramente tratto le conclusioni errate! Tra lui e quella donna c'è solo un'amicizia!” “Ma nelle foto si stanno baciando... Marcella forse Armando l'ha dimenticata! E quando tornerà a Bogotà...” “Margherita, quando tornerà a Bogotà cosa? Lui la cercherà e staranno insieme! Nessuno potrà impedirlo! Ma anche se questo non succedesse, credi che io meriti di essere la terza scelta di tuo figlio? Credi forse che non possa meritare qualcosa di meglio di un rapporto malato basato solo sulla pietà? Per favore Margherita, non sperare che mi umili ancora una volta! Anche io ho una dignità!” “Tesoro, ma tu lo ami, da sempre, e forse le cose potrebbero cambiare!” “E quindi dovrei continuare a vivere in funzione delle scelte di tuo figlio? Davvero? Davvero? No basta Margherita! Ora scusami ma sto cercando di buttarmi il passato alle spalle, sto dimenticando l'amore malato che mi ha unito ad Armando! E sai una cosa? Ci sto riuscendo! Lo sai che sono settimane che non pensavo a lui? Adesso, scusa, ma devo lavorare!” Marcella non aspettò la replica di Margherita e riattaccò il telefono. La curiosità però la spinse ad aprire internet e a cercare le notizie a cui Margherita si riferiva. Rimase un momento ad osservare quelle foto. Sembravano davvero eloquenti. Gli articoli erano i soliti trafiletti, ma le foto no. Armando e Alessandra sembravano in sintonia, complici. Armando aveva davvero dimenticato Beatrice? Non era importante! Lei non sarebbe tornata sui suoi passi! L'ossessione per Armando doveva finire! Ciò che lui faceva della sua vita non la riguardavano più! Ma sorrise al pensiero di quanto quella notizia avrebbe fatto male a Betty! Sapeva bene che dopo tutto quello che era successo Beatrice non avrebbe perdonato Armando. Anche se in un certo modo si erano chiariti, la fiducia di lei era stata tradita di nuovo. E conoscendola sapeva che tra loro tutto sarebbe finito! Le settimane seguenti passarono in fretta. Marcella vedeva Betty sfiorire ogni giorno, era chiaro che il dolore provato dalla sua rivale era enorme! Il mattino arrivava e non usciva dal suo ufficio nemmeno durante la pausa pranzo, lavorava duro e non si concedeva pause. Vedeva che nemmeno con le amiche della banda chiacchierava più come prima. Si limitava a parlare con Nicola Mora e spesso con Ugo, che ormai non nascondeva la simpatia per la presidente, e con Caterina. Una mattina si incontrarono in ascensore, Betty tenne lo sguardo basso. A Marcella sembrò stesse piangendo. “Mi dispiace” si limitò a dirle, ed era sincera. Betty la guardò negli occhi e Marcella vide la disperazione, lo smarrimento e la paura in quello sguardo. Si sentì per la prima volta vicina a Beatrice, alla sua rivale e le mise una mano sulla spalla. Tra di loro non ci fu più alcun incontro se non durante le riunioni per la preparazione del consiglio.
   
 
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