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Autore: lady capuleti    27/09/2017    0 recensioni
31 ottobre 1981, Godric's Hollow.
Ormai da mesi James e Lily Potter, protetti dall'Incanto Fidelius, si nascondono da Lord Voldemort insieme al loro piccolo Harry. La notte di Halloween qualcosa sembra andare storto. Qualcosa sembra precipitare.
Paura, terrore, scompiglio. E' davvero la fine di tutto?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: James/Lily, Lily/Severus
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Non-con, Triangolo, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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Capitolo quinto – La verità è davanti ai nostri occhi

 

18 Dicembre 1981, Hogwarts

 

« Perché diavolo correte? Avete uno Snaso nelle braghe? Cinque punti in meno a Grifondoro, ed ora sparite dalla mia vista »

Il gruppetto si allontanò, mesto. Non era il massimo perdere punti per la propria casata, in particolare sotto Natale ed a ridosso delle festività, cioè poco prima di lasciare fisicamente la scuola per qualche settimana.

L'inverno era ormai alle porte, e nell'aria si respirava un clima goliardico. La neve aveva ricoperto interamente il castello, rendendolo quasi un quadro in bianco e nero. Gli studenti erano emozionati per l'imminente partenza, ma soprattutto felici all'idea di abbandonare i libri per un po'. Gli studenti del quinto anno utilizzavano il tempo rimasto all'interno della Sala Grande per ripassare qualcosa in vista dei G.U.F.O., che si sarebbero tenuti come sempre nelle ultime settimane di scuola.

Tutti apparivano felici. Il guardiacaccia, Rubeus Hagrid, aveva da poco trascinato uno spinoso albero all'interno della scuola. Dopo aver aiutato gli elfi del castello a metterlo dritto all'interno della Sala Grande, si occuparono tutti insieme degli addobbi, inserendoli all'interno della pianta. Alcuni mantenevano il silenzio, altri canticchiavano stornelli natalizi per poi ammutolirsi senza esitazione al passaggio di Argus Gazza.

« Muovete quelle dita ossute! Forza! »

Severus Piton lo sentì inveire contro gli elfi finchè non ebbe abbandonato l'enorme sala, attraversando il grande portone e dirigendosi al di fuori di esso. All'interno del salone d'ingresso lo sguardo gli cadde sulle clessidre; il contenuto rossastro prese a risalire, mentre il contatore del punteggio calava notevolmente.

Stupidi mocciosi pensò, continuando a camminare e attraversando ancora un arco per poi imboccare una scalinata scendendo rapidamente ogni gradino.

Non aveva mai amato particolarmente i bambini. Non aveva nutrito particolare simpatia per loro sin dall'infanzia, quando la permanenza ad Hogwarts si faceva troppo pesante da portare avanti.
Probabilmente le circostanze lo avevano costretto a diventare adulto troppo in fretta. Probabilmente, vivendo anche solo un giorno come un bambino spensierato e felice, avrebbe evitato di accanirsi su un gruppo di ragazzini giustamente gioiosi per il loro ritorno a casa. Non si interrogò troppo su questo, cercando di distogliere i propri pensieri.

Raggiunti i sotterranei si accorse di un mucchio di ragazzi del quinto anno dinnanzi alla porta dell'aula di Pozioni.
Piton sospirò; era la loro ultima lezione prima delle vacanze, ed era certo che avessero voglia di ascoltare proprio come lui, in quel momento, di insegnare loro qualcosa.

Entrò malvolentieri, lo strascico dell'abito nero che sfiorò lo stipite della porta con un fruscio. Sentì i passi alle sue spalle, e mestamente si avvicinò alla cattedra, tenendo gli occhi alti e puntati su ognuno di loro.

« Non prendiamoci in giro, sono lieto quanto voi di essere qui oggi » biascicò lentamente « Distillato della Pace » pronunciò poi, agitando la bacchetta. Gli ingredienti comparvero sulla lavagna, uno alla volta. « Avete un'ora. Cercate di essere il meno asini possibile, o farete una prossima figura ai G.U.F.O. » sentenziò.

Tutti gli studenti corsero in direzione degli armadi per prendere gli ingredienti. Non si prese neanche la briga di controllare il loro lavoro, anzi gli fu tremendamente utile per svuotare le membra.

 

***************



Severus non aveva mai amato particolarmente il Natale, e non riusciva ad immaginare come mai tutti la trovassero una festa entusiasmante.

Regali, leccornie, falsi auguri da gente falsa e ripugnante. Erano anni, ormai, che il professore di pozioni si era disintossicato da quel cumulo di stronzate. Passava quelle giornate all'interno del castello, rimuginando sui propri pensieri, senza avvertirne lo spirito.

Persino in quel momento, a cena, mentre tutti i ragazzi si congedavano prima di partire, nessuna emozione attraversò il suo volto.

Più di una volta Silente, nel mese di novembre, gli aveva proposto di partecipare al banchetto che, ogni anno, organizzava con i professori rimasti all'interno della scuola. Ogni volta aveva denigrato l'invito.

Già, Silente...

 

« Li ha presi. Li tiene prigionieri »

« Calmati, Severus! »

« Stanno cercando quel moccioso. Vogliono solo lui. La lasceranno libera, l'ha promesso »

« Pensi di poterti fidare delle sue promesse? Pensi davvero che le manterrà, una volta ottenuto quel che vuole? Ti facevo più scaltro, Severus »

« Allora cosa vuole che faccia? Lo sto proteggendo, e nello stesso momento sto spingendo lei nelle braccia della Morte »

« Non possiamo commettere passi falsi. Il bambino DEVE rimanere al sicuro. E' fondamentale »

« Perché? Per impedire che i suoi peggiori timori si concretizzino, preside? Lily è innocente... »

« Sono innocenti, Severus. Lo è Lily, come lo sono James ed Harry Potter. Ed il tuo egoismo non si estinguerà mai, a quanto vedo... »

« Non continuerò a farlo... non può chiedermi questo »

« Dammi tempo. Vedrai che non sarà necessario »

 

E Severus glielo aveva dato, quel tempo. Un tempo che, in quel momento, gli sembrò infinito.

Nella prima decade di novembre Albus Silente si era misteriosamente congedato, lasciando che Minerva McGranitt occupasse momentaneamente il suo posto durante la sua assenza. Aveva lasciato intendere che avrebbe sistemato le cose, che tutto sarebbe tornato al suo posto. E invece era sparito, da un intero mese, senza che nessuno sapesse dove fosse finito. Continuava a rappresentare un mistero anche per il corpo docenti.

Severus, quella sera, origliò una conversazione tra la McGranitt e Vitious : quest'ultimo le chiedeva se si fosse preso un periodo di riposo, o ancora se si fosse spinto oltre i confini britannici per cercare qualcuno che potesse contrastare Colui-che-non-Doveva-Essere-Nominato.
La McGranitt aveva semplicemente fatto spallucce, finendo di mangiare le alette di pollo all'interno del suo piatto. Poi, avevano portato il discorso sul Quidditch e su quanto Meredith Melengale fosse un'ottima Cacciatrice per la squadra di Grifondoro.

Piton distolse lo sguardo convinto che quei discorsi ormai non lo interessassero più.
Gli occhi ricaddero sul numero della Gazzetta del Profeta del mese precedente, aperta davanti al suo naso. Negli ultimi giorni le sue occupazioni non gli avevano concesso neanche un attimo di tempo per poter leggere le ultime notizie.

 

ASSASSINATI DODICI BABBANI. L'ARRESTO IMMEDIATO DI SIRIUS BLACK

Si cercano complici

 

FURTI AI DANNI DEI BALLYCASTLE BATS?

Si sospetta della mascotte, il pipistrello Barny

 

FRANK E ALICE PACIOCK SOTTO CRUCIATUS

Arrestati Barty Crouch Jr. , Bellatrix Lestrange e i fratelli Rodolphus e Rabastan Lestrange

 

 

« Delle volte mi domando se sia un troll ubriaco a scrivere quegli articoli »

La voce della McGranitt lo riportò alla realtà, convincendolo a sollevare lo sguardo dal giornale. Sollevò le spalle sbrigativamente, togliendosi davanti quell'ammasso di stronzate, e riprese a mangiare il suo stufato di verdure con aria amareggiata.

Con la coda dell'occhio tornò a guardare solo la prima pagina, distogliendo lo sguardo nuovamente pochi attimi dopo.

Sirius Black, la bocca spalancata nell'atto di urlare, occupava interamente la copertina. Per un attimo il pensiero volò a Lily, rinchiusa in quel putridume. Ricordò il modo in cui Bellatrix l'avesse costretta ad assistere alle torture su Potter, e ricordò anche le sue urla mute. La sua bocca tesa esattamente come quella di Black, bianca e livida per il dolore.

Lord Voldemort lo aveva chiamato solo sporadicamente perché si occupasse dei prigionieri. Aveva rivisto Lily solo un'altra volta, ma era certo che fosse ancora viva, stando ai piani del suo Signore.

Tuttavia, nelle ultime due settimane, l'Oscuro non si era scomodato a chiamarlo. Il suo marchio non aveva bruciato, non si era mosso. La sua presenza non era stata richiesta.
In cuor suo ne era stato sollevato, pensando che non avrebbe sopportato quella visione ancora a lungo e che prima o poi avrebbe reagito. D'altro canto, il timore che avesse trovato il modo di arrivare al bambino senza servirsi di sua madre lo tormentava, giorno e notte. I suoi sogni continuavano ad essere disturbati, togliendogli il sonno. E non poteva far nulla per contrastarlo.

« Severus, potrei scomodarti finita la cena? »

La McGranitt, ancora una volta, lo distolse dai suoi pensieri. Stavolta, annuì. Sapeva benissimo la ragione di quella richiesta, e senza pronunciare una parola la cena si decretò finita per entrambi.
Si sollevarono all'unisono dalle sedie, Minerva appoggiò una mano sulla spalla di Vitious per salutarlo e gli augurò la buonanotte.

Il tragitto li trovò silenziosi, come se entrambi temessero che alzar troppo la voce avrebbe attirato orecchie indiscrete. Una volta arrivati dinnanzi alla camera della professoressa, Severus ebbe come l'impressione di udire un ronzio. Sollevò un sopracciglio, ma capì immediatamente quale fosse la ragione.
Entrati all'interno della stanza, il pianto di un bambino gli perforò le orecchie. Una smorfia di disgusto comparve sul suo volto nel chiudere la porta, poi tornò a guardare la sua collega chiedendosi quale ragione l'avesse spinta a portarlo lì.

« Non credevo che farlo mangiare fosse compito mio » gli sfuggì con disappunto, tenendo un sopracciglio sollevato.

Il sospiro della donna non tardò a manifestarsi, implorandolo quasi con lo sguardo di collaborare. Quel segreto coinvolgeva solo loro due e Albus Silente. Era stata una sua idea parlarne con Minerva, e coinvolgerla in quella storia almeno finché la faccenda 'Signore Oscuro' non fosse stata archiviata. Non solo era altamente degna di fiducia, ma era anche una donna e questo facilitava di certo le cose con un bambino così piccolo.

Severus si portò le mani alle orecchie, sbuffando.
« Come si fa a farlo smettere di piangere? » chiese, già esasperato.

« E' proprio per questo che ti ho fatto venire qui »

« Se crede che io sia bravo a cullare i bambini ha sbagliato indirizzo »

« Non mi riferivo a questo » affermò lei, mentre sentiva il piccolo Harry strillare con forza. « Mi chiedevo se potessi preparare una fiala di Distillato della Pace. Giusto per farlo dormire un po', non ha smesso di piangere da stamattina »

Il professore iniziò a cercare frettolosamente tra le pieghe del suo abito nero, ricordando di averne infilata una proprio lì quella mattina per mostrare agli alunni il colore che avrebbe dovuto assumere una volta finita.

Quando l'ebbe trovata la passò alla donna, che sorpresa la prese tra le dita senza tuttavia fare domande. La mescolò con un po' di latte, inserendo il tutto in un biberon, poi lo prese tra le braccia e cercò di calmarlo sotto gli occhi seccati dell'insegnante di pozioni.

Harry afferrò la parte morbida tra le labbra e iniziò a berlo senza accorgersi probabilmente del sapore del distillato, di molto diverso da quello del latte puro.

« Hai ancora bisogno di me, o posso congedarmi? » chiese impaziente Severus.

Un altro giorno era trascorso senza che Silente desse notizie sulla sua posizione. Un altro giorno era volato, e il suo unico desiderio era quello di andare ad infilarsi sotto le coperte a rimuginare.
Il pensiero di non dover fare quello che stava facendo lei, d'altronde, lo tranquillizzò visibilmente.

« Sembra che stia già facendo effetto, quindi immagino di sì. Se chiudesse questi enormi occhioni verdi potrei darti una risposta più certa... »

« Verdi? » chiese Severus, restando nella medesima posizione con le mani intrecciate dietro la schiena.

« Sì, verdi. Proprio come quelli di sua madre » proferì lei, continuando a fare dei versetti e a cullare il piccolo per far sì che si addormentasse.

Severus trattenne il respiro, distogliendo improvvisamente lo sguardo come se quel bambino gli avesse incenerito lo sguardo. Non indugiò sui suoi occhi, l'ultima cosa che avrebbe voluto sarebbe stato addormentarsi con gli occhi di Lily impressi a fuoco nella mente.

« Buonanotte, Minerva » ma, prima che lei potesse rispondere al suo saluto, si eclissò al di là della porta.

I corridoi erano vuoti rispetto a pochi minuti prima. Le urla dei ragazzi si sentivano molto meno, e Piton ringraziò Merlino per questo; fermarsi per togliere punti non era una cosa che aveva proprio voglia di fare, in quel momento.

Percorse il tragitto pensando solo al suo letto, e alla pace che avrebbe ritrovato una volta giunto nei sotterranei. Nessuno avrebbe potuto disturbarlo. Nulla avrebbe potuto turbarlo. Ma gli bastò varcare la soglia della propria camera per accorgersi dell'errore madornale che aveva compiuto.

« Bentornato, Severus »

Piton richiuse la porta, lentamente, non riuscendo a staccare gli occhi dalla sagoma seduta comodamente sulla sua poltrona di fronte al camino.
Lasciò scivolare stancamente il braccio lungo il fianco, sospirando con aria quasi seccata. Appariva sollevato, ma non conoscendo i risvolti della situazione avrebbe preferito prima ascoltare cosa avesse da dirgli. E soprattutto, perché fosse lì.

« Non credevo che il suo ruolo le permettesse anche incursioni nella mia camera senza il mio permesso » frecciò, una volta recuperata la parola.

« Credevo che la mia assenza potesse servire ad alleviare il tuo animo tormentato, Severus »

Albus Silente distese le dita lungo i braccioli della poltrona senza togliergli gli occhi di dosso.

« Temo il contrario, visto che lei è sparito per un mese intero senza dare sue notizie, e senza domandarsi cosa stesse accadendo qui »

Il preside si ammutolì, piegando il capo di lato e sospirando, come se quelle fossero offese rivolte solo alla sua intelligenza.

« Ad ogni modo... » riprese Piton, smettendo di guardarlo. « ...non ho alcuna notizia nuova di zecca. Il Signore Oscuro non chiede di me da giorni, sospetto che abbia compreso qualcosa »

« Credi che sarei tornato, se questa non fosse una questione già sistemata? »

« Non credo niente. Non ho nulla da credere, se lei non mi rende partecipe dei suoi progetti »

Severus aveva il dente avvelenato a causa della lunga assenza di Silente e soprattutto per il suo lungo silenzio. Comprensibile, dopotutto.
Era irritato in particolare perché lui era stato il primo a condividere con il preside le sue ansie, i suoi timori, ed ora si sentiva tradito. Messo in un angolo.

« Ogni cosa a suo tempo, quando arriverà il momento » proferì Albus a labbra strette, grattandosi la barba argentea con la punta delle dita.

Solo dopo si sollevò dalla poltrona con un sospiro, andando verso la porta. Severus non si mosse di un centimetro, trattenendo il respiro. Gli prudevano le mani, e a maggior ragione le tenne strette dietro la schiena per evitare che uno scatto si tramutasse nella sua rovina.

« Ricorda... la verità è davanti ai nostri occhi. Ci rifiutiamo solo di vederla » e, dopo averlo investito con la sua saggezza, appoggiò le dita avvizzite sulla maniglia lanciandogli un ultimo sguardo.

« Buon Natale, Severus » e con quest'ultima frase, abbandonò la camera.

Il professore inarcò un sopracciglio. Appariva quasi un addio, pronunciato con quel tono.
Sollevò le spalle, ma nel recarsi in direzione del suo letto si accorse di non essere ancora completamente solo, in quella stanza. Qualcosa si muoveva al di sotto del lenzuolo, creando fruscii lunghi e sinistri ma senza rivelare la sua vera identità. Le dita di Piton scivolarono giù fino al manico della bacchetta, poi però trattenne il respiro e sbarrò gli occhi, deglutendo.
La verità è davanti ai nostri occhi.
Le parole di Silente continuarono a bombardargli il cervello mentre la figura dinnanzi ai suoi occhi strofinava la folta chioma rossa sul cuscino sotto le luci di una sola candela. I suoi occhi erano chiusi, il volto stranamente rilassato nonostante gli innumerevoli graffi che interrompevano il colorito diafano.

A grandi passi si avvicinò al suo letto, non toccandola per paura che fosse solo un fantasma. Allungava le mani, ma tutte le volte le ritirava indietro prontamente. Il cuore gli salì in gola, creando un'arsura non indifferente.

« Lily »

Fu solo un sussurro, ma lei non riuscì a sentirlo. Sembrava ancora bloccata in un mondo parallelo, lo stesso che si manifestava sul suo volto spento e sulle sue labbra silenziose. Un mondo nel quale non erano esistiti sussurri, ma solo urla e torture.

Non richiamò Silente per domandargli come ci fosse riuscito, o dove fosse James Potter.
Non lo richiamò per domandargli che fine avesse fatto lord Voldemort, perché fosse sparito anche con lui per tutto quel tempo.
Erano domande che non volevano risposte, almeno in quel momento.

E in un attimo, Severus interpretò il significato dell'ultima frase di Silente.
Non si stava congedando per sempre, non gli stava dicendo addio.
Era il suo modo per fargli capire che avesse fatto quel che andava fatto.
Era il suo regalo di Natale per lui.

Il più bel regalo che Severus avesse ricevuto in tutta la sua vita.


 

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Angolo autrice
E rieccomi. Penso che posterò quasi sempre una volta a settimana, dopo questo esperimento fatto direi che mi trovo abbastanza bene. Tra qualche giorno mi trasferisco anche per l'università, quindi cercherò il più possibile di mantenermi attiva. 
Per quanto riguarda la storia ho voluto mostrare il modo in cui Piton ha deciso di occuparsi di Harry... nonostante tutto ha cercato di mantenere fede alla promessa fatta a Lily, ma l'ansia per la sua situazione lo sommerge sempre di più e si mostra come il Piton che tutti siamo abituati a conoscere. E poi Silente che ritorna, e gli fa quella sorpresa. Ho volutamente omesso alcuni dettagli, si spiegherà tutto nei prossimi capitoli non temete. 
Grazie a chi ha speso un po' del suo tempo per leggere fin qui, e grazie a chi continuerà a leggere. 
Vi abbraccio!

   
 
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