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Autore: ScoSt1124    27/09/2017    7 recensioni
[Sterek|bambini AU][1018 parole]
Derek è in quarta elementare e passa le sue pause pranzo sotto ad un albero, a leggere fumetti. Continua così finché non arriva Stiles a stravolgergli quelle pause.
"Nessuno gli aveva mai prestato attenzione e non capiva perché lo stava facendo proprio quel nano, in quel momento."
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Baci volanti



Derek proprio non capiva ciò che era appena successo. Il fatto era che, forse, non gli era mai capitato.  
Sì, proprio mai. Nessuno gli aveva mai prestato attenzione e non capiva perché lo stava facendo proprio quel nano, in quel momento. 

"Che c'è?" Glielo aveva chiesto tirando su la testa dal suo libro. "Come ti chiami?" Aveva risposto il più piccolo inclinando la testa. "Mi stai fissando per questo, moccioso?" Derek voleva solo stare da solo, sotto quell'albero, e continuare a leggere. "Non sono moccioso. Sono Stiles. Tu come ti chiami?" Perché non lo lasciava in pace?! "Derek. Ora te ne vai?" Voleva solo continuare il suo fumetto. Era chiedere troppo? Il bambino più piccolo aveva sbuffato e se ne era andato. Derek aveva ringraziato mentalmente. 

Non era abituato a parlare con qualcuno. Specialmente da quando Isaac, il suo migliore, se non unico amico, si era trasferito. Era in quarta elementare, non credeva gli servissero altri amici. Così, ogni giorno, in pausa pranzo, si sedeva sotto quell'albero a leggere i suoi fumetti. 

Tutto era cambiato da quando quella pulce, Stiles, che andava in prima elementare, si era fermato a guardarlo.  

Non aveva capito. Come non aveva capito il giorno dopo e quello dopo ancora. Anzi, quello che era successo il giorno dopo era ancora più strano. 

Derek stava, come sempre, leggendo sotto l'albero quando, alzando gli occhi, aveva visto Stiles passare di lì. Questa volta non era rimasto fermo a fissarlo, né tantomeno gli aveva parlato. Aveva avvicinato la mano alla bocca, per poi mandare un bacio. Derek era rimasto perplesso, si era girato per capire chi fosse il destinatario ma non aveva visto nessuno. Si era rigirato verso Stiles e solo quando lo aveva visto incupirsi e andarsene aveva capito che lo stava guardando male. Non voleva farlo o quanto meno non ne era consapevole. Ormai era andata e forse un po' gli dispiaceva anche se proprio non capiva. 

La seconda volta che gli era capitata una cosa del genere non aveva visto. Non perché non stava guardando, ma proprio perché non ci vedeva. Aveva dimenticato gli occhiali a casa. Li dimenticava spesso; odiava quegli affari.  
Si trovava di nuovo seduto sotto lo stesso albero. Aveva visto una sagoma avvicinarsi a lui e, dalla forma dei capelli, aveva intuito fosse il solito scricciolo. Era rimasto sorpreso nel vederlo rifare di nuovo quel gesto. Non capiva perché gli mandasse baci e, santo cielo, quel gesto gli faceva venire in mente la sua sorellina Cora. Anche lei lo faceva sempre.   

Il fatto era che, ogni volta, finiva in modo diverso. Derek stava sbiciando da dietro il fumetto, la terza volta che succede. Non è da solo, Stiles, questa volta. È con un altro bambino, ma a Derek importa poco. Cerca di non farsi vedere mentre lo guarda, prima ancora che Stiles gli mandi di nuovo un bacio. Derek vorrebbe davvero capire perché lo fa. Lo vuole capire dalla prima volta che è successo perché l'unica persona che gli mandava i baci era sua sorella. Lui nemmeno ci ha passato una ricreazione insieme con Stiles. Continua a non capire, anche perché lui è della quarta e Stiles va solo in prima. 

Da quella volta succede saltuariamente. Derek non ha mai risposto, né fatto segno di ricambiare e, a volte, ci pensa. Pensa al perché quel bambino vada avanti nonostante lui non gli risponda mai. Insomma, non doveva già essersi stancato?! 

Derek capisce che è lui quello che non si è stancato. Non Stiles. Lo capisce la quarta volta che succede, quando Stiles quasi cade per mandargli quel bacio. Derek si ritrova a sorridere, non sa se più per il fatto che Stiles sia inciampato o per i continui baci mandati al vento. Sa solo che sorride e per una volta si distrae dal fumetto per qualche minuto in più del solito. Pensa che, magari, qualche volta, dovrebbe provare a parlarci con quel piccoletto. 

L'ultimo giorno, Derek arrossisce. O almeno crede. Sente le guance andare a fuoco.
Aveva aspettato, che Stiles passasse di lì, tutta la pausa pranzo. Aveva letto, sì e no, due pagine. Non era proprio da lui. 
Quando si era sentito andare a fuoco si era subito coperto il viso con il fumetto, portandosi le gambe al petto sperando di non essere visto mentre diventava rosso con un pomodoro. Di certo, però, non si era perso il solito bacio che gli aveva mandato Stiles. 

Quella era stata l'ultima volta che era successo. Non perché Stiles avesse smesso, semplicemente perché, per una volta, era successa la cosa opposta. 
Derek era uscito per ultimo quel giorno. Sua mamma faceva sempre tardi perché prima andava a prendere sua sorella all'asilo. Quindi aspettava sempre ad uscire.  
Quel giorno c'era qualcosa di diverso, però. Un bambino, sembrava più piccolo di lui, era seduto su un gradino, rannicchiato e con la testa poggiata alle ginocchia. Solo dopo che si era avvicinato aveva notato che era Stiles. 

"Ehi" gli aveva sussurrato sedendosi accanto. Il piccolo aveva tirato su la testa e Derek si era accorto che aveva gli occhi lucidi. "Come mai sei ancora qui?" Derek aveva provato a chiedergli. "La mia mamma non è ancora arrivata." Forse era per quello che è triste, aveva pensato Derek. L'aveva pensato fino a che, il piccolo, non aveva aggiunto "Non sta molto bene in questi giorni." Derek non sa cosa lo ha spinto a farlo. Sa che non ci ha pensato due volte. Si è avvicinato alla guancia di Stiles per lasciargli un bacio per davvero. Stiles non se lo aspettava.  
Come non si aspettava quella domanda. "Perché mi mandi baci ogni giorno?" Derek glielo aveva chiesto non appena si era allontanato. "Perché sei sempre solo. Non deve essere carino e i baci fanno sempre bene a tutto." Derek aveva sorriso e, qualcosa, lo aveva spinto ad abbracciare quella pulce per poi tenergli la mano. Avevano aspettato, così, mano nella mano, seduti uno vicino all'altro su quel gradino, a parlare di qualsiasi cosa.  

Derek aveva deciso che poteva anche avere qualcun altro oltre ad Isaac. Forse, durante la pausa pranzo, non sarebbe stato più solo.    






Note:
Sono di nuovo qui con una cavolata piccola, piccola. spero vi possa piacere. 
Ringrazio Blu per l'idea e Pampu per avermi supportata e consigliata. Ma, soprattutto, ringrazio voi che l'avete letta.
Alla prossima!

   
 
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