Caro Remus, ti prego, perdonami.

Merlino, mai come ora questa frase è più azzeccata.

Perchè è vero: ho sbagliato. Ad abbandonarli, a fidarmi, ho sbagliato a credere che per la prima volta avessi una famiglia. E ti ho lasciato solo. Ho lasciato solo James. Ho tradito tutti coloro che amavo – proprio come coloro che amavo hanno tradito me. Ho commesso un piccolo, piccolissimo errore, un minimo cedimento, ed ecco che è venuto giù tutto. Come uno starnuto accanto a un castello di carte, come il battito d'ali di una farfalla che causa un uragano da qualche parte nel mondo.

Solo che io non lo sapevo, Rem. Non sapevo di essere quella fottuta farfalla.

Ho sempre pensato che tra i due sarei stato io quello a finire nei guai – chi non lo pensava? Eppure adesso credo che sia tu, quello incasinato. Si, sono ad Azkaban, ma tu sei solo. Sei in guerra e non hai nessuno e il senso di colpa per averti abbandonato a combattere – dopo tutte le promesse e i giuramenti di noi Malandrini – mi distruggerà per sempre.

Perché lo sai, Remus? Io ti amo. Non è solo per quel bacio dell'altra notte, prima che succedesse tutto, né per la pazienza che hai sempre avuto con me. Non è per quella volta che mi ero rotto una caviglia e mi hai portato la cioccolata calda e neppure per le risse in cui mi hai salvato l'osso del collo con i tuoi Incantesimi delle Pastoie. Credo sia più per il modo in cui mi guardavi, con quell'espressione di apprensione e affetto mischiati insieme. "Oh no, eccolo di nuovo a combinare guai!" sembravi pensare dall'alto della tua spilla da Prefetto. Per la tua voce, il ritmo cadenzato e lento delle tue parole, e il fatto che ti sia sempre rifiutato di riordinare la camera con la magia.

"Niente sostituisce l'olio di gomito, Felpato!" gridavi con sguardo folle mentre pulivi tutto.

Non sono d'accordo, Remus. Ci sono cose che l'impegno non basta a sistemare. E nemmeno l'amore.

E lo so che si dice "ti ho amato con tutto il cuore" ma io ti ho amato anche con i reni e la milza e lo stomaco. Ti ho amato come solo un pazzo ama, sperando fosse sufficiente a salvarti. A salvarci. E non è comunque bastato, Lunastorta.

Perciò sono qui, solo, chiuso in una cella dove probabilmente impazzirò e morirò. E l'ultimo bacio che riceverò non sarà tuo, quanto di quel Dissennatore inquietante che credo mi stia fissando dalle sbarre. Sempre che abbia gli occhi.

Perciò, Remus, spero tu non riceva mai questa lettera. Anzi, spero di sí. Spero che la leggerai tra cinquantanni, sposato, circondato da nipotini, felice. Cosí potrai apprezzarla per quella vena di sarcasmo e follia che la rende cosi assolutamente mia e potrai riderci su, perché la guerra sarà un ricordo lontano e tu non penserai più a noi Malandrini, quel gruppetto di adorabili fuorilegge di Hogwarts. Diventeremo un racconto noioso da raccontare ai tuoi ragazzi, e loro ci odieranno per questo.

Però pensaci comunque, ogni tanto. Se ci dimenticherai, allora saremo morti davvero. E io non voglio morire.

Tuo,

Sirius.