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Autore: Nena Hyuga    28/09/2017    2 recensioni
“Cosa vorresti per il tuo compleanno, Kei-chan?”
Sua madre gli pose la stessa identica domanda di ogni anno a cui puntualmente scoccava la solita risposta piatta. Nemmeno fingeva più di riflettere seriamente su qualsivoglia recondito desiderio.
“Non ha importanza, mi bastano gli auguri ed un aumento sulla paghetta.”
Almeno era ciò che accadeva da sempre, da quando non aveva iniziato a frequentare le scuole superiori Karasuno.

Happy Birthday, Tsukki~
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Karasuno Volleyball Club, Kei Tsukishima, Tadashi Yamaguchi, Tetsurou Kuroo, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sixteen just held such better days


 

“Cosa vorresti per il tuo compleanno, Kei-chan?”
Sua madre gli pose la stessa identica domanda di ogni anno a cui puntualmente scoccava la solita risposta piatta. Nemmeno fingeva più di riflettere seriamente su qualsivoglia recondito desiderio.
“Non ha importanza, mi bastano gli auguri ed un aumento sulla paghetta.”
Almeno era ciò che accadeva da sempre, da quando non aveva iniziato a frequentare le scuole superiori Karasuno.
Quell’anno corrente la domanda che gli si poneva di rito aveva preso una piega diversa, dentro di sé aveva iniziato a pensare davvero ad una risposta articolata ed esaustiva abbastanza da mettere a tacere chi si arrischiava a porgliela. Ed i coraggiosi erano pochi, li contava sulle dita di una mano.
Forse Kei provava più piacere a scoprire chi si interessava di ricordare il giorno in cui sedici anni prima era nato piuttosto che del regalo materiale in sé, ma finché sua madre gli comprava la shortcake alla fragola e gli si dava qualche yen in più per lui era sufficiente.
L’unica sicurezza che aveva erano gli auguri di Yamaguchi.
Il giovane lentigginoso si riservava il piacere di farglieli di persona, di prima mattina, non appena lo vedeva spuntare sul vialetto per andare a scuola. Con addosso una sciarpa rossa di mezza stagione, Tadashi trotterellò accanto al biondo mentre Tsukishima notava che dal naso e dalla bocca dell’amico d’infanzia si iniziava già a formare un po’ di condensa dovuta alla frescura mattutina.
L’aria si sarebbe scaldata con il passare delle ore, ma Kei era un tipo freddoloso e badava ai cambiamenti climatici.
“Tanti auguri, Tsukki! Buon compleanno!” esclamò entusiasta, quasi fosse il suo giorno.
L’espressione di Tadashi lo fece sorridere divertito, una smorfia che mutò immediatamente in un ghigno per non lasciarsi influenzare dalla vitalità dell’altro.
“Ti ringrazio, Yamaguchi.” borbottò, stringendosi nelle spalle ed affondando il viso nel colletto del gakuran nero.
Il moro sorrise a trentadue denti. Sapeva di essere stato il primo a fargli gli auguri, era una consapevolezza che lo faceva sentire importante ed al contempo sciocco dal momento che non si trattava del suo compleanno.
Camminarono in silenzio durante il tragitto che li divideva da scuola, ma Kei aveva il sentore che Yamaguchi stesse reprimendo le parole. Sapeva anche che sarebbe stata una conversazione scomoda e che qualsiasi cosa fosse uscita dalla sua bocca non gli sarebbe piaciuto.
Tsukishima scrollò le spalle: era troppo negativo, per quel giorno poteva provare ad essere meno burbero e pessimista. Non poteva andare tutto nel verso sbagliato.
“Ehi, Tsukki~ Oggi vieni all’allenamento, vero?” proruppe all’improvviso il lentigginoso.
Ed ecco che il suo sesto senso si rivelò essere corretto per l’ennesima volta.
“Che razza di domanda è? Ci sono le attività del club come ogni mercoledì, no?.” replicò scocciato, non volendo sondare il terreno per paura di scoprire cose a lui poco gradite, tipo una festa a sorpresa nel peggiore dei casi.
Di nuovo il suo sentore si confermò esatto quando notò quanto l’altro fosse sollevato da quella risposta. Se fosse stato un giorno qualsiasi non vi avrebbe dato peso, ma lì per lì fu combattuto se essere messo al corrente: in un modo o in un altro avrebbe fatto sputare la verità a Yamaguchi.
Tadashi si mordicchiava le labbra con nervosismo, le arricciava e gli sfuggivano dei sorrisetti furbi e mesti che Kei conosceva bene.
“Devi dirmi qualcos’altro?” chiese  consapevole di segnare la propria condanna, ma era meglio prepararsi psicologicamente.
Yamaguchi frenò la camminata, si bloccò in mezzo al vialetto che li separava dall’entrata principale della scuola e schiuse la bocca scioccato, colto in flagrante.
“Tsukki, per caso-..”
“No, non leggo nel pensiero, ma sei un libro aperto.”
Fu il turno di Yamaguchi di scrollare le spalle e rassegnarsi al fatto che stupire Tsukishima Kei non era così facile nemmeno per lui. Inoltre il fatto che l’occhialuto lo conoscesse così bene gli faceva piacere e lo lasciò con un’aria sperduta ed allegra che irritò maggiormente il biondo stesso.
“Yamaguchi, non dirmi che è una festa a sorpresa...” sputò fuori una volta entrati in classe e preso possesso dei loro posti.
“Non sono riuscito a far desistere Noya-san e Suga-san...” rispose con tono fintamente colpevole.
“Non mi sembri affatto dispiaciuto.”
“Mi dispiace, Tsukki, ma come ha detto Suga-san: “Non vedo l’ora di vedere l’espressione stizzita e sconcertata di Tsukishima! Magari arrossirà, dobbiamo documentare questo giorno!”.” citò Sugawara, mimandone la voce ed il tono.
Tsukishima sbuffò, schiaffandosi una mano sulla fronte ed ululando silenziosamente un “Non poteva andare peggio di così”, al che Yamaguchi ridacchiò divertito e per rincuorare il compagno gli rivelò una delle sorprese della squadra.
“Puoi sempre consolarti con la shortcake alla fragola, no? Ho chiesto a qualcuno se fosse in grado di prepararla e-...ah. Beh, speriamo sia buona!”
Yamaguchi ricordò che Hinata si era incaricato di prepararla, o meglio, in occasione dei preparativi aveva dato parola che sua sorella e sua madre erano in grado di cucinarla, quindi non vi era nulla da temere. Per fortuna Tsukishima era piuttosto distratto a guardare il cellulare e si ricompose solo una volta aver sentito la parola “shortcake” alla quale gli occhi del biondo si illuminarono di speranza e Tadashi si sentì sollevato di aver fatto centro.
Quella mattina le lezioni sembravano essere durate troppo poco. Diede un’occhiata alla palestra dalla finestra del secondo piano ed inspirò profondamente per trovare la forza d’animo di affrontare i compagni di squadra, quando un divertito Yamaguchi gli diede una pacca affettuosa sulla spalla per spronarlo a seguirlo.
A distrarlo, però, non fu la sua scarsa voglia di fingersi stupito –cosa che non avrebbe in ogni caso fatto-, bensì il nome di Lev sul monitor del cellulare.
Puntò le iridi nocciola verso un punto imprecisato della parete, prese coraggio, aprì la notifica di messaggio, e...
“TANTI AUGURI, TSUKKI!! BUON COMPLEANNO!”
Non si era accorto di aver premuto il tasto di ascolto della nota vocale ed il trambusto aveva fatto voltare tutti gli alunni che stavano uscendo dall’aula per la pausa prima dell’inizio delle attività extra-scolastiche. Piombò il silenzio durante il quale Kei tenne il cellulare nella mano e si chiese se le maledizioni in russo giungessero più chiare al centrale della Nekoma, quand’ecco che tutta la classe si fermò per fare gli auguri a Tsukishima il cui viso era sfigurato dal disappunto e dal disagio.
“Sembra tu non abbia la minima idea di come si accettano delle congratulazioni, Tsukki.” lo prese in giro Yamaguchi che si era goduto la scena dall’angolo della classe e si dovette coprire la bocca con la mano per evitare di far sentire troppo le sue risate.
Evitò di replicare all’accusa veritiera di Yamaguchi, procedendo spedito verso i corridoi e dimenticandosi di cosa lo aspettava negli spogliatoi della squadra, troppo intento a rispondere al messaggio di Lev che vedendo la notifica del messaggio visualizzato, aveva continuato la conversazione con una serie di gattini arrabbiati.
-Ti chiamo più tardi? Sei impegnato?-
Preso dal panico nel leggere quelle parole, Kei picchiettò sulla tastiera il più in fretta possibile.
-Non è necessario, grazie per gli auguri.-
-Allora ti chiamo stasera!-
“Cosa non va in questo tizio?” si domandò Tsukishima chiudendo il cellulare e ficcandolo nella borsa, seppellendolo con i libri.
E nell’istante in cui varcò la soglia dello spogliatoio ancora interrogandosi sui motivi che spingessero Haiba Lev a seguire le orme del suo molesto capitano, il biondo venne accolto da un’esplosione di stelle filanti ed un coro di auguri a cui si aggiunse Yamaguchi.
Era la prima volta che vedeva l’intera squadra schierata per congratularsi con lui, era ancora titubante sul come porsi e reagire, si fermò sotto lo stipite della porta e venne spintonato da Tadashi che lo obbligò ad entrare.
Le chiacchiere di tutti i suoi compagni gli sembravano uguali alle volte in cui li aveva sentiti urlare in campo, le voci si sovrastavano, ma nel fomento generale che –ovviamente- non comprendeva il suo, lo sguardo sperduto di Kei si soffermò sulla shortcake alle fragole che troneggiava su una panchina allestita a mo’ di tavolino.
“Tsukishima!” una persona si distinse sopra le altre e Kei non riuscì a trattenere uno sguardo di sufficienza in direzione del piccoletto arancione.
Era più forte di lui, gli veniva istintivo fissarlo contrariato.
“...Kageyama, non glielo voglio dare più. Mi guarda male, fa l’antipatico!” brontolò Shouyo non appena gli occhi critici di Tsukishima si soffermarono su di lui.
“Non essere stupido, Hinata! E’ il suo solito sguardo! Ti tratta sempre così!” intervenne l’alzatore il quale peggiorò involontariamente la situazione.
“Mi fai passare totalmente la voglia di dargli il regalo!”
Tsukishima non era mai stato incuriosito dai regali, gli interessava più l’idea di mangiare una fetta di dolce, allenarsi, tornare a casa e poter morire in pace sul letto, magari senza doversi sorbire l’ennesimo litigio dello strambo duo.
Daichi strappò dalle mani di Hinata il pacco incriminato, squadrandoli in modo da metterli entrambi a tacere, ma non si accorse di aver perso di vista gli altri due problematici del gruppo: Tanaka e Nishinoya sgusciarono dietro le spalle di Tsukishima per potergli battere un high-five sincronizzato dritto tra le scapole.
“Tsukishima, i ragazzi hanno deciso di farti questo regalo per-..”
“Con la speranza che tu possa diventare più buono!” Tanaka interruppe Daichi bruscamente nel mezzo del suo discorso, afferrando il primino più alto per le spalle ed obbligandolo ad abbassarsi.
“Perché ti aiuti a migliorare non solo nel gioco!” concluse Nishinoya dando a Kei un amichevole pugno sullo stomaco che lasciò il biondo senza fiato.
“Ohi, non è carino quello che state dicendo. E state interrompendo Daichi...” li avvisò Sugawara che provvide subito a separarli per sviare l’attenzione di Sawamura dai due senpai del secondo anno.
“Dicevo, l’idea è stata principalmente di Yamaguchi, ma abbiamo partecipato tutti quanti. Speriamo ti piaccia, Tsukishima. Ancora tanti auguri di buon compleanno!” finì il suo discorso facendo partire un applauso.
Daichi e Sugawara si guardarono per una frazione di secondo, per poi consegnare il pacco a Tsukishima assieme.
“...la torta doveva essere compito mio, ma alla fine l’ha preparata Asahi-san.” brontolò Hinata che fu fin troppo sincero nell’ammettere di non essere riuscito a preparare il dolce.
“Non dire così, Hinata. L’ho fatto con piacere, tu hai avuto il tuo da fare con gli addobbi, no?” lo rincuorò Azumane, notando il dispiacere sul viso tondeggiante del centrale.
A Tsukishima non passò inosservata l’espressione delusa del piccoletto, e si chiese tra sé e sé cosa lo avesse spinto a voler contribuire con così tanto zelo.
Gli era difficile capire perché tutti si fossero dati da fare per lui, per renderlo felice il giorno del suo compleanno.
Aveva la sensazione di essere rimasto invischiato in qualcosa di colloso ed appiccicoso, avvertiva il calore di ognuno di loro sul proprio collo ed a primo impatto fu sgradevole. Quello stesso tepore scese lungo la gola, fermandosi all’altezza del petto, scaldandolo piacevolmente, dove si portò una mano per stringere la propria maglia.
Digrignò i denti ed affondò le dita longilinee nelle crepe della carta colorata della confezione senza indugiare oltre.
“Aspettate! Ma...Tsukki?! Stai bene?” domandò Yamaguchi, preoccupato nel non sentire alcun responso da parte del biondo che aveva ancora il presente tra le mani, intento ormai a scartarlo.
Con quella domanda attirò l’attenzione di tutti sullo stesso Tsukishima, ingobbito nelle sue spalle, la testa china ed un’espressione indecifrabile in volto.
L’unica cosa che tutti poterono notare fu il lieve rossore sulle sue guance pallide ed un timido accenno di sorriso sulle labbra. Da quella posizione chinò maggiormente il capo e mormorò un “Grazie mille”. Nulla di più.
“Ah~ è una soddisfazione vederlo arrossire.” commentò Koushi con tono fintamente melodrammatico, beccandosi un buffetto da parte del capitano.
Si presentò a Kageyama la rara occasione per tormentare il festeggiato, lui che solitamente era la vittima delle cattiverie di Kei. Ma nell’attimo in cui vide gli occhi nocciola di Tsukishima afferrare tra le mani la morbida felpa verde muschio a forma di torso di dinosauro (con tanto di cappuccio e denti acuminati finti), Tobio desistette dall’infierire e si limitò a dargli una breve e delicata pacca sulla spalla.
Non era abituato al contatto con Tsukishima, nemmeno in campo si erano mai dati un high-five, mai spronati fisicamente se non con parole di scherno e di provocazione.
Reduce degli auguri di tutta la comitiva, Kei alzò lo sguardo per poter ricambiare quello di Kageyama che lo fissava a pochi passi da lui, la mano tesa a sfiorargli la spalla e l’espressione di chi si stava convincendo a toccare qualcosa di disgustoso e tenero al contempo, in base a come variava la smorfia sul viso del moro.
“...vorrei farti notare che non sono spazzatura. E tu sei inquietante.” brontolò il biondo inarcando le sopracciglia, trovando la forza di ricomporsi grazie allo stesso Kageyama.
“No, certo che no.” si bloccò, incapacitato dal fatto che Kei fosse riuscito a leggergli nella mente.
Non fu necessario aggiungere altro, giacché Tsukishima si liberò di quello strano e curioso contatto per dirigersi verso ciò che aveva catturato la sua attenzione sin dall’inizio, ossia la torta preparata dal loro asso.
 
 
 
Erano ormai le 23. La giornata era giunta al suo termine, mancava ancora una sola ora prima dello scoccare della mezzanotte, ma Tsukishima ebbe come la sensazione di aver dimenticato qualcosa. Non era una questione importante, più che altro fastidiosa come un sassolino nella scarpa difficile da levare.
Dopo aver infilato il pigiama, si gettò sul letto a pancia in giù, chiuse le luci, prese in mano il cellulare e ricontrollò per filo e per segno i mittenti degli ultimi messaggi di auguri non letti; si era infatti scordato di accenderlo dopo non aver più risposto a Lev.
“Zia... Yamagu-...Yamaguchi?!”.
Il lentigginoso si era premurato di scrivergli nuovamente per messaggio un augurio per poter festeggiare ancora assieme l’anno successivo. Tadashi desiderava che i suoi auguri non fossero solo parole al vento, aveva paura che Kei potesse scordarsi di lui o di ciò che aveva detto, ed aveva agito di conseguenza.
“Non ti è bastata la festa a sorpresa?” bofonchiò, reduce del piccolo party che avevano allestito quelli del club.
Continuò a scorrere nella lista della posta ricevuta e lesse il nome di Akaashi Keiji il quale ringraziò mentalmente per essere sempre così sobrio e conciso, nonostante quel “Kei-kun” finale che gli procurò un’improvvisa vampata di calore alle guance.
Scosse la testa; sospettava che Akaashi volesse ottenere quella reazione di proposito, e a differenza di tutti gli altri a Keiji non servivano prove concrete per sapere che il suo obiettivo era stato raggiunto.
 Sotto l’alzatore della Fukurodani, intuendo che si trovassero assieme quando constatò che i due messaggi erano stati inviati con pochi minuti di differenza, spiccava il numero di Bokuto Koutaro. Quest’ultimo, in particolare, gli aveva inviato una sfilza di mail, tra cui un messaggio di introduzione con dei semplici auguri. Fino a lì era tutto –troppo- normale, infatti fu seguito da una nota vocale in cui il capitano avversario cantava “Happy birthday” in un inglese imbarazzante –e per cui dovette abbassare il volume del cellulare per non dover dare spiegazioni in merito a “Che tipo di uccello strozzato era?”-. Per concludere apparve una gif animata di un gufo ed un pacco regalo a tema natalizio il quale, secondo la semplicistica visione di Koutaro, avendo un pacchettino infiocchettato era adatto ad un compleanno, dacché il cappellino rosso con tanto di sonaglino sulla testa del gufo era solo un addobbo di scarsa rilevanza e tematica.
Tsukishima si prese due minuti di tempo per metabolizzare.
“Spero che questo messaggio valga anche per gli auguri di buon Natale.” disse tra sé e sé, immaginando l’espressione entusiasta e fiera di Bokuto mentre gli inviava quella stessa mail. Non poté che sorridere caldamente, chiudendosi nelle spalle e rannicchiandosi su di un lato sul letto.
Abbandonò per qualche istante il cellulare sul proprio cuscino, mordendosi il labbro inferiore per evitare di pensare all’ultima persona che mancava all’appello.
E proprio mentre stava per dichiararsi salvo in casa base, lo schermo del telefono si illuminò insistente. La prima volta lo ignorò sbadatamente, la seconda quasi ebbe la tentazione di voltare il viso dalla parte opposta del cuscino.
“Chi rompe a quest’ora?” chiese un po’ per riservarsi la sorpresa, dall’altra perché se non avesse letto il nome del capitano della Nekoma ne sarebbe rimasto deluso.
 Alla terza volta in cui il cellulare lampeggiò, Tsukishima lo afferrò irritato poiché già sapeva di chi si trattava, poteva avvertire il nervosismo prendere possesso delle proprie mani. Era una reazione incontrollabile, come gli sfoghi allergici, non aveva più dubbi su chi fosse.
-Ehi, Tsukki~ Tanti auguri di buon compleanno~-
Tsukishima trattenne il fiato, per nulla rassicurato.
Comparve poi uno sticker animato di un gatto nero che ridacchiava maleficamente. Era carino, forse fin troppo simile a Tetsurou, ma quella spiacevole sensazione che percepiva non si placò.
Rimase a fissare il terzo messaggio, più lungo ed articolato, tanto che Kei si posizionò meglio puntellando i gomiti sul cuscino e sistemandosi le coperte.
-Oh, no, Tsukki! Non dirmi che dormi già e vai a dormire presto come le vecchiette?! Ho aspettato fino adesso per farti gli auguri per ultimo, spero di essere riuscito nell’intento~ Non abitando vicini e non frequentando la stessa scuola farteli per primo era impossibile, ma così almeno potrai andare a letto con il broncio per un buon motivo, no? Sempre che tu non sia già andato a dormire ed in tal caso leggerai tutto domani mattina e sarà stato inutile. -
Tsukishima si bloccò nel vedere che Kuroo aveva scritto e recitato un monologo. Assottigliò lo sguardo e si mordicchiò il labbro inferiore, continuando a leggere ed ignorando l’emoticon di un qualcosa di impossibile da decifrare per gli occhi troppo adulti del biondo.
- Ah, non mi sono dimenticato del tuo compleanno ed oggi ho trovato questo portachiavi. Se prometti che al prossimo ritiro alla scuola della Fukurodani ti allenerai con noi, sarà tuo!-
La foto che caricò subito dopo rivelò l’immagine di un piccolo portachiavi a forma di dinosauro verde con le scanalature gialle, il quale aveva le braccia aperte ed una piccola scritta minacciosa stampata in cima.
E se pochi minuti prima il messaggio di Akaashi gli aveva causato un lieve fomento, quel pensiero tanto sciocco ed azzeccato gli creò una sorta di spasmo muscolare che vide vittima lo stesso cellulare di Kei. Tsukishima afferrò dunque il telefono, lo chiuse e lo ficcò con cattiveria sotto il cuscino, seppellendolo ed impedendo alla luce di qualsiasi altra mail di disturbarlo.
Affondò il viso contro la federa, stringendone la stoffa tra le dita e sentendosi ridicolo, sperando che Kuroo, nella sua finta ingenuità, non conoscesse il significato della parola “Rawr” sopra il portachiavi.
 
 

Note dell’autrice

Tutto è partito dal “devo scrivere qualcosa per il mio bambino preferito”. Fatalità, scorrendo sulla wikia, mi sono accorta che Tsukishima è uno dei personaggi che ha il maggior numero di soprannomi e nomignoli, quindi anche un gran numero di interazioni con vari personaggi. Lui è uno dei più asociali, eppure un sacco di gente gli sta attorno, quindi perché non approfittare di questa cosa? <3 Diamogli amore in un modo che possa –non- apprezzare.
La mia sfida personale era  di non far trapelare le ship, anche se è chiaro che qualche accenno alla TsukiYama ed alla KuroTsuki ci sono, ma diciamo che era proprio per dare dei piccoli spunti di dolcezza per ognuno nei confronti di Kei.
(La fine la si può interpretare anche come una gaffe fatta da Kuroo, non per forza è un regalo con un significato voluto. Ci sono varie interpretazioni sul finale, ecco ;_; )
Ho voluto dare inoltre a Yamaguchi “l’inizio” e a Kuroo “la fine”, come se si prendessero le parti più importanti della giornata speciale di Kei.
Il titolo è emo da morire, troppo triste, specie perché la canzone Adam’s song dei Blink 182 da cui è tratto parla di suicidio. Però Kei non è così allegro, prende tutto molto pessimisticamente, sembra non andargli bene niente, quindi perché no? E poi quel “16” che si riferisce alla sua età mi ispirava troppo. Sorry, faccio cagare con i titoli That’s all <3 
   
 
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