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Autore: GregMiller    28/09/2017    0 recensioni
Si pensava che la sconfitta di Lord Kuarl avrebbe posto fine alla guerra. Tuttavia la Rebellion continua imperterrita la propria campagna di distruzione e morte in tutta Europa. L'unico che può affrontare questa situazione è il sergente Gregory Miller,del corpo militare della BSAA già distintosi sul campo di battaglia in precedenza, durante le operazioni condotte contro la Rebellion. Reclutato dalla US SOCOM, un'agenzia di spionaggio governativo dovrà infiltrarsi all'interno di un'isola nascosta nell'Atlantico vicino alle coste degli Stati Uniti e recuperare delle informazioni di vitale importanza per convertire l'andamento della guerra a favore degli alleati. Sarà aiutato dal caporale Nicholas Rivas, indiscusso tiratore scelto, Evelyn Ryder, abile spia dei servizi segreti americani ed Anthony Tucker, accanito hacker informatico. Insieme dovranno affrontare il nemico in una serie di scontri ed efferati combattimenti, usando le loro migliori abilità sul campo di battaglia....
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Chris Redfield, Jill Valentine, Leon Scott Kennedy, Nuovo Personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: Bondage
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Un briefing particolare

Come di consueto, ogni volta che vi era una situazione delicata su cui discutere, venni convocato insieme al mio amico Rivas nell’ufficio del comandante Redfield; quel giorno c’eravamo svegliati alla solita ora per intraprendere il nostro lavoro quotidiano: esercizi fisici all’aria aperta, palestra e poligono,unito qualche volta a semplici ma noiosissimi lavori burocratici, giusto per far sviluppare la nostra versatilità non solo in ambito fisico ma anche in quello mentale. Sin dai tempi del liceo, tra le mie attività future preferite che avevo in mente e che desideravo concretizzare, vi era quella di gestire una semplice palestra dove si sarebbero potute svolgere un po’ tutte le tipologie di lezioni, seguendo lo stesso modello di quella che frequentavo dopo la scuola. Odiavo tantissimo svegliarmi presto, soprattutto durante gli anni scolastici ma stranamente, adesso che stavo lavorando all’interno della BSAA rispettando un codice disciplinare molto rigoroso, la questione non m’infastidiva più di tanto anzi, più che un fattore abituale, probabilmente, si trattava di un misto tra piacere e dovere ed infatti, poiché uno dei miei tanti desideri era quello di praticare esercizio fisico e gestire un attività concernente ciò, la questione non mi lasciava per niente deluso o quasi, tranne per quando dovevo sbrigare le faccende burocratiche quali rapporti o statistiche i quali, per scriverle e consegnarle, possedevamo fortunatamente diversi computer su cui lavorarci; la tecnologia moderna fortunatamente serviva a qualcosa e fortunatamente non sempre veniva prodotta sottoforma di cazzatine o robe inutili! Verso le undici, fummo ricevuti nell’ufficio del comandante: sedeva dietro la sua scrivania con il pollice e l’indice della mano sinistra tra il mento e la bocca mentre con l’altra tamburellava nervosamente sul tavolo, simbolo che ciò che era in procinto di dire era molto delicato. Nonostante fossi entrato nella BSAA da ormai circa due anni, avevo sviluppato un intuito per certi aspetti ma non così preciso da fornire un giudizio definitivo nella mia mente, stesso discorso per il colonnello che conosceva molto bene l’atteggiamento dei suoi polli tra cui il sottoscritto ed il suo partner. “ Voleva vederci, signore?” Dissi timidamente una volta entrato, rimanendo ritto in piedi assieme a Rivas davanti alla scrivania. “ Sedetevi pure ragazzi!” Fece cenno con la mano l’ufficiale, assumendo una posa più rilassata, accavallando una gamba sopra l’altra: non so perché ma quell’apparente sbalzo d’umore improvviso, sempre se si potesse definire tale, mi metteva un po’ d’ansia. “Innanzitutto, volevo farvi i miei complimenti per gli sforzi compiuti fino ad oggi che ci hanno permesso di mantenere stabile il conflitto sul suolo europeo, soprattutto la difesa della base ha tradito le loro aspettative.”  Riprese il nostro comandante una volta seduti con tono tranquillo, poggiando lentamente le mani sulla scrivania mentre pronunciava quelle parole: più che un soldato, sembrava Al Pacino nel film “ Scarface” in procinto di giustiziarci tramite il classico regolamento di conti in stile mafioso. Sul tavolo, vi era un dossier rilegato con una copertina  color nocciola; recitava una scritta rossa al centro:il classico Top Secret da film mentre la di sopra di esso vi era il simbolo della BSAA unito a quello della US SOCOM, unito ad altre scritte e piccole frasi che rimandavano agli uffici governativi del nostro paese. Quindi senza perdere ulteriore tempo, il nostro superiore mi fece cenno di dargli brevemente un’occhiata,sfogliandolo lentamente assieme a Rivas che scrutava le sottili ma ben visibili righe sul foglio interno, accompagnando quei minuti di silenzio con il respiro apparentemente sereno ma nervoso, attutito dall’effetto del suo passamontagna. Unito alle informazioni generali e principali, vi erano alcune foto tenute ferme da alcune graffette ai bordi della pagine. A loro volta le immagini, ritraevano luoghi ed una persona ripresa da varie angolazioni, sicuramente per semplificare la comprensione del testo. All’inizio della pagina, vi era una sorta di prefazione con le causali della scelta ricaduta su noi due ma la cosa che destò la mia attenzione furono altri due nomi: uno concerneva il nome di un’agente femminile che al momento non conoscevo ma era esplicitamente scritto che era in servizio alla US SOCOM e pertanto non mi suscitò nessuna sorpresa ma appena lessi il secondo nome rimasi sgomentato. Scambiai un’occhiata incredula con Rivas, per poi rivolgere uno sguardo beffardo ed incredulo verso il mio superiore. “Ma è uno scherzo vero? “ Ripresi subito dopo, scoppiando quasi a ridere per l’assurdità che avevo appena letto. Il comandante, di rimando, scosse lentamente la testa con sguardo impassibile. “Al contrario carissimi sottufficiali: il quarto membro che avete appena letto sul dossier è stato selezionato dopo un’accurata analisi dell’operazione Dead Island ovvero, la vostra operazione… “Ma sono diventati matti!? Ma non si rendono conto che oltre ad assegnare una delicatissima missione ad un paio di giovani con pochissima esperienza sul campo di battaglia affiancati solo da una fortissima dose di continue botte di culo,  ci hanno affidato un ragazzino di soli quattordici anni?” Sbottai improvvisamente, alzandomi di scatto dalla sedia, spingendola con forza indietro tanto da farla grattare malamente sul pavimento, provocando un rumore pesante e fastidioso; in quei pochi secondi, si era alzato anche il mio partner, forse spaventato oppure imbarazzato dalla reazione che avevo appena avuto, facendo guizzare lo sguardo sia sul sottoscritto che sul nostro superiore. “ Gregory non possiamo fare un cazzo ok? E cerca d’abbassare i toni poiché ti ricordo che stai parlando con un tuo superiore!” Ribatté prontamente il nostro superiore, alzandosi di scatto anche lui. Purtroppo, se tali informazioni lette sul dossier era confermate anche da quest’ultimo, dovevo ammettere a malincuore che ciò era reale in tutto e per tutto. Infatti, avremmo dovuto portare con noi nel luogo designato un ragazzino di soli quattordici anni che si diceva fosse un hacker con abilità particolari, anche se tutto ciò puzzava di bruciato: era così bravo da superare perfino gli hacker della US SOCOM? Oppure possedeva veramente abilità particolari tanto da guadagnarsi la nostra osservazione? In tal caso, non avremmo potuto discutere anzi, neanche ci dovevamo azzardare a farlo ma ciò stava cominciando a darmi sui nervi  non per quanto concerneva il fatto che venivo scelto per compiere tali “imprese “ ma pareva che il comando organizzasse le cose veramente a caso e tale situazione, per quanto apparentemente sembrasse sotto controllo, non si poteva prendere sottogamba. Continuai a fissare il mio comandante con sguardo rabbioso a denti stretti mentre Rivas continuava ad alternare rapidamente lo sguardo fra me ed il colonnello.  “Abbassare i toni? Questa è una situazione seria e non sono d’accordo sul fatto che si organizzino delle strategie a cazzo! Mi fa piacere che il comando abbia notato i nostri risultati e l’alto tasso di successo sul fronte ma non siamo ancora pronti a portare a termine incarichi del genere né ritengo che la preparazione di quest’ultima sia ben organizzata!” Sibilai di rimando al colonnello come un cane rabbioso che ringhia, alzando lentamente il fascicolo davanti ai suoi occhi; in tutto ciò avevo parlato anche a nome del mio compagno che quasi sicuramente condivideva il mio stesso punto di vista, dal momento che pur essendo silenzioso, non aveva fatto cenni di dissenso particolari. Non potevamo fare nulla, se non accettare i parametri che ci erano stati imposti e rassegnarci attivamente alla difficoltà elevata del nostro prossimo compito. Quindi, dopo aver pronunciato quelle parole, il colonnello rimase a fissarmi, come se quelle ultime frasi lo avessero messo con le spalle al muro. “ Va bene, sergente! Non siete d’accordo? Allora andatevi a lamentarvi direttamente con le alte sfere di entrambe le organizzazioni e vi assicuro che con una giustificazione del genere non troverete sbocchi alternativi in merito, tranne nell’essere puniti per aver violato gli ordini.” Terminò seccamente il comandante, pronunciando la sua metaforica sentenza definitiva. Stare testardamente a discutere sarebbe stato controproducente e per ora dovevo battere in ritirata. Quindi, dopo quella breve ma animata discussione, riprendemmo la nostra calma originaria ed in momenti come questi, la calma doveva essere la protagonista principale nell’affrontare tali problemi. “ Io vi ho fatto una premessa ed un piccolo riassunto su ciò che dovreste affrontare ma dal momento che non possiamo perdere ulteriore tempo, tutto il resto è spiegato la dentro. Potete andare!” Terminò il colonnello una volta seduto, indicando leggermente col dito; la discussione lo aveva leggermente fatto innervosire e stancare ulteriormente, dovuto allo stress accumulato fino a quel momento nel dirigere, organizzare ed addirittura combattere ancora una volta al fronte il quale, dopo solo pochi mesi d’inattività, dimostrava ancora d’essere in grado di combattere. Una volta congedati, uscimmo dal suo ufficio con il sottoscritto che masticava ancora amaro nella bocca, dovuto sia alla discussione appena avuta che a ciò che avrei dovuto affrontare nelle prossime ventiquattro’ ore, forse le più terribili passate in vent’anni di vita. Poco prima d’uscire, il comandante mi richiamò, bloccandomi nell’esatto momento in cui stavo per girare la maniglia. “ Miller? Non t’azzardare mai più a mancarmi di rispetto.” Sibilò, per poi chiudere definitivamente il dibattito.  “D’accordo, signore” Risposi, per poi uscire dall’ufficio....
 
 
 
 
   
 
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