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Autore: belle_delamb    28/09/2017    1 recensioni
E se i personaggi di Sailor Moon finissero all’interno di una fiaba? Ho voluto riscrivere alcune fiabe in questo modo. Così Bunny è Biancaneve e Queen Beryl la strega cattiva. Ho cercato di mantenere i caratteri il più possibile simili agli originali, anche se ho dovuto fare qualche modifica per adeguargli alla fiaba scelta.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
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Nota: Questa volta non si tratta di una vera fiaba, ma di un romanzo. Ovviamente ho dovuto modificare alcuni punti della trama per poterlo abbreviare. Buona lettura!

Bunny aveva sempre avuto un grande desiderio: diventare una delle Sailor a guardia della regina Venus. Quando era bambina, tutte le volte che i suoi genitori la portavano a Parigi, adorava guardare quelle guerriere sfilare intorno alla loro bellissima protetta e osservava ogni dettaglio del loro modo di vestire e di camminare. Così la ragazza si era impegnata fino ad ottenere una lettera di raccomandazione da parte del comandante delle guardie della sua città per entrare a far parte dell’esclusivo gruppo. Bunny saltellava così felice lungo la via per Parigi, determinata a portare la lettera direttamente alla regina e di diventare una Sailor quel giorno stesso. La ragazza giunse così alle porte del Louvre, laddove c’era la corte della bellissima regina Venus. E proprio mentre stava per presentarsi alle guardie scoprì con orrore che non aveva più con sé la preziosa lettera.
-Aspettate un attimo, deve essere qua da qualche parte- esclamò la ragazza frugandosi in tasca. Ma dove poteva averla messa? E poi si ricordò che all’ingresso della città qualcuno le aveva sbattuto contro, potevano avergliela rubata?
-Mi spiace, ma senza la lettera non possiamo farvi entrare- disse la guardia.
Bunny tentò un paio di proteste, ma poi fu costretta ad allontanarsi dal palazzo. Fuori di sé dalla rabbia si diresse in una vicina locanda per cercare di capire cosa fare, decisa a non tornare nel suo paese natale. Stava entrando quando qualcuno le sbatté contro.
-Stai attenta- le disse una voce.
Bunny alzò la testa e portò la mano alla spada, desiderosa di litigare. –Ehi, stai attenta tu- e s’interruppe. Di fronte a lei stava una guerriera Sailor dai lunghi capelli scuri e con una divisa bianca e rossa che la fissava con sguardo truce.
-Come ti permetti di rivolgerti a me in quel modo?- urlò la Sailor, rossa di rabbia –non crederai che la storia finisca qua?-
-Non penso- mormorò Bunny, intimidita.
-A mezzogiorno, davanti al Louvre, risolveremo la faccenda con la spada- e detto questo la guerriera se ne andò.
Bunny sospirò, la giornata era proprio iniziata bene! Forse era proprio Parigi che non andava bene per lei. Entrò nella locanda, decisa a prendere qualcosa da bere. Ordinò al banco e attese di essere servita, quindi prese la coppa e si voltò … purtroppo il liquido finì addosso alla persona che aveva affianco.
-Stai attenta a quello che combini- disse una voce femminile –la mia povera divisa!-
Bunny si trovò davanti un’altra guerriera Sailor, questa volta con una divisa azzurra e blu. La guerriera aggrottò le sopracciglia, scosse la testa, muovendo i capelli azzurri e sospirò.
-Questo è un vero disastro e mi tocca chiedere soddisfazione- sospirò nuovamente –a mezzogiorno dinnanzi al Louvre, sii puntuale- e se andò scuotendo la testa.
Bunny aprì la bocca incredula. Ma che cosa stava succedendo? Era appena arrivata e si era già fatta due nemiche e non nemiche qualunque. Bevve quello che restava della sua bevanda, quindi pagò e uscì, desiderosa di prendere un po’ d’aria fresca e soprattutto di ragionare. Stava camminando lungo una via stretta quando sentì un colpo di tosse. Lottò contro la voglia di correre via senza alzare la testa.
-Ehi, dovevi lasciare passare me per prima-
Il rimprovero proveniva da un’altra Sailor dagli occhi verdi e dai ricci capelli castani. Indossava una divisa bianca e verde.
-Io … - tentò Bunny.
-A mezzogiorno al Louvre, dobbiamo sistemare i conti- e detto questo se ne andò.
Bunny si lasciò scivolare a terra, improvvisamente sommersa da tutte quelle sfide. Non immaginava una simile situazione quando pensava alla sua vita da Sailor a Parigi. Oh, come avrebbe voluto essere a casa. Forse se n’era andata un po’ troppo in fretta. Sospirò. E se fosse tornata a casa? Scappare immediatamente, era quella la soluzione. Ma cosa stava pensando? No, non era da lei, avrebbe affrontato i tre duelli e avrebbe dimostrato a tutti che poteva entrare nelle Sailor. Questa forse era la sua grande occasione.

A mezzogiorno in punto Bunny si presentò dinnanzi al Louvre. Le sue tre avversarie erano già arrivate e stavano confabulando tra loro.
-Eccomi- esclamò la giovane.
Le tre si voltarono contemporaneamente.
-Chi vuole cominciare?- chiese Bunny estraendo la spada.
Le tre si guardarono in faccia, quindi parlò quella vestita di rosso. –Questo è uno scherzo? Sei tu l’avversaria di tutte noi?-
Seguì un silenzio generale di alcuni secondi.
-Non possiamo combattere in tre contro uno- intervenne a quel punto quella vestita di verde –non sarebbe leale-
-Ci ha offese, è una questione d’onore- controbatté la rossa.
-Sarebbe ingiusto- s’intromise quella azzurra –tanto più che è una ragazzina-
Bunny avvampò. Come si permettevano di darle della ragazzina? Lei non era una ragazzina! –Sono pronta ad affrontarvi tutte insieme- esclamò, fuori di sé dalla rabbia.
-Quanto coraggio- esclamò la rossa –oppure è presunzione?-
-Chiamala come preferisci, ma vieni a combattere-
-Tutte tre?- chiese la rossa –Io accetto la sfida, voi Sailor?-
La prima ad annuire fu la verde. –Visto che la ragazza si crede tanto brava-
Alla fine anche l’azzurra acconsentì. Si disposero quindi dinnanzi a Bunny, le spade in pugno. La battaglia stava per cominciare e si sentiva una certa tensione nell’aria. Poi iniziò il rumore delle spade che cozzavano l’una contro le altre.
Bunny si pentì subito della sua imprudenza. Come poteva sperare di combattere tre Sailor contemporaneamente? Era pura follia. Si limitava a parare con difficoltà i colpi e pregava che si stancassero presto.
Da parte loro le tre Sailor erano stupite sia dalla resistenza della loro avversaria, sia dal modo in cui si difendeva contro ben tre spade, sembrava proprio una spadaccina esperta.
Ma proprio mentre Bunny sembrava star per cedere si sentirono delle urla e le tre Sailor si allontanarono. La ragazza si guardò intorno spaventata e vide delle guardie.
-Dobbiamo andare- urlò la Sailor vestita di verde.
Bunny si guardò intorno confusa.
-Vieni con noi- le urlò l’azzurra prima di correre dietro alle altre due.
Bunny non se lo fece ripetere una seconda volta e le seguì tra le vie di Parigi, inseguita a sua volta dalle guardie. Si sentiva quasi una fuggitiva e questo stranamente la divertiva. La sua corsa finì dentro un’abitazione, la Sailor in azzurro la trascinò dentro.
-Qui siamo al sicuro- disse chiudendo la porta ed appoggiandovisi contro.
-Chi erano quelli che c’inseguivano?-
-Guardie del re, i duelli sono proibiti-
Ottimo, aveva anche infranto una legge.
-Oggi avrebbero dovuto presiedere un’altra parte della città, ma a quanto pare qualcuno li ha avvisati- proseguì la guerriera.
-Da chi?-
-Il consigliere del re, non va molto d’accordo né con noi né con la regina- disse la Sailor in verde.
-Non lo sapevo- disse Bunny stupita.
-Penso che sia ora delle presentazioni, anche perché rimarremo qua dentro ancora per un po’- disse quella vestita di rosso –io sono Rei-
-Io Amy – disse quella azzurra.
-E io Morea - concluse la verde.
-Molto lieta di conoscervi, sono Bunny, appena giunta a Parigi -
-Un inizio infelice- borbottò Morea.
-Già- mormorò Bunny –ma adesso dove siamo?-
-Questa è una delle nostre case-rifugio, posti dove andiamo in caso d’emergenza-
-E succedono spesso queste emergenze?-
-Ogni tanto-
-Una vita avventurosa-
-Non puoi neanche immaginare quanto- e iniziò a raccontare di quando si era trovata in una carrozza che procedeva a velocità folle verso il dirupo.
Bunny ascoltò la storia rapita. Doveva essere una vita fantastica quella delle Sailor. Il tempo parve volare mentre ognuna delle guerriere raccontava qualcuna delle sue avventure.
-Se sei così affascinata dalla nostra vita dovesti unirti a noi- disse Amy con un enorme sorriso –ci sai fare con la spada-
-Non montarla troppo- intervenne Rei.
Bunny si sentiva euforica. Veloce, mangiandosi le parole, raccontò la storia della lettera di raccomandazione persa.
-Potremo parlare noi con la regina- disse Morea.
-Lo fareste davvero?-
-Certo, domattina abbiamo udienza dalla regina, dammi un recapito e ti farò avere la risposta-
In quel momento Bunny si rese conto di non avere un posto dove andare a dormire. –Ehm, questo potrebbe essere un problema, conoscete una buona locanda?-
Le tre si guardarono in faccia e Rei sbuffò. –La locanda dove mi hai sbattuto contro questa mattina, lì trattano bene le appartenenti al nostro gruppo-
-Quindi posso dire che faccio parte del vostro gruppo?- chiese lei speranzosa.
-Sei in lista d’attesa- disse Rei.
-Va bene- disse Bunny con un enorme sorriso. Già s’immaginava a combattere con una divisa da Sailor, splendente e combattiva.
-Perfetto, domani ti faremo sapere qualcosa-

Quella notte Bunny quasi non chiuse occhio. Prima di tutto continuava a pensare a ciò che era successo quel giorno, si sentiva euforica. La mattina seguente si alzò di buon’ora, si vestì e si mise ad andare avanti ed indietro per la via. Dovette aspettare che suonasse mezzogiorno prima di avere notizie. Vide le tre Sailor percorrere la strada, parlottando tra loro. Rei fu la prima a vederla. Bunny la salutò con un gesto della mano e corse da lei.
-Allora?- chiese.
-Abbiamo parlato molto con la regina- iniziò Morea.
-E?- chiese Bunny, la speranza che si stava affievolendo.
-Non era molto sicura che fosse una buona scelta- continuò Rei.
La delusione si dipinse sul volto di Bunny che già si vedeva ritornare a casa sconfitta.
-Ma noi l’abbiamo convinta- terminò Amy.
A Bunny sfuggì un urlo. –Grazie, grazie- e abbracciò prima una, poi le altre, mettendosi quindi a saltare per la gioia.
-Non ti esaltare troppo- la riprese subito Rei –questo è un periodo di prova, dovrai dimostrare di essere degna del ruolo che ti è stato affidato-
-Ma è pur sempre un inizio- urlò Bunny –andiamo a festeggiare! Offro io!-
-Niente festa, si comincia subito a lavorare- la riprese Rei con sguardo truce.
-Subito?- chiese Bunny un po’ sorpresa.
-Come ti ho già detto qui non si scherza-

Ed effettivamente non si scherzava. Bunny fu immediatamente condotta insieme alle altre alla presenza della regina da un bel giovanotto che si presentò come Marzio, fedele assistente della sovrana. Venus le aspettava nelle sue camere private, pallida e biondissima, con indosso un vaporoso abito giallo e bianco. Sulla fronte le splendeva un diadema a forma di mezzaluna. Bunny dovette ammettere che era molto bella e anche lei sembrava esserne ben consapevole da come muoveva il ventaglio che teneva nella mano inguantata. Al suo fianco stava seduta un gatto bianco come la neve.
-Benvenute, mie guerriere- esordì con voce sicura, poi si rivolse direttamente a Bunny –mi scuso per non aver avuto tempo per convocarvi singolarmente, ma purtroppo è accaduta una cosa molto grave e le mie tre guerriere mi hanno parlato molto bene di voi, garantendo per la vostra persona-
Bunny si sentì orgogliosa di questo.
-Come avrete avuto modo di sapere- continuò Venus –i rapporti tra le mie Sailor e le guardie del mio re sono, come dire, tribolati, questo a causa di una donna che si è insinuata nelle nostre vite- fece una smorfia teatrale, quindi proseguì –si tratta di Milady Beryl, una strega sussurrano alcuni, io non mi espongo su questo punto- arricciò il naso e Bunny avrebbe giurato di poter leggere nei suoi occhi qualcosa di molto simile alla gelosia –a prescindere dalle voci del popolo, il suo obiettivo è quello di rovinarmi, così da poter sposare lei stessa il re- le sfuggì una risatina nervosa –ovviamente io non ho intenzione di permettere ciò-
-Faremo tutto ciò che è in nostro potere per aiutarvi, mia sovrana-
Venus sorrise. –Questo era quello che volevo sentire, perché si da il caso che il re tempo fa mi regalò una parure composta da più diamanti, sfortuna volle che io per convincere il duca Allan a tornare a Londra gli dovetti dare alcuni di questi gioielli, affinché scordasse la mia bellezza- sospirò tristemente –Beryl deve aver sospettato qualcosa perché ha detto al mio consorte di chiedermi d’indossare proprio quei diamanti al prossimo ballo- le sfuggì un sospiro –voi quattro dovete partire oggi stesso per Londra ed andargli a recuperare-
A Bunny sfuggì un’esclamazione di sorpresa. Andare fino a Londra?
- Marzio provvederà a darvi tutto l’occorrente affinché possiate partire immediatamente, senza alcun indugio-
Il ragazzo, che era uscito dalla stanza, riapparve in quell’attimo come se avesse sentito di essere stato chiamato. Bunny arrossì leggermente quando vide che lui la stava guardando ed abbassò la testa, presa da un improvviso imbarazzo.
-Venite con me- disse Marzio –ho predisposto tutto-
Le quattro lo seguirono. Il giovane le condusse ad una carrozza e indicò alle guerriere delle sacche che si trovavano al suo interno.
-Una a testa- spiegò – c’è tutto l’occorrente per portare a termine questa missione, compresa una mappa per raggiungere il palazzo del duca- fece una breve pausa prima di aggiungere –avete tempo una settimana prima che ci sia il ballo-
Tutte quattro si guardarono. Solo una settimana?
-Vi consiglierei di muovervi, avete il tempo contato-
-Speriamo di farcela- mormorò Rei.

La carrozza correva a grande velocità sulla strada. Morea aveva preso le redini del cavallo e Bunny si trovava seduta di fronte ad Amy, che guardava malinconicamente fuori dal piccolo finestrino, e Rei, intenta a pulire le sue armi.
-Avremo fatto prima con un cavallo a testa- si lamentò la nuova arrivata.
-Avremo dato più nell’occhio- fu la risposta di Rei –così potremo far finta di stare scortando qualcuno d’importante-
-Ah, capito- mormorò Bunny.
-Non temere, se cerchi l’avventura presto l’avrai- sussurrò Amy.
-Questo è certo- disse Rei.
-Credete che non sarà una missione semplice?- chiese Bunny.
-I rapporti tra Londra e Parigi non sono mai stati facili- sbottò Rei, come se fosse stata una cosa di pubblico dominio.
Bunny annuì, facendo tesoro di quell’informazione. E proprio in quel momento si sentì un urlo.
-Guai!- gridò Morea e la carrozza cominciò a rallentare.
Bunny s’irrigidì e sentì un sapore amaro in bocca, paura probabilmente. Non appena la carrozza si fermò sia Amy sia Rei balzarono in piedi a gran velocità.
-Soldati del re- urlò ancora Morea.
Bunny uscì dalla carrozza seguendo le altre due. Quando vide quanti erano i loro nemici per poco non svenne, si trattava quasi di un piccolo esercito, decisamente molto di più di quelli che immaginava. Estrasse rapidamente la spada, pronta a combattere. Ben presto fu circondata da tre di quei soldati. Con il cuore che le batteva forte nel petto la ragazza iniziò a parare i colpi che questi le indirizzavano. Uno, due, tre. Balzò indietro e si ritrovò a sbattere contro il fianco della carrozza. Non poteva più arretrare.
-Serve una mano?- le chiese Morea ed un attimo dopo se la trovò a fianco.
-Grazie-
-Figurati, sono ossi duri, ma mai come noi Sailor-
Bunny non si sentì molto rassicurata da quella frase. Dovette abbassarsi per evitare di essere ferita alla spalla. E proprio allora il soldato che aveva dinnanzi si accasciò al suolo. Dietro di lui apparve Rei, la spada insanguinata in pugno.
-Dobbiamo muoverci- disse –ci stanno rallentando, non arriveremo mai in tempo per imbarcarci-
-Ne arrivano altri- annunciò Amy che aveva il viso stravolto.
-Dobbiamo dividerci- decise Rei –Bunny ed Amy, voi due prendete i cavalli e raggiungete l’Inghilterra, portate a termine la missione, poi ci tornerete a prendere-
-Andiamo- esclamò Amy e corse a liberare i cavalli.
-Voi cosa farete?- chiese Bunny preoccupata.
-Ce la caveremo- disse Morea.
-Mi sono trovata in situazioni peggiori- le fece eco Rei.
Bunny annuì e si morse le labbra. Le dispiaceva lasciarle da sole a combattere un nemico tanto numeroso, ma comprendeva bene che non c’era altra scelta.
-Vieni- le urlò Amy e le lanciò le briglie di uno dei cavalli.
Bunny le prese al volo, quindi salì sul destriero e si costrinse a non guardarsi più indietro.

Il giorno seguente s’imbarcarono per l’Inghilterra. Fu un viaggio lungo e Bunny scoprì nel peggiori dei modi di soffrire il mal di mare. Quando finalmente arrivarono a Londra l’unica cosa che la ragazza avrebbe voluto fare era cercarsi una camera in una locanda e buttarsi sul letto.
-Non abbiamo tempo da perdere- la riprese Amy –dobbiamo ripartire oggi stesso se vogliamo tornare a Parigi in tempo-
-Oggi stesso? Non penso che sopporterò un altro viaggio del genere-
-Non abbiamo altra scelta, prima però dobbiamo raggiungere il palazzo del duca il più in fretta possibile-
-Se non c’è altra scelta- borbottò Bunny.
E si diressero verso il palazzo del duca. Non fu difficile trovarlo, era un edificio enorme che si estendeva per un bel tratto. Arrivate Amy parlò con le guardie per farsi presentare direttamente al duca.
-Ditegli che ci manda Marta -
La guardia annuì e scomparve dietro una porta.
- Marta?- chiese Bunny sorpresa.
-Il nomignolo che le ha dato il duca- mormorò Amy.
-A me piace più il suo vero nome- esclamò Bunny, passandosi una mano tra i capelli.
Amy non le rispose, limitandosi a sospirare.
Un attimo dopo giunse la guardia che le aveva accolte. –Venite, il duca vi riceve immediatamente-
Le due seguirono l’uomo che le condusse in un enorme salone le cui pareti erano ricoperte di velluto rosso. Un grande lampadario di cristallo faceva bella mostra al centro della sala. Un giovane era seduto su un’enorme poltrona con i braccioli dorati a forma di leoni. Non doveva essere molto vecchio ed era di bell’aspetto, con capelli scuri e occhi brillanti.
Amy s’inchinò subito dinnanzi al duca e Bunny la imitò.
-Alzatevi- disse lui con voce agitata –e spiegatemi subito il motivo di questa visita- aveva la fronte aggrottata per la preoccupazione.
Fu Amy a prendere la parola. Con poche frasi spiegò cos’era successo e pregò il duca, per l’amore che portava per la regina, di riconsegnare i preziosi diamanti.
-Non c’è cosa che la mia amata possa chiedermi che io non farei per lei- e mandò subito a chiamare un servitore a cui ordinò di recuperare i gioielli.
Bunny sospirò di sollievo. La cosa si stava rivelando molto più semplice di quanto aveva inizialmente pensato. Osservò il servitore che entrava con un’enorme scatola e che la posava sul tavolino davanti al duca. Questo si piegò in avanti e l’aprì.
-Non è possibile!- esclamò.
-Qualcosa non va?- chiese Amy.
-Ne mancano due-
Bunny ed Amy si guardarono. Questo sì che era un bel problema. E adesso come avrebbero fatto? La regina era in pericolo.
-Qualcuno deve avermelo rubato-
-Troveremo il ladro!- esclamò Bunny.
-Non possiamo, non abbiamo abbastanza tempo- disse Amy
-Posso chiedere al mio gioielliere di crearne due identiche alle altre- disse il duca –ma ci vorranno un paio di giorni, il taglio è molto particolare-
-Riusciremo a tornare in tempo?- chiese Bunny.
-Non c’è altra scelta- mormorò Amy –dobbiamo tentare questa strada-

Il gioielliere ci mise meno tempo del previsto e dopo un giorno e mezzo le due ragazze poterono ripartire portando con loro i diamanti.
-Salutatemi Marta – aveva detto loro il duca.
-Lo faremo- era stata la risposta di Amy.
-Incredibile come la ama- aveva commentato Bunny una volta rimaste sole.
-Come ogni donna vorrebbe essere amata- aveva sussurrato Amy.
Bunny non poté far altro che annuire.

Il viaggio in nave fu lungo e il mare mosso non aiutò il buonumore. Bunny passò gran parte del tempo sporta fuori dalla nave. Quando finalmente la nave arrivò in porto per poco non urlò di gioia. Recuperarono i cavalli che avevano lasciato in custodia ad una locanda e si rimisero in viaggio per recuperare le loro compagne di avventure. Arrivarono dove le avevano lasciate.
-Dove le cerchiamo?- chiese Bunny.
-Saranno in una locanda- disse Amy guardandosi intorno–anche se non ne vedo nessuna da queste parti-
Nessuna delle due disse ciò che l’altra temeva, ovvero che le due Sailor fossero state sconfitte dai nemici e portate in prigione o peggio. Non poteva essere finita così. Senza aggiungere altro si misero alla ricerca delle due amiche. Arrivarono così ad un paese lì vicino. Il luogo a priva vista sembrava disabitato con le case chiuse ed alcune finestre sbarrate. Un posto in cui era meglio non passare troppo tempo. Le due sarebbero passate oltre se non avessero sentito delle voci provenire da una delle case.
-Andiamo a vedere- disse Amy in un sussurro.
Bunny con il cuore in gola la seguì. Teneva una mano posata sulla spada, un modo per sentirsi più sicura.
- Amy, Bunny – chiamavano la voci.
- Rei, Morea, siete qui?- chiese Amy, bussando alla porta.
Un secondo dopo la finestra si aprì e spuntarono le due guerriere. –Finalmente- esclamò Rei prima di sparire. La porta si aprì e la Sailor uscì, seguita da Morea. –Vi stiamo aspettando da giorni-
-Temevamo che il cibo finisse- disse l’altra.
-Abbiamo avuto un imprevisto … ma cosa ci fate qui? Sembra disabitato- chiese Amy.
-Infatti è disabitato, ma dovevamo nasconderci nel caso arrivassero altri soldati- disse Rei.
-E ora finalmente possiamo tornare … avete i diamanti, vero?-
-Certo, anche se è una lunga storia- disse Bunny.
-Avrete tempo di raccontarcela mentre torniamo-

Il ritorno a Parigi fu più veloce di quanto si erano aspettate. Bunny stessa si offrì di andare a consegnare i gioielli alla regina. In realtà la sua speranza era quella d’incontrare nuovamente Marzio. Ripetendosi tra sé quello che avrebbe dovuto dire si diresse quindi al palazzo. Stava percorrendo un corridoio quando sentì delle voci. Con il cuore in gola si fermò ad ascoltare. La voce femminile era quella della regina, la maschile non la conosceva.
-Sono vostra moglie, ho il diritto di sapere con chi passate il tempo- stava dicendo la voce femminile.
-E io vorrei sapere dove lo passate voi, cara Venus – disse quello che, ora Bunny aveva capito, doveva essere il re Kunzite.
-Non vi ho mai fatto mistero di dove vado-
-Certo, e nemmeno delle vostre preferenze, come quella per quell’inglese, quel duca-
-Io non ho mai avuto una preferenza per lui-
-O quella per quel ragazzino che si vede sempre da queste parti … Marzio se non sbaglio-
Bunny s’irrigidì. C’era forse qualcosa tra la regina e Marzio?
-Ancora con la vostra gelosia, io cosa dovrei dire del vostro rapporto con Milady Beryl? Sembra lei la regina di questo regno-
-Tra me e Milady Beryl c’è solo un rapporto professionale-
-Certo- esclamò la regina sarcastica. Era furiosa e non faceva nulla per fingere il contrario. –Come c’era con quella mia dama, ve la ricordate?-
-Quella che avete costretto ad andarsene?- urlò lui, colpendo la parete con un pugno. Poi se ne andò.
Bunny rimase qualche istante immobile, indecisa sul da farsi. Decise solo quando sentì che la regina stava piangendo. –Vostra Maestà- chiamò, aspettando un attimo che lei si ricomponesse.
Venus si riprese ad una velocità impressionante ed un istante dopo aveva già un bel sorriso e gli occhi non sembravano nemmeno rossi per il pianto. –Ecco la mia nuova Sailor – esclamò.
-Abbiamo recuperato i vostri gioielli-
-Oh, vi sarò eternamente riconoscente- disse Venus, facendo brillare i grandi occhi.
Bunny annuì debolmente. Non aveva voglia di parlare, stava pensando a lui, a Marzio e a ciò che aveva detto il re. Una relazione tra il ragazzo e la regina non era poi così inverosimile, tanto più visto la bellezza di lei.
-Avvertite le altre che dovrete presiedere al ballo che si terrà domani sera, ho seri sospetti che Milady Beryl voglia fare qualcosa per colpirmi nel profondo-
Il ballo? –Come desiderate-
Venus, annuì, quindi la congedò con un gesto. –Potete andare-
Bunny non aspettava altro. Non appena fu uscita dalla stanza corse fuori di gran carriera. Le girava la testa e aveva una forte nausea. Continuava a pensare a quello che aveva sentito. Decise che prima di tornare alla locanda, dove avrebbe dovuto incontrarsi con le altre Sailor, avrebbe fatto una passeggiata lungo la Senna tanto per chiarirsi un po’ le idee. S’incamminò lungo la strada. Era talmente persa nei propri pensieri che non sentì una voce chiamarla. Solo quando Marzio la sfiorò sobbalzò spaventata.
-Scusate, non volevo spaventarvi- disse lui, con un piccolo inchino.
-Non mi avete spaventata- esclamò Bunny, rossa per l’imbarazzo.
-Vi ho vista e non ho potuto fare a meno di raggiungervi-
-Per sapere della missione, immagino-
-Sì- disse lui dopo un attimo di esitazione.
-Tutto bene- borbottò lei, delusa –abbiamo riportato i diamanti, la vostra regina è salva- e disse queste ultime parole con un pizzico di fastidio.
-La nostra regina- la corresse lui.
-Nostra- mormorò Bunny.
-Venite al ballo vero?-
La ragazza si strinse nelle spalle. –La regina ha detto che noi Sailor dobbiamo essere presenti-
-Oh- parve deluso –io volevo invitarvi come mia dama-
Il mondo parve fermarsi per un attimo, poi tutto ripartì a gran velocità.
-Invitata? Io?-
-Se volete-
-Certo!- urlò piena di gioia –Se non fossi in servizio- aggiunse, lasciando trasparire la delusione.
-Questo non è un vero problema, potremmo trovare qualche minuto per parlare al ballo-
Bunny sorrise. –Certo-
-Questo è l’importante- abbassò un attimo lo sguardo, poi lo risollevò –ora devo andare, mi aspettano a palazzo-
-Va bene-
E lui, prendendola alla sprovvista, le fece il baciamano. –Allora vi aspetterò domani sera- fece un leggero inchino, trattenendo ancora un attimo la mano di lei nella sua, un attimo più del necessario –ammetto che sto già contando i secondi-
Bunny restò un attimo immobile a fissare Marzio che si allontanava, quindi gettò un grido di gioia.

Quella sera alla locanda le quattro Sailor festeggiarono la vittoria riportata. Bunny in particolar modo era entusiasta e non faceva altro che brindare, cantare a squarciagola e persino ballare.
-Fossi in te non esulterei così tanto- borbottò Rei –abbiamo vinto una battaglia, non la guerra, Milady Beryl non è il tipo di donna che si fa scoraggiare-
-Certo, ma non penso che agirà già domani sera-
La ragazza non sapeva quanto si sbagliava. Infatti mentre loro festeggiavano nella locanda qualcuno a Londra attendeva che il duca Alan uscisse per la sua visita serale al re.

La notizia giunse a Parigi con una velocità allarmante e raggiunse la regina mentre si stava preparando per il ballo: il duca Alan era stato pugnalato a morte. Se il responsabile fosse stato un folle od un sicario non lo sapeva nessuno perché era riuscito a scappare prima di essere fermato. Inutile dire che Venus si sentì mancare. Le nostre Sailor giunsero nei suoi appartamenti proprio mentre cercavano di rianimarla.
-Vostra Altezza- esclamò subito Rei, balzando in avanti.
Venus raccontò subito ciò che era successo, con le lacrime che le rigavano le belle guancie. –Alan è morto, il mio Alan, me lo hanno ucciso-
-Vostra Altezza, per cortesia, non urlate, se qualcuno vi dovesse sentire sarebbe la fine- le disse Rei.
-Vado a controllare che nessuno si avvicini alla porta- intervenne Morea.
-L’amore a volte rende folli- sussurrò la regina, portandosi una mano al viso –non credete che io non ami il mio re, ma da quando Milady Beryl è giunta a corte le cose non sono più le stesse tra di noi-
-Voi lo riconquisterete- esclamò in quel momento Bunny, presa dall’euforia che non ci fosse proprio nulla tra la regina e Marzio.
-Come?- mormorò la sovrana con voce sconsolata.
-Questa sera, il ballo sarà l’occasione-
Venus la fissò con i grandi occhi pieni di lacrime, quindi annuì. –Certo, posso provarci, anche se Milady Beryl me lo renderà difficile-
-A lei ci penseremo noi- disse Bunny ottenendo un’occhiataccia da parte di Rei –siamo le vostre Sailor dopotutto-

-Tu sei impazzita!- disse Rei all’orecchio di Bunny mentre si dirigevano verso la sala del ballo.
-Il nostro compito è servire la regina, dobbiamo aiutarla e sostenerla in tutti i modi-
-Certo, ma non in simili situazioni, non dobbiamo occuparci della sua vita sentimentale, il nostro compito è proteggerla- la riprese Rei –così rischiamo solo di aggravare la situazione e di trovarci nei guai, tutte, regina compresa-
Bunny arrossì. Aveva davvero esagerato?-
-Su, Rei- intervenne Morea –non fare così, Bunny non voleva metterci nei guai-
-Già- disse Amy –il suo era un atto di gentilezza e io sono d’accordo con lei-
-Allora prepariamoci ad altri guai-

Bunny non era mai stata ad un vero ballo prima. Non era abituata a tutta quella confusione e a quel rumore assordante. Nonostante ciò si sentiva affascinata da quell’ambiente. Era un’altra vita alla quale lei in fondo voleva appartenere. Stava fissando i ballerini che si stringevano l’un l’altro quando Amy le diede una leggera gomitata.
-Arriva Milady Beryl con il re- le disse.
Ed effettivamente sembrava lei la reale consorte. Bunny lesse il dolore sul volto di Venus, un enorme dolore. Non aveva mai visto Milady Beryl e rimase sorpresa osservando che era una bella donna, dai lunghissimi capelli ricci e rossi, un fisico slanciato, un elegante abito viola che sembrava fatto apposta per lei. Era incantevole, quasi quanto Venus, solo che la sua era una bellezza ingannevole a differenza di quella della regina. Milady Beryl stava a braccetto con il re, intenta a sussurrargli nell’orecchio qualcosa che lo faceva sorridere. Non appena vide Venus la donna storse il naso come se la sua vista la innervosisse, quindi simulò un enorme sorriso ed andò a salutarla con un profondo inchino.
-Vostra Altezza, ogni giorno diventate più bella- disse.
Venus si sforzò di sorridere a sua volta. –Anche voi sembrate più bella-
-Non esagerate- disse l’altra, lanciando uno sguardo da civetta al re –Io non potrò mai essere bella come voi-
-Milady Beryl, non parlate così- disse il re, lo sguardo brillante.
-Ma io sono sempre sincera- gli sfiorò la mano –e adoro questa musica, mi concedete un ballo?-
-Con immenso piacere-
Ed un attimo dopo stavano ballando in mezzo alla sala.
-Dobbiamo trovare una soluzione- sussurrò Bunny all’orecchio di Amy.
-Dubito che ce ne sia una semplice-
-Disturbo?- chiese una voce familiare a Bunny.
-Mai- disse lei, voltandosi con un enorme sorriso ed il cuore che batteva all’impazzata. Dietro di lei c’era Marzio. –Volete chiedermi un ballo?-
-No, devo dirvi delle cose molto importanti- il suo volto era serio.
Bunny annuì e lasciò che lui la conducesse in un angolo della sala.
-Ho delle notizie su Milady Beryl che vi lasceranno senza fiato-
-Vi ascolto-
-C’è una persona che dice di conoscerla-
-E allora? Qui tutti la conoscono-
-Questa persona non è mai stata a Parigi prima, viene da un piccolo paese della Francia e dice che ha conosciuto Milady Beryl ma non con questo nome- sorrise –si faceva chiamare Anne Breuil-
-Non è un nome nobile-
-E c’è di più, sembrerebbe che sia stata conosciuta anche come contessa de la Fere-
-Questo nome non mi è nuovo-
-Certo, è quello di Sailor Rei-
-Non capisco-
-Il fratello di Sailor Rei sposò una donna di origini misteriose. Un giorno fu trovato morto e Sailor Rei accusò la consorte, scoprendo che questa aveva un giglio sulla spalla, ovvero il segno del fatto che era già stata in prigione, così riuscì a farla condannare a morte-
-Ma Milady Beryl è vivissima-
-Fu impiccata, ma quando tornarono a prendere il suo corpo questo era scomparso-
E improvvisamente Bunny ricordò tutto l’odio che Rei aveva nei confronti della donna.
-Dobbiamo fare qualcosa-
-L’uomo che mi ha riferito questo ci vuole aiutare, ha detto di cercare il giglio sulla spalla, solo così potrà essere rispettata la condanna-
-Ma come facciamo?-
-Ci aiuterà lui, eccolo- e indicò un uomo ai margini della sala che fissava con sguardo intenso Milady Beryl.
Un attimo dopo la donna si accorse del nuovo arrivato. La trasformazione sul suo viso fu incredibile, sgranò gli occhi ed impallidì tutta d’un colpo, quindi disse qualcosa al re e, staccatasi da lui, si allontanò con passo rapido dirigendosi dal lato opposto della sala. L’uomo la seguì.
-Dobbiamo andare anche noi- Marzio la prese per mano e la trascinò dietro di sé.
Milady Beryl nel frattempo era uscita dalla sala e l’uomo l’aveva seguita. Bunny passò vicina alle altre e fece loro segno di seguirla. Dovevano agire insieme, erano una squadra in fondo. Quando raggiunsero Milady Beryl l’uomo l’aveva già afferrata e le stava strappando il vestito.
-Aiuto- urlò lei, divincolandosi.
-Ora gridi aiuto, ma quando inducesti alla morte il mio padrone non gridavi così-
-Aiuto, qualcuno mi salvi da questo folle-
-Nessuno potrà salvarti- disse Rei.
L’uomo voltò la testa e le sorrise. –Mia signora, com’è bello rivedervi-
-Anche per me è molto bello rivedere voi, Jaidete- rispose Rei e si voltò verso le altre Sailor e Marzio –Jaidete era il più fedele servitore di mio fratello, fu lui a dirmi che la donna che aveva sposato mio fratello era una bugiarda ed un’assassina-
-Sei la sorella del mio defunto marito- disse Milady Beryl –non vi vidi mai in volto, lanciaste la vostra accusa nascosta nelle tenebre e non presenziaste alla mia impiccagione, come una codarda-
Jaidete la colpì con violenza. –Non vi permetto di parlare così alla contessa-
-Pazzo, sono io la contessa, la sono sempre stata, il tuo padrone era solo uno stupido-
-No, il mio padrone era un uomo di buon cuore che si è fatto raggirare da una donna crudele-
-Lasciami, lasciami- e si dibatté. In quel momento la parte posteriore del suo abito si lacerò mostrando la pelle candida ed un tatuaggio a forma di giglio. Tutto parve immobilizzarsi per un attimo, poi riprese ad una velocità incredibile. Qualcuno urlò qualcosa, poi Milady Beryl estrasse un pugnale e colpì Jaidete, altre urla. Bunny si gettò in avanti, seguita dalle altre. Per la fuggitiva non c’erano speranze di salvezza, ma nonostante ciò combatté con tutta la forza che aveva per salvarsi. Fu Rei che riuscì a buttarla a terra.
-Vi condurrò io stessa in prigione- disse.
-Fate come volete, intanto riuscirò ad uscirvi come riesco sempre- fu la sprezzante risposta della donna.
-Farò in modo che questo non accada- disse Rei.
Nel frattempo Amy si era chinata su Jaidete. –Qualcuno vada a chiamare il medico- urlò.
Bunny osservò Morea che correva nella sala, incapace di fare altro che guardare.

Un mese dopo

Il vento muoveva gli alberi. Bunny inspirò a fondo e si tirò in dietro i lunghi capelli dorati. Aveva provato mille volte il discorso, ma continuava a sentirsi poco sicura. Sarebbe riuscita a recitarlo da cima a fondo senza sbagliarsi?
-Mantieni la calma e tutto andrà bene- le disse Marzio, stringendola a sé.
-Certo- e lei sorrise, sforzandosi di sembrare tranquilla, quando invece il cuore minacciava di uscirle dal petto.
-Sarai un’ottima Sailor -
-E se sbaglio il giuramento?-
-Non succederà- disse un’altra voce. Rei stava in piedi sulla porta. Al suo fianco c’era Jaidete, entrato tra le guardie del re.
-Sempre insieme voi due- esclamò Bunny –non vorrei che nascesse l’amore-
-E tu hai sempre una tremenda linguaccia- le rispose l’amica –muoviti, sono venuta a prenderti, la regina ti sta aspettando per l’investitura-
Bunny lanciò un’occhiata a Marzio che la prese per mano. –Andiamo-

La cerimonia si svolse senza problemi. Bunny recitò il suo giuramento, la mano premuta sul cuore, Al termine di questo Venus depose la spada prima su una spalla e poi sull’altra di Bunny.
-Io vi dichiaro Sailor Bunny, protettrice della Francia e della regina-
Un coro di esclamazioni di gioia si levò. Anche Bunny gettò un grido, tremendamente felice di aver realizzato finalmente il suo sogno più grande.
   
 
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