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Autore: paige95    28/09/2017    2 recensioni
[Storia appartenente alla serie "Un amore incompreso"]
Ha toccato anche a me questa storia, ma fino ad oggi non avevo mai pensato di avere un altro figlio. È una grande responsabilità sia accettare che rifiutare. E poi c’è mio padre, che non credo acconsentirà tanto facilmente di macchiare la sua discendenza. Ora un nuovo pensiero mi frulla in testa e spero con il cuore di prendere la decisione più giusta.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Goten, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Un amore incomprenso '
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Quell’ultimo tentativo…e un lieto fine inaspettato, ma tanto desiderato
 
 
P.O.V Bra
 
Che brutta idea! Anzi pessima idea!
 
Mio marito ha avuto la santa idea di invitare a pranzo l’assistente sociale. Ma io non sono così sicura di resistere alla tentazione di aggiungere accidentalmente giusto un po’ di veleno alle mie deliziose pietanze.
 
Goten mi ha raccomandato di essere gentile e paziente, ma non sono così certa di riuscire ad accogliere quella donna come se non mi avesse strappato un pezzo di anima.
 
I bambini sono da mia madre e questo mi rende meno ansiosa, non avendo il timore di trasmettere a loro tutta questa tensione.
 
Mi vesto elegante, come se il mio abbigliamento potesse avere qualche tipo di influenza sulla riuscita di questo incontro - o scontro, credo sia decisamente più probabile -. Temo che qualcosa vada storto, per non dire tutto, dato che immagino facilmente - e a ragion di logica - che parlare con il cuore in mano ad una donna che nel petto ha un pezzo di ghiaccio sia totalmente inutile.
 
Non vediamo Nicholas da qualche giorno. Posso solo immaginare come stia soffrendo il mio bambino in questo momento. Si era abituato a noi, eravamo diventati la sua famiglia, ci siamo occupati amorevolmente di lui quando era malato, ma questo ha solo contribuito ad istaurare tra noi un legame più forte, provocando così una maggiore sofferenza alla nostra separazione.
 
Ha promesso di portarlo con lei oggi, almeno per consentirci un ultimo saluto e magari ulteriori lacrime. Ma, se devo ancora assistere alla disperazione di quel bambino, rischio davvero di sentirmi male.
 
Persino i miei capelli si ribellano a questa inevitabile sofferenza, non riesco davvero a tenerli in ordine.
 
Riscopro un po’ di coraggio-sayan nei meandri più profondi della mia psiche e cerco di riportarlo alla luce, trovando la forza di muovere incerti passi verso le scale.
 
Mio marito mi attende accanto all’ultimo gradino e fissa i miei lenti movimenti in preda all’angoscia.
 
“Andrà tutto bene, Bra”
 
Ma cerca di convincere me o se stesso?
 
“Sì, tesoro, hai ragione, andrà tutto bene”
 
Tento un convinto sorriso, ma ovviamente non mi riesce come dovrebbe.
 
Ma tanto è inutile prenderci in giro, i nostri occhi parlano da soli. Ci fissiamo per istanti interminabili e, nonostante lui sia spaventato almeno tanto quanto me, il suo sguardo mi infonde un po’ di temerarietà.
 
Il campanello interrompe quel contatto visivo. Gli stringo velocemente la mano nella mia e stavolta un’espressione più serena e confortevole si delinea sul mio volto.
 
Prende un respiro e corre - si fa per dire, visto che non ha quella gran smania di iniziare questo confronto - ad accogliere i nostri ospiti.
 
Appena apre la porta, una saetta bionda si butta tra le mie braccia ed io istintivamente mi chino per accogliere quell’impeto di affetto. Lo stringo forte a me, in questo momento non mi importa nemmeno di essere osservata, chiudo gli occhi e viaggio insieme a Nicholas in un mondo parallelo. Mi commuovo silenziosamente sulla sua spalla e strizzo ancora più forte le palpebre per darmi un minimo di contegno. Il suo dolce profumo mi entra nelle narici, rasserenandomi. Sento le sue piccole mani stringermi delicatamente il collo e posso percepire la sua grande e impaziente gioia esplodere contro il suo petto. Mi sussurra debolmente all’orecchio.
 
“Mi manchi, Bra”
 
Tesoro mio, fosse stato per me non ti saresti allontanato nemmeno di un metro da noi.
 
Sciolgo quel fanciullo e innocente abbraccio e gli stampo un grosso bacio sulla guancia, tenendolo ancora tra le mie braccia. Sorrido quando noto di avergli imporporato la nivea pelle con il velo di rossetto che dona un po' di colore alle mie tremanti labbra.
 
“Anche tu, amore mio”
 
Mi alzo, porgendogli una carezza sulla testa e tento di ricompormi, tamponandomi velocemente gli occhi con le mani.
 
Anche Goten sembra rimasto scosso da quella scena. Si schiarisce la voce e si rivolge all’assistente ancora sulla porta, la quale non sembra essersi scomposta più di tanto davanti a quella scena. Dopotutto cosa mi stupisco a fare, lei è Lady Cuore-Di-Ghiaccio, nulla di nuovo quindi.
  
“Prego, si accomodi”
 
Mio marito la invita cordialmente ad entrare, spostandosi.
 
“Sentite, arriviamo subito al motivo della mia presenza. Avete detto al telefono che era una questione importante, quindi non c’è ragione che io prolunghi più del necessario la mia permanenza in questa casa”
 
Dannazione! Così salta il mio piano di avvelenamento.
 
Goten mi lancia una furtiva occhiata di intesa e lo anticipo, prendendo la parola.
 
“Vede, le vorremmo parlare di quello sgradevolissimo equivoco” accenna a ribattere, ma io proseguo, zittendola e cercando di mantenere un tono pacato e cortese, stringo la mano di Nicholas per trovare la forza di contenere l’ira “Io e mio marito ci amiamo tantissimo e insieme - solo restando uniti - ne abbiamo superate davvero tante e mi creda se le dico che senza lui non potrei vivere nemmeno un giorno”
 
Il diretto interessato del mio discorso mi fissa sbigottito, immagino più per la disarmante sincerità con cui ho proferito quel discorso che per le parole in sé.
 
“E poi il bambino si è affezionato a noi. La prego si metta una mano sul cuore e gli consenta di essere felice e amato nella nostra famiglia”
 
Non ci credo, sto crepando quella pietra nel suo petto?? Fa vagare lo sguardo da me a Nicholas e riflette. Blocca proprio gli occhi su quest’ultimo.
 
“Signora Son, l’intenzione era proprio quella di permettere al bambino di restare con voi, prima ancora delle sue parole e di quell’abbraccio”

​Proferisce quell'ultima parola con voce fievole e leggermente rotta.
 
Mio marito trova la forza di intervenire.
 
“Aspetti, ci sta dicendo che”
 
Non riesce a proseguire, i suoi occhi si stanno inumidendo.
 
“Sì, signor Son, non ho alcuna intenzione di dividere un figlio dai propri genitori”
 
“Genitori?”
 
Rimango perplessa, noi non lo abbiamo adottato, è solo un affidamento.
 
“La madre di Nicholas ha rinunciato alla sua custodia, quindi, se lo desiderate, può prendere il vostro cognome. Ma, dalle vostre parole, deduco che siano queste le vostre intenzioni. O sbaglio?”
 
Io e Goten siamo rimasti senza fiato. L’assistente sorride al bambino, senza nemmeno attendere la nostra ovvia risposta, e si avvia verso la porta. Ci concede solo un’ultima battuta prima di aprirla e dileguarsi.
 
“Non ho più trovato in archivio i vostri documenti del divorzio. Credo che ci siano buone probabilità che il tribunale li abbia persi” fa finta di riflettere e di essere perplessa difronte a quella misteriosa sparizione  “Bè, insomma, in qualunque caso, credo di poter chiudere un occhio per voi, visto che l’amore di cui parlate si sente non appena si metta piede qui dentro”
 
Sto sicuramente sognando, è uscita, lasciando Nicholas tra le mie mani.
 
Mio marito chiude lentamente la porta palesemente commosso e gioioso. Si avvicina a noi e si rivolge a me.
 
“Tesoro, da quando la Dea della Fortuna veglia così su di noi?”
 
“Non lo so, Goten”
 
Guardiamo entrambi quel bambino così diverso da noi, ma anche così simile nel cuore e gli sorridiamo.
 
Goten è il primo a tornare con lo sguardo su di me.
 
“Son Nicholas. Non suona tanto male”
 
“No, proprio per niente”
 
Dopo quella considerazione non posso fare altro che gettarmi al suo collo, con il braccio libero, e stampargli un grosso bacio sulle labbra. Il nostro bambino però protesta poco dopo.
 
“Ho fame”
 
Ci stacchiamo, iniziando una sincera e genuina risata, che solo Nicholas può stimolare in questo emozionante momento.
 
“Fantastico, Bra. Se prima avevamo poco tempo per noi, ora sarà decisamente inesistente”
 
“Lo troveremo, tesoro. Figurati se non risolviamo questo piccolo inconveniente”
 
Gli porgo un leggero sorriso malizioso e mi rivolgo a Nicholas.
 
“Bene, sono contenta che tu abbia fame, perché ho preparato un sacco di cose buone per il tuo arrivo”
 
Mi guarda con occhioni sognanti.
 
Direi che alla data attuale possiamo ritenere la famiglia Son decisamente al completo.
 
 
 
Fine.
 
 
Spazio dell’autrice

Ciao a tutti!
Eccoci arrivati al termine di questa FF e anche di questa serie. Io spero come sempre che vi sia piaciuto ogni capitolo, finale compreso 😊
È veramente doveroso qualche ringraziamento speciale a tutti coloro che hanno inserito questa storia nelle seguite, ricordate e preferite o che la inseriranno! <3
Ma credo di dovermi soffermare personalmente su coloro che hanno sempre commentato, incentivandomi a proseguire 😊

Ringrazio di cuore
Marlena_Libby per avermi dato lo spunto per iniziare questa nuova storia e in generale per averla seguita con costanza, dandomi sempre un suo importante parere <3
Ringrazio di cuore
Longriffiths per avermi sempre seguita e sostenuta nelle mie piccole-grandi follie e per avermi lasciato un suo importante parere <3
 
Alla prossima 😊
Baci
-Vale
   
 
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