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Autore: Arwen297    29/09/2017    2 recensioni
Il personaggio di Michiru è uno dei più misteriosi della serie. Nel manga non viene approfondito il suo passato. L'intento di questa fanfiction è proprio quello di andare a colmare questi vuoti narrativi, con dei piccoli flash che accompagneranno Michiru da quando aveva 8 anni alla fine della quinta serie, flash che non sono legati tra loro ma che concorrono a formare una trama comune finale; mettendo in rilievo il percorso di crescita personale come donna ma anche come guerriera del mio personaggio preferito in assoluto.
Haruka sarà presente da quando si arriva al loro incontro in poi.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena | Coppie: Haruka/Michiru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più serie
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Principessa dell'oceano

 

 

Intorno a lei si ergevano delle mura in marmo bianco finemente decorate da intarsi e volute lucide e opalescenti, una luce fredda e argentea permeava gli spazi riempiendoli di tranquillità. Quell'atmosfera assomigliava tantissimo a quella che fin da piccola aveva sempre immaginato ci potesse essere sulla Luna.

I sui occhi si posarono sui vestiti che indossava, vestiti a lei sconosciuti di uno scuro verde acqua, i suoi capelli più lunghi di quanto in realtà li avesse, coprivano quasi metà schiena.

Gli occhi le caddero sul cielo e l'enorme sfera della Terra che ne riempiva buona parte, realizzò solamente in quel momento di essere veramente sulla Luna, la presenza di quegli edifici creò in lei incredulità e stupore.

In qualche modo quel paesaggio le sembrava familiare, sebbene era improbabile che lei fosse mai stata sulla Luna, eppure quel sogno le sembrava così reale. Così autentico. Così precedentemente vissuto in passato.

Si voltò di scatto verso alcuni passi che le sembrò di conoscere all'orecchio. Il suo cuore iniziò a battere leggermente più forte.

«Mamma?». La sua voce risuonò diversa nel grande ambiente, più dolce e più matura di quella che la caratterizzava tutti i giorni. Più saggia e consapevole. Più donna. In fondo al corridoio apparve una figura longilinea e altissima. A lei sconosciuta all'apparenza, ma in quel sogno sentiva che in realtà si conoscevano anche bene. Indossava un vestito molto simile al suo, solamente di un blu lucido. I capelli cortissimi e biondo chiarissimo, quasi bianco.

«Principessa degli Oceani, sono onorata di incontrarti di nuovo, non è poi passato così tanto tempo dall'ultima volta in cui ci siamo incontrate». La voce della sconosciuta era il suono più bello del mondo. Il pensiero di quanto le fosse mancata la sua presenza la colpì inspiegabilmente, chi era?Non conosceva nessuno in realtà che poteva anche solo lontanamente assomigliarle.

«Bentornata a palazzo guerriera dei venti e del cielo».

 

Si ritrovò a fissare l'oscurità della sua camera ripensando al sogno appena fatto. Principessa degli oceani. La sconosciuta l'aveva chiamata così, ma lei non era una Principessa, tanto meno era la principessa degli oceani. Si la sua famiglia era molto benestante e conosciuta, ma nulla a che vedere con titoli nobiliari.

Cosa significava quel sogno? Chi era quella giovane donna che una parte profonda di lei sapeva di conoscere nonostante non l'avesse mai vista?

Solitamente i suoi sogni erano molto agitati, erano veri e propri incubi, questa volta invece era stato un sogno tranquillo. Se non lo credesse quasi impossibile, avrebbe chiamato sicuramente quella visione “ricordo”. L'istinto glielo suggeriva, ma non ne capiva il significato profondo.

Improvvisamente fu pervasa dall'ennesima sensazione di terrore: nell'ultimo periodo, incubi a parte, quando le capitava di svegliarsi in piena notte a causa di questi, capitava di provare terrore. Un terrore cieco che si trasformava in un freddo quasi incontrollato e nella sensazione di essere osservata con insistenza anche se intorno a lei vi era il vuoto.

E poi quella voce che l'accompagnava da anni, sempre la stessa, che la invitava a fidarsi di lei ad accettarla come parte di se. Sembrava essere quasi una parte nascosta della sua coscienza, ma non capiva se poteva fidarsi.

Il mare le aveva distrutto la famiglia, non poteva essere niente di positivo. Poi da quando aveva iniziato a sentire quel richiamo anni prima non erano mai successe cose normali, anzi. Parecchi fatti atipici, per non parlare della continua ansia e del continuo rifiuto di andare in spiaggia.

«Non aver paura, fidati di me..il momento ormai è vicino, accetta il tuo destino, non puoi rinnegarlo».

Come tutte le notti, ecco ricomparire nella sua testa quel richiamo, pian piano quella voce profonda si era trasformata in una voce dolce e femminile. Non era più il mare a chiamarla, sembrava la stessa persona presente nel suo sogno. Il tono della voce era molto simile sebbene non indentico.

Ogni volta che quella voce si palesava, quasi a volerla proteggere la sensazione di gelido terrore scompariva veloce come era arrivata.

Non sembrava dunque essere una presenza malvagia. No, anzi! Quando poteva intuirne la presenza si sentiva stranamente in pace con se stessa, quasi come se fosse tornata a casa.

«Dimmi chi sei, sono anni ormai che mi tormenti». Pensò, per l'ennesima volta, sperando che quella presenza potesse darle una risposta diversa dalle volte precedenti.

«Scoprirai presto chi sono, io sono destinata a te e tu a me, ci apparteniamo è sempre stato così». Le arrivò la stessa risposta di tutte le notti, una risposta che la portava a sapere tutto e nulla, si appartenevano... ma a chi apparteneva lei?

Unico pensiero che le si formò nella mente era il mare, da quando aveva avuto l'incidente in cui aveva perso la sua famiglia l'aveva sempre cercata e tormentata.

In fondo, la misteriosa ragazza bionda l'aveva chiamata “principessa degli oceani”. Tutto portava in quella direzione, dunque.

Misteriosa ragazza bionda, chissà chi sei. Se esisti veramente. Vorrei tanto capire perché sembrava di conoscerti nel sogno.

Pensò cercando di tirare un sospiro profondo per calmarsi un poco e cercare di tornare a dormire, altrimenti non avrebbe resistito al dormire durante le lezioni del giorno dopo e i professori non avrebbero sicuramente apprezzato.

Nonostante spesso avessero un occhio di riguardo nei suoi confronti, erano comunque molto severi.

   
 
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