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Autore: Stella_Potter394    29/09/2017    1 recensioni
[...]Un altro giorno, ancora. Mi chiedo ancora come abbia fatto a non diventare pazzo nelle mie condizioni, credo che se non avessi avuto una ragione per resistere, qualcosa, un pensiero, a cui aggrapparmi adesso sarei già scivolato da tanto nella pazzia o, peggio, avrei chiesto pietà e allora avrei dovuto vuotare il sacco. Solo al pensiero rabbrividivo. No, non avrei mai fatto nessuna delle due opzioni a costo di morire qui, da solo, solo per proteggerli.
Come un futuro può essere cambiato. Un intreccio di ricordi, sensazioni, sguardi e sentimenti che (spero) vi sorprenderà: è la storia di Jenna e di lui. Lui che le è sempre vicino e che deve proteggerla.
entrate e scoprirete il loro mondo
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9

<< Fammi capire bene. Tu non vieni a scuola. Non ti fai sentire per una giornata intera nonostante i miei messaggi e le mie chiamate, sul telefono di casa per giunta! E alla fine, solo quando ho tipo obbligato tua madre, povera donna, a “svegliarti” dal tuo riposino di bellezza, nonostante lei mi dicesse che non ti sentivi bene. Il fatto è Jenna che io ti conosco. Quando stai male dormi tutto il giorno, è vero, ma almeno qualche volta mi mandi dei messaggi, soprattutto quando ti assillo. Ora, forza racconta tutto a zia Ronnie. >>

Mi mordicchiai il labbro a quelle parole. Sapevo che erano vere. Ero riuscita a tenere fuori mia madre dalla mia stanza solo perché mi ero tipo seppellita nelle coperte tutto il giorno, ma con Ronnie non potevo mentire. O almeno, non riuscivo. Inoltre era arrabbiata. E quando era arrabbiata non era un bello spettacolo, per me.

<< E' che... ho perso il cellulare. >> ammisi in un sussurro. Non potevo certo dirle che lo avevo lasciato cadere quando l'Ombra mi aveva strattonato.

<< Tu hai... Jenna, io lo dico sempre che un giorno perderai anche la testa. Ma come hai fatto? >> disse in tono quasi esasperato. Sorrisi leggermente e mi rannicchiai di più nel calore delle coperte.

<< Ecco... stavo tornando a casa... l'ho appoggiato un attimo con la borsa su una banchina dove mi sono seduta e... e quando mi sono alzata, convinta che lo avessi in borsa, l'ho lasciato lì. Quando sono tornata, appena me ne sono accorta, lo avevano già preso. >> dissi, cercando di essere convincente. Sapevo di essere una brava attrice ma con Ronnie non si sa mai.

Sentii un sospiro dall'altra parte della linea, poi: << Jenna, sei la luce dei miei occhi, e anche un'ottima attrice, e lo sai, ma perché menti? Non sei così maldestra e ti conosco abbastanza bene da sapere che sei molto ansiosa e che quindi controlli la tua borsa ogni volta che puoi, nella paura di aver perso qualcosa. Tutto okay? Stai bene? Te lo hanno rubato? >> chiese, d'un tratto preoccupata ed io volevo così tanto dirle la verità, ma avevo paura che quello che avevo da dirle mi rendesse una pazza ai suoi occhi. Dannazione, anche io avrei pensato fosse pazza se mi avesse detto quello che era successo. Rimanemmo in silenzio entrambe, lei preoccupata ed io indecisa. Non volevo tenerle nascosto nulla. E poi c'era la possibilità che magari avrebbe capito, non subito forse, ma che lo avrebbe fatto.

<< Ronnie vuoi passare da me e farmi una delle tue famose cioccolate calde? Ne ho davvero bisogno. >> bisbigliai. Per qualche ragione mi salirono le lacrime agli occhi, ma le scacciai subito. Non mi sarei messa a piangere, non c'era ragione, mi impuntai.

<< Considerami già lì. >> detto questo chiuse la chiamata.

 

 

 

<< Zia Ronnie è qui e porta doni! >> la sua voce squillante mi fece uscire da quel bozzolo di coperte in cui mi ero avvolta. Mi alzai a sedere e mi misi appoggiata con il busto alla tastiera del letto, sorridendo leggermente mentre le facevo spazio. Lei non se lo fece ripetere due vole. Con le mani occupate da due tazze con sopra disegnate la sagoma di Babbo Natale, stando attenta a non far cadere nulla a terra, cominciò a togliersi le scarpe con delle mosse da equilibrista e infine, con un abile mossa, si mise a sedere accanto a me mentre le sistemavo la coperta sulle gambe. Mi passò una tazza e rimanemmo in silenzio per un po' a bere quella meravigliosa cioccolata calda. Sapevo che non mi avrebbe forzata a dire niente, ma io volevo farlo.

Presi un sospiro e fissando un punto non ben identificato cominciai a raccontarle di quella mattina. Della pioggia, dell'uomo e dell'Ombra, del fantomatico Lui, dell'arrivo di Cameron.

Le raccontai tutto, e più parlavo, più le confidavo quello che pensavo, più mi sentivo leggera. Era la mia migliore amica, mia sorella, l'unica a cui avevo confidato dei miei strani sogni, delle mie paure, l'unica che mi conosceva come le sue tasche. Non potevo non parlarle di tutto quello.

Quando ebbi pronunciato l'ultima parola, mi accorsi di aver parlato senza mai riprendere fiato. Cercai di ricominciare a respirare normalmente e guardai Ronnie con la coda dell'occhio. La sua faccia era rimasta imperturbabile per tutta la durata del discorso e, nonostante avessi piena fiducia in lei, la paura tornò a serrarsi attorno al mio stomaco.

Dopo aver fatto una smorfia si girò a guardarmi e mi costrinsi a ricambiare lo sguardo incontrando i suoi occhi castani così particolari. Il rosso mi parve quasi vivo sotto la luce della lampada accesa in precedenza.

<< Tu mi stai dicendo che qualcuno, un'Ombra, ha tentato di ucciderti. Che un tizio, che a quanto ho capito dal tuo racconto, è perfetto, ti conosce, tipo a stalker, che ha dei poteri e che ha giurato di proteggerti. Il tutto mescolato al fatto che tu, a quando pare, sei importante per quest'altro tizio, questo Lui, e tu dici solo adesso tutto questo alla povera e vecchia Ronnie, amica di una vita, compagna di avventure e disastri? Come minimo avresti dovuto chiamarmi appena Cameron se ne fosse andato. Mi sento offesa. >> sbottò, sembrando davvero stizzita e offesa, con quel nasino all'insù. Mi credeva.

Ridacchiai e le vidi un piccolo sorriso scapparle dalle labbra ma poi si riprese guardandomi in modo piuttosto divertito mentre cercava di sembrare autoritaria. << Non ridere, signorinella. Come minimo adesso sei in punizione. >> continuò a parlare imitando la nostra professoressa, puntandomi perfino con il dito indice.

<< Ha ragione. Mi scusi signorina Michealson non intendevo arrecarle dispiacere. >> stetti al suoi gioco. Ci guardammo negli occhi e non riuscimmo a frenare la risata che ci fece venire mal di stomaco.

Con le lacrime agli occhi appoggiai la testa sulla sua spalla mentre la sua ricadeva appoggiata sulla mia testa, sospirando pace. Le cioccolate ormai tiepide tra le nostre mani.

<< Secondo te, come hai potuto sbarazzarti di quella cosa brutta e cattiva? >> mi chiese all'improvviso. Guardai la mia tazza di Babbo Natale, la mia preferita, e ammisi che non lo sapevo. << Te l'ho chiesto perché a quanto pare Cameron non è l'unico ad avere dei poteri. >> continuò.

Sgranai gli occhi ed alzai la testa, guardandola. Aveva un'espressione serena, non una traccia di ilarità. << ho vissuto per 19 anni senza una traccia di magia nelle mie vene, lo saprei se sono una specie di strega, no? >> le chiesi ironica, alzando un sopracciglio ed indicandomi.

Mi lanciò uno sguardo malizioso e poi mi disse una cosa che non capii molto: << chi può dirlo, magari avevi un blocco. >>



Angolo autrice:
Eccomi! come promesso non ho fatto passare mille anni, di nuovo! Amatemi *si gasa troppo*
Vi chiedo una cosa, anzi due: vi piace Jenna? e Ronnie? Secondo voi nasconde qualcosa?
Io vi dico solo che una mia amica e mia sorella stanno tipo svalvolando...
alla prossima,
baci, Stella*

   
 
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