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Autore: themermaidwriter    29/09/2017    1 recensioni
La memoria è il nostro peggior nemico. Non fa altro che ricordarci del tempo che passa e tutto quello che ci siamo persi. Una morsa ci stringe il cuore e con tutti noi stessi desideriamo dimenticare. E se succedesse davvero? Se dimenticassi davvero tutti i tuoi sbagli, tutte le cose imbarazzanti che hai detto, tutti i tuoi rimpianti, saresti felice?
L'Alzheimer era il loro destino.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Sheperd, Meredith Grey
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Settima stagione
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Tomorrow is something you remember.
- Meredith Grey & Derek Shepherd.


"Riesci a sentirmi?" 
"La memoria è il nostro peggior nemico. Non fa altro che ricordarci del tempo che passa e tutto quello che ci siamo persi. Una morsa ci stringe il cuore e con tutti noi stessi desideriamo dimenticare. E se succedesse davvero? Se dimenticassi davvero tutti i tuoi sbagli, tutte le cose imbarazzanti che hai detto, tutti i tuoi rimpianti, saresti felice? Saresti felice di rimangiarti tutta la tua vita? E' questo quello che succede in questi casi: pian piano, pezzo per pezzo, il tuo cervello disintegra la tua memoria e insieme a tutti i tuoi errori si porta via tutto ciò che fino a quel momento ti ha fatto sentire vivo." 
"Parlami! Guardami!" 
"E' una condizione che ancora non conosciamo. Il cervello è un labirinto situato in un buco nero e ancora non abbiamo idea di dove ci nasconda i nostri ricordi. Potrebbe capitare in qualsiasi momento della giornata, mentre stai lì e vivi la tua vita improvvisamente la luce si spegne e quel privilegio ti viene tolto. Non è qualcosa che fa male solo a te, perché tu non te ne rendi conto, lo sai? E' qualcosa che danneggia il resto della vita che ti sei lasciato indietro. 
Questo è l'incubo che mi sono portata nel bagaglio a mano praticamente da sempre e sapendo della sua esistenza mi sono preparata a vivere così, ero pronta a dimenticare. Quello che non immaginavo era dover stare ancora dall'altra parte. Questa è la malattia, è stare dall'altra parte, questo è l'Alzheimer." 
Rimase in piedi immobile, un corpo muto e uno sguardo opaco mentre gli urlavano di svegliarsi da quel suo sonno vigile. Fu un episodio di circa dieci secondi, un momento di assenza, un galleggiare nell'aria dal quale precipitò in uno dei letti del Seattle Grace Hospital. 
"Chi sei?" 
"Dove mi trovo?" 
"Mi aspettano in sala operatoria." 
E una sessantina di queste frasi andarono a rincorrersi affiancate a più di un episodio violento nel tentativo di alzarsi e andare a vivere una vita immaginaria. 
Non faceva che piangere e stringeva più forte la mano. Nessuna parola era in grado di placare il delirio che si scatena nella mente di una persona invasa da quel male. I medici lo sanno bene, sanno quello che succede, conoscono i meccanismi di un lento degrado. Le persone no, le persone sperano e la speranza, per un medico può rivelarsi un sintomo più distruttivo della rassegnazione perché lo sai, lo sai benissimo che anche se stringi gli occhi o preghi il tuo dio, la condizione non ha chance di mutare. 
Richard Webber si fece spazio nella stanza guardando quella scena deprimente di totale assenza speranza. E' così che aveva deciso di affrontarla, schiacciando quella sensazione che si annusava nell'aria, di poter ricevere una buona notizia da chi non se lo sarebbe mai aspettato. 
"La diagnosi è confermata. E' Alzheimer." Guardò fisso entrambi negli occhi, si sentiva responsabile per non essere riuscito a proteggere da ogni male chi considerava suoi figli e impotente davanti alla malattia che aveva distrutto davvero tutti le persone che amava. 
Era sempre lei, sempre lì a svoltare l'angolo senza preavviso per prenderti in giro su come sei stato così stupido da poter pensare anche per un secondo che i tuoi progetti non sarebbero stati spazzati via da quella malattia. Come potevi pensare di vivere una vita indistruttibile? Lo pensi, ti viene spontaneo, dopo tutto il dolore che hai provato credi davvero che sia abbastanza e si sia consumato tutto, invece, non ti accorgi che ogni botta che dai ti allarga solo la ferita. Prese un lungo respiro. 
"Possiamo inserirti nella sperimentazione. E' un vostro progetto, sapete come funziona, è la decisione migliore, sarete d'accordo." si rivolse direttamente ad entrambi tentando di mantenere un comportamento il più professionale possibile. 
"Camion, capanna, cucchiaio." si sentì sussurrare. 
"No." E' la risposta che gli venne data senza alcuna ragione valida ma in momento di lucidità. 
Non servivano altre parole per capirlo, non dopo tutto quello che avevano passato insieme e non con quelle cicatrici che si portava addosso. Sapeva cosa dire. "Rispetto la tua decisione: Lo dirò solo una volta, solo una volta: se potesse esserci la possibilità di essere più forte di così la coglieresti? Se ti dicessi che potrei esser quella parte di te che non riesce ad andare più avanti di così, me lo lasceresti fare? Permettimi di essere quello che non sei capace di controllare, permettimi di curarti quando ti sentirai ferito. Non ti dico che sarà facile, non ti prometto che non soffrirai, non ti prometto che non soffrirò e non ci sarà possibilità di crollare, ma ti prometto di essere la parte di te che ti lascerà andare avanti. Questo è il matrimonio, Derek, è adesso il momento di scegliere me. E' adesso il momento in cui devi decidere se sono abbastanza per lasciarmi spazio accanto al tuo ego di neurochirurgo, se sono abbastanza per essere una completa parte di te." 
Derek deglutì fissandola negli occhi. Era una che non mollava, non l'avrebbe mai fatto anche se lei non ci credeva. Quello che diceva era la verità, quello che non sapeva è se sarebbe stato abbastanza coraggioso da far da parassito tutta la vita sulla moglie, non come marito ma come uno pesante zaino sulla schiena. 
Richard uscì dalla stanza lasciando i due amanti a pensare. Meredith si stese accanto a lui soffocandolo in un abbraccio che pareva d'addio. 
"Che cosa stai facendo?" chiese accarezzandola in volto. 
"Ti sto fissando, devo. Devo cercare di immagazzinare ogni tuo dettaglio, perché se dovessi morire potrei ricordarti nel miglior modo possibile." 
"Le decisioni suonano amare. Se potessimo perdere un po' della nostra arbitrarietà accetteremmo più facilmente gli eventi e le nostre azioni semplicemente perché sarebbero arrivate così. Ci ripeteremmo "era così che doveva andare." e sarebbe più facile non darci più la colpa per i nostri sbagli. Dimenticare è una scelta, perdonarsi per aver scelto una delle opzioni perché non si può avere tutto, non è scappare e fare l'egoista e essere presuntuosi a tal punto da non lasciare uno spiraglio per cambiare la propria decisione, è fare il neurochirurgo per rinchiudere la speranza in un cassetto e liberare la persona che ami da questo fardello. 
Giù lo zaino, dimentica anche tu. 
Non ti dirò che sarà facile, non ti prometto che non soffrirai, non ti prometto che non soffrirò e e non ci sarà possibilità di crollare, ma ti prometto di esser quella parte di te che ti lascerà andare avanti." 

the mermaid's notes: è per celebrare la season premiere della quattordicesima stagione di grey's pubblico la mia seconda nostalgica fan fiction sui merder (parte della raccolta immaginaria di cui titolo sull'header). Spero di aver trattato in modo corretto una tematica così delicata e spero vi piaccia. Lasciate una recensione e fatemi sapere che cosa ne pensate!

 
   
 
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