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Autore: PePiPa    29/09/2017    2 recensioni
«Che cosa significa tutto questo?»
Liam sgranò gli occhi, quasi che non comprendesse la parole di Theo. «Secondo te? Un letto gonfiabile è sicuramente meglio del sedile della tua auto, non credi?»
Theo si guardò intorno, fissando i poster alle pareti di Liam, per poi spostarsi sugli scaffali pieni di libri di storia, la scrivania disordinata, magliette e calzini sparsi un po' ovunque per la camera. Era tanto tempo che non si trovava in una situazione così normale.
«Vuoi... devo dormire qui? Con te?»
[...]
«Theo, svegliati!» Ci aveva provato, ma la chimera non rispondeva a nessuno dei suoi richiami. Ma non poteva rischiare che i suoi genitori lo sentissero, che capissero cosa Theo – cosa lui stesso – fosse davvero. Così, preso dal panico, aveva fatto l'unica cosa sensata che gli era passata per la testa.
Gli aveva dato un pugno dritto in faccia.
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[Penguin]
Genere: Commedia, Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam, Liam Dunbar, Theo Raeken
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

 

Quando Liam aveva aperto il suo portabagagli e aveva tirato fuori il suo borsone e se lo era caricato in spalla, allontanandosi con passi veloci, Theo non aveva potuto fare altro che seguirlo, appellandolo con epiteti davvero poco lusinghieri fino alla porta di casa sua, dove Liam si era momentaneamente fermato per aprire la porta.
Theo non capiva; perché rubargli il borsone? Lo sapeva – glielo aveva detto un attimo prima – che lì c'era tutto quello che possedeva, comprese le coperte con le quali si copriva nelle notti più fredde passate sdraiato sul sedile della propria auto. Theo era convinto che Liam non fosse una persona stupida, ma dopo quel gesto era quasi convinto a ricredersi.

 

*
*

 

Liam non ci aveva mai pensato. Era stato lui a tirare fuori Theo dall'inferno, e questo perché in quel preciso momento il branco aveva bisogno di lui. Non si era mai preoccupato delle conseguenze; non aveva pensato che, nonostante non fosse la persona più piacevole del mondo, Theo fosse comunque un orfano di soli diciotto anni. Senza famiglia, senza una casa.
«Quindi hai dormito in macchina tutto questo tempo?»

«Non è così male una volta che ti ci abitui».

Theo non lo avrebbe mai ammesso, ma quella situazione gli stava stretta. E Liam, senza capire il perché, non poteva far altro che empatizzare con la chimera, nonostante Theo facesse di tutto per nascondere il proprio disagio. E così, scendere dalla macchina e racimolare ogni possedimento del ragazzo gli era sembrata l'unica opzione possibile.

 

*
*

 

Non sapendo bene come, Theo si era ritrovato prima seduto a tavola davanti a un piatto di arrosto, accanto a Liam, per poi essere trascinato per le scale da sua madre, mentre quest'ultima gli chiedeva se preferisse coperte di cotone o di lana.
Non aveva quasi detto una parola, tanto paradossale gli sembrava la situazione.

Quando finalmente la porta della camera si chiuse alla loro spalle, gli occhi di Theo saettarono verso le iridi blu di Liam.
«Che cosa significa tutto questo?»
Liam sgranò gli occhi, quasi che non comprendesse la parole di Theo. «Secondo te? Un letto gonfiabile è sicuramente meglio del sedile della tua auto, non credi?»

Theo si guardò intorno, fissando i poster alle pareti di Liam, per poi spostarsi sugli scaffali pieni di libri di storia, la scrivania disordinata, magliette e calzini sparsi un po' ovunque per la camera. Era tanto tempo che non si trovava in una situazione così normale.
«Vuoi... devo dormire qui? Con te
Liam alzò le spalle. «Se preferisci c'è sempre la vasca da bagno» rispose, indicando una porta a fianco il letto. «Ma potrebbe servirmi domani mattina, e non credo tu voglia svegliarti con me nudo davanti gli occhi».
Un accenno di risata. Theo non rideva spesso; anzi, non rideva mai. Non in maniera spontanea, almeno. «Ho visto di peggio» rispose, poggiando la borsa sul pavimento della camera «ma credo che sceglierò il materasso; se poi vorrai presentarti nudo anche là, io non mi lamenterò».

 

*
*

 

Theo aveva avuto un incubo. Liam si era svegliato di soprassalto, destato da un ruggito di dolore proveniente dal letto accanto al suo. Theo era lì, ancora addormentato, ma in preda a spasmi, gli artigli e i denti in bella mostra. Prima di rendersene conto Liam era sceso dal letto, e si era catapultato di fianco al materasso gonfiabile occupato dal ragazzo.
«Theo, svegliati!» Ci aveva provato, ma la chimera non rispondeva a nessuno dei suoi richiami. Ma non poteva rischiare che i suoi genitori lo sentissero, che capissero cosa Theo – cosa lui stesso – fosse davvero. Così, preso dal panico, aveva fatto l'unica cosa sensata che gli era passata per la testa.

 Gli aveva dato un pugno dritto in faccia.


*
*


«Hai bucato il materasso con gli artigli!»

Theo si girò verso Liam, perplesso e irritato. «Non riuscivo a svegliarti» continuò poi il giovane licantropo, risedendosi sul proprio materasso e cercando di giustificarsi per aver colpito il suo ospite in pieno viso.
«Ho reagito d'istinto! Mi hai dato un pugno sul naso! O me la prendevo con il materasso, o con il tuo bel faccino. Ti è andata di lusso» sbottò Theo. «E l'ultima volta che ho controllato, il modo più efficace di svegliare qualcuno da un sonno profondo era un bacio, non un destro ben piazzato.»
Liam non rispose, roteando gli occhi e coprendosi di nuovo con la coperta. «Non lamentarti e taci. E spegni la luce».

Dopo qualche secondo la camera tornò buia, e il silenzio divenne sovrano.
«Liam?»
«Che vuoi? Ormai sei in piedi, niente bacio per farti svegli-»
«Ho bucato il materasso con gli artigli»



*
*


«Ho bucato il materasso con gli artigli»
Così Theo aveva annunciato il fatto. E non appena le sue parole gli erano arrivate alle orecchie, aveva sentito un peso sbilanciare il proprio letto, mentre qualcuno tirava via le coperte dalla sua faccia.
«Che stai facendo?»
«Ho bucato il materasso con gli artigli» ripeté Theo, con tranquillità. «Dove vuoi che dorma, nella vasca da bagno?»
«Se non erro l'avevamo già presa in considerazione» borbottò Liam, spostandosi tuttavia naturalmente verso il bordo del letto, per permettere a Theo di stendersi accanto a lui.


Come qualche minuto prima, il silenzio tornò a regnare nella stanza; l'unica nota udibile era quella di due respiri, leggermente pesanti, che si muovevano in maniera sincronica.


*
*


Dormire con qualcuno era una sensazione strana. Theo non ricordava di averla mai provata prima di quel momento. I suoi sensi erano sviluppati in maniera sovrannaturale, ed ogni minimo movimento, ogni minimo odore e ogni minimo rumore gli risuonavano nella testa. Si addormentò, dimenticandosi per un momento dell'incubo appena fatto, di sua sorella che lo uccideva ancora e ancora strappandogli il cuore dal petto, cullato solamente dal respiro e dal battito cardiaco di Liam.

 

*
*


Liam si svegliò di nuovo, con un braccio intorpidito a causa della posizione scomoda. Theo si agitava ancora nel sonno. Il ragazzo si tirò su, pronto a colpire nuovamente il ragazzo più grande per farlo smettere di muoversi. Era pronto, quando le parole di Theo gli risuonarono nella testa, e prima che se ne accorgesse la mano chiusa in un pugno che stava per colpire il ragazzo si aprì, e raggiunse la sua guancia. Un attimo dopo, anche le sue labbra si accostarono a quelle di Theo.


*
*


«Sei un coglione» Liam si massaggiò il naso, dove una testata l'aveva appena colpito in pieno.
«Come ti è saltato in mente di baciarmi? Hai visto che è successo al materasso poco fa?» continuò Theo, immobile sul letto, intento a fissare Liam tamponare il sangue, conseguenza del colpo ricevuto dal ragazzo.
«Stavo solo seguendo il tuo suggerimento» borbottò il licantropo, fulminando Theo con lo sguardo, gli occhi azzurri leggermente socchiusi.
«Io scherzavo, ragazzino. Non puoi baciare la gente che sta avendo un incubo. Non puoi baciare me, mentre sto avendo un incubo, è già tanto che non ti abbia sfregiato la faccia! Ho reagito d'istinto!»
«Tu e il tuo stupido istinto». Liam tacque, ancora dolorante, dando le spalle a Theo e coprendosi nuovamente, questa volta con la coperta fin sopra la testa. «La prossima volta proverò a soffocarti direttamente, vediamo cosa ti dirà l'istinto così».
«Probabilmente» iniziò Theo, scoprendo leggermente Liam e toccandogli una spalla, costringendolo così a voltarsi e a guardarlo. «Probabilmente», ricominciò, «mi direbbe di difendermi e colpirti, di nuovo».
Liam lo ignorò, scuotendo la spalla per allontanare la mano di Theo, ancora poggiata tra la sua clavicola e l'inizio del braccio.
«Ma sai cosa mi dice il mio istinto adesso?»


*
*


«Ma sai cosa mi dice il mio istinto adesso?»
Quando Theo aveva pronunciato queste parole, Liam si aspettava un qualche tipo di insulto, o un calcio ben assestato sotto le lenzuola. Di certo, quello che non aspettava erano le gambe di Theo a cavalcioni su di lui e la sua bocca impressa sulla sua. Ma, questa volta, fu lui a reagire d'istinto. Tuttavia, invece di colpire Theo per la seconda volta, tutto quello che Liam fece fu aprire ancora di più la bocca, e artigliare la maglietta del ragazzo per tirarlo più vicino a sé.





   
 
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