30/09/2017
2 recensioniDisclaimer » Cowboy Bebop © Shin'ichirō Watanabe, Sunrise
Space dementia
Space dementia
Per quanto gli sembri di conoscerne una piccola, infinitesimale parte come le sue tasche, Jet Black sa che l'universo è, per sua natura, imprevedibile. O, almeno, deve esserlo.
Non si spiegherebbe, altrimenti, com'è che Faye Valentine ci sia finita, nel suo letto. Nuda.
«Quello era colore, comunque, Jet. Il che significa che avevo vinto io, di nuovo».
«Ovviamente».
Nemmeno ricorda quand'è che abbiano cominciato a giocarla, quella partita. Figuriamoci se si ricorda quando hanno finito di giocare a poker, e quando hanno iniziato a fare, beh, altro.
Non che se ne lamenti, chiaramente. E non che sia la prima volta che la vede effettivamente nuda, ma il fatto che sia stata lui a spogliarla — e non durante lo strip poker, visto che non ha vinto neanche una mano — lo sorprende anche dopo tutte quelle ore passate da soli, insieme, senza vestiti.
«Sai, però... devo dire che è stato meglio di quanto potessi immaginare».
«Perché, lo avevi immaginato?»
Touché. La truffatrice viene colta in fallo prima che possa ritrattare, ed è con somma soddisfazione dell'uomo che arrossisce vistosamente.
«Ti piacerebbe».
Jet non le risponde, ma il proprio ghigno malcelato lo tradisce, ed è forse peggio di qualsiasi cosa avrebbe potuto replicare. A lei non sfugge, come qualunque cosa, e non ci mette molto prima di saltar giù dal suo letto e a dirigersi verso la porta.
«Non giocherò mai più a strip poker con te».
«D'accordo».
«E smettila di fare quella faccia! Pensa a riparare quella maledetta doccia, piuttosto».
«Ai suoi ordini, signora».
Che sia l'universo ad essere imprevedibile, o solo Faye Valentine, Jet non lo sa.
Ma è con un sorriso che la guarda andare via, perché di una cosa è certo: in un modo o nell'altro, Faye torna sempre.
Ho scritto questa storia mesi fa, subito dopo aver terminato la visione di Cowboy Bebop, per l'appunto. Ad oggi, il motivo per cui non l'abbia pubblicata subito dopo averla scritta mi è oscuro. Forse non mi convinceva appieno, ma adesso sì, circa. Più o meno. Fatto sta che Cowboy Bebop è stato uno dei miei recuperi estivi di quest'anno, uno di cui non mi son pentita, se non di non averlo visto prima. È un anime unico, meraviglioso, che va visto perché un capolavoro, una commistione di generi a me cari, tutti, condita da una colonna sonora fantastica e atmosfere molto suggestive, oltre che da piccole citazioni geniali qui e lì. Una scemenza scritta di getto se la meritava. Forse anche due, o anche tre.Sì, sto malcelatamente suggerendo che potrei tornare in questi lidi. Dovevo scrivere di questo anime, necessariamente. E il fatto che abbia scritto di loro due, in fondo, non mi sorprende troppo. Per quanto tutto lascia sottintendere un sottile avvicinamento tra Spike e Faye, io ho shippato Faye/Jet fin dall'inizio. Sono ben presto diventati una delle mie OTP, ed è un mio incrollabile headcanon che, dopo il finale che conosciamo, Faye e Jet abbiano continuato a fare i mascalzoni in giro per l'universo, per scacciare il reciproco dolore e riempire i reciproci vuoti. E nessuno potrà convincermi altrimenti. Detto questo, ho ricamato su alcune scene di strip poker che han mostrato nell'anime, e su quella scena in cui Faye si lamenta della doccia rotta, mi sono presa la libertà di collocare questi eventi nello stesso momento anche se, in realtà, appartengono a due episodi distinti e distanti. Spero che mi perdoniate questa piccola licenza. Il titolo della flash, più che al suo significato in sé, neanche molto chiaro e un po' controverso, fa riferimento alla canzone dei Muse, che stavo ascoltando mentre la scrivevo. Per il resto, spero che vi piaccia, qualsiasi commento è gradito, in caso.
Alla prossima,
Non si spiegherebbe, altrimenti, com'è che Faye Valentine ci sia finita, nel suo letto. Nuda.
«Quello era colore, comunque, Jet. Il che significa che avevo vinto io, di nuovo».
«Ovviamente».
Nemmeno ricorda quand'è che abbiano cominciato a giocarla, quella partita. Figuriamoci se si ricorda quando hanno finito di giocare a poker, e quando hanno iniziato a fare, beh, altro.
Non che se ne lamenti, chiaramente. E non che sia la prima volta che la vede effettivamente nuda, ma il fatto che sia stata lui a spogliarla — e non durante lo strip poker, visto che non ha vinto neanche una mano — lo sorprende anche dopo tutte quelle ore passate da soli, insieme, senza vestiti.
«Sai, però... devo dire che è stato meglio di quanto potessi immaginare».
«Perché, lo avevi immaginato?»
Touché. La truffatrice viene colta in fallo prima che possa ritrattare, ed è con somma soddisfazione dell'uomo che arrossisce vistosamente.
«Ti piacerebbe».
Jet non le risponde, ma il proprio ghigno malcelato lo tradisce, ed è forse peggio di qualsiasi cosa avrebbe potuto replicare. A lei non sfugge, come qualunque cosa, e non ci mette molto prima di saltar giù dal suo letto e a dirigersi verso la porta.
«Non giocherò mai più a strip poker con te».
«D'accordo».
«E smettila di fare quella faccia! Pensa a riparare quella maledetta doccia, piuttosto».
«Ai suoi ordini, signora».
Che sia l'universo ad essere imprevedibile, o solo Faye Valentine, Jet non lo sa.
Ma è con un sorriso che la guarda andare via, perché di una cosa è certo: in un modo o nell'altro, Faye torna sempre.
Note a piè di pagina
Ho scritto questa storia mesi fa, subito dopo aver terminato la visione di Cowboy Bebop, per l'appunto. Ad oggi, il motivo per cui non l'abbia pubblicata subito dopo averla scritta mi è oscuro. Forse non mi convinceva appieno, ma adesso sì, circa. Più o meno. Fatto sta che Cowboy Bebop è stato uno dei miei recuperi estivi di quest'anno, uno di cui non mi son pentita, se non di non averlo visto prima. È un anime unico, meraviglioso, che va visto perché un capolavoro, una commistione di generi a me cari, tutti, condita da una colonna sonora fantastica e atmosfere molto suggestive, oltre che da piccole citazioni geniali qui e lì. Una scemenza scritta di getto se la meritava. Forse anche due, o anche tre.
Alla prossima,
Aoi ~