Ho chiuso gli occhi. Lei dorme. Sento
il suo corpo caldo, il
suo respiro regolare, il suo cuore battere. Sento il suo morbido seno
sul mio
petto, il suo braccio che mi circonda l’addome.
L’ho voluto io. Sono tornato
dalla Russia e sono venuto qui. Da lei. Nel suo letto.
Dopo quel che mi ha detto Dinah sono
tornato a Star city con
un solo intento. E sono venuto a cercare lei. Lei che mi ha accolto.
Baciato. Mi
ha abbracciato. Non e’ corsa nelle mie braccia come facevi
tu. Come hai fatto
tu mentre credevamo che il mondo finisse fuori da quel magazzino, nella
fredda
notte russa.
Abbiamo fatto.. non lo so cosa
abbiamo fatto. Sesso? Si, piacevole
anche. L’amore? Non credo. Non lo so. Non so piu’
niente. Tengo gli occhi
chiusi ma non dormo. Penso.
E’ passato parecchio tempo
da quando ho tenuto una donna tra
le braccia. Non una donna qualunque. Te. Non in comodo letto. Su un
duro
pavimento. Non avvolto da morbide e fresche lenzuola. Ma da un ruvido
panno
scuro. Non con una mano ad accarezzare lei sopra il lenzuolo. Ma la tua
pelle,
il tuo bellissimo corpo.
Immagini mi scorrono nella mente. La
salmon ladder. I tuoi
occhi. Il tuo sorriso. Le tue labbra roventi. Le tue braccia attorno al
mio
collo. Il tuo corpo che si stringeva al mio. Io che ti sollevo. Le tue
mani su
di me. I nostri baci infuocati. Io che indietreggio fino a terra
tenendoti
stretta a me. bevendo dalla tua bocca. I nostri respiri, i nostri
gemiti. Il
tuo reggiseno rosa, volato via nella smania di sentirti finalmente di
nuovo
mia. Il tumulto dei sentimenti, il desiderio bruciante, la passione che
divampava. L’intenso piacere quando siamo diventati una cosa
sola. La comunione
dei nostri cuori, delle nostre anime. Ci eravamo ritrovati.
E dopo… la quiete dopo la
tempesta dei sensi. La pace. Mi
sentivo leggero. Le tue parole scherzose. Le nostre dita che
giocherellavano
intrecciate. Tu che strofini la tua guancia di pesca sul mio petto. la
dolce
carezza dei tuoi capelli sulla mia pelle. E il mio sorriso. I nostri
sorrisi.
Quella lunga carezza sulla tua schiena bianca e liscia. E tu che
allontani. Ti
stacchi da me. Diventi seria.
Ti amo mi hai detto e questo
significa solo che non devo
avere niente di
meno che non sia la tua
completa fiducia.
Ricordi che uccidono ancora il mio
cuore.
Ti avevo perso. Di nuovo. Hai poi
tentato di parlarmi. Hai
detto che non eri pronta. Ti ho detto che non sarei andato da nessuna
parte.
Non abbiamo piu’ parlato. Tu hai trovato Billy. Mi hai
dimenticato? Hai messo
da parte il nostro amore, sei andata avanti. Io sono rimasto fermo
dov’ero. Non
volevo muovermi. Non volevo andare avanti con un’altra.
Perche’ voleva dire che
era finita sul serio. E io non volevo. Non volevo. Poi ho saputo di
lui. Poi e’
arrivata lei. Lei che insisteva per uscire. Perche’ no mi
sono detto. Tu avevi
Billy. Poi lui e’ morto. No. L’ho ucciso. Non
potevo fare piu’ niente. Anche se
tu non mi hai dato colpe. Ci siamo allontanati ancora di piu’.
Ci provo. Ci sto provando. E stanotte
e’ successo. Non so
bene come mi sento. So solo che devo andare avanti. Devo. Ma non mi sento come
dovrei. Come vorrei.
Lei mi ha fatto tante domande.
Logico. Comprensibile. Ma non
sono pronto a dirle qualcosa. Non ora.
Tu non mi hai mai chiesto niente. Ma
il poco che sono
riuscito a raccontare del mio inferno l’ho detto a te.
La mia risatina alla battuta di lei
sul gemellaggio delle
citta’, la prima scusa plausibile che ho trovato.
Il mio sorriso sincero ogni volta che
tu blateravi, nello
stanzino IT dove ti ho incontrato, ogni volta che ti parlavo. Anche
quella
prima volta nell’ufficio di mio padre, che tu non mi hai
visto. Tu mi hai
sempre fatto sorridere.
Tu chemi hai guardato stranamente
quando ti ho detto che tu
e Dig siete migliori di me, tu che mi hai detto che proprio io ho
dimostrato
che a volte si deve scendere nel fango per fare cose giuste. Io non
voglio che
l’oscurita’ stenda la sua ombra su di te. Hai
qualcosa dentro. Qualcosa che non
vuoi dirmi. Qualcosa che rode, che ti tormenta. Che ti fara’
passare il limite.
Rory ha detto che gia’ l’hai passato. E mi chiedo
quale. Lo so cos’e’ che
provi. Conosco quella sensazione. Quell’ansia. Quella furia.
Quella sete di
vendetta. Ma non ho nessun diritto di dirti nulla. E mi dispiace che tu
non mi
dica nulla. Mi fa male.
Lo so. Lei non e’ te. Ma
devo muovermi. Ti avrei aspettato
una vita. Ma quel che ho fatto, quel che ho visto in Russia nei tuoi
occhi,
quel che e’ successo con Billy… devo andare
avanti. Devo dimenticarti. Anche se
so che non ci riusciro’ mai. Non completamente. Non posso
scordare la prima
donna che mi ha fatto stare bene con me. Che ha visto in me quello che
tutti
gli altri non vedono. Che mi ha fatto sentire qualcosa che e’
stata la cosa
piu’ bella
della mia vita.
Ho lei tra le braccia adesso. Forse
sbaglio. Forse no.
Vedremo cosa succedera’. Lei nella mia vita
‘normale’ di ogni giorno. Tu nella
mia vita ‘notturna’, al mio fianco contro i
cattivi. Ti vedro’ ancora domani al
covo. Lontana. Lontanissima. Ma ci sarai.
Ancora non so quel che mi
fara’ Chase. Ancora non so cosa
farai tu con Helix. Ancora non so che con lei fin9ra’ presto.
Ancora non so che
rimarremo intrappolati in quel bunker nel quale lottiamo tutti i giorni
insieme
e nel quale abbiamo sepolto il nostro amore. Nascondiglio e prigione.
Ancora
non so che ti confessero’ quella cosa di me che mi tiene
lontano da te. Quel
terribile oscuro segreto che solo quel mostro mi fara’
ammettere. Ancora non so
che tu capirai. Che mi perdonerai. E che mi chiederai scusa. E
soprattutto ancora
non so che sorridero’ di nuovo. Nell’incavo del tuo
collo, abbracciandoti dopo
un bacio inaspettato e dolcissimo che mi riempira’ ancora di
luce nel cuore e
nell’ anima, prima della battaglia finale su Lian Yu. Ancora
non so che mi
dirai che non vuoi piu’ rimpianti, che gia’ nei hai
avuti troppi nei riguardi
di noi due. Noi due. Noi.
Ancora non so tutto questo. So solo
che devo provare a essere
felice, di nuovo. E sorridere. Ma quello che ho sul viso non
e’ un sorriso. L’amore
vero fa splendere. Ma io sono ancora nel buio. Fino a che tu non
tornerai da
me. Fino a che io non tornero’ da te.
-----------------------------------
Una piccola one shot che ho scritto
tempo fa. Tornata a
galla dopo aver rivisto la famigerata scena sul dvd in inglese che ho
ricevuto
da poco. E confrontata con l’ormai mitico flashback della
5x20. Sapete che io
ho una fissa con la cavalla giornalista, mai digerita e gestita
malissimo
(nonostante fosse odiosa, la sua trama aveva un bel altro alto
potenziale che
si poteva sfruttare). I confronti sono sempre impietosi ma non
c’e’ storia. Pensate
solo al sorriso di Oliver con Felicity stretta tra le braccia al covo.
Un uomo
felice. E alle espressioni di lui a letto con la cavalla, quei mezzi
sorrisi
tirati, la sua serieta’. E’ tutto li’.
Un’ Illusione. E invece gli Olicity
sono… Olicity. Punto. E non mi
pronuncio sul quel che succedera’ nel crossover. Attendo.
Fiduciosa.
A presto mie preziose lettrici.