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Autore: Nicolessa    30/09/2017    0 recensioni
Questa storia di fantasia (ripeto: di fantasia), seppur includendo dei dettagli reali, ripercorre gli episodi della (da me tanto adorata) ship O'Broden. Partendo dai provini per entrare a far parte del cast di Teen Wolf, scopriremo cosa sia passato per la testa di Holland e Dylan durante il loro rapporto.
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“ «Sai, saresti una Lydia perfetta per me» mi disse mentre andava via, dandomi il cambio per entrare in sala. «Cioè, per il mio Stiles» si corresse poi grattandosi la nuca (al tempo nuda e appena ispida). Adorabile.
Tre giorni dopo ebbi la conferma ufficiale: il ragazzetto che aveva recitato con J.Lo e quello dal collo di gomma avrebbero ricoperto rispettivamente i ruoli di Scott e Stiles.
L'inizio di un'era.”
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dylan O'Brien, Holland Roden, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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An O'Broden Story (7) H-D-H
(7) Supporto morale





Holland POV

Mi sento di poter affermare d’avere un buon rapporto con i media, tutto sommato. Non sono una a cui piace spiattellare la propria vita privata in primo piano ma, allo stesso tempo, non vivo da eremita in ritiro spirituale sulla vetta di una montagna. Attenzione: la mia non è una predica. Chiunque dovrebbe decidere in totale autonomia cosa farne della propria privacy. E se lo dice una che è seguita dai paparazzi anche quando esce per comperare un regalo di compleanno per un’amica, è tutto dire.
Come ho già detto, non è un gran problema per me. Anche i media, come i paparazzi, svolgono il loro lavoro ed anche loro, esattamente come in ogni mestiere, possono decidere se attenersi alle regole o andare oltre la linea gialla di sicurezza ed azzardare ”il colpo grosso” seppur eticamente scorretto.
Ma fino ad ora non ho sviluppato alcuna mania di persecuzione o paranoia in generale perciò mi ritengo soddisfatta.
Convivo con le pressioni esercitate dai media ormai da anni, sia riguardo la sfera relazionale che quella lavorativa. Che nel mio caso sono spesso andate di pari passo.

«È… un bell’impegno, Holl» disse Crystal raggrinzando su di un lato le labbra.
Eravamo entrambe avvolte in dei morbidi burritos di coperte in pile, accoccolate sul divano del mio trailer. Nonostante fosse piena primavera, le temperature tendevano a scendere parecchio di notte e trascorrere così quelle fredde serate dopo aver girato tutta la giornata era per noi il top del relax. Ma, onestamente, quella sera non sarei riuscita a fare nient’altro.
Avevo appena rotto con Colton ed il mio umore, nonostante avessimo concluso la nostra relazione in maniera del tutto civile -se non addirittura amichevole-, era sotto terra.
Me l’aspettavo, però. Anzi, a dirla tutta era perfino sollevata. Ero contenta che avesse avuto il coraggio e la forza per guardarsi dentro e realizzare cosa davvero volesse per lui e la sua felicità.
Ciò non toglie che mi sentissi uno schifo. Ecco perché non me la sentii di dissentire. Erano un mucchio di responsabilità quelle che mi stava affidando.
«Non state più insieme ma comunque non potete tranquillamente frequentare altra gente poiché per il mondo siete ancora una coppia? Non lo so…» si prese una piccola pausa, forse indecisa se lasciarsi andare a quel suo pensiero critico. «Colton è fantastico, gli voglio un mondo di bene, ma… mi sembra un po’ troppo da chiedere. Specialmente a te» confessò. Concordai annuendo con il capo. Ero in quella fase della rottura in cui si perdevano tutte le parole.
Un rumoroso sospiro uscì dalle labbra di Crys. Mi si spostò più vicina e con un gesto della mano fece appoggiare la mia testa sulla sua spalla, in segno di totale supporto.
Una buona amica ed un tè caldo erano tutto ciò di cui avessi bisogno in quel momento.




Dylan POV

«Dovrei andare a vedere come sta» mi alzai di scatto dal divano mollando il controller della PlayStation sul tavolino.
Nessuno mi prese sul serio dato che quella era la quarta volta che mettevo in scena quel teatrino.
«Se se, vai» mi incoraggiò Tyler approfittando della mia lontananza dalla console per distruggermi nel gioco. Perfino lui sapeva che non l’avrei fatto sul serio benché lo volessi. Eccome.
«Questa volta dico sul serio, amico!» Sbottai quasi innervosito. «Hai visto che faccia aveva oggi? Non era la sua faccia, quella.»
«Bro, è una ragazza. Una volta al mese a loro è concesso.»
«Beh… che me lo dicesse, allora!» Risposi nel panico. Meglio dire qualcosa di stupido ed imbarazzante piuttosto che restare zitti: era una mossa marchiata Dylan O’Brien.
«Ah, sì. In effetti mi sembri proprio il tipo perfetto con cui parlare di problemi femminili!» Ironizzò senza neanche degnarmi di uno sguardo. La stessa cosa fece con Hoec non appena varcò la soglia del trailer. Era proprio determinato a vincere a quello stupido gioco!
«Se per oggi non avessi già messo da parte Derek, ora vi chiederei chi dei due ha “problemi femminili” e che, per altro, non sarebbe stato nemmeno tanto shoccante scoprire che ne abbiate, in generale» esordì con un sorrisetto e lanciandomi la giacca che avevo dimenticato sul set. «Di cosa stavate parlando?»
«Dylan vuole di nuovo fare lo strambo con Holland» riassunse alla perfezione T-Pose, esultando appena due secondi dopo per aver vinto il round contro il mio immobile personaggio.
«Dalle tregua, per oggi» troncò le mie intenzioni il più adulto della stanza. Poi scosse la testa e si mise le mani sui fianchi, pensieroso.
Perché quell’uomo sembrava sempre avere delle informazioni vitali di cui io ero all’oscuro?!
«Perché, cosa c’è che non va? Cosa sai? Le hai parlato? Ti ha detto qualcosa?» Lo tempestai di domande raggiungendolo sull’uscio della porta.
«Pare che lei e Colton non stiano più insieme.»
Cioè, gettò quella bomba nucleare semplicemente facendo spallucce. Lo perdonai solo perché sembrava sinceramente dispiaciuto. Tyler conosceva Holland da ancor prima che iniziasse lo show; era davvero affezionato a lei quasi come se fosse una sorella.
«Oh, merda.» Posey andava proprio bene con i riassunti quella sera.
Il mio cervello andò in blackout. Sapevo che avrei dovuto fare qualcosa per lei ma non sapevo cosa. Cos’è che si faceva in quei casi?
«Mentre tornavo ho incontrato Crys. Abbiamo parlato un po’ e poi mi ha detto che era appena stata da lei e che ora dovrebbe stare meglio. Magari sta già dorm-»

Ma ero già uscito dalla porta, infilandomi frettoloso la giacca che mi era appena stata restituita. E che avrei dimenticato di nuovo.




Holland POV

«Sicura di star bene? Posso rimanere con te se vuoi.»
«Sei venuta dritta qui dopo aver girato, Crys. Sul serio, sto bene» insistei cacciandola quasi di peso fuori dal trailer. Non che non la volessi con me ma aveva bisogno di riposare. Non potevo trascinare giù con me anche lei, che era abituata a risplendere alta nel cielo per illuminare le vite di chiunque avesse la fortuna di conoscerla. «Tu va’, noi ci vediamo… tra qualche ora.» Turni assurdi da attore. «Sala trucco alle quattro e mezza, giusto?»
Lei sospirò sconfitta ed infine annuì. «Giusto. Cerca di riposare.»
«Certo! Non voglio dare più lavoro a Megan di quanto già non ne abbia!» Lo dissi ridendo ma era tutto vero. Quella donna doveva avere a che fare con la mia pelle capricciosa ogni giorno; non meritava altre rogne.
«Buona doccia! A dopo!» Chiusi la porta dopo averle sventolato la mano in saluto e mi rigettai immediatamente tra le braccia del mio giaciglio; non aveva senso preferire il freddo letto quando a disposizione avevo ancora il tepore intrappolato tra i cuscini del divano ugualmente comodo.
Mi rannicchiai per trattenere meglio il calore e mi accorsi, mio malgrado, che occupavo soltanto metà dello spazio disponibile sul divano. Mi domandai se per tutti quei mesi fosse stato così anche per il cuore di Colton.

Ero in quella posizione da un quarto d’ora circa, rannicchiata, fissa a guardare il disordine sparso per tutto l’ambiente, in perfetta sintonia con il casino che avevo in testa.
Poi qualcuno bussò alla porta e mi risvegliò dallo stato semi-catatonico in cui mi trovavo. Ero sicura fosse Crystal che, pronta ad impormi con tutto l’affetto possibile ed immaginabile la sua compagnia, aveva fatto marcia indietro. Per un attimo pensai di lasciarla fuori e farle credere che fossi caduta vittima di Morfeo ma… non potevo farle questo. Sarebbe stato come voltare le spalle al proprio angelo custode.
Raggiunsi quindi la porta stringendomi la coperta sulle spalle (e fingendo una punta di sonnolenza? Forse ) e la aprì.
Ma non era lei.

«Colton?»



  
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