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Autore: Hedoniste    30/09/2017    2 recensioni
Una spiaggia, una ragazza smarrita e delle parole d'incoraggiamento.
Fai ciò per cui il tuo cuore fa un sobbalzo.
Una storia nata in un momento cupo, per ricordare che la luce è laggiù, in fondo al tunnel.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La bussola del cuore


Le onde s’infrangono sulla sabbia con un ritmo lento, cadenzato. Niente come il rumore del mare per farmi calmare. Qualsiasi angoscia, qualsiasi ansia sbiadisce, se messa a confronto con quell’azzurro ipnotico.

Sento la sua presenza, come se il suo sguardo mi avesse seguito fin lì.

— Ma’? — chiamo debolmente. Sento dei passi avvicinarsi alle mie spalle, attutiti dalla sabbia fine della spiaggia. Lei si siede vicino a me sulla sabbia e mi guarda senza parlare. Non porta le scarpe, né le calze e i suoi piedi nudi affondano quando abbraccia le gambe e posa il mento sulle ginocchia, nella sua posizione preferita.

Eccola qui mia madre, con i capelli corti pettinati con grazia e il trucco accurato ma leggero. Si è voltata a fissare il mare ed io faccio altrettanto, mentre gli occhi mi si riempiono di lacrime.

— Cosa c’è, tesoro? Non devi piangere.

Facile a dirsi.

— Non lo so, Ma’. Sembra che da qualunque parte guardi il problema, non ci sia una soluzione.

Rispondo piccata perché, nonostante il calore del sole e l’effetto calmante delle onde, mi sento il gelo nel cuore. La mia vita è ferma a un bivio del quale non avevo previsto nemmeno l’esistenza e, guardandomi indietro, ho capito di essermi scavata la fossa da sola. Scelta dopo scelta, palata dopo palata.

— Non devi aver guardato bene, allora. Dall’esterno, ti assicuro che vivi una vita invidiabile. Non c’è niente che non vada in te e hai tutte le carte in regola per fare qualsiasi cosa tu voglia.

Tipico di lei, l’inguaribile ottimista capace di sedersi in mezzo a una spiaggia vestita di tutto punto, incurante della sabbia, della salsedine, del caldo.

— Ti prego, non iniziamo con questa storia delle carte in regola. È proprio qui che ti sbagli. C’è sempre qualcosa che manca, qualche titolo che non ho. Finora, ho sbocconcellato esperienze qui e là senza mai approfondire, quindi, anche se me la sono sempre cavata, non ho in mano niente.

— Alcuni la definirebbero versatilità, persino eclettismo.

Le lacrime che ormai scorrono liberamente non riescono comunque a fermare la mia risata di scherno.

— Ma’, eclettico è un aggettivo da ricchi. È come quando uno ha gusti strani: se è ricco, è eccentrico; se è povero, è soltanto strano. Io sono una figura abbozzata: non ho studiato abbastanza, non ho lavorato abbastanza, non sono abbastanza. Sono in quell’età in cui non si è più giovani e non si è ancora vecchi, ma lo si diventerà presto. Dovrei essere matura e invece non ho nemmeno capito che diamine voglio fare della mia vita. Mi sento inutile, altro che versatile.

— Tesoro, non è certo stando qui a commiserarti che troverai la strada — mi risponde lei, nel suo solito tono pratico — Te l’ho detto: hai i requisiti per arrivare a fare qualunque cosa tu voglia. Certo, niente arriva per niente e alcuni percorsi sono più tortuosi di altri, ma se fossi veramente convinta, non sentiresti nemmeno la fatica, ti conosco. Per questo mi chiedo: cosa c’è che ti blocca?

Taccio per un lungo momento, respirando profondamente al ritmo delle onde. Ammettere certe cose è difficile, doloroso, come incidere una ferita infetta. Vorresti lasciarla lì a guarire da sola pur di non dover prendere una decisione, anche sapendo che procrastinando la carne sana marcisce a sua volta.

La presenza di mia madre qui con me m’impedisce di prendere la via facile e, mio malgrado, vengo sospinta verso l’alternativa. Decido di interrompere il silenzio.

— Ho paura, Ma’. Paura di sbagliare strada un’altra volta, di non essere in grado di fare la scelta giusta o ancor peggio, di non essere in grado di fare alcuna scelta e vegetare per sempre. Il passato non si cambia, il futuro è incerto, ed io sono paralizzata a metà.

— Allora, concentrati sul presente. Quello che hai fatto finora ti ha portata dove sei adesso, nel bene e nel male. Ma, mentre prendevi ognuna di quelle decisioni, pensavi di fare la cosa giusta, no? Non c’è mai stato niente che tu abbia fatto con la precisa intenzione di danneggiare te stessa, o gli altri. Credi di aver perso tempo? Non trovo! Ne stai perdendo di più adesso; sei rinchiusa nella tua gabbia dorata di cui hai la chiave, ma ti racconti la scusa che sarebbe troppo pesante da girare, quindi tanto vale stare chiusa dentro a lamentarti.

Non sta urlando, non l’ha mai fatto, ma le sue parole mi colpiscono con l’intensità di uno schiaffo. Come a voler sottolineare la gravità del momento, una folata di vento si alza e fa schiumare le onde che si abbattono ora con più violenza sulla costa.

— Non lo troverai chissà dove, il coraggio di intraprendere i tuoi progetti: lo hai già. Devi solo tirarlo fuori, e se non sai da dove cominciare, inizia da un progetto a caso. Il primo che ti viene in mente, il primo per cui il tuo cuore fa un sobbalzo. Se non hai quello che credi che serva, non fa niente: vai avanti lo stesso. Forse andrà bene, o forse no. Sicuramente avrai più possibilità in questa maniera che continuando a credere che non valga nemmeno la pena di provare.

Se è la sua voce a pronunciare certe frasi, crederci è più semplice. Ciononostante, la logica è più forte della fede e costruire castelli in aria comporta un bel dispendio di energie.

— Sento il tempo sfuggirmi dalle dita come la sabbia di questa spiaggia, Ma’. Le cose accadono così in fretta che certi avvenimenti mi sembrano di ieri e invece sono passate settimane. Non posso bruciare le giornate dietro al nulla.

— Trema quando un giorno ti sembrerà talmente lungo da pregare di vederne la fine, figlia mia. Non c’è cosa peggiore. Devi inseguire i tuoi sogni finché avrai vita, solo così avrai dato il giusto valore a ogni istante.

— Sogni? Tu hai sacrificato tutto per la nostra famiglia.  Io volevo veramente tirarti fuori dai problemi, essere in grado di fare la mia parte nel miglior modo possibile. Mi spiace non avercela fatta in tempo, mi sento così in colpa…

Il fondo della ferita è quello che fa più male, eppure non posso fermarmi adesso o sarà stato tutto inutile.

— Non è forse egoistico perdermi a fare progetti, non sarebbe più giusto metterli da parte come hai dovuto fare tu? L’altruismo è anche questo.

La sua voce mi arriva più lieve, come se lei si fosse allontanata, ma sempre decisa e perentoria.

— Non pensarla neanche, una cosa del genere. Primo, nessun familiare merita di sentirsi dire che per causa sua abbiamo messo da parte le nostre aspirazioni. Non è altruismo, è il contrario del concetto di famiglia. Secondo, sì, tu hai delle possibilità che altri non hanno, che io non ho avuto. A maggior ragione, dovresti concentrarti su di esse e godere della tua fortuna, anziché sprecarla. Vuoi far la figura di quelli che vanno in vacanza in capo al mondo e poi tornano e si lamentano perché la pizza non era buona come in Italia?

 

Sorrido, finalmente, e la pelle tira per il sale che mi si è asciugato sul viso. Salsedine e lacrime. Mi alzo e mi dirigo verso la strada, lasciando il ricordo di mia madre sulla spiaggia. Le parole che la mia mente ha pronunciato con la sua voce riecheggiano ancora in ogni mio gesto.

Fai ciò per cui il tuo cuore fa un sobbalzo.

L’incertezza non è stata sconfitta del tutto, forse non lo sarà mai: senza di essa, la vita sarebbe solo un monotono susseguirsi di giorni. Così è stato all’inizio, quando lei se n’è andata: Ma’ – perché non riesco a terminare la parola senza commuovermi – ha portato via con sé un pezzetto di luce. Ora che, però, la bussola delle emozioni ha ritrovato il Nord e quella piccola luce è diventata la Stella Polare del mio cielo, sono pronta a seguirla dove mi vorrà portare, con fiducia. Probabilmente in mille porti diversi, perché questo è quello che sono: golosa di vita e di nuove avventure, ma non è un problema. Non esiste una rotta sbagliata, perché quel che conta non è la destinazione. Il viaggio è perpetuo e anche se pensi di essere fermo, è la vita che ti sta portando in seno alle sue correnti.

 

 

  
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