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Autore: Elisir86    01/10/2017    1 recensioni
Infine si accorse che quell'immagine che lo stava fissando con occhi sgranati non era la sua.
Certo il viso era simile al suo -forse con qualche chilo in più- ma i capelli erano di un castano scuro e gli occhi erano di un tenue verde...
...un colore che non vedeva da secoli.
Si portò una mano al petto e il riflesso eseguì lo stesso movimento e forse -ma solo perché ancora non aveva metabolizzato tutte le stranezze- quello fu il momento più spaventoso della sua vita.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: 2p!Hetalia, Austria/Roderich Edelstein, Danimarca, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XVI

Antonio

 

 

Dopo aver rimesso anche l'anima Antonio si sentiva decisamente meglio. Era in grado di camminare senza sentirsi su una scialuppa in balia delle onde -non che lui soffrisse il mar di male, eh!-, la nausea era un leggero malessere -anche perché diciamocelo non aveva più nulla da buttar fuori- e sopratutto si sentiva in grado di connettere nonostante il mal di testa.

Beh, non poteva mica pretendere che con una visita al bagno potesse tornare come nuovo ma comunque con un'aspirina e due orette di sonno si sarebbe rimesso pronto per partecipare al meeting prima di mezzogiorno.

Prima di tutto però doveva vedere Romano.

Si, perché era stato un colpo durissimo per il suo cuore -oltre che per il suo stomaco- vederlo mangiare quelle uova strapazzate e bere quel caffè che aveva sempre definito veleno per topi.

Tornare nella sala da pranzo fu un trauma: Germania stava scrutando le sue salsicce con talmente tanta concentrazione che Antonio pensò che avrebbe potuto friggerle, Ungheria stava discutendo con Gilbert riguardante a chi si sarebbe tenuto Austria -anche se Prussia era completamente smarrito e non sapeva più dove sbattere la testa- e infine Feliciano che giocherellava con una forchetta conficcata nello schienale della sua sedia.

Non guardò nemmeno Francia e Inghilterra che tanto per cambiare stavano litigando su qualcosa di stupido.

“Dov'è Roma?” chiese trovandosi improvvisamente non solo lo sguardo dei sei su di se ma anche del resto della sala. Antonio alzò la mano salutando lo scontroso Svezia e il timido Lituania ricevendo solo il silenzio.

E va beh, non che quei due fossero così loquaci, ma trovarsi osservato da così tanta gente che faceva scena muta a una sua domanda era leggermente inquietante.

“Se ne è andato!” fu Arthur a parlare con il suo tono aspro e le sopracciglia increspate che tanto detestava ma che in quel momento gli sembravano una via di fuga da tutto quel disagio che stava provando, “Dove?” e come se Gilbert si fosse svegliato dalla sua apatia -mai visto in quello stato e sinceramente fino a quel momento non era nemmeno sicuro che potesse capitare!- “Ha parlato di appunti e...” lo vide reprimere un brivido freddo “...ha mandato un bacio alla padellara!” beh nemmeno il tempo di dirlo e vide l'amico ricevere non una padella ma un vassoio ripieno di dolcetti in pieno viso.

Il mal di testa iniziò ad aumentare, forse avrebbe dovuto dormire tre di ore...o quattro...

Perfino Ludwig sospirò esasperato smettendo di dare il tormento a quelle povere salsicce “Credo che sia andato in camera...” Antonio a quel punto si sentì tirare la maglietta -completamente rovinata- dalla mano delicata di Nord Italia “Ti prego, vedi di farlo tornare in se...” singhiozzò “...Ha portato degli appunti.” tirò su col naso alzando lo sguardo da cucciolo -che lui adorava e a cui non poteva dire di no- “Appunti! Ti rendi conto??? Lui non sa nemmeno di cosa si parla in questo meeting!” e giù a piangere di nuovo.

Ok, Antonio doveva ammettere che quello era ancor più strano delle uova strapazzate -non del caffè, perché Sud Italia su quello non scherzava- ma da qui a dire che Romano non sapesse di cosa si parlava era esagerato cioè Germania aveva mandato una email piuttosto lunga e dettagliata a tutti e...

...Oh, giusto! La sua ex-colonia cestinava subito qualsiasi cosa proveniente dallo Stato tedesco.

“Si...” staccò il viso della dolce Italia dalla sua maglietta “...ci parlo io.” sorrise rassicurante prima di sentire la voce di Francia “Di a Roma che sono così fiero di lui per aver dimostrato un cenno di dolcezza! Che io, Francis, ho deciso che non è più una causa persa e ch...”

Antonio non finì nemmeno di ascoltare per scappare da quel manicomio e avviarsi verso la camera di Romano sperando di poter andare a dormire presto nel suo comodo letto.

 

 

Bussò esattamente tre volte prima che Sud Italia gli aprisse, lo vide sorridere maliziosamente e appoggiarsi alla porta in un modo talmente lascivo che avrebbe fatto invidia a una squillo di alta classe.

“Spagna...” Antonio sbatté le palpebre incredulo che da quella bocca uscisse un tono così erotico “Roma...” tossì rumorosamente di sicuro si stava immaginando tutto “...posso entrare?” sorrise cordiale mentre l'altro aprì ancor di più l'uscio “Certo, tu puoi entrare ovunque...”

L'iberico non badò alla frase ma al tono si, perché improvvisamente Romano sembrava un predatore -ma lui mica era un filetto di manzo!-?

Decise di ignorare la strana sensazione e di sedersi sul letto che stranamente era stato rifatto, guardò stupito perfino gli abiti ben piegati nel piccolo armadio di legno e si convinse che doveva parlare e chiarire cosa stesse succedendo alla sua ex-colonia...

...che in quel momento si era seduto dietro di lui appoggiando il mento su una spalla e il petto sulla sua schiena.

 

COSA STA FACENDO???

 

Antonio sentì le mani del più giovane accarezzargli il collo, scivolare lungo la colonna vertebrale e cambiare direzione a metà del percorso per fermarsi sul fianco, “Ti vedo un po' teso...” il sussurro direttamente nell'orecchio lo fece arrossire come alla sua prima cotta “...che ne dici di rilassarti...” e quei tocchi così precisi e sensuali si spostarono sull'addome...

...Sotto la maglietta!

“Romano...” si schiarì la voce “...Cosa stai facendo?” l'altro rise in una maniera così libidinosa che avrebbe potuto far capitolare anche il più etero degli uomini “Mmm...tu che dici?” le dita erano calde...troppo calde...

Il tintinnio della cintura che veniva aperta lo fece alzare di scatto, con la spalla colpì il mento del giovane facendolo mugolare di disapprovazione.

Si grattò i capelli scompigliandoli ancor di più, rise falsamente cercando di far tornare l'atmosfera informale e infine si girò verso il castano. Stava lì fermo con lo sguardo confuso e -cazzo!- così bello da farlo tremare.

 

Questo è uno scherzo dell'alcool! Non ho pensato mai che fosse bello...non così almeno...

Maledetto me che continuo a stare dietro alle pazzie di Gilbert!

 

“Penso di non stare ancor molto bene!” Antonio ridacchiò di nuovo allacciandosi la cintura “Ho bevuto troppo ieri sera!” si grattò ancora i capelli ridacchiando per l'ennesima volta “Mi sto perfino immaginando che tu ci stia provando con me!”

“E che c'è di male?” sbottò l'altro facendolo bloccare per qualche secondo, quella risposta non se la aspettava “Non ti piaccio? Preferisci mio fratello?” non credeva nemmeno di doversi difendere da una cosa del genere! Insomma erano anni che prediligeva Feliciano: come si poteva resistere a quel viso dolce, a quel sorriso luminoso e a tutta quella allegria??!

Senza contare che Romano non aveva mai espresso di desiderarlo. Ne lui ne nessun altro uomo, era sempre andato dietro alle donne sopratutto a Belgio -che era di sicuro bellissima- e anche dopo la loro rottura sapeva che quei due si vedevano spesso e non solo per fare una partita a carte.

Perciò quella situazione era semplicemente assurda e lui faticava a ragionare a trovare una soluzione...

“Roma, cosa stai cercando di dirmi?” e intanto dentro di se sperava che non dicesse qualcosa del tipo ti amo, perché lui quel sentimento non lo provava e non lo avrebbe mai provato. Certo gli voleva bene e per aiutarlo si sarebbe buttato anche nel fuoco ma da lì a considerare i suoi sentimenti amore ce ne passava di acqua sotto i ponti!

“Tu cosa stai cercando di dirmi? Che quella ameba piagnucolosa è meglio di me?” Antonio sbatté le palpebre, mai Romano aveva parlato in quei termini di suo fratello e con quell'astio che aveva visto rivolto solo a coloro che lo avevano sottomesso -lui compreso- “Cos'ha più di me? Mnh? Io non piango per delle sciocchezze!”

Spagna voleva ricordargli che in quello si sbagliava perché proprio come Feliciano piangeva per delle piccolezze forse ancor peggiori del fratello ma Sud Italia sembrava proprio furioso.

“Io non pretendo di mangiare solo il cibo della mia terra all'incontrario di lui!”

Ancora una volta, Antonio avrebbe voluto sottolineare che in realtà lui si rifiutava di toccare qualsiasi cosa non fosse cucinato da un cuoco italiano o che non fosse preparata con ingredienti made Italy.

“Non sono bello forse? È perché sono grasso?” E lì avrebbe voluto dirgli che non era affatto grasso e che era bello così, che aveva due occhi che esprimevano talmente tanto che ci potevi affogare in quei sentimenti e che quando sorrideva illuminava più del sole stesso ma ancora una volta si azzittì. Romano non era facile da trattare e sapeva qualsiasi cosa avesse detto non avrebbe fatto nessuna differenza perché Sud Italia trovava cose negative anche nelle più belle cose.

“Oppure è per il fatto che sono più vecchio di quello lì?” Antonio sgranò gli occhi, cosa c'entrava l'età?

Loro erano Nazioni e se per una persona normale cinquanta anni era una vita per loro era un battito di ciglia.

Senza contare che lui non sapeva esattamente quanti avessero i due italiani, sapeva solo che Romano era nato prima e nel momento in cui l'Impero Romano stava iniziando a decadere.

“Tutto quello che stai dicendo non ha senso!” gli si avvicinò per poi afferrarlo per le spalle “Lo sai che ti voglio bene come a un fratello e se questo è uno scherzo...” distende un sorriso sincero “...beh, sono colpito! Non me lo aspettavo da te!”

Si pentì di tale affermazione quando vide negli occhi -che adorava più dei pomodori- del giovane delusione e rassegnazione “Dunque è così...” lo sentì mormorare “...siamo solo amici...”

“No, no! Siamo fratelli!” esclamò per sottolineare che il loro rapporto andava al di là dell'amicizia ma Romano scosse la testa poi sorrise, un sorriso enorme che -Dio!- gli scaldò il petto e battere il cuore, “Va bene. Ora però devo prepararmi per il meeting...”

Antonio lo scrutò un attimo mentre l'altro gli girava le spalle “...devo trovare i miei appunti...” e lui si sentì male: oh no! Non poteva iniziare un altro scherzo...discorso... o entrambe le cose...

Che mal di testa!

E approfittando della distrazione di Romano uscì il più velocemente da quella stanza.

 

Altro che tre ore io resto a dormire per tutti cinque i giorni!!!

 

 

 

 

 

 

NOTE:

Ed ecco qui...

...Ora non voglio dire nulla ma non pensate che Flavio accetti a cuor leggero è pur sempre un 2p. Vedrete che cosa combinerà...

Antonio non so se va bene così, devo dire che non farlo smielato e schifosamente zerbino mi piace ma ditemi voi se lo trovate troppo OOC

E dal prossimo capitolo entriamo nel meeting...

...vediamo cosa potrebbe scatenare... XD

 

Un bacione

Elisir

  
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