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Autore: piccola_Calliope    01/10/2017    3 recensioni
La Bella e la Bestia è la mia favola preferita e questa storia è una mia personale rivisitazione, dove non c'è una fata, un sacrilegio o una rosa magica.
Ma c'è un ragazzo, prepotente, volgarotto, con una storia particolare dietro e una lei...
Una lei che inconsapevolmente gli insegnerà ad amare.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Siamo d'accordo

POV. RICCARDO

Dopo che Fiamma va via mi raggiunge subito Andrea, si mette nel letto accanto al mio...
-Dormiamo?-chiede sorridendo.
-Andrea grazie-affermo, Fiamma non gli aveva spiegato il mio problema, ma lui mi aveva accolto a casa sua, i suoi erano stati gentilissimi, avevano comprato la pizza per tutti...
Io una famiglia cosi perfetta da mostrare agli amici non la ho...
-Qualunque cosa sia mi dispiace Riccardo, ha spento quella luce che aveva iniziato a farsi vedere-afferma.
-Dormiamo-gli faccio un sorriso tirato.
Lui spegne la luce, si gira e poco dopo sento il suo respiro farsi regolare segno che Morfeo l'abbia accolto tra le sue braccia, io invece fisso il suo soffitto verde acqua, illuminato dalla luce della luna che filtra dalla grande finestra. Mia madre è davvero tornata nelle nostre vite...Questa volta quanto rimarrà? Ma più di tutto cosa diavolo vuole? Finalmente io papà e Marta avevamo raggiunto un equilibrio, io ero più sereno e di conseguenza anche loro...Ma la signora Marilena era tornata per rovinare tutto.
Mi metto a contare le pecorelle cosi magari riesco a dormire anche io...
''Avevo si e no 3 anni, stavo giocando a bordo piscina con il peluche di un leone...Mia madre era stesa sulla sdraio a prendersi il sole...
Una folata di vento però spinge il mio peluche in acqua.
-Mamma Leo è in acqua-urlo.
Mia madre solleva i suoi occhiali da sole, mi guarda un istante, mi urla di lasciar perdere per poi riprendere a godersi il sole.
-Mamma io voglio Leo-inizio a piagnucolare.
Lei mi ignora.
Allora io spinto dal grande desiderio di riavere il mio peluche mi getto in acqua, ma non so nuotare...
Inizio ad urlare spaventato, chiamo mia madre...
Ma lei mi ignora, continua a godersi il sole.''
-Mamma-mi sveglio urlando.
Andrea si sveglia anche e accende la luce.
Mi guarda e la sua espressione muta, devo avere di sicuro un viso non rassicurante.
-E' stato un incubo Ric-mi sorride.
-Spegni la luce, riprendiamo a dormire-lo rassicuro.
Lui fa come ho detto, poco dopo entrambi veniamo riaccolti da Morfeo...
''Mi sveglio a causa di un incubo, avevo sognato un ragno gigante pronto a mangiarmi,scendo dal lettino e con le mie gracili gambine da bambino di tre anni corro verso la camera dei miei.
-Mamma Riky ha paura-sussurro aprendo la porta.
Salgo sul lettone dal lato di mia madre ma lei non c'è il suo posto è freddo.
Inizio a piangere.
-Mamma-urlo.
-Piccolo cosa c'è?-mio padre si sveglia e mi accarezza il viso.
-Voglio la mamma-borbotto tra una lacrima e l'altra.
Mio padre si guarda intorno...
-Marilena-inizia a chiamare mia madre.-Papà torna subito-mi bacia la fronte ed esce dalla camera.
Passano i minuti ma di lui nessuna traccia, scendo al piano inferiore e lo trovo seduto con in un mano un foglio e le lacrime agli occhi.
-Dov'è la mamma?-gli chiedo avvicinandomi.
Lui mi carezza il viso.''
Mi sveglio nuovamente di soprassalto, avevo rivissuto quel dannato momento, il momento in cui lei era andata via...
E adesso aveva osato tornare.
Andrea riaccende la luce.
-Riccardo stai piangendo-afferma sorpreso.
Io mi carezzo il viso e mi rendo conto di quanto questo sia bagnato a causa di lacrime incontrollate.
-Amico che succede?-Andrea mi dà una pacca sulla spalla.
-Sono cresciuto in una menzogna-affermo amareggiato.
-Vuoi parlarne?-mi chiede Andrea.
-Mia madre è andata via quando io ero solo un bambinetto di tre anni...Ho dato tutta la colpa a mio padre, per anni ho odiato lui e amato lei pur non avendola accanto, poco tempo fa invece ho scoperto che mio padre nonostante tutto si è preso cura di me e di mia sorella nel miglior modo possibile, mentre mia madre, quella che si reputa tale si è rifatta una vita in Spagna con un'altra figlia, però ho accettato questa cosa, mi sono rassegnato...Ma oggi, oggi lei ha suonato il campanello di casa e mi ha chiamato Riky proprio come faceva quando ero bambino-dico questo piangendo e stringendo i pugni.
-Se ti abbraccio pensi che sia una cosa poco virile?-chiede.
Io alla sua affermazione scoppio a ridere.
-Almeno ti ho fatto ridere-ride anche lui.
-Esistono gli abbracci da uomini comunque-sorrido.
-Allora ci diamo un abbraccio da uomini-ricambia il mio sorriso e ci abbracciamo.

POV. FIAMMA
Sono distesa sul mio letto a dare un'occhiata ai social e non faccio altro che pensare a Riccardo, che pessima giornata deve aver avuto, prima la litigata con me e poi il ritorno di sua madre, certo le due cose sono imparagonabili...Però entrambe racchiudono emozioni negative, ma grazie alle sue parole io ho capito, Riccardo ha paura...Ma io starò accanto a lui, farò svanire le sue paure, le affronteremo insieme e riusciremo a stare insieme a quel pensiero sorrido...Spero solo che passi una notte serena...
Sto per spegnere il telefonino quando questo inizia a vibrare è una chiamata da un un numero che non conosco...
Rispondo.
-Pronto-dico.
-E' stata un'impresa trovare il tuo numero-riconosco immediatamente la voce, è Marta.
-Marta-esclamo.
-Dimmi che sta bene-sussurra, si riferisce al fratello.
-Sta bene è a casa di un nostro compagno di classe-la informo.
-Ti ha detto cosa è successo vero?-mi chiede.
-Ha bisogno di tempo Marta, questa cosa non la può di certo accettare con facilità-le dico.
-Io non l'ho accettata-afferma.-Ma scappare...-la interrompo.
-Era distrutto Marta-mi si stringe il cuore a ripensare agli occhi di Riccardo colmi di lacrime.
-Io vorrei sentirlo...Vorrei parlare con lui-è davvero preoccupata.
-Sta' tranquilla domani lo vedrai-la rassicuro.
-Ha mangiato?-a quella sua domanda io sorrido, quanto amore legava questi due fratelli.
-Una bella pizza in compagnia-continuo a rassicurarla.
-Anche papà sarà più tranquillo nel sapere che sta bene-mi dice.
-Vostra madre si ferma da voi?-il mio tono è leggermente accusatorio.-Scusa non sono affari miei, non dovevo-dico un secondo dopo.
-Dorme qui si-risponde.
-Lei non era preoccupata per Riccardo?-domando e adesso il mio tono è davvero nervoso, proprio non posso capire come questa donna dopo tutto il male che ha recato al marito e ai figli sia tornata...
-E' tutto molto complicato Fiamma-Marta sembra quasi esasperata, che peso deve sopportare a soli 16 anni...
-Io non voglio vedere soffrire Riccardo-dico.-E nemmeno tu ti meriti di soffrire-continuo.
-Che animo buono hai-mi sembra quasi di sentirla sorridere.
-Rassicura tuo padre su Riccardo, domani proveremo insieme a farlo tornare a casa-le dico.
-A domani Fiamma e grazie di tutto-afferma.
-Non ho fatto nulla, a domani-riattacco.
Il mattino seguente compro dei cornetti caldi e mi reco a casa di Andrea, è proprio lui ad aprirmi.
-Piccola-mi sorride.
-Ciao Andre-gli bacio le guance.
-Hai portato i cornetti?-il suo viso si illumina, il mio migliore amico è molto goloso.
Io sorridendo annuisco.
-E' stata una notte difficile-afferma serio.
-E' stato male?-chiedo allarmandomi.
-Ha avuto degli incubi, ha pianto e mi ha raccontato tutto-mi dice.
-Dorme ancora?-chiedo, Andrea annuisce.-Vado da lui-gli sorrido e salgo nella sua camera.
Apro la porta e trovo Riccardo a pancia sotto che stringe il cuscino, ha un viso cosi dolce, mi siedo sul letto di Andrea e mi perdo nell'osservarlo...
-Che bello che sei-gli carezzo il viso.
Lui non è solo oggettivamente bello, lui è bello dentro e questo ai miei occhi lo fa apparire migliore...Ha un grande cuore anche se si ostina non mostrarlo e il suo cuoricino è stato provato da un grande dolore.
Lui apre i suoi occhioni azzurri, io gli regalo un sorriso.
-Fiamma-si apre anche lui in un sorriso.-Se sto sognando di nuovo stavolta non voglio essere assolutamente svegliato-borbotta con la voce impastata dal sonno.
-Riccardo Gucci dobbiamo andare a scuola-riprendo a carezzargli il viso.
-Vieni qui-lui con una manata mi tira accanto a sé nel letto e mi stringe, il suo profumo mi investe.-Quando mi ricapita di svegliarmi e averti cosi vicina?-chiede e mi lascia un tenero bacio sulla guancia.
-Potrebbe capitare spesso-prendo a carezzargli il braccio adagiato sulla mia vita.
-Andiamo a vivere insieme?-chiede ridendo.
Io catturo le sue labbra in un bacio che da dolce passa subito ad ardente come ogni bacio di Riccardo.
-Ragazzi non nella mia camera-Andrea si schiarisce la voce.
Io scendo giù dal letto diventando rossissima.
-Hai rovinato il mio meraviglio risveglio biondo-si lamenta Riccardo coprendosi il volto con un cuscino.
-Hai cinque minuti per darti una sistemata dobbiamo andare a scuola sergente-lo ammonisce Andrea e trascina via me.
Appena fuori dalla sua camera mi carezza la guancia.
-Siete una bella coppia-mi fa l'occhiolino.
-Speriamo bene-lo abbraccio.
-Giù le mani rospo-compare dietro di noi Riccardo che scherzosamente spinge Andrea.-Lei è mia-Riccardo mi sorride, mi carezza la guancia e poi si allontana.

POV. RICCARDO
Non avevo l'umore adatto per fare qualsiasi cosa men che meno seguire le lezioni, ma Andrea e Fiamma mi hanno trascinato a forza a scuola, chissà come avrei vissuto questa situazione senza di loro...
Fiamma è cosi dolce e attenta ai miei bisogni, Andrea è costantemente presente senza chiedere nulla in cambio, io non sono abituato a tutto questo affetto e ho terribilmente paura che tutto questo un giorno possa finire.
Arrivato in classe mi metto seduto al mio posto con le cuffie, Fiamma mi osserva.
-Che c'è?-le chiedo sorridendo, era cosi carina nel preoccuparsi per me.
-Dovresti tornare a casa, rassicurare Marta e tuo padre-mi carezza la mano.
-Non mi va-rispondo e bruscamente stacco la mia mano dalla sua, lei osserva la mia mano che si allontana e poi si volta.
Io mi pento immediatamente d'esser stato cosi brusco, ma non sono perfetto, anzi, sono l'essere più imperfetto su questo mondo...Mi dispiace però farle male.
-Fiamma-la chiamo carezzandole la schiena.
-Va tutto bene-si volta un istante e mi sorride.
Io l'ammiro ha cosi tanta pazienza con me, io non so se al suo posto ci sarei riuscito...
In quel istante entra la professoressa di letteratura italiana, io sbuffo, proprio questa prof non mi andava giù, la trovavo cosi terribilmente falsa.
Fatto l'appello, apre il libro e inizia a parlare di Saba se non sbaglio, a me non va di ascoltare cosi prendo a scarabocchiare il banco, mentre Fiamma attentissima prende appunti, che secchiona che è, sorrido, lei è una delle poche ad essere costantemente preparata.
-Umberto Saba ebbe un'infanzia particolare, il padre morì e lui crebbe quindi senza questo, inoltre la madre per i primi anni della sua vita, decise di lasciarlo ad una balia, una balia che Saba amo particolarmente, proprio come una madre, intorno ai 3 anni la madre espresse il desiderio di riaverlo con sé, questo fu un primo trauma per Saba, ma alla fine crebbe con la madre e due zie-ci racconta la professoressa.
A quelle sue affermazioni io alzo la mano.
-Deve andare in bagno?-mi domanda la prof.
-No vorrei chiedere una cosa-rispondo.
-Mi dica pure Gucci-la professoressa mi regala uno dei suoi sorrisetti falsi.
-Saba venne abbandonato dalla madre giusto?-domando.
-La madre preferì affidarlo ad una balia per i primi anni-mi dice lei.
-E perchè? Perchè non poteva crescerlo lei? Era impegnata a farsi un'altra vita?-chiedo nervoso, la storia di Saba mi aveva ricordato la mia di storia...Il mondo allora era pieno di madri che non si occupano dei figli e poi improvvisamente tornano.
-Gucci abbassi la voce-mi ammonisce la professoressa.-E comunque la madre di Saba a tre anni decise di riprendersi il figlio-afferma sistemandosi gli occhiali.
-In maniera egoistica, perchè se per tre anni non c'era stata e lui era stato felice, per quale motivo aveva deciso di tornare? Di prenderselo e rompere il suo equilibrio?-alzo nuovamente la voce.
-Gucci il suo tono di voce-mi ammonisce ancora.
-La verità è che la madre di Saba è un egoista per non dire altro-stringo i pugni, Fiamma non mi stacca gli occhi da dosso.
-Gucci la smetta-la professoressa mi regala uno sguardo truce.
-Professoressa ma lei lo sa cosa significa crescere senza una madre? Rassegnarsi al suo non ritorno e poi vedere il proprio equilibrio distruggersi proprio perchè la stronza di turno ha deciso di tornare? Sa cosa si prova a vedere sgretolarsi quel cazzo di equilibrio raggiunto? E sa quanto fa male non avere una madre accanto?-mi alzo in piedi e sbatto un pugno sul banco.
-Gucci sta esagerando, mi costringe a prendere dei provvedimenti-la professoressa alza la voce.
-Ma prenda i cazzo di provvedimenti che vuole-urlo, mi sento solo io in quella classe, i miei compagni sono completamente muti.
-Riccardo-Fiamma mi carezza la mano ancora chiusa a pugno.
-Lei non lo sa cosa significa-sussurro.
Fiamma si alza in piedi e prende a carezzarmi il viso.
-Guardami, andrà tutto bene Ric, andrà tutto bene, ci sono io-le sue carezze mi calmano e io riprendo a respirare...
-Fumi anche lei adesso?-domanda la prof acida, io stringo nuovamente i pugni.
-Vai fuori-mi sussurra Fiamma.
Io seguo il suo consiglio e mi avvio verso l'uscita della classe.
-Gucci dove va?-mi domanda la professoressa urlando.
-Professoressa dovrei parlarle in privato qualche istante-Fiamma pronuncia questa frase, è l'ultima cosa che sento prima di uscire.

POV. FIAMMA
Il racconto della vita di Saba aveva suscitato in Riccardo una brusca reazione, d'altronde lui si trovava a vivere una situazione simile...Decisamente più complessa perchè Riccardo ha 19 anni e non 3 come Saba, la professoressa è furiosa ma mi concede qualche istante.
-Ho intenzione di far sospendere Gucci-esordisce appena siamo sole.
-Commettendo un gravissimo errore-le rispondo io.
-Fiamma stai semplicemente difendendo la tua cottarella, Riccardo ha dei problemi con le autorità, non ascolta, fa' ciò che vuole, usa un linguaggio poco consono, è una situazione ingestibile-lei è molto nervosa.
-Io so che forse a lei non importa, però Riccardo si trova a vivere una situazione complicata , la sua vita non è facile e io non lo sto difendendo perchè è la mia cottarella come dice lei, ma perchè a valore umano si dovrebbe provare a capire gli altri, si dovrebbe capire perchè un ragazzo di 19 anni ha degli sbotti di rabbia cosi improvvisi, Riccardo non è cattivo, non lo è per niente, anzi, Riccardo è buonissimo e ha un gran cuore, ma la sua vita non facile non gli permette d'esser pienamente sé stesso lui è costretto a giocare in difesa, so che non è facile gestire un alunno di questo tipo, ma se invece di andarle contro lei provasse ad aiutarlo, a capirlo, vedrebbe lei stesso che Riccardo cambierebbe atteggiamento, la sospensione non sarà utile, anzi potrebbe peggiorare la cosa. Io questo penso e volevo che lo sapesse, adesso mi perdoni se sono stata forse inopportuna o le ho mancato di rispetto con le mie osservazione-le dico.
La vedo riflettere qualche istante.
-Gli concedo un'altra possibilità-afferma la professoressa.-Adesso va' da lui...-mi indica con lo sguardo le scale dietro di me.
-Professoressa grazie-le sorrido.
-Fiamma mi fido di te-mi dice prima di rientrare in classe.
Io vado in cortile e trovo Riccardo a dare calci ai sassolini.
-Riccardo-lo chiamo.
-Prima o poi mi cacceranno da qui-afferma.
-Non fin quando ci sono io-gli faccio l'occhiolino.
Lui si siede sul muretto del nostro primo abbraccio e mi fa segno di avvicinarmi.
-Come fai Fiamma?-mi chiede.
-A fare cosa esattamente?-domando interdetta.
-Ad avere pazienza, a proteggermi, a lottare con me nonostante ti chiuda la porta in faccia mille volte-mi dice guardandosi le scarpe.
-Te lo ricordi la prima volta?-chiedo afferrandogli la mano e stringendola alla mia.
-Quando ci siamo visti intendi?-domanda, io annuisco.-Si ti ho spinto per terra-sorride.
-Ecco quando i tuoi occhioni azzurri si sono posati su di me, mi hanno incatenato, sono vittima di un incantesimo, per questo proprio non posso lasciarti andare-scoppio a ridere.
Lui osserva le nostre mani strette l'uno all'altra e stringe la sua ancor di più alla mia.
-La sai una cosa?-mi dice.
-Dimmi-affermo.
-Qualunque cosa sia quello che c'è tra di noi, sarà infinito-sorride.
-Addirittura?-chiedo ridendo.
-Si perchè anche tu mi hai stregato da subito-mi carezza la guancia.
-Infinito?Non sono cose che si dicono a 18 anni?-chiedo un po' scettica, mai creduto al per sempre.
-Guardami negli occhi-mi sorride.
Io faccio come dice, in silenzio ci guardiamo negli occhi e nei suoi leggo tanto, leggo sincerità, affetto, gioia nel avermi accanto...
Lo abbraccio.
-Siamo d'accordo per l'infinito?-domanda.
-Siamo d'accordo-gli sorrido.
Lui si stacca e da un aiuola stacca un filo d'erba più lungo degli altri, lo intreccia e crea un infinito...Mi prende la mano e tra l'anulare e il medio inserisce quel anellino.
-Quello che c'è sarà infinito-mi fa l'occhiolino.
-Ti voglio bene Riccardo-lo stringo a me.
-Anche io gattina, anche io-si stringe a me, il suo corpo si posiziona perfettamente accanto al mio, come se fossimo nati per creare quel incastro.
-Devi tornare a casa-gli dico appena ci stacchiamo.
-Torno solo ad una condizione-mi sorride.
-Vai-gli faccio l'occhiolino.
-Mi dai il tuo numero di telefono-mi passa il cellulare sorridendo.
-Per cosi poco-gli segno il numero.
-In realtà voglio anche un bacio-sorride strofinando il suo naso sul mio .
-Con immenso piacere-catturo le sue labbra.

POV. RICCARDO
Giro la chiave nella serratura del portone di casa...
Con il cuore in gola, entro.
Sento delle voci provenire dalla cucina, mi avvio verso questa, guardo e trovo seduti a tavola Marta, Marilena e mio padre, Marta gioca con i piselli nel piatto mentre racconta la sua giornata scolastica, mia madre la guarda attenta e mio padre serissimo sorseggia il suo vino.
Osservo Marilena, gli anni passati non hanno scalfito la sua bellezza ed eleganza è sempre la stessa...
Sono davvero scioccato mia sorella chiacchiera con lei come se nulla fosse successo, come sei lei in tutti questi anni non sia stata assente.
Entro in cucina, tutti si voltano a guardarmi.
-Riccardo-mio padre si alza e mi abbraccia.
Io non stacco gli occhi da quelli verdi di Marilena.
-Papà è tutto apposto-gli do una pacca sulla spalla.
Marilena si alza forse pronta ad abbracciarmi.
-Non voglio un tuo abbraccio, ma ti ascolto-detto questo mi reco in salotto , lei mi sta seguendo, mi accomodo sul divano e lei sulla poltrona di mio padre.-Quel posto non è degno di te cara Marilena, ma almeno hai avuto la grande intelligenza di non accomodarti accanto a me-affermo acido.
Marta ci raggiunge.
-Voglio parlare da solo con lei!-affermo duro, Marta da come ho capito l'ha già perdonata, non voglio sentire lei che si lamenti perchè io non sono clemente come lei.
Marta torna in cucina, io osservo nuovamente Marilena.
-Prego-le faccio cenno di iniziare.
Lei si tortura le mani e tace.
-Cos'è le parole sono morte?-chiedo acido.
Lei proietta i suoi occhi nei miei, i suoi sono lucidi.
-Piangi anche?-chiedo sempre senza ricevere risposta.-Non hai niente da dire?Allora posso andare-mi alzo ma lei afferra la mia mano.
Il mio cuore perde un battito nel sentire la pelle di mia madre contro la mia, osservo interdetto quella mano che stringe il mio polso.
-Non è facile chiedere perdono a te-inizia a parlare.
Io bruscamente mi stacco dalla sua presa e mi siedo nuovamente.
-Sono stata la peggior madre di questo mondo-continua piangendo.
-Non sei stata una madre-scoppio a ridere, come poteva davvero reputarsi tale per me e Marta?
-Ho sbagliato Riccardo hai ragione, ma non c'è stato giorno in cui io non vi abbia pensato-sussurra.
-Frasi fatte, impegnati di più, ricordo che una volta eri un tipo abbastanza creativo-sbotto.
-Mio marito è morto-afferma e finalmente io comprendo perchè lei sia qui, siamo il ripiego.
-Anche tua figlia? Elisabetta giusto?-domando.
-E' tua sorella e grazie al cielo sta ben-sussurra.
-Se tu non sei mia madre quella non può essere mia sorella Marilena!-afferma duro.-E' morto tuo marito e quindi?-chiedo freddo, è difficile però restare impassibile quella che mi sta piangendo davanti anche se sono restio ad accettarlo è mia madre.
-La sua morte mi ha fatto capire quanto noi non siamo invincibili o immortali, siamo umani, umani con tempo limitato che commettono degli errori, è vero ai tempi che decisi di andare via mi sentivo oppressa da questa vita, due figli, nessun lavoro un marito che mancava spesso per quest'ultimo, volevo di più dalla vita e sono stata egoista ho pensato solo a me, ma ti giuro Riccardo che vi ho pensato mi sono sempre chiesta come fosse diventata Marta o come fossi tu...Poi ho incontrato mio marito e lui è stato un uragano, mi ha stravolto, mi sono sposata e poco dopo è nata tua sorella, è vero dirai lì non ti sentivi oppressa? La mia vita era diversa...Ma probabilmente questo tu non lo capirai o non lo potrai accettare...Quando Juan mi ha lasciato ho capito il male che ho fatto, ho fatto crescere due bambini senza una madre, mi sono augurata che tuo padre avesse trovato un'altra donna per starvi accanto e stargli accanto ma non è stato cosi, siete cresciuti senza la mamma e questo nemmeno io potrò perdonarmelo, ma il bello di comprendere i propri errori è che forse si può rimediare, io voglio esserci da adesso in poi e vorrei che voi accettaste anche Elisabetta che è stata cosi felice di scoprire la vostra esistenza. Riccardo mi dispiace, Marta mi ha detto che tu sei stato quello che ha sofferto di più e non posso fare nulla per eliminare il tuo dolore passato, ma se tu vorrai insieme costruiremo un futuro migliore-conclude regalandomi un sorriso tra le lacrime.
-Marta che ha detto?-chiedo.
-Vuole conoscere Elisabetta, vuole darmi un'altra possibilità-mi dice.
-Mi dispiace per la morte di tuo marito, ma non sono interessato! Accetterò la tua presenza e quella di tua figlia per mia sorella, l'unica che io abbia! Se è Marta è felice lo sono anche io...Io non sono tuo figlio Marilena, rassegnati mia madre è morta 16 anni fa, non puoi venire qui a scaricare i tuoi sensi di colpa!-detto questo la lascio sola in salotto, sento che scoppia a piangere, ma io proprio questa situazione non posso tollerarla, non è tornata perchè noi le mancavamo ma solo perchè le è morto il marito e vuole scaricare i sensi di colpa...
Raggiunto il piano superiore, in camera mia trovo Marta accoccolata sul mio letto che piange.
-Piccola mia-mi avvicino.
-Sei arrabbiato con me?-domanda tra le lacrime.
-Mai tesoro-le bacio la fronte e la stringo a me.
-Non la perdonerai?-chiede.
-Sopporterò per te piccola mia è giusto che tu abbia la tua mamma e conosca...Quella ragazza-dico.
-E non è giusto che tu abbia la mamma?-domanda.
-Ci sono stato senza per 16 anni, posso continuare-affermo.
In quel momento il bip del mio cellulare mi distrae...
Un messaggio di Fiamma.
''Tutto bene? Sono preoccupata, se vuoi scappare corri da me ti aspetto a braccia aperte <3 ''
Leggendo quelle parole io sorrido, io sono felice anche senza mia madre, io ho Fiamma, Fiamma che vale per mille.
Angolo autrice
Ciaooo mie belle <3 Ecco il nuovissimo aggiornamentoooo.
Mi duole comunicarvi che avendo ripreso le lezioni questi andranno a rilento, ma non mancheranno per molto ve lo prometto.
Allora nuovo capitolo ancora triste per il mio piccolo Riccardino, finalmente Marilena si è pronuncita per quanto riguarda il suo ritorno, che ne pensate voi? Spero che il capitolo sia di vostro gradimento e non vi abbia annoiato.
Tanti saluti piccola_Calliope
  
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