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Autore: 50shadesofLOTS_Always    02/10/2017    5 recensioni
Dal testo: “« Sei felice? ». Tony si ricordò che Babbo Natale era già arrivato nelle case. E quel regalo lo ripagava dei precedenti mai arrivati."
La vita del genio, filantropo, plurimiliardario ed ex-playboy Tony Stark continua e, stavolta non è solo. Al suo fianco Pepper, l'unica donna di cui gli sia mai importato davvero, in mezzo agli ostacoli della quotidianità. Non senza un po' di azione...
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Al contrario della precedente ff/prequel "Take me Back To the Start", questa raccolta sempre senza una precisa trama è nata adesso, frutto della mia nostalgia per questi due adorabili zuzzerelloni. Quindi la parola la chiave è ancora una volta PEPPERONY!
[ancora probabile OOC di Tony/ perchè l'attesa di nuovi film porta speranza eheh/ dannatamente song-fic]
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Rhodey' Rhodes, Nuovo personaggio, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Iron Family'
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Overthinking

Why can’t they understand the way we feel,
They just don’t trust what they can’t explain.
I know we’re different but deep inside us,
We’re not that different at all.

 
Cinquantamila dollari. Tony pensò che non ci fosse pena più ridicola visto che si trattava della stessa cifra che la propria azienda incassava in poco meno di un’ora. Happy li aveva riportati a casa e dopo essersi dati il cambio con i suoceri, lui e Pepper con in braccio Maria si stavano godendo i granelli di sabbia fra le dita dei piedi. Lasciati tacchi e scarpe sull’uscio, erano usciti per fare una passeggiata lungo il lido privato letteralmente sotto casa. La brezza invernale era comunque tiepida e portava con sé la salsedine mentre l’acqua accarezzava loro le caviglie. Tony aveva il bordo dei pantaloni completamente zuppo, ma non se ne curava. Si fermò per un attimo a rimirare l’orizzonte, poi un panorama ben più emozionante. La coda di cavallo che Pepper si era fatta quel mattino era svanita e ora, le ciocche ramate frustavano l’aria, seguendo il moto ondoso ma tranquillo dell’oceano. Il sole pronto a nascondersi oltre il confine di esso gettava una particolare luce aranciata sul suo viso di alabastro. Osservò il sorgere di un sorriso sulle sue labbra fini, rivolto a Maria, che fissava incuriosita la massa limpida che generava una dolce risacca. Sentendosi sotto esame, le due si girarono quasi in sincronia nella sua direzione, cogliendolo inflagrante.
Tutto era cominciato da quando erano tornati alla Villa. Dopo le prime notti del nuovo anno trascorse nella più completa tranquillità domestica, Tony si era preso la libertà di rimanere a casa per ultimare urgenti modifiche alle protesi per Rhodey. Uscito dal laboratorio nel pomeriggio, aveva capito cosa c’era che non andasse in Pepper: sembrava passiva, alle volte perfino apatica, come se non fosse felice.
All’inizio aveva creduto che fosse solo preoccupata per la causa legale. Anche perché non avevano avuto alcun tipo di problema fino a quel momento nel loro ruolo di genitori e, Maria sembrava aver cominciato ad acquisire il loro stesso ritmo del dormi-veglia, disturbandoli raramente per fame o coccole. Di solito paterne.
A quel punto, aveva compreso che il nocciolo della questione andava ricercato nella maternità, giunta in modo piuttosto rocambolesco. Conosceva sua moglie, ma non le aveva mai visto quell’espressione sul viso. Ogni volta che la bambina allungava le braccia per farsi prendere, era come se fosse ghermita da degli artigli non dissimili dalla gelosia. Non era certo che si trattasse proprio di quel sentimento, ma ne restava ferita. Allora lasciava che fosse lui ad occuparsi di Maria, come se improvvisamente non si sentisse più accettata dalla sua stessa figlia. Stava per dirle qualcosa, prendere il toro per le corna. Non era decisamente una cosa da Tony Stark parlare a cuore aperto senza battutine o doppi sensi, ma se si erano sposati sotto giuramento doveva quantomeno provare a essere un uomo… Normale? Eppure non sapeva da che parte iniziare, non era decisamente il suo campo fare da consulente genitoriale. Se mai fosse esistito un lavoro del genere…
« Quando comincerà a parlare sarò in svantaggio » esordì con fare distratto.
« E perché? La sua prima parola sarà ‘papà’ » gli assicurò lei con voce desolata.
« Come fai a dirlo? »
« Non è evidente? »
« Peps… »
« No »
« No, ascoltami… - la interruppe lui - Oltre al fatto che sono estremamente convinto che la sua prima parola sarà ‘F.R.I.D.A.Y’, tu sei insostituibile. E’ appurato ».
Pepper si girò a guardarlo indecisa se dare ascolto a quella che sembrava la parte adulta del marito o ignorare quel suo tenero tentativo di rincuorarla.
Vedendo che le proprie tecniche stavano fallendo miseramente, Tony cominciò a valutare l’idea di chiamare il Dottor Jekyll. Con tutte le lauree che aveva, doveva essere preparato anche per neo mamme affette da sindromi post-parto.
« Senti, quando un ragazzo farà l’idiota con lei… »
« Che c’è? » domandò lei, vedendo la sua faccia schifata.
« Niente… Il solo pensiero mi fa venire una certa nausea – lei scosse il capo - Dicevo… Mentre io mi assicurerò di pestare quel co »
« Tony » lo riprese appena in tempo.
« -glitore, tu le preparerai una cioccolata calda e vi consolerete a vicenda per essere innamorate entrambe di un »
« …coglitore – lui annuì - Lo pensi davvero? »
« Ti sembra che stia scherzando? » chiese con un cipiglio di stizza e lei rispose con una scrollata di spalle.
« Non lo so. Alle volte mi è difficile capire quando scherzi o quando dici sul serio »
« Io scherzo sul serio perciò non c’è problema »
« Tony! » lo rimbrottò, lasciandosi andare ad una risata.

**

Da quella sera, altre quattro notti trascorsero nella serenità. Prima che Tony fosse costretto ad ammettere che neanche il suo charme poteva niente contro le coliche che la piccola aveva avuto il dispiacere di contrarre e, che divennero ancora più preoccupanti nel giro di una settimana. Tony aveva fissato l’appuntamento con un pediatra ma, seppur rassicurati dal fatto che non si trattasse di nulla di grave, passarono intere notti in bianco. Quella notte, più calda delle altre in quel piovoso inverno californiano, fu il turno di Tony ad avere le “coliche”. Pepper lo aveva sentito rigirarsi fra le lenzuola, ma dopo quasi un’ora in cui poteva dire di aver dormito beatamente, si svegliò quando girandosi, non percepì il suo respiro. O quantomeno le grosse spalle su cui amava posare un bacio, carezzare vecchie cicatrici di guerra, prima di scivolare di nuovo nel sonno. Le coperte al suo fianco erano sfatte e abbastanza fredde, segno che si era alzato da almeno due ore. Si distese sulla schiena e allungò il collo, puntellandosi contemporaneamente coi gomiti. Non era in bagno e la piccola, per la prima volta, sembrava aver ricevuto tregua dal proprio metabolismo prematuro. Fu un odore che non sentiva da almeno un paio d’anni ad insospettirla. Sigaretta. Quel puzzo acre e fastidioso era a malapena percepibile, sicuramente proveniva dall’altra parte della Villa, se non dalla spiaggia. Ma lei sarebbe stata in grado di sentirlo anche se si fosse trasferita in Georgia.
Tony aveva smesso di fumare, non che prima lo facesse in modo così assiduo. Lo faceva solo quando era particolarmente nervoso, o pensoso come amava definirsi quando sprofondava in quello stato di trance che implicava innumerevoli… Seghe mentali. Pepper decise di indagare prima che le suddette “riflessioni” si ingigantissero al punto da diventare problemi non più solo mentali.
Facendo estrema attenzione a non distogliere Maria dalla panacea notturna, seguì l’aroma di tabacco bruciato fino a doversi affacciare dalle finestre del salotto. La figura di Tony era poco lontano dal bagnasciuga.
« F.R.I.D.A.Y, controlla Maria dopo che sarò uscita »
« Attivazione protocollo Principessa »
Pepper sorrise e aprendo la porta a vetro scorrevole, scese i pochi gradini in pietra calcarea che conducevano alla spiaggia. La stessa che avevano percorso tenendosi per mano. I suoi piedi calpestarono la sabbia, sprofondando a malapena, mentre raggiungeva senza fretta il marito, che ancora le dava le spalle. Una debole raffica di vento spostò il ricciolo di fumo che si sollevò quando Tony fece cadere un po’ di cenere. Era forse la terza sigaretta. O la quarta. Comunque sia il pacchetto stava finendo e Pepper lo aveva ormai affiancato. Non disse nulla e come il proprio, il suo sguardo si perse sulla distesa d’acqua salata, la cui superficie era appena arricciata dalla brezza. Le loro menti invece erano naufraghe di un altro mare, molto più tempestoso. I pensieri dell’uomo erano come zattere fatiscenti sbattute tra onde alte, dalle creste schiumose. E la voce della moglie fu come avvistare un lido su cui approdare.
« Stai fumando » osservò a metà tra il sospetto e l’ansia.
« Non lo sapevo » rispose, soffiando l’ultima boccata di fumo per poi spegnere il mozzicone su un mini posacenere, che richiuse ed infilò in una delle tasche posteriori dei pantaloni di tuta.
« Devo preoccuparmi? » chiese con un cipiglio ironico, che a Tony piaceva da matti.
« Credevo lo stessi già facendo » rispose infatti di pari tono, prima di infilare entrambe le mani nelle tasche anteriori.
“Oh, sì… Devo preoccuparmi” pensò, vedendolo estrarre con una mano il pacchetto di sigarette e con l’altra, l’accendino. Lei glielo strappò e lo nascose dietro la schiena.
Tony restò per un attimo fissarsi le palme vuote, poi sollevò lo sguardo verso di lei.
« Sono un genio. Potrei trasformare qualche granello di sabbia in un accendino »
« Credo tu stia confondendo genio con mago » disse Pepper, assumendo il ruolo di insegnante pignola.
Tony accennò un sorriso divertito e quasi comprensivo quando gli porse l’accendino.
« Posso? - rimase interdetto quando appena sfiorato, lo ritrasse nuovamente come si fa per ottenere l’attenzione di un cagnolino indisciplinato -  Cosa vuoi in cambio? »
« Vorrei che mio marito cominciasse a fidarsi un po’ » rispose, arcuando un sopracciglio.
« Lo sai… » borbottò lui, tirando fuori una sigaretta nel caso in cui l’avrebbe fatta franca. Se la sistemò in bilico dietro il lobo di un orecchio per poi riporre il pacchetto.
« Dimmelo o domani faremo una seduta di coppia da Kleiner » lo minacciò Pepper, ma vedendo che il dialogo non portava da nessuna parte, lasciò cadere l’accendino dentro la scollatura del pigiama.
« Vorresti negarmi »
« Basta solo »
« ...un vizio latente e obbligarmi »
« …che tu mi dica »
« …a scrivere un diario segreto? » chiese con stizza, ma anche attratto da una possibile conclusione a quella scenetta.
« …cosa sta succedendo » terminò lei decisa, ma anche seriamente preoccupata per i risvolti più amari di quella scenetta. Tony incrociò le braccia sul petto con fare offeso.
« Perfida e anche… »
« Tony » lo riprese, prima che potesse uscirsene con una delle sue.
Lui espirò, roteando gli occhi e tornando a fissare l’oceano.
« Banner mi ha chiesto di tornare alla Base »
« E tu che hai risposto? »
« Che non lo so se ho voglia di tornare » rispose, fissandola di scatto.
Come le acque, cominciava ad innervosirsi così Pepper gli concesse la vittoria di una battaglia. Recuperò l’accendino e applicando un lieve pressione del pollice, attivò la fiammella. Tony sorrise malandrino e afferrò la sigaretta per accenderla. Poi se la portò alle labbra.
« Ammetto che la cosa cominciava a essere divertente – disse facendo un primo tiro mentre lei gli metteva l’accendino in tasca - Comunque non dovresti stare qui. Stai ancora allattando » aggiunse, voltandosi e soffiando per far sì che non respirasse anche lei. Pepper non potè non sorridere per quella rara premura. Era strano vederlo fare in modo così spontaneo, inaspettato.
« E’ una delle cose più romantiche che tu mi abbia detto negli ultimi dodici anni »
« Il meglio deve ancora arrivare » le assicurò lui, facendole l’occhiolino.
Era raro sentirlo sincerarsi apertamente della sua salute, malgrado lo avesse sempre fatto. La paternità lo aveva alleggerito di quelle maschere che di solito indossava con la gente.
« Non voglio »
« Non voglio »
« …che rinunci ad una parte di te »
« …rischiare il tutto »
« …per me »
« …per niente – la guardò grave - Non c’è progetto, compenso o manufatto alieno che conti per me ».
Poi si lasciò cadere sulla spiaggia, a gambe incrociate. Sollevò un poco le ginocchia per appoggiarcisi coi gomiti mentre Pepper ebbe il naturale impulso di carezzargli i capelli. Li spettinò, ci giocò, tirandone delicatamente alcune ciocche.
« Potresti »
« …seguire l’esempio di Parker » concluse lui, prima di fare un altro tiro.
Si accigliò, non era esattamente quello che voleva dirgli.
« L’amichevole Ironman di quartiere? Non è da Tony Stark » disse, sedendosi a propria volta.
« E’ proprio questo il punto – disse soffiando dal naso - Avevo chiuso con le armi per non ritrovarmi le mani sporche di sangue, né seguire le orme di mio padre »
« Ironman è nato per questo » gli ricordò teneramente, carezzandogli la guancia.
Tony la afferrò, stringendo quella mano nella propria mentre le dita dell’altra reggevano la sigaretta.
« L’ho promesso a Yinsen. Senza di lui… - mollò la presa con un sospiro stanco - Non saresti qui a nascondermi accendini fra le tette »
« Tony, devi fare ciò che senti giusto – abbassò lo sguardo sui propri piedi, che sollevavano piccole dune di sabbia - E’ ammirevole e… »
« E? » chiese Tony, osservandola di sottecchi.
« Tremendamente sexy » bofonchiò, scocciata dal doverlo ammettere.
Lo adorava quando si comportava da adulto per circa lo 0,99% di un’intera giornata.
« Continua » ridacchiò lui, con il tubicino in equilibrio all’angolo della bocca, storta in una smorfia da playboy incallito. Posizionò le braccia indietro per accomodarsi e godersi il rossore della moglie sulle gote.
« …il fatto che tu voglia mantenere la parola data. Ma voglio che tu sappia che io ti supporterò, qualsiasi sarà la tua scelta » gli posò una mano su una gamba, poi lo guardò per accertarsi che lo avesse ascoltato e nel caso in cui volesse ribattere.
« Mi sono fermato a… Com’è che hai detto? Tremendamente sexy? »
« Smettila di fare l’idiota » lo rimbrottò e lui rise.
« Non mi aiuti con gli insulti ».
Le parole vennero per cinque minuti soppresse dallo sciabordio delle onde, che gradualmente si erano fatte un po’ più mosse. Ma niente che impedisse il bagno.
« Se ti hanno voluto per trovare Steve, era anche per aiutarti » mormorò Pepper, tirando le gambe al petto e circondandole con le braccia.
« Ritraendo le mani dietro la schiena dopo aver lanciato il sasso? » sbottò Tony, compiendo un ultimo tiro.
Lo avevano accusato più volte di non curarsi di altri se non sé stesso, di non avere nessuno per cui tornare. Lui non avrebbe combattuto al fianco di chi gli aveva voltato le spalle alla prima occasione, di chi lo avrebbe ancora malgiudicato senza sapere e soprattutto, aveva già combattuto per qualcuno così da non doverlo più fare. Per tornare da quel qualcuno.
« Prova a parlarci, almeno – propose mentre lui recuperava il posacenere - Così dopo avrai un valido motivo per dire di no a Bruce »
« Subdola »
« Il peggio deve ancora arrivare » lo parafrasò mentre lo osservava schiacciare il mozzicone.
« Ne ho già due di motivi e sono più che validi » disse Tony, mettendo via tutto e alzando gli occhi color cacao su quelli azzurri di lei.
Pepper si arrese. Era una guerra persa in partenza. Poteva chiedergli di fare qualcosa contro la sua volontà una volta. Una seconda sarebbe equivalsa a un ricatto e per quanto fosse una tecnica efficace, soprattutto se accompagnata con casuali battiti di ciglia, non se la sentiva di usarla per spingerlo verso missioni poco ortodosse che preoccupavano lei per prima.
Si riscosse e distese le gambe per sporgersi e per schioccargli un bacio sulla guancia.
 

*

Pepper raggiunse lo studio del Dottor Kleiner alle dieci in punto. Non aveva scherzato con Tony, ma neanche lei sapeva perché avesse deciso di fare una cosa del genere. Forse per una contorta ripicca verso Tony che l’aveva stuzzicata dopo il processo, uno dei tanti modi che usava, riducendola a cavia, per vedere fin dove sarebbe riuscito ad esasperarla. Probabilmente fino al limite dell’umano. Forse perché un po’ cominciava a credere di avere accumulato stress, troppo stress, al momento del cesareo.
Con la giacca appesa ad un braccio, camminò spedita fino alla porta. La segretaria le fece cenno, seduta da dietro un’ordinatissima scrivania, e bussò. Poi aprì la porta con un sospiro, sollevando al contempo lo sguardo sul Dottore.
« Signora Stark… » mormorò senza poter nascondere lo stupore.
« Signor Kleiner »
« Temo di aver dimenticato l’app- »
« Non avevo fissato una seduta » lo interruppe lei, appoggiata contro il battente mentre lui smetteva di sfogliare l’agenda.
« Ow… Beh, si accomodi » disse, alzandosi per prenderle la giacca e appenderla ad un attaccapanni nascosto dietro l’angolo della porta.
« Grazie » balbettò lei, sedendosi e lisciando la stoffa della gonna a tubo.
« Il Signor Stark ha avuto una ricaduta? » chiese Kleiner un po’ preoccupato per quella visita inaspettata mentre accostava la porta.
« No, in realtà avrei bisogno di un parere » rispose Pepper, osservandolo accomodarsi dietro la scrivania.
« Su cosa, se è lecito? »
« Ecco… Le è mai capitato di assistere a sindromi post parto? » chiese, fissandosi le mani in grembo.
Kleiner la fissò con un misto di curiosità e perplessità, lo stesso di chi comincia a mettere insieme i pezzi di un quadro ben preciso.
« Devo ammettere di aver trovato strana la chiamata di suo marito proprio la scorsa settimana ».
A quelle parole, Pepper arrossì vistosamente. Tony lo aveva chiamato, a sua insaputa! Perché?
« Che cosa le ha detto esattamente? » domandò titubante, spostando continuamente gli occhi su tutto fuorché su quelli di Kleiner.
« Se glielo dicessi, lei si farebbe degli scrupoli e non arriveremmo mai alla questione – incrociò le dita sul legno lucido della scrivania - Si vede diversa in questi giorni? »
« In che senso? »
« In qualunque lei pensi »
« No… Beh, forse un po’ più stanca. Ultimamente la bambina soffre di coliche… »
« E’ preoccupata? »
« Sì » rispose un po’ irritata.
Certo che era preoccupata! Sua figlia aveva le coliche e non poteva fare niente all’atto pratico per farla stare meglio. Quale madre sarebbe indifferente a tutto ciò?
« Questo argomento la mette in agitazione? » chiese l’uomo, esaminandola.
« No » rispose, cercando di non lasciar trapelare niente dei suoi pensieri mentre Kleiner allungava una mano in un cassetto e cominciava a scrivere su un taccuino.
« Che rapporto ha suo marito con la bambina? »
« Tony la adora. E Maria credo che… E’ quasi una simbiosi » disse sorridendo.
Aveva una lunga lista di perché per amarlo. La paternità era uno di questi.
« Ha una paura in particolare? Un timore non ancora esorcizzato… »
« Non saprei. Sa ho sposato Ironman… » scherzò, scrollando le spalle.
Era consapevole che suo marito fosse un portatore di guai. Ecco un altro perché.
« E’ comprensibile. Tony è un uomo di successo, piuttosto famoso in modi diversi e questo può attrarre minacce – smise di scrivere e la guardò di scatto - Signora Stark, perché è qui? ».
In un attimo s’immedesimò negli abiti di Tony: messo sotto torchio da qualcuno di cui conosceva non più del numero di lauree.
« E’ possibile essere gelose della propria figlia? »
« Lei lo è? »
« No » rispose con la voce traballante.
« Me lo sta chiedendo? – accennò un sorriso - E’ piuttosto comune un primo imprinting con uno solo dei genitori, ma ci tengo a rassicurarla: tutti i bambini sono programmati per amare la mamma ».
Vedendo che le proprie parole non stavano sortendo alcun tipo di effetto, si grattò casualmente la nuca alla ricerca di un modo per venire a capo di quella faccenda. Doveva prima di tutto trovarne le radici.
« Facciamo un passo indietro. Ha mai pensato che ciò che provasse per Tony fosse sbagliato? »
« Mio malgrado, più di quanto avrei voluto »
« Perché? »
Pepper sospirò, abbandonandosi sulla poltrona.
« Non volevo che la gente potesse fraintendere. E’ difficile per una donna far carriera in un simile settore » disse tutto d’un fiato.
« Capisco. Quindi non ha mai avuto niente a che vedere col passato sentimentale di Tony » aggiunse lui, sperando di riuscire a velare l’ilarità nel vedere la donna drizzarsi come punta da uno spillo.
« Non sono mai stata gelosa. Come potrei?! Sarebbe assurdo… - la frase le morì in gola - No? »
« Se c’è una cosa che il mio lavoro mi ha insegnato è che il miglior modo per risolvere un problema è cominciare con l’ammettere di averne uno ».
La parte più impulsiva di Pepper lo minacciò mentalmente di ridurgli lo stipendio.
« D’accordo, c’è stata un’occasione… - Kleiner sostenne il suo sguardo e lei si sentì di dover rettificare - Più di una » ammise piccata, torturandosi le dita e lui non se lo fece sfuggire.
« Non deve vergognarsi. Per come la vedo io, la gelosia non è sempre qualcosa di negativo. Alle volte è la dimostrazione che teniamo a qualcuno – la osservò ancora un attimo - Ha mai espresso questo sentimento direttamente a Tony? ».
Pepper pensò di aver sentito male. Dire a Tony che era stata davvero gelosa di tutte quelle che avevano fatto un giro sulla giostra, gelosa di Natasha e di Maya. No, neanche in punto di morte!
Assunse, agli occhi di Kleiner, l’espressione che alcuni pazienti avevano sviluppato soprattutto durante dialoghi particolarmente tortuosi. Lui la interpretava come un “Sta scherzando?” molto pungente.
« Questo cosa c’entra con la paura? » sbottò lei, colta sul vivo di un nervo scoperto.
« Ci stiamo arrivando – quasi lo disse più a sé stesso - Mi racconti uno di questi episodi »
« Devo? » chiese, arcuando un sopracciglio.
« Ho paura di sì » rispose, sperando che un pizzico d’ironia potesse impedirle di strangolarlo.
« E’ successo sei mesi dopo il ritorno di Tony dal Medio Oriente. Lui mi elesse CEO e pochi giorni dopo assunse un’altra assistente per… » ma non riuscì a terminare perché malgrado le avventure e le disavventure, Pepper ricordava il fare languido della Romanoff. Fin troppo bene.
« …sostituirla. Non era contenta della promozione? »
« Sì, certo. Ma divenne… - cominciò a gesticolare, come se farlo le avrebbe fatto trovare le parole giuste - Troppo, soprattutto quando capii che Tony mi nascondeva qualcosa »
« Sta parlando del palladio? »
« Sì » annuì seppur un po’ circospetta.
« Quindi mi sta dicendo che avrebbe preferito restare assistente »
« Esatto. Mi permetteva di fare il mio lavoro e contemporaneamente assicurarmi che Tony non si ammazzasse ».
Con due dita afferrò una ciocca di capelli e cominciò ad avvoltolarla, come faceva quando era in imbarazzo o quando non sapeva come atteggiarsi. Passarono circa due secondi abbondanti di silenzio, nei quali Kleiner diede tempo alla visitatrice per riprendere il controllo sul sistema nervoso e tornare ad un colorito meno acceso.
« Quando le passò l’azienda, tutti cominciarono a dubitare delle sue credenziali, dico bene? – lei confermò con un cenno - E la nuova assistente? »
« Lo assecondava, lo elogiava e lei sa quanto Tony sa essere insopportabilmente vanitoso – s’infervorò - Riuscì perfino a fargli firmare dei documenti! Io in dieci anni non sono mai riuscita a fargli abbassare il volume della musica a un livello civile! »
« Parlava di altre occasioni » mormorò Kleiner, prevendo una bufera su casa Stark.
« Prima di questa ce ne sono state diverse – distolse lo sguardo - Lo so cosa sta pensando, è infantile »
« Io penso che, alla luce di ciò che mi ha appena confermato, lei abbia sepolto la sua frustrazione. Così a lungo che alla nascita della bambina questa è riaffiorata » azzardò l’uomo, poggiando le spalle contro lo schienale della propria sedia mentre lei lo fissava con la coda dell’occhio.
« Che significa? »
« Nel suo subconscio lei non ha elaborato il parto. Forse si è trovata impreparata e questo le ha impedito di vedere l’evento nella giusta prospettiva ».
Pepper ci pensò un attimo su. Ricordava bene la sensazione di panico che aveva avuto in ospedale e come suo marito avesse cercato di tranquillizzarla e autotranquillizzarsi.
« Perciò quale sarebbe la mia paura? »
« Il mio parere è che lei teme che la bambina possa, in qualche modo, oscurarla agli occhi di Tony, così come quelle donne hanno occupato le sue notti – tornò a tendersi un po’ verso la donna - Ma si ricordi che è lei ad occupare i suoi giorni e, che la bambina non è altro che la conferma di ciò che lei significa per suo marito » aggiunse, mantenendo il tono fermo ma pacato. Si ritrasse appena quando Pepper scattò in piedi come se avesse appena avuto un’illuminazione. Non seppe se trattenerla o lasciarla andare. In ogni caso, c’era il cinquanta per cento di probabilità che quella notte, Tony avrebbe dormito sul divano.
« La ringrazio, Dottore » mormorò lei, recuperando la giacca.
« Non deve. Sono sempre disponibile » rispose, fissandola aprire la porta e uscire.
Prima che fosse troppo lontana, si alzò e fece capolino dalla soglia.
« Ah, Signora Stark… - Pepper si volse, in mezzo al corridoio - Il segreto professionale normalmente m’impedirebbe di dirle che, suo marito la descrive come la donna perfetta ».
Pepper non potè che ridere col cuore e non si fermò per ricordargli che aveva già trasgredito quella regola, nominando il palladio. Passo spedito su un paio di tacchi dodici, che avrebbe fatto impallidire anche le strapagate modelle di alta moda, prese l’ascensore per raggiungere l’auto e recarsi alle Industries.

Angolo Autrice: Oggesù! Chiedo venia per questo incredibile e spaventoso ritardo nella pubblicazione,
ma fra danza e scuola non ho avuto un attimo di pace >.<
Lo so, questo capitolo è piuttosto fiacco ma ho preferito pubblicarlo per non farvi aspettare ancora, anche perchè siamo in dirittura di arrivo!
Sì, mancano uno o due capitoli, ispirazione permettendo, alla fine di questa raccolta. Maaaaa...
Vi spiego: questa ff (come tipo il 90% sulla mia page xD) è nata in un certo modo ma si è trasformata, divenendo tutt'altro. Infatti questa raccolta doveva continuare per un bel po', ma ci ho riflettuto e ho preso la decisione di concluderla in un modo molto simile, e se volete anche coerente, col prequel; cioè Take Me Back To the Start.

Essendo però un'inguaribile sentimentale e un'amante quasi patologica di Tony e della sua allegra famigliola, ho pensato di (sorpresa!!! ahahahah) creare una serie di spin off, riguardanti vari momenti specifici della vita di Maria che, piano piano, diventerà un po' la protagonista, e in cui saranno coinvolti il suo eroico papà, la sua paziente mamma e forse anche qualche Avenger ;)
 
Non so ancora se saranno semplici one-shots indipendenti, ma comunque parte come le due raccolte, della serie IRON FAMILY; oppure costituiranno un'ulteriore raccolta. Vedremo... :)
Comunque sia queste mini ff sono già in cantiere (insieme ad una nuova long, eheheheh... *-*),
perciò continuerò a scrivere, infestando questo fandom e a rompervi le scatole :P

Spero che mi seguirete ancora e ne approfitto per ringraziare ancora una volta, perchè non è mai abbastanza, _Atlas_ e leila91 : anche se non vi rispondo, leggo sempre con piacere le vostre
recensioni, anche nelle altre storie, e le apprezzo tantissimo :* In sostanza GRAZIE DI TUTTO <3!
Ma ringrazio come sempre anche chi legge in silenzio!
Al prossimo capitolo,
50shadesOfLOTS_Always

PS: per dubbi o commenti, scrivetemi!! :D

   
 
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