El mayarah
Kara stava mangiando un buonissimo involtino di carne che Lena aveva
portato da un lussuoso ristorante del centro, chiuse gli occhi assaporandone la
bontà quando due labbra si posarono sulla sua guancia. Riaprì gli occhi e
arrossì.
Lena era vicinissima, ora. Lena la guardava con un sorriso delicato.
Lena le chiedeva il permesso di baciarla ancora.
L’involtino di carne era nulla rispetto alle labbra di Lena finalmente
premute sulle sue.
Una luce la fece sobbalzare, spinse Lena dietro alle sue spalle e si
preparò a lottare.
Ma i suoi occhi si sgranarono quando riconobbe Cisco e… se stessa.
“Cosa… chi…?” Tentò di dire. Confusa.
La ragazza che era lei, terribilmente strano guardarsi in uno specchio
che si muoveva diversamente e che aveva occhi così… disperati, fece un passo
avanti.
“Ho bisogno di te.” Affermò. “Devo salvare Lena.” Sentì le mani della
giovane Luthor, a cui aveva dato il suo primo bacio,
stringersi sulla sua spalla, si voltò e la fissò senza sapere cosa dire.
“Vai.” Le mormorò la donna. “Sarò qui ad aspettarti.” Assicurò poi,
lasciandole un piccolo bacio sulla guancia.
***
“Non è
una parola!” Urlò Winn e lei alzò il dito.
“Certo che è una parola!”
“Ti assicuro che non vuol dire proprio nulla.” Si impuntò il giovane e
Kara fu sul punto di replicare quando due mani scivolarono sulle sue spalle e
un respiro caldo le sfiorò l’orecchio.
“Devo andare.” Le mormorò la donna e Kara provò il solito brivido di
piacere nell’udire Lena parlarle in maniera così intima.
“Di già?” Chiese, alzandosi dal tavolo nel quale lei e Winn stavano protraendo all’infinito una partita di
scarabeo che Lena, Alex, Maggie e James avevano abbandonato da tempo per
chiacchierare tranquillamente sul divano.
“Domani ho quel meeting con la Desenport
quindi…” La baciò dolcemente, poi una
luce illuminò il salotto di casa sua e tutti balzarono in piedi. Kara si
protese in avanti pronta ad affrontare qualsiasi minaccia, quando riconobbe il
sorriso amichevole di Cisco e… due di lei. Tre… sei… dieci… donne estremamente
simili a lei… era davvero strano.
“Lena. Devo salvarla e ho bisogno di te.” Affermò una di esse, quella
con gli occhi più… angosciati.
Guardò verso Lena e poi verso Alex.
“Fai attenzione.” Mormorò la giovane Luthor
e Alex annuì.
***
Linda si lanciò verso il cielo, tentando di
sfuggire, imitata subito da Kal, ma le loro
avversarie erano troppe e decisamente agguerrite. La lotta fu violenta nel
cielo, ma fu anche sorprendentemente rapida. Pochi minuti di fuoco, ghiaccio e
pugni e i due El si ritrovarono in ginocchio sul
tetto dal quale erano partiti.
Lena non riusciva a crederci.
“Com’è possibile? Come ti è venuto in mente
di…?” Chiese, guardando la Kara che sapeva essere la donna che amava, ormai non
avrebbe potuto confonderla nemmeno tra cento versioni.
“Oh, non è stato così difficile dopo tutto
sono una El.” Sorrise e furono in molte ad imitarla.
Lena era abituata a cosa sorprendenti, ma una trentina di Kara che sorrideva
verso di lei era comunque difficile da reggere.
“El mayarah.” Mormorò, ricordando l’antico motto della famiglia
El. Un motto che non aveva mai capito, prima di
conoscere quella Kara.
“Più forti insieme.” Annuì la ragazza. Si era
avvicinata a lei e ora le prese la mano portandosela al petto. Lì, sul simbolo
che aveva odiato e che ora grazie a quella donna amava. “Non è solo un modo di
dire, un motto vuoto di senso.” Aggiunse con orgoglio. “Tutte loro non hanno
esitato quando ho chiesto aiuto per te.”
Lena arrossì un poco, mentre la ragazza la
guardava con quegli occhi dolci e profondamente innamorati.
“Ehi, se non la baci tu, fai spazio!” Urlò una
Kara, evidentemente una versione più intraprendente della donna che arrossì
violentemente tra le sue braccia. Lena rise e poi chiuse le distanze incollando
la propria bocca a quella di Kara in un bacio pieno di sollievo.
Quando si separarono e si voltarono di nuovo
verso la folla di kryptoniane bionde e dagli occhi
azzurri, Lena non ebbe difficoltà a identificare tra le tante ragazze quelle
che in Lena, probabilmente, vedevano solo una cara amica.
Non poté fare a meno di sorridere e si morse
il labbro pensando alle Lena che non conosceva, ma che sapeva si stavano
struggendo per un bacio desiderato e al contempo temuto.
Il suo sguardo si incupì quando incontrò gli
occhi di Linda, fissi con odio su Kara.
“Cosa hai pensato di fare con loro?” Chiese
alla ragazza indicando i due El inginocchiati, il
viso della donna si fece serio.
“L’unico posto in cui possono stare è lo
stesso in cui pensavi di mandarli. Posso avere la trappola che avete costruito
tu e Winn?”
“Non ha funzionato.” Disse e provò un brivido
all’idea del contrario. In quel momento sarebbe stata nella Zona Fantasma e non
lì accanto a Kara.
“Oh…” La ragazza fece una piccola faccia
colpevole e Lena notò una serie di visi altrettanto colpevoli nella folla di Supegirl.
Corrugò la fronte e incrociò le braccia.
“Sì?” Chiese e Kara arrossì ancora un poco.
“Il fatto è che…”
“Ho bloccato il segnale impedendo al
marchingegno di collegarsi con le frequenze della Zona Fantasma e aprire un
portale, individuando, al contempo, la tua posizione.” Intervenne una ragazza
identica a Kara, ma vestita di un costume interamente blu, privo di mantello e
che portava i capelli corti, indossando ancora gli occhiali, anche se una
versione decisamente tecnologica.
“Ecco, sì, un’idea brillante se ci pensi e non
ti arrabbi, saremo anche in trentaquattro, ma non avevamo idea di dove fossi,
Cisco può aprire brecce dove vuole, ma non riesce a localizzare qualcuno se non
ha un indirizzo preciso, così abbiamo atteso che usassi la trappola, bloccato
il segnale prima che vi portasse via e siamo volate qui, devi capire che…” Lena
le posò una mano sulle labbra fermando il fiotto di parole di Kara.
“Grazie.” Disse soltanto, poi estrasse dalla
tasca il congegno e lo consegnò alla giovane che se lo rigirò tra le mani
compiaciuta, borbottando piano. Una Kara scienziata… interessante. Colse lo
sguardo preoccupato di Kara e le sorrise. Doveva essere strano essere gelose di
se stesse...
“Ecco fatto.” Concluse la donna. “Quando vuoi
dirigilo su di loro e saranno gli unici ad andarsene, ho corretto l’angolo, non
un’esplosione, ma un fascio.” Spiegò e Lena annuì, sorpresa e impressionata.
Era una modifica che lei e Winn avevano dovuto
escludere visto che necessitavano di potenza e non di precisione, ma ne
conosceva la complessità ed effettuarla in così poco tempo era ammirevole.
Prese il congegno e si diresse dai due El. Con un profondo respiro guardò la donna di cui si era
innamorata cercando sul suo volto qualcosa, qualsiasi cosa che la spingesse a
decidere per lei un destino diverso. Ma non trovò nulla, vi era solo rabbia,
furia e malvagità. Lena aveva visto National City, anche solo per quella colpa
meritava la punizione più grave.
“Non sono un giudice di Krypton e vorrei che
vi fosse ancora un sistema giudiziario capace di processarti, ma sono kryptoniana e conosco il nostro codice e attraverso di esso
vi giudico.” Prese un profondo respiro e legò il proprio sguardo a quello di
Linda, per l’ultima volta. “Kara Zor-El ho pesato le
tue azioni e le tue colpe. La Zona Fantasma è l’unico posto in cui potrai
riflettere sui tuoi peccati ed espiare le tue colpe” Le disse. “E lo stesso
vale per te, Kal El.”
“Non lo farai.” Assicurò arrogante Linda. “Non
lo farai perché non posso credere che tu preferisca quella… nullità, incapace
di fare il lavoro da sola.”
“Lo farò Linda e non per vendetta, ma per
giustizia.” Il suo viso era grave, serio. “Ti ho amata quando conoscevo solo
una piccola parte di te, per la donna che sei realmente provo solo profondo
dolore e dispiacere, perché so, guardando lei e guardando tutte loro, che
potevi essere una donna migliore.”
Linda si agitò nella ferrea stretta delle due
donne che la tenevano, inutilmente. Era ora di porre fine a quella storia, una
volta per tutte. Fece un cenno alle ragazze che tenevano i due prigionieri, poi
premette il pulsante, le due figure furono illuminate e poi, semplicemente,
sparirono.
Lena osservò lo spazio vuoto e fu invasa da un
senso di pace e di libertà, si era aspettata un vuoto, un senso di smarrimento,
persino della tristezza, non quei sentimenti che non sapeva di poter provare un
giorno.
Era finita, tutto era finito e lei era…
libera. Con sollievo si rese conto che era sciolta dalla promessa fatta al
padre e alla Terra, il pianeta che l’aveva accolta, era libera di seguire una
nuova strada, una strada che avrebbe deciso lei.
Una mano scivolò delicatamente nella sua e
Lena si voltò ad osservare gli occhi pieni di gioia e di soddisfazione di Kara.
Gioia, sollievo, amore.
Lena sorrise e, per la prima volta, permise a
se stessa e al suo cuore di accettare quella nuova meravigliosa verità:
qualsiasi fosse la strada che avrebbe intrapreso non l’avrebbe percorsa da
sola.
Note: Ed eccoci alla fine. Il futuro non è più precluso alle nostre ragazze, ora sta a loro decidere come viverlo, sta a loro tracciare un nuovo destino che, però, continuerà a vederle assieme, perché, lo sapete… niente può dividerle.
Spero che questa storia vi sia piaciuta e spero che vi abbia fatto compagnia in attesa che la terza stagione di Supergirl cominci.
Vi ringrazio tutte per averla seguita e per averla commentata, mi ha fatto molto piacere conoscere le vostre impressioni e scoprire cosa vi colpiva di più. Sarò un disco rotto, ma non importa: grazie!
A presto? Chi lo sa… speriamo!
Ciao ciao