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Autore: Najara    03/10/2017    12 recensioni
Il cielo è calmo e sereno su National City fino a quando una misteriosa breccia non si apre e da essa cade una figura ancora più misteriosa.
Una nuova avventura SuperCorp.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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El mayarah

 

Kara stava mangiando un buonissimo involtino di carne che Lena aveva portato da un lussuoso ristorante del centro, chiuse gli occhi assaporandone la bontà quando due labbra si posarono sulla sua guancia. Riaprì gli occhi e arrossì.

Lena era vicinissima, ora. Lena la guardava con un sorriso delicato. Lena le chiedeva il permesso di baciarla ancora.

L’involtino di carne era nulla rispetto alle labbra di Lena finalmente premute sulle sue.

Una luce la fece sobbalzare, spinse Lena dietro alle sue spalle e si preparò a lottare.

Ma i suoi occhi si sgranarono quando riconobbe Cisco e… se stessa.

“Cosa… chi…?” Tentò di dire. Confusa.

La ragazza che era lei, terribilmente strano guardarsi in uno specchio che si muoveva diversamente e che aveva occhi così… disperati, fece un passo avanti.

“Ho bisogno di te.” Affermò. “Devo salvare Lena.” Sentì le mani della giovane Luthor, a cui aveva dato il suo primo bacio, stringersi sulla sua spalla, si voltò e la fissò senza sapere cosa dire.

“Vai.” Le mormorò la donna. “Sarò qui ad aspettarti.” Assicurò poi, lasciandole un piccolo bacio sulla guancia.

 

***

 

Non è una parola!” Urlò Winn e lei alzò il dito.

“Certo che è una parola!”

“Ti assicuro che non vuol dire proprio nulla.” Si impuntò il giovane e Kara fu sul punto di replicare quando due mani scivolarono sulle sue spalle e un respiro caldo le sfiorò l’orecchio.

“Devo andare.” Le mormorò la donna e Kara provò il solito brivido di piacere nell’udire Lena parlarle in maniera così intima.

“Di già?” Chiese, alzandosi dal tavolo nel quale lei e Winn stavano protraendo all’infinito una partita di scarabeo che Lena, Alex, Maggie e James avevano abbandonato da tempo per chiacchierare tranquillamente sul divano.

“Domani ho quel meeting con la Desenport quindi…” La baciò dolcemente,  poi una luce illuminò il salotto di casa sua e tutti balzarono in piedi. Kara si protese in avanti pronta ad affrontare qualsiasi minaccia, quando riconobbe il sorriso amichevole di Cisco e… due di lei. Tre… sei… dieci… donne estremamente simili a lei… era davvero strano.

“Lena. Devo salvarla e ho bisogno di te.” Affermò una di esse, quella con gli occhi più… angosciati.

Guardò verso Lena e poi verso Alex.

“Fai attenzione.” Mormorò la giovane Luthor e Alex annuì.

 

***

 

Linda si lanciò verso il cielo, tentando di sfuggire, imitata subito da Kal, ma le loro avversarie erano troppe e decisamente agguerrite. La lotta fu violenta nel cielo, ma fu anche sorprendentemente rapida. Pochi minuti di fuoco, ghiaccio e pugni e i due El si ritrovarono in ginocchio sul tetto dal quale erano partiti.

Lena non riusciva a crederci.

“Com’è possibile? Come ti è venuto in mente di…?” Chiese, guardando la Kara che sapeva essere la donna che amava, ormai non avrebbe potuto confonderla nemmeno tra cento versioni.

“Oh, non è stato così difficile dopo tutto sono una El.” Sorrise e furono in molte ad imitarla. Lena era abituata a cosa sorprendenti, ma una trentina di Kara che sorrideva verso di lei era comunque difficile da reggere.

El mayarah.” Mormorò, ricordando l’antico motto della famiglia El. Un motto che non aveva mai capito, prima di conoscere quella Kara.

“Più forti insieme.” Annuì la ragazza. Si era avvicinata a lei e ora le prese la mano portandosela al petto. Lì, sul simbolo che aveva odiato e che ora grazie a quella donna amava. “Non è solo un modo di dire, un motto vuoto di senso.” Aggiunse con orgoglio. “Tutte loro non hanno esitato quando ho chiesto aiuto per te.”

Lena arrossì un poco, mentre la ragazza la guardava con quegli occhi dolci e profondamente innamorati.

“Ehi, se non la baci tu, fai spazio!” Urlò una Kara, evidentemente una versione più intraprendente della donna che arrossì violentemente tra le sue braccia. Lena rise e poi chiuse le distanze incollando la propria bocca a quella di Kara in un bacio pieno di sollievo.

Quando si separarono e si voltarono di nuovo verso la folla di kryptoniane bionde e dagli occhi azzurri, Lena non ebbe difficoltà a identificare tra le tante ragazze quelle che in Lena, probabilmente, vedevano solo una cara amica.

Non poté fare a meno di sorridere e si morse il labbro pensando alle Lena che non conosceva, ma che sapeva si stavano struggendo per un bacio desiderato e al contempo temuto.

Il suo sguardo si incupì quando incontrò gli occhi di Linda, fissi con odio su Kara.

“Cosa hai pensato di fare con loro?” Chiese alla ragazza indicando i due El inginocchiati, il viso della donna si fece serio.

“L’unico posto in cui possono stare è lo stesso in cui pensavi di mandarli. Posso avere la trappola che avete costruito tu e Winn?”

“Non ha funzionato.” Disse e provò un brivido all’idea del contrario. In quel momento sarebbe stata nella Zona Fantasma e non lì accanto a Kara.

“Oh…” La ragazza fece una piccola faccia colpevole e Lena notò una serie di visi altrettanto colpevoli nella folla di Supegirl.

Corrugò la fronte e incrociò le braccia.

“Sì?” Chiese e Kara arrossì ancora un poco.

“Il fatto è che…”

“Ho bloccato il segnale impedendo al marchingegno di collegarsi con le frequenze della Zona Fantasma e aprire un portale, individuando, al contempo, la tua posizione.” Intervenne una ragazza identica a Kara, ma vestita di un costume interamente blu, privo di mantello e che portava i capelli corti, indossando ancora gli occhiali, anche se una versione decisamente tecnologica.

“Ecco, sì, un’idea brillante se ci pensi e non ti arrabbi, saremo anche in trentaquattro, ma non avevamo idea di dove fossi, Cisco può aprire brecce dove vuole, ma non riesce a localizzare qualcuno se non ha un indirizzo preciso, così abbiamo atteso che usassi la trappola, bloccato il segnale prima che vi portasse via e siamo volate qui, devi capire che…” Lena le posò una mano sulle labbra fermando il fiotto di parole di Kara.

“Grazie.” Disse soltanto, poi estrasse dalla tasca il congegno e lo consegnò alla giovane che se lo rigirò tra le mani compiaciuta, borbottando piano. Una Kara scienziata… interessante. Colse lo sguardo preoccupato di Kara e le sorrise. Doveva essere strano essere gelose di se stesse...

“Ecco fatto.” Concluse la donna. “Quando vuoi dirigilo su di loro e saranno gli unici ad andarsene, ho corretto l’angolo, non un’esplosione, ma un fascio.” Spiegò e Lena annuì, sorpresa e impressionata. Era una modifica che lei e Winn avevano dovuto escludere visto che necessitavano di potenza e non di precisione, ma ne conosceva la complessità ed effettuarla in così poco tempo era ammirevole.

Prese il congegno e si diresse dai due El. Con un profondo respiro guardò la donna di cui si era innamorata cercando sul suo volto qualcosa, qualsiasi cosa che la spingesse a decidere per lei un destino diverso. Ma non trovò nulla, vi era solo rabbia, furia e malvagità. Lena aveva visto National City, anche solo per quella colpa meritava la punizione più grave.

“Non sono un giudice di Krypton e vorrei che vi fosse ancora un sistema giudiziario capace di processarti, ma sono kryptoniana e conosco il nostro codice e attraverso di esso vi giudico.” Prese un profondo respiro e legò il proprio sguardo a quello di Linda, per l’ultima volta. “Kara Zor-El ho pesato le tue azioni e le tue colpe. La Zona Fantasma è l’unico posto in cui potrai riflettere sui tuoi peccati ed espiare le tue colpe” Le disse. “E lo stesso vale per te, Kal El.”

“Non lo farai.” Assicurò arrogante Linda. “Non lo farai perché non posso credere che tu preferisca quella… nullità, incapace di fare il lavoro da sola.”

“Lo farò Linda e non per vendetta, ma per giustizia.” Il suo viso era grave, serio. “Ti ho amata quando conoscevo solo una piccola parte di te, per la donna che sei realmente provo solo profondo dolore e dispiacere, perché so, guardando lei e guardando tutte loro, che potevi essere una donna migliore.”

Linda si agitò nella ferrea stretta delle due donne che la tenevano, inutilmente. Era ora di porre fine a quella storia, una volta per tutte. Fece un cenno alle ragazze che tenevano i due prigionieri, poi premette il pulsante, le due figure furono illuminate e poi, semplicemente, sparirono.

Lena osservò lo spazio vuoto e fu invasa da un senso di pace e di libertà, si era aspettata un vuoto, un senso di smarrimento, persino della tristezza, non quei sentimenti che non sapeva di poter provare un giorno.

Era finita, tutto era finito e lei era… libera. Con sollievo si rese conto che era sciolta dalla promessa fatta al padre e alla Terra, il pianeta che l’aveva accolta, era libera di seguire una nuova strada, una strada che avrebbe deciso lei.

Una mano scivolò delicatamente nella sua e Lena si voltò ad osservare gli occhi pieni di gioia e di soddisfazione di Kara. Gioia, sollievo, amore.

Lena sorrise e, per la prima volta, permise a se stessa e al suo cuore di accettare quella nuova meravigliosa verità: qualsiasi fosse la strada che avrebbe intrapreso non l’avrebbe percorsa da sola.

 

 

 

 

Note: Ed eccoci alla fine. Il futuro non è più precluso alle nostre ragazze, ora sta a loro decidere come viverlo, sta a loro tracciare un nuovo destino che, però, continuerà a vederle assieme, perché, lo sapete… niente può dividerle.

 

Spero che questa storia vi sia piaciuta e spero che vi abbia fatto compagnia in attesa che la terza stagione di Supergirl cominci.

Vi ringrazio tutte per averla seguita e per averla commentata, mi ha fatto molto piacere conoscere le vostre impressioni e scoprire cosa vi colpiva di più. Sarò un disco rotto, ma non importa: grazie!

A presto? Chi lo sa… speriamo!

Ciao ciao

 

  
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